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Autore: LalezionedellaWoolf    25/07/2013    3 recensioni
C'era solo una ragazza con la quale, si era promesso, non avrebbe mai avuto niente a che fare.
Amalia Sperelli era completamente sbagliata per i suoi canoni. Non che fosse brutta, non lo era affatto, ma aveva quella voce, o forse era il suo modo di parlare, di impostare le frasi, che rovinava ogni pensiero gradevole che sorgeva nella mente di Andrea quando la vedeva.
Impostare le frasi, pensò, era proprio una di quelle cose che avrebbe detto lei.
Lei, che era tutta impostata.
Genere: Commedia, Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritto di getto, non l'ho ricontrollato, quindi se c'è qualche errore fatemelo presente! Spero vi piaccia :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Lo sguardo allibito di Eva incontrò quello serio e consapevole di Amalia.

Io non ho capito.”

Oh, non preoccuparti, ci vuole un grande sforzo mentale per capirla.” Amalia scostò la sedia, e assunta l'aria di una che la sapeva lunga, si sedette, avvicinandosi al tavolo rumorosamente. Un paio di ragazze del Noinon fecero una smorfia, come a dire che nello stato di delicatezza sublime nel quale si trovavano costantemente avvolte, non erano in grado di concepire un modo di fare così grossolano.

Be', anche voi a me date fastidio. Fatevene una ragione” sbottò Amalia, ad ulteriore testimonianza di “quanto è maleducata”, sospirarono loro.

Eva, nel frattempo, il mento poggiato tra pollice e medio, l'indice premuto contro le labbra, aveva osservato, assorta, il volto dell'amica farsi cupo, le sopracciglia incresparsi, nel riprendere Celeste Villa e Lisa Falco, e i lineamenti distendersi di nuovo, nell'inforcare una patata. Evidentemente, si disse Amalia, alzando gli occhi dal piatto e incontrando il suo sguardo, Eva stava ragionando. Ed Amalia sapeva a quale proposito. Sapeva che avrebbe tirato fuori un'improbabile teoria complottista delle sue – anche se, magari, in quel particolare caso, complotti e cospirazioni non sarebbero stati fuori luogo.

Sul serio, non pensi sia stran-” Lo sapeva.

Eva, no – la redarguì, lo sguardo minaccioso - non ricominciare”

Solo un'osservazione a voce alta – alzò gli occhi al soffitto, tamburellando con l'indice sul mento – poi mi faccio gli affari miei. Te lo giuro.”

Amalia rimase in silenzio, la stessa occhiata ostile.

Eva scrollò le spalle, spazientita. “Perché non hai fiducia nelle mie osservazioni a voce alta? - assunse un'aria afflitta – lo sai anche tu, in cuor tuo, quanto sono illuminanti.”

No, non lo sono – vagò con gli occhi sul tavolo come se cercasse qualcosa – ma sono una persona molto sola in questi giorni, e la tua presenza mi è di conforto – Eva sollevò le sopracciglia – quindi suppongo che dovrò sopportarti se non voglio fare la fine di Leopardi, e tuffarmi in una siepe a cercare l'infinito.”

Non mi risulta che tu abbia altri amici oltre me”

Sono selettiva.” Amalia sorseggiò con grazia studiata dal suo bicchiere d'acqua.

Motivo per cui, dovresti sentirti onorata del mio coinvolgerti nelle mie vicissitudini”

Infatti è così. E le tue vicissitudini sono molto più interessanti di quel che credi – Eva prese un boccone – A volte penso che vorrei chiuderti in una gabbia ed osservarti tutto il giorno, saresti un ottimo animale domestico.”

Amalia chinò il capo, ridendo. “Cosa facevi ai tuoi criceti?”

Vide gli occhi di Eva brillare di un luccichio preoccupante, magari ricordando le sue giornate da bambina viziata, passate a tagliare la testa ai peluche e a torturare cuccioli indifesi, e proprio quando stava per rivelarle quelle atroci verità, Amalia fu distratta da un borbottio concitato, alle sue spalle. Si voltò, e fu con orrore che notò la presenza di Andrea Lindon, il quale, una volta individuato il loro tavolo, fece loro un cenno poco rassicurante e prese a camminare nella loro direzione.

Magari non viene da noi” fu il commento incoraggiante di Eva.

O magari sì” ritrattò, osservandolo fermarsi di fronte a loro, guardarsi intorno indeciso, prendere in ostaggio una sedia dal tavolo vicino, e infine sedercisi con grande soddisfazione.

Amalia gli rivolse una sguardo attonito. Boccheggiò, lasciando infine la bocca aperta per l'indignazione, mentre lui, noncurante, si apprestava ad infilzare col coltello le sue patate. Quelle patate che non gli appartenevano.

Qualcosa non va?” farfugliò Andrea, la bocca piena, alzando lo sguardo.

N-sì! - Amalia scosse la testa con forza – Certo!”

Andrea aveva sognato un piatto di vivande – cibo qualunque – dalle undici di quel mattino, e preso com'era a seguire il percorso di quelle patate nel suo stomaco – con indicibile godimento - non riusciva proprio a rendersi conto degli sguardi dei compagni che gli perforavano la schiena, delle risatine concitate delle ragazze, della folla che aveva preso ad additarli senza pudore.

Vattene!” esclamò Amalia, prendendo a spingerlo per il braccio.

Sto morendo di fame” fece lui, la braccia aperte e un'aria offesa.

Devi proprio mangiare con noi?”

Un'espressione di consapevolezza si fece largo sul volto confuso di Andrea.

Aah, adesso capisco qual'è il problema – cominciò, facendo girare l'indice in aria, un'occhiata piena di sospetto – come ho fatto a dimenticarmelo! Sei una mangiona! Bene, non toccherò più il tuo piatto.” E così dicendo, allontanò da sé il vassoio, scostò la sedia e, borbottando qualcosa come “Schifosa egoista”, si diresse verso il buffet.

Non capisco perché tu debba essere così crudele con lui” mormorò Eva, l'indice ancora sul mento, gli occhi sulla testa bionda di Andrea.

Insomma, è talmente chiaro quant'è-”

Stupido?”

In cerca di attenzioni. - concluse Eva, lo sguardo improvvisamente pieno di malizia – Ma potrei anche dire.. mmm..”

Non dire nient'altro”

Cotto – la testa bionda di Andrea ricomparve improvvisamente nel suo campo visivo – Cotto lesso, patate cotte lesse” si corresse, concedendogli un ampio sorriso, seguendolo con gli occhi mentre le si sedeva di fronte.

Ti piacciono, Lidon?” aggiunse infine.

Andrea aprì la bocca per rispondere che sì, certo, perché non dovrebbero piacergli? Ma la prepotentissima Amalia Sperelli, le guance oramai a fuoco, prese a minacciarlo con la forchetta, sbottando “Perché sei tornato?”

Scusami, Tartara, ero nel pieno di un'interessante conversazione sulle patate lesse.”

Oh, per favore!”

E va bene – Andrea si riempì il bicchiere d'acqua, trattenendo la cravatta con due dita – mi sono seduto con voi, perché, non so se l'hai notato, ma mi è impossibile sedermi in qualsiasi altro posto senza che venga assalito da tutta quella stupida gente.”

Amalia richiuse la bocca.

Ma se preferisci – riprese l'altro, masticando elegantemente un fetta di arrosto – posso sedermi là in mezzo e rispondere alle domande di Pino Barzetti e Michele Merri e rivelare le nostre abitudini intime.” Sorrise con malignità, mentre gli occhi di Amalia si riducevano a fessure e prendeva a sussurrare aggressivamente un “Non oseresti”.

Dov'è Teo?” Chiese Eva sporgendosi sul tavolo.

Sì, dov'è Teo?” le fece eco Amalia, il tono ostile.

Ripetizioni.”

Amalia alzò il petto e spalancò la bocca, in un chiaro indizio di risentimento.

Mi ha rimpiazzata!” esclamò, appoggiandosi allo schienale della sedia.

Ripetizioni di matematica” specificò Andrea, gli occhi fissi sul suo piatto.

Oh.”

Già, ti senti un po' stupida, vero?” Alzò lo sguardo solo per osservare il volto di lei.

Certo che no”

Hai fatto una faccia.”

Amalia chinò il capo e si rivolse a Eva, l'espressione improvvisamente divertita: “ Ti ho mai raccontato di quella volta in cui Lindon ha avuto un attacco di diarrea?”

E mentre le labbra di Eva si distendevano in un sorriso, mentre si sporgeva per chiederle i dettagli, Andrea si lanciò oltre il tavolo per tapparle la bocca, buttandole addosso un paio di patate.

Sentì le labbra di Amalia fargli il solletico contro il palmo della mano. Stava ridendo.

Argento, - cominciò, mettendole l'altra mano sugli occhi, tanto per darle fastidio – e lei ti ha mai raccontato di quella volta in cui ha dormito per due ore con un mio calzino usato in bocca?”

Eva scoppiò a ridere senza controllo, mentre Amalia farfugliava, impossibilitata a parlare, armandosi della patata che si era ritrovata sulla gonna, e prendendo a spalmarla sulla guancia destra di Andrea, nel disperato tentativo di liberarsi.

Avevamo 12 anni, – continuò lui con noncuranza – e stavamo andando in Germania, in auto – scosse la testa, e sfregò la guancia sporca contro la spalla di Amalia, che emise un muggito minaccioso – lei si è addormentata, allora ho pensato che sarebbe stato divertente infilarle un calzino in bocca per vedere com-”

Con una forte spinta Amalia riuscì a liberarsi dalla sua presa, ed allontanandosi all'instante, per evitare di divenire ancora schiava delle angherie di Andrea, alzò l'indice, la mano sinistra sul fianco, e cominciò a spiegare che “è stato un scherzo stupido, Lindon. Sarei potuta soffocare. Oltretutto sei anche un bugiardo, il calzino me lo avevi appoggiato sul naso!”

Andrea si lasciò andare alle risate, sotto lo sguardo sdegnato di Amalia che mormorò “Che idiota che sei”.

Eva si sistemò sulla sedia, l'aria allegra e “Chi mi racconta la storia della diarrea?”

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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