25/07/2013
6 recensioniPrologo
Era ancora giorno quando aprì la porta di quel piccolo appartamento ben arredato in cui viveva da qualche tempo. Posò il cappello assieme il portafogli in pelle sul tavolo, riempito qualche ora prima grazie a qualche piccolo trucco fatto a quelle povere persone ingenue che si erano fermate quella stessa mattina a guardarlo mentre faceva delle stupide magie con delle carte.Se ne andò in quella piccola stanzetta qual'era la sua cucina, preparandosi un po' di tea. Prese la tazzina con il liquido marrocino ancora fumante e andò a sedersi al tavolo da pranzo, guardando la finestra di fronte a lui, aperta, da cui entrava un lieve vento.
Non fece in tempo a prendere un secondo sorso che qualcuno bussò alla porta, abbastanza violentemente.
Si alzò, poggiando malamente tazza sul tavolo, facendola cadere. Bussarono di nuovo, ma non rispose. Prese il portafogli e il suo cappello di stoffa nera, mettendolo sui capelli biondo cenere.
Bussarono per l'ennesima volta, ma stavolta una voce vagamente familiare disse qualcosa..
«Polizia! Apra subito!». Quella cercò di dirlo con un tono minaccioso, ma quel suo accento francese gli impediva di prenderlo troppo sul serio.
Sorrise compiaciuto quando la porta venne buttata giù, ritrovandosi davanti quei tre impiastri che si faticava a chiamare poliziotti: un ragazzo alto, con un fisico abbastanza muscoloso. Gli occhi azzurri incorniciati da un paio di occhiali e una ciocca dei suoi capelli biondi si rifiutava di stare giù, sulla sua fronte.
L'altra, la ragazza che aveva parlato poco prima, era alta più o meno come lui. Aveva dei capelli biondi raccolti in una piccola crocchia, ma qualche ciocca gli ricadeva sugli occhi azzurri e penetranti.
Il terzo, invece, quello quasi nascosto dalla grande figura del primo, era un ragazzo un po' basso, minuto. Aveva dei capelli neri, corti, e degli occhi marroni che sembravano costantemente spenti.
Quei tipi lo seguivano da mesi, ormai. Se non fosse stato che gli stessero puntanto una pistola contro, gli avrebbe volentieri offerto una tazza di tea. In fondo, sembravano simpatici...
«Oh, mi spiace andarmene proprio ora, ma ho un importante impegno..» Disse indietreggiando lentamente verso la finestra
«Non muoverti!» intimò il ragazzo con gli occhiali, alzando la pistola contro di lui e facendo un passo nella sua direzione.
«spero non ve la prendiate troppo..» continuò ignorandolo, con un tono vagamente dispiaciuto, poco prima di sorridere e gettarsi contro la finestra. Grazie al cielo, il suo appartamento era al piano terra, e quei tre idioti sembrava che non avessero portato i loro amici..
Sicuro del fatto che l'avrebbero inseguito, si rialzò e cominciò a correre. Si teneva il cappello con una mano per paura che gli cadesse durante la fuga. Dopotutto, quel cappello era uno dei suoi ferri come si suol dire. Perderlo non sarebbe stato molto comodo. Si voltò, giusto per essere sicuro che non stesse correndo per nulla. Come pensava, quei tre lo stavano inseguendo. E non erano neanche troppo distanti. Saranno stati a neanche venti piedi, e continuavano ad avvicinarsi.
Svoltò a sinistra, in un piccolo vicolo che dall'aspetto sembrava essere rimasto bloccato negli anni '30, cercando di seminarli. Continuò a correre, senza voltarsi, assicurandosi solo di avere il cappello ben saldo in testa e il portafogli in tasca. Svoltò di nuovo, a destra questa volta, trovandosi una grande piazza di fronte. Si fermò per un attimo e si voltò, guardandoli mentre arrivavano, tenendo le pistole strette nei pugni.
Si voltò e cominciò a correre senza sapere dove stesse andando. Quando una decina di metri più avanti vide un muro non troppo basso, sperò davvero che ci fosse una strada, dall’altra parte. Lo scavalcò senza troppi problemi, guardando immediatamente cosa l’aspettava di sotto. Sorrise notando un furgoncino carico di fiori. Intanto, i tre poliziotti lo avevano raggiunto, con il ragazzo con gli occhiali che per poco non si schiantava al suolo nel tentativo di seguirlo oltre il muretto.
I compagni lo presero appena in tempo per i piedi, mentre questi inveiva a gran voce verso l’inglese fuggiasco, che se la rideva mentre era seduto su dei comodi mazzi di fiori, tenendo il cappello accanto a se e guardandoli da dietro la spalla, fino a che non furono fuori dal suo campo visivo.
Quel giorno non era cominciato esattamente bene, ma continuava a pensare che sarebbe stata una grande giornata. Dopotutto, lo diceva anche il suo oroscopo.
/* L’autrice e i suoi scleri */ Ah. Finalmente ho finito il prologo. Sono soddisfatta, lo devo ammettere. Non è esattamente della lunghezza che mi aspettavo, ma non volevo creare un prologo troppo lungo.. Poi vi sareste aspettati troppo dalle mie capacità uwu
BEH. Che dire? La fan fiction prende spunto da una doujin che ho letto (visto, in quanto priva di parole) qualche giorno fa, e che ho amato fin da subito. Tanto da averla giffata (?) e messa sul mio blog uwu Inutile dire che giusto l’altro ieri mi sono vista Now you see me e.. B O O M! Mi è venuta voglia di fare questa fan fiction. Ovviamente, il protagonista è il mio amato inglese, Arthur. E penso abbiate capito tutti chi siano i tre poliziotti
Beh, non so che altro aggiungere… Lasciate un commentino, giusto per invogliarmi a pubblicare il prossimo capitolo, che penso sarà pronto entro giovedì prossimo, se non domenica… Tutto dipende dai miei impegni e da quanto tempo mi ruberanno i compiti *annuisce* Ci sentiamo, my dears~ ♥e grazie ancora per aver letto ^^
Kona_chan