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Autore: XxPuffettaxX    04/02/2008    3 recensioni
Salta giu dalla sedia e corre in bagno. Scorgo sulle sue gambe dei segni rossi. Esce dal bagno e si infila quello che ritiene il suo vestitino piu bello. Corre a sedersi davanti a me, mi porge la spazzola e due elastici. “oggi mi fai le treccine?” “certo” le rispondo sorridendo.. ricambia il sorriso…è così piccola, così dolce, così complicata.. “mel.. che è successo ieri sera?” due ragazze...babel 15 anni... e melissa 6...possonon contare solo l'una sull'altra...un padre violento...una madre problematica...
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Apro gli occhi.è mattina. La luce fuori dalla finestra è un po piu bianca del solito.
“nevica Babel! Guarda che bello!”
Scendo dal letto, in questa casa fa veramente freddo. Mi dirigo verso la finestra dove melissa, in piedi su una sedia, ammira estasiata il paessaggio. Torno a sedermi sul letto e la guardo. Ha 6 anni, è magra, i capelli biondi e arruffati sono raccolti in due codini ribelli.è uguale a nostra madre, è magrissima, le piccole gambe spuntano da sotto un maglione decisamente troppo grande, rosso…era di nostra madre…il maglione che lei usa come pigiama.. che le lavo col profumo della mamma “così sembra sempre vicino a noi” dice lei.
È una bambina bellissima, è la mia sorellina, è tutto quello che ho.
Accendo lo stereo… e vado in bagno, mi guardo allo specchio…io invece i capelli li ho neri, liscissimi…il taglio non è il massimo ma considerando  che è un fai-da-te non è poi così male. Mi lavo, una striscia di matita nera sugli occhi e sono pronta. Apro l’armadio, pantaloni e maglia nera…converse polsini vari una mollettina tra i capelli.
“Mel coraggio, vai a lavarti”
“d’accordo!”
Salta giu dalla sedia e corre in bagno. Scorgo sulle sue gambe dei segni rossi.
Esce dal bagno e si infila quello che ritiene il suo vestitino piu bello. Corre a sedersi davanti a me, mi porge la spazzola e due elastici.
“oggi mi fai le treccine?”
“certo” le rispondo sorridendo.. ricambia il sorriso…è così piccola, così dolce, così complicata..
“mel.. che è successo ieri sera?”
Il sorriso svanisce
“sono…sono venuti degli amici di papà..io avevo paura di dormire al buio e così l’ho detto a papà…lui si è arrabbiato e mi ha chiuso in camera…piu tardi è entrato in camera e mi ha detto che non devo fargli piu fare brutte figure e poi…”
Abbassa la testa.
Non c’è bisogno che continui…
“da domani vieni con me al lavoro”
“babel..hai 15 anni come puoi avere un lavoro?”
Le sorrido
“ho degli amici che mi vogliono bene…prepara la cartella ora, e non uscire dalla stanza, io vado in cucina a preparare il pranzo.”
Si alza un po meno leggermente di prima.
Come si puo picchiare una bambina così piccola e indifesa? Passo davanti allo specchio…la maglietta che ho addosso scopre i lividi che ho sul collo.
“devo mettere una sciarpa”penso.
Tento di fare meno rumore possibile ma non riesco a non accorgermi che una presenza si è materializzata alle mie spalle
“dove sei stata ieri sera?”
Ha un tono incazzato. merda. so dove vuole arrivare. Devo muovermi.
“ero..ero al lavoro”
“e certo! Alle 11 di sera! E che lavoro fai? LA PUTTANA COME TUA MADRE?”
Mi cade il pane dalle mani.rimango zitta. Non si era mai permesso di parlare della mamma. Raccolgo il pane e caccio indietro le lacrime.
“NON SEI NEMMENO CAPACE DI TENERE IN MANO UN PANINO? EH? CHE CAZZO VUOI FARE NELLA VITA!!!! NON VALI NIENTE!!”
Sta gridando.chiudo i panini in un sacchetto e scappo in camera mia.
“Babel che succede?” melissa è spaventata.
“nulla piccola mia…esci dalla finestra però…io arrivo subito”
Le do un bacio sulla guancia e la calo dalla finestra…sono al piano terra quindi mi è facile.e poi non pesa niente.la vedo camminare fino all’angolo.fermarsi e fissare la porta con impazienza.
Esco dalla camera e preparo il caffè per mio padre.
“che fai scappi da me?”
“devo andare a scuola papà”
“tu non vai da nessuna parte”
Mi prende il braccio con forza.mi fa male. Un pugno allo stomaco mi toglie il respiro.cado a terra incapace di reagire.lo guardo, sconvolta, mentre si sfila le mutande.
“sei una troia no? Fai un servizietto anche a tuo padre” comincia a ridere mentre io non ho la forza nemmeno per piangere. Cerca di levarmi i pantaloni ma sono stretti e io tengo la mano sulla lampo.
Con un calcio in mezzo alle gambe mi libero dalla sua stretta e corro fuori casa sistemandomi meglio i pantaloni.non si era mai spinto oltre al picchiarmi anche se avrei dovuto aspettarmelo.
Asciugo le lacrime.non ho preso la sciarpa.pazienza. dirò che mi sono fatta male in doccia…per quanto interessi a qualcuno.
“è tutto a posto?” mel mi guarda preoccupata
“si…si piccolina…tutto ok”
Accarezzandole i capelli ci incamminiamo verso scuola.
  
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