Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: Aissela_    26/07/2013    0 recensioni
Jonathan Rider è un comune diciannovenne di Seattle che ama stare in compagnia degli amici e uscire con le belle ragazze il sabato sera. Ma appena i suoi genitori rimangono coinvolti in un incidente mortale, la vita di Jonathan cambia radicalmente. Viene affidato ad uno degli orfanotrofi più duri del Paese, non avendo più nessun parente ancora in vita. Jonathan si trova costretto a fuggire dalla città, a lasciare i suoi amici e a cambiare nome pur di non finire in orfanotrofio. Inizia così un viaggio verso Miami, una delle più grandi città dell'America, piena di misteri e verità con cui Jonathan dovrà fare i conti. E' proprio qui che scoprirà di non essere un ragazzo qualunque, e che alcune persone farebbero di tutto per arrivare a lui.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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5. Altri guai in vista

"Vince, posa il coltello." dico subito io in tono abbastanza calmo, allungando le mani in avanti e indietreggiando lentamente. Mia si nascondeva dietro di me e continuava a dire sempre la stessa frase. "E' stato un errore, non so cosa mi sia preso. Scusami ti prego!" con un tono molto preoccupato. Vince ci guardava con uno sguardo misto tra incredulità e nervosismo. Non l'ho mai visto così. Non è più il giocoso e scherzoso Vince. Ora sembra più uno spietato assassino. "Mi fidavo di te." furono le sue parole. Mentre le diceva mi fissava con gli occhi socchiusi, con un'espressione fulminante. "Mi sembravi un tipo apposto, determinato e sveglio. Ma ora capisco che sei solo un ragazzino che gioca a fare il puttaniere con le donne degli altri." Le sue parole mi lasciarono senza fiato. Era come se qualcuno mi avesse dato un pugno nello stomaco. Non fui in grado di dire nulla, solo di guardarlo negli occhi con la bocca aperta. Poi lui si avvicina, prende per un polso Mia, che era ancora nascosta dietro di me, e la scaraventa a terra con tutta la forza che ha. I capelli le sono ricaduti sulla faccia, e dietro quella maschera la sento piangere e singhiozzare. Poi Vince mi raggiunge e mi stringe forte la mano intorno al collo. Ha una presa fortissima. Dopo già alcuni secondi mi risulta difficile respirare o anche solo parlare. "Potevi almeno aspettare che io uscissi di casa prima di fare qualcosa con lei." mi sussurra nell'orecchio, ridendo. "No... Vince... Ascoltami, è ubriaca... Non è cosciente, non abbiamo fatto nulla..." dico io con voce soffocata. A quel punto toglie le mani dal mio collo e mi da una forte spinta sul petto. Mi fa cadere all'indietro, facendomi finire seduto atterra, con la schiena contro il muro. Riprendo fiato, ma lui si è già inginocchiato davanti a me. "Mi piacevi davvero, sai?" dice lui, prima di alzare il coltello e posarlo sulla mia guancia sinistra. Sento un lieve dolore provenire dal punto in cui il coltello è poggiato e poi dei rivoli di sangue scendere lungo la faccia. Mi aveva ferito. "Ti ho già detto che questa città è piena di delinquenti pronti ad uccidere da un momento all'altro, vero? Soprattutto se un ragazzino fa il coglione con una donna già fidanzata." dice subito lui, pulendo la lama del coltello sulla mia maglietta. Mi porto le mani alla faccia e poi le fisso. Erano tutte nere, sporche del mio sangue. Poi guardo Mia. E’ ancora a terra dietro di Vince, e mi fissa con orrore stampato sul viso. Intanto Vince ha già rialzato il coltello. Con un gesto veloce, punta il coltello sulla mia gola e affonda. Lancio un gemito. Questa volta sento un dolore atroce e un improvviso senso di soffocamento. Tossisco e sputo sangue. Fisso sconvolto il pavimento insanguinato, poi alzo gli occhi verso Vince, che sorride divertito. “Fa male, eh?” Mi porto subito le mani alla gola, cercando di far fermare il sangue che esce. A quel punto Vince si rimette in piedi. Lo vedo alzare il coltello e puntarlo dritto verso di me. Sta per affondarlo, per colpirmi sullo stomaco. Continuo a soffocare nel mio stesso sangue, sicuro di stare per morire. Toccherà a Mia poi? Oppure la risparmierà? Cosa ne sarà del mio corpo? Non voglio morire adesso. Non ora che sto per farmi una vita nuova. Ma non posso fare niente. Perdo troppo sangue e già comincio a sentirmi debole. Vince è troppo forte, non riuscirò a fermarlo. Neanche a farlo ragionare. Vedo il coltello arrivare dritto verso di me. E’ così vicino… Poi un colpo, un rumore di cocci che si rompono. Il coltello cade dalle mani di Vince e lui cade insieme ad esso, stordito. Lo guardo giacere a terra sbalordito, mentre continuo a respirare faticosamente. Poi guardo in alto. Mia. Sta piangendo e tiene in mano un vaso rotto. Ha colpito Vince con il vaso e lo ha fatto svenire. Mi ha salvato.

Guardandomi allo specchio del bagno, mi accorgo che sono messo peggio di quel che pensavo. Il taglio sulla guancia è lungo dall’orecchio fino al mento e quello sulla gola poco più corto. Mi sciacquo velocemente la bocca, ancora piena di sangue, poi le due ferite. Nel cassetto del lavandino trovo un piccolo asciugamano bianco e lo uso per asciugare le due ferite. Poi torno in salotto. Trovo Vince ancora sdraiato a terra e Mia sul divano che lo guarda pensierosa. Credo si sia ripresa. “Forse dovremmo metterlo sul divano.” dico, con un tono rassicurante. Mia, che sembra essere tornata improvvisamente alla realtà solo dopo aver parlato, mi guarda come se non capisse quello che avevo appena detto. “Aiutami.” dico io, indicando Vince. Lo solleviamo, prendendolo per le braccia e per le caviglie, e lo spostiamo sopra il divano. Poi la guardo e dico: “Stai bene?” Lei non mi guarda, si limita a fissare il pavimento. “Scusami, è tutta colpa mia. Non dovevo fare la cogliona con te. Mi dispiace, John. ” dice, poi alza subito gli occhi su di me. Non gli rispondo. Non ho niente da dirgli. “Tu, piuttosto, come stai?” dice lei, raggiungendomi. Mi prende per il mento e mi sposta delicatamente la testa da un lato e dall’altro, per vedere meglio le mie ferite. “Hai dei brutti tagli.” dice con aria dispiaciuta. “Lo so.” riesco solo a dire io. Poi tolgo la mano dal mio mento e vado vicino a Vince. Non è ferito. E’ solo svenuto per la brutta botta. Mi siedo su una piccola poltroncina vicino al divano dov’è sdraiato Vince e comincio a guardare la televisione. C’è un vecchio film horror in tv, che parla di un esorcismo fatto ad una bambina. Emily Rose, mi pare. Per quanto fosse raccapricciante vedere quelle immagini in tv a quell’ora della notte, non riuscivo a pensare a niente se non a quello che era appena successo. Forse avrei fatto meglio ad andarmene da quella casa, ad aspettare che Mia si addormentasse e andarmene via, cambiare città. E se Vince si fosse risvegliato da un momento all’altro e mi avrebbe fatto fuori davvero stavolta? A quel punto sarebbe stato molto meglio finire nell’orfanotrofio di Seattle. Comincio a pensare seriamente che questo viaggio sia stata solo una grande cazzata. Sento Mia salire rumorosamente le scale, proprio dietro di me. Sicuramente se ne andrà a dormire. Oppure è salita per prendere le sue cose, così da poter tornare a casa sua. Sono sicuro che da un momento all’altro scenderà quelle scale e uscirà dalla porta senza dire niente. Ma non accade nulla di tutto ciò. E’ passata già una mezz’oretta. Mia non è più scesa e Vince ancora non si è ripreso. Decido di continuare a vedere il film, sperando che mi venga una fottuta idea su cosa devo fare. Intanto continuo a far passare l’asciugamano bianco dalla guancia alla gola. Il sangue si è quasi del tutto bloccato, ma sento ancora un po’ di dolore. Verso la fine del film, i miei occhi cominciano ad appesantirsi. Non voglio dormire, ma non riesco a restare sveglio. Guardo l’ora. Sono le 3 e 52. Poi il buio.







Ma salve bellissimi :3 Il viaggio si fa sempre più difficile per il nostro John. Cosa succederà secondo voi, una volta che Vince si sarà risvegliato? Fatemi sapere che ne pensate, e per favore recensite in tanti, mi farebbe davvero piacere sapere se vi piace o no la storia :') Grazie a tutti coloro che hanno recensito i capitoli prima, siete meravigliosi :3

Guardate che spettacolo della natura il nostro John *-*

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