26/07/2013
3 recensioniPerfect Lie
La notte era già scesa, portando con se il silenzio, la solitudine e la desolazione.
Sitri detestava la notte, l’aveva sempre fatto. Da piccolo aveva spesso paura del buio, e quando capitava cercava il contatto con la mano calda e rassicurante di sua madre; ma ora lei non c’era più. Quanto tempo era passato? E quanto tempo fa aveva iniziato la sua caduta verso l’inferno? Giorno, mesi, anni, non ne aveva idea. Ma a prescindere da tutto questo, il neo-demone continuava ad odiare il buio.
«Sitri, c’è qualcosa che ti turba?» il re d’Israele, Salomone, evidentemente sveglio nonostante l’orario, guardava con tono interrogativo il giovane.
«Ti ho svegliato.. Chiedo scusa.» Disse Sitri, con tono di voce basso. Non che si sentisse realmente in colpa per qualcosa, ma doveva pur rispondergli, in qualche modo.
«Tu invece, per quale motivo sei in piedi?» formulò una nuova domanda il biondo uomo, continuando ad osservarlo, in piedi.
«Nessun motivo particolare.» Si limitò a rispondere l’altro.
A cosa sarebbe servito dire la verità? A farsi deridere dagli altri demoni, forse; quindi era meglio liquidare la domanda in quel modo. Però Salomone non era uno che si lasciava ingannare facilmente, tantomeno dai suoi demoni. Era sempre stato molto sensibile alle bugie altrui, e riusciva a capire senza troppe difficoltà se gli raccontavano fandonie. Alla luce di questo, comunque, decise di non dire nulla che avesse potuto far irritare il giovane demone; ma non poteva lasciar passare come se fosse nulla. Sitri era un tipo molto solitario e distaccato; se c’era qualcosa che non andava, il re avrebbe sicuramente scavato fino a trovare quel qualcosa e cancellarlo.
«A me puoi dire ciò che vuoi, lo sai.» Fu l’unica cosa buona che si sentì di dire, ma non udendo nessuna risposta dal demone, il re si lasciò scappare un silenzioso ma pesante sospiro di rassegnazione. Non lo stava ascoltando, evidentemente…
«Allora, io vado…» si voltò il biondo, facendo per andarsene, ma fu fermato da qualcosa che gli teneva la veste per non lasciarlo andare: la mano di Sitri.
«…Resta. Non andare anche tu…» mormorò quello, quasi imbarazzato. Sentendolo, Salomone non potè fare a meno di sorridere, iniziando ad accarezzare la testa del demone, che in quel momento gli stava mostrando il suo cuore, ferito e fragile.
«Rimarrò, promesso. Non temere.»
E Sitri si lasciò accarezzare tutta la notte da quelle mani, cullare da quella voce che tanto amava ascoltare.
Sitri sapeva molto bene che Salomone era un umano, e come tale era destinato a scomparire, ma voleva ugualmente credere alle sue parole. Parole che entrambi sapevano essere una bugia. Una bella bugia, pensava Sitri, perché se avessero potuto trascorrere l’eternità insieme sarebbe stato magnifico. Ma Salomone non aveva tutto quel tempo, e lo sapeva… Al contrario, Sitri aveva l’eternità davanti. Ma l’eternità, senza Lui, non significava nulla.
Sitri voleva credere a quella bugia perfetta detta da Salomone.
Voleva credere in lui, Sitri.
E Sitri credette in lui fino alla fine.
Fino a quando il “credeva” non divenne “aveva creduto”.
Angolo dell'Autrice
Uhm.. Non ho troppo da dire, su questa fanfiction. Sitri è un personaggio che mi ispira davvero tantissimo a scrivere. E con Salomone lo adoro, sinceramente.
L'ho scritta nel cuore della notte mentre ascoltavao "You & I". Infatti, oltre a "Perfect Lie" come titolo avevo pensato a "My only hope is the Light that shining from inside You", che è appunto una frase presa da questa canzone, ma mi sono accorta che era DECISAMENTE troppo lunga come titolo, quindi ho optato per l'altro..
Come al solito, ringrazio chi si è spinto a leggere fin qui e chi perderà 5 minuti del proprio tempo a dirmi cosa ne pensa.
Alla prossima!