Baby -sitter
La scintilla
era scoccata al
solito bar, ritrovo abituale degli studenti dell’Orange
School dopo le lezioni.
Trunks attendeva paziente, in
coda, dietro a tutta quella lunga fila che tentava di farsi strada
verso il
bancone, e l’aveva vista.
Alyn aveva fatto perdere la
ragione a quasi tutti i ragazzi del liceo:bellissima con i suoi occhi
azzurri e
i capelli biondo platino, ma irraggiungibile tanto era altezzosa.
Ogni volta che qualcuno la
incontrava, non poteva fare a meno di guardarla e anche il saiyan era
rimasto
folgorato da tanta bellezza.
“Scusate.” disse e spintonò un
paio di persone, dando loro qualche gomitata per raggiungere la ragazza
in
questione e sorridere come un ebete.
Lei non disse una parola, ma il
suo viso si illuminò alla vista del più ricco e
desiderato rampollo della
capitale.
“Ciao.” pur essendo piuttosto
timido, Trunks cercò di farsi coraggio: da troppo tempo
desiderava uscire con
lei.
“Ciao.” rispose lei e, voltandosi
verso l’amica trattenne una risata.
“E’ carino vero?” le chiese
sottovoce e l’altra ridacchiò a sua volta,
iniziando a lanciargli occhiate
ammaliatrici.
“Posso offrirti qualcosa da
bere?” domandò lui rivolgendosi alla bionda.
L’occasione per allacciare un
discorso era favorevole e la ragazza non sembrava dispiaciuta.
“Se proprio insisti.” disse ad
alta voce mordicchiandosi un’unghia.
“Un panino e una coca, grazie.”
ordinò tutto d’un fiato al barista.
Fu così che si sedettero ad un
tavolino e rimasero a chiacchierare per parecchio tempo, ridendo e
scherzando,
e alla fine Trunks riuscì a strapparle il sospirato
appuntamento.
“Ci vediamo alle 20.30, ti passo
a prendere.” le disse cercando di nascondere la propria
emozione, ma il cuore
gli batteva a mille.
Camminava a grandi passi verso
casa, con occhi sognanti, forse stavolta si era davvero innamorato.
In poco tempo arrivò alla Capsule
Corporation e, varcato il cancello, percorse il vialetto fino al
portone; bastò
un giro di chiavi e si ritrovò in soggiorno.
“Mamma sono a casa.” il
mezzosangue gettò lo zaino sul pavimento e, con un rapido
movimento, fece
scendere la cerniera della giacca che sfilò per lanciarla
sul divano.
Una voce
squillante lo raggiunse e lo fece sobbalzare, Bulma stava canticchiando
una
canzone.
Incuriosito
da quella inaspettata manifestazione di allegria, il ragazzo si diresse
verso
la cucina e, con prudenza, si affacciò sulla soglia.
“Eccoti. Vieni, ho preparato il
tuo piatto preferito.” la scienziata stava mescolando la
pietanza che cuoceva
sul fornello, sopra ad una fiamma esagerata.
“Non crederai alle tue orecchie:
è meglio che ti siedi, caro.” continuò,
ignorando il forte odore di bruciato
che cominciava ad invadere l’aria.
“Scusa mamma, ma penso che
saluterò pasto oggi; guarda un po’ che
fumo…” i due si guardarono e
scoppiarono a ridere.
“Che sbadata! Ti preparo
qualcos’altro.” disse scusandosi, era palese che
avesse la mente altrove.
“Tranquilla, ho già fatto uno
spuntino, ma dimmi piuttosto, che succede?” sembrava
eccitatissima, aveva
slacciato il grembiule e si era seduta sulla sedia accanto a lui
sospirando.
“Ricordi il convegno di
tecnologia? Quello dove presenterò il mio nuovo
progetto?”
Lui assentì e sorrise in modo
incoraggiante: era sicuro che avrebbe riscosso le ovazioni di tutti i
colleghi.
“Certo. Me ne hai parlato
parecchio tempo fa, ma ricordo perfettamente.”
Tutta felice, la donna si mise a
ridacchiare.
“Ti senti bene?” chiese il
figlio, stupito da quello strano comportamento.
“Sì, mai stata meglio e mi
divertirò ad osservare la faccia di tuo padre in mezzo a
quei seriosi
dottoroni.” disse, poi d’un fiato svuotò
un bicchiere d’acqua fresca.
“Vuoi farmi credere che papà
viene al congresso?” domandò il ragazzo,
spalancando gli occhi e lei lo guardò
divertita.
“Non è fantastico? Non so dirti
come ci sono riuscita, però mi ha dato la sua
parola.” proferì con
orgoglio.
Senza dubbio aveva sfoderato
qualche atteggiamento provocante per farlo capitolare; di solito non
riusciva a
negarle niente durante i loro momenti intimi.
“A quando l’evento?” chiese
Trunks scrollando il capo.
“Stasera, hanno anticipato di
qualche giorno.”
Il figlio
impallidì e gli parve di essere vittima di un attacco di
cuore.
“Stasera?” ripeté
sperando di aver capito male; sfortunatamente la donna
confermò quanto egli
temeva.
“Non avrai
degli impegni, spero. Volevo giusto chiederti di badare a
Bra.”
Lui deglutì ed ebbe la sensazione che il soffitto gli
crollasse sulle spalle;
balbettò prima di risponderle.
“Ecco, io-io…”
era piombato nella più cupa delle disperazioni, pensando che
avrebbe dovuto
rinunciare all’incontro con Alys.
“Ci sono
problemi? si informò cautamente la scienziata, notando il
cambiamento d’umore
del ragazzo.
Il giovane fece un
cenno di diniego con il capo; non avrebbe mai potuto deluderla, sapendo
quanto
ci tenesse.
“No, va
tutto bene. D’accordo rimango io con mia sorella.”
In effetti
non aveva alternative, considerato che i nonni, proprio il giorno
prima, erano
partiti per una lunga vacanza
“Sei
adorabile. Per un attimo ho temuto che avessi già un
impegno.” ammise sollevata.
Desiderava
con tutta se stessa farsi accompagnare da Vegeta, poiché
sarebbe stato
difficile persuaderlo per un'altra occasione.
Era stata
una dura battaglia strappargli quel consenso e per niente al mondo vi
avrebbe
rinunciato.
Ci fu un
momento di silenzio, poi con una scusa, Trunks si dileguò e
salì in fretta
e furia l’ampia scalinata, quindi entrò nella
propria stanza e chiuse la porta
a chiave.
“Accidenti!Non
ci voleva!Come faccio? Alys ci rimarrà molto
male.” affranto
si guardò allo specchio e fu
illuminato da un lampo di genio.
Forse c’era
ancora una speranza di salvare il suo appuntamento, anche se la sola
idea lo
fece inorridire.
Goten, ecco
la soluzione! Si domandò se l’amico
d’infanzia sarebbe stato in grado di
sopravvivere alle marachelle della vivace sorellina, ma forse sarebbe
stato
meglio smetterla di illudersi: come avrebbe fatto a convincerlo?
*********
In quello
stesso momento il giovane Son sedeva a tavola di fronte al padre:
Chichi sapeva
egregiamente soddisfare il loro insaziabile appetito.
“Che buona
questa pancetta, poi se la arrotoli sul pane è ancora
meglio.” in un sol
boccone Goku fece sparire la fetta dentro la sua bocca.
“Mmh, hai
ragione.” il ragazzo fece altrettanto, masticò
appena e deglutì, quando il suono
del telefono interruppe quel sublime momento.
“Vado io.” disse
il giovane animandosi di gioia, fece qualche passo e, allungando una
mano verso
il mobiletto di legno scuro, afferrò il ricevitore.
“Si passò le
dita fra le ciocche, credendo di sentire la voce della sua ragazza,
“Sono io,
ciao.” gli ci volle qualche momento per riprendesi dalla
delusione.
“Trunks, sei
tu …”
“Senti ti devo
parlare : è molto importante.” il tono del Brief
era serio.
“Di cosa?”
chiese con calma il Son.
“Ho bisogno
di un piacere, potresti venire a casa mia stasera?”
“Perché no?
Magari ci guardiamo un film, hai sempre quel canale hot? chiese a bassa
voce,
ma la contentezza del ragazzo svanì all’istante,
non appena l’amico riprese a
parlare.
“A dire il
vero io dovrei uscire con una ragazza, volevo appunto chiederti se
potessi
rimanere con Bra.” esitò un istante prima di
continuare.
“Non posso
lasciarla sola: ha solo sei anni e i miei escono e si fermano a dormire
fuori.”
Il giovane
dai capelli d’ebano sentì cedere le gambe e
ingoiò un torrente di saliva.
“Stai
scherzando vero?” malgrado lo sperasse intuì che
era sincero.
“NOOO! Arrangiati
tu con quella peste!” urlò trattenendo la voglia
di insultarlo barbaramente.
Trunks sentì
la gola secca, il suo entusiasmo svanì come una bolla di
sapone.
“Non ti ho
mai chiesto niente, ho un appuntamento importante e si tratta solo di
un paio d’ore.”
spiegò, cercando di essere persuasivo.
Goten piombò
nel più assoluto silenzio, aveva lo stomaco sottosopra al
pensiero della
mocciosa.
Solitamente
era lui la vittima preferita dei suoi scherzi e poi era una bambina
testarda e viziata.
“Mi
dispiace, non posso: non ho esperienza e poi non tengo neanche mia
nipote, non
vedo perché dovrei…” la strafottenza
della voce fece accigliare il figlio di
Vegeta.
“D’accordo,
ma sappi che da oggi ti puoi scordare il mio aiuto: niente carta di
credito in
prestito, niente più auto sportiva e …”
Il Son aveva
abbassato la testa in segno di resa; come poteva rinunciare a tutti
quei
privilegi? Un brivido di paura gli fece cambiare opinione.
“Va bene,
verrò.” sussurrò mestamente.
“Non ho
capito, puoi ripetere?” chiese l’altro, reprimendo
a fatica una risata
soddisfatta.
“VA BENE,
farò compagnia al mostro…cioè a Bra,
ma ti costerà caro. Ricorda bene: il mio
aiuto, vale in cambio, cinque favori.” sottolineò
digrignando i denti.
“Ti aspetto
alle venti. Mi raccomando sii puntuale e acqua in bocca: i miei non
devono
sospettare nulla.” staccò la comunicazione senza
lasciare all’ altro ragazzo la
possibilità di ribattere, Goten imprecò alzando
gli occhi al soffitto.
Sembrava tutto
risolto, anche se, dal canto suo, Trunks non si sentiva affatto
tranquillo.
Bussarono alla
porta e Bra si affacciò sorridendo, mostrandogli il nuovo
orsacchiotto.
“Ciao
fratellone, ti piace Bughi?” chiese con la sua voce
argentina.
Il ragazzo
si accucciò alla sua altezza e carezzò la testa
del pupazzo.
“E’
bellissimo e sembra anche molto socievole.” lei lo interruppe
e lo ammonì
severamente.
“Non è vero,
mi fa arrabbiare e io lo sculaccio.” con i capelli azzurri
che le scendevano
sulle spalle, i grandi occhi cristallini e l’atteggiamento
deciso, era davvero
adorabile.
“Non essere
troppo dura con lui.” le consigliò il fratello
fingendosi dispiaciuto.
Lei restò in
silenzio imbronciata e pensierosa.
“Stasera mamma
e papà escono, tu resti con me?”
domandò cambiando espressione.
“Eccomi di
nuovo nei guai e ora come glielo spiego?” pensò
serio.
“Bra,
ascoltami, sai mantenere un segreto? la guardò dritto negli
occhi e la
sorellina annuì.
“Tu sei
ancora piccola, ma quando crescerai capirai tante cose. Ecco, vedi, io
dovrei …è
difficili spiegarti.” imbarazzato, sembrava non riuscisse a
trovare le parole
giuste.
“Ho capito,
devi uscire con una ragazza e io rimango sola!”
esclamò lasciandolo sbigottito.
La bambina
si diresse sul letto e vi si sedette sopra, stringendo
l’orsacchiotto al petto.
“Non
preoccuparti: Bughi mi terrà compagnia, non dirò
niente alla mamma e al papà.” il
fratello l’abbracciò con affetto e si senti in
colpa, forse avrebbe dovuto rinunciare.
Il pensiero
di Alys però lo fece rinsavire.
“Ecco la sorpresa:
non rimarrai sola, perché zio Goten verrà a
tenerti compagnia.” spiegò dolcemente
sperando di vederla sorridere.
Da principio
la bimba sembrò indispettita e non rispose, anzi
borbottò una frase
incomprensibile.
“Qualcosa
non va?” domandò vedendola così seria e
pensierosa.
“Goten non
mi piace! Mi leggerà la favola e giocherà con me?
Io voglio giocare la principe
azzurro” disse
a braccia conserte.
“Santissimo
Dende, così lui scoprirà cosa faccio di solito io
per accontentarla.” pensò il
mezzosangue rabbrividendo.
“Trunks, io
vorrei che rimanessi tu con me : Goten è brutto e non sa
giocare.” l’ingenuità
di quelle parole fu sufficiente a sciogliergli il cuore.
“Ti prometto
che lo farà.” mormorò rincuorandola, ma
dentro di sé era seriamente preoccupato.
Non riusciva
ad immaginare l’amico con il mantello azzurro e in groppa ad
un cavallo di
legno scorazzare per tutta la casa.
Continua
…
Wew
…ciao!
Sono di nuovo io …^_^
Questa fic
l’ho
scritta un po’ di tempo fa e ho deciso di postarla…
Vi interessa
l’idea? Ho già pronto il secondo capitolo e se vi
piace la continuo.
Riuscirà
il
povero Goten a sopravvivere? E
quanti
disastri accadranno in quella lunga nottata?
Ciaooo a
presto con un nuovo aggiornamento.
VVB.
LORIGETA ^^