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Autore: xZivaDavid    26/07/2013    7 recensioni
Toby la vide.
Il suo cuore sobbalzò e parve rinascere, sentiva i battiti rimbombare nella cassa toracica.
Una creatura assopita nel suo stomaco prese vita e ruggì.
Era pieno di lei. Spencer dormiva ed era bella, oh se lo era, sogno e apparizione, peccato e dolcezza fusi insieme. Era rannicchiata sul fianco destro, una mano dietro il capo e il viso imbronciato, come una bambina capricciosa.
One shot su Toby e Spencer (Spoby).
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Spencer Hastings, Toby Cavanaugh
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ECCOMI QUI, CON LA MIA PRIMA ONE SHOT SU PRETTY LITTLE LIARS.

MI PIACE, ANCHE SE E' UNA PICCOLA SCHIFEZZUOLA 'SENZA SENSO'.

NON SI PARLA DI A, NON SI ACCENNA MINIMAMENTE AD A.

E' UN 'MOMENTO' TRA TOBY E SPENCER.

TOBY E' ASSENTE DA MESI PER LAVORO, E UNA SERA RIESCE A TORNARE A ROSEWOOD,

DA SPENCER….
NON HO AVUTO IL TEMPO DI RICONTROLLARLA, PERCIO' MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI GRAMMATICALI
O PER RIPETIZIONI NEL DISCORSO.

 

POTETE LASCIARMI UNA RECENSIONE?

VOGLIO SAPERE COSA NE PENSATE, COME E' SCRITTA, ACCETTO ANCHE LE CRITICHE, AIUTANO A CRESCERE!

ORA VI LASCIO ALLA LETTURA!

BACI, -F.

 

 

 

 

 

Vivere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spencer Hastings spense la luce della propria camera, abbandonando il cellulare sul comodino e crollando sul letto.

Semplicemente si tuffò sul materasso, mettendo un pigiama a caso,logorata dall'ansia accumulata e dal desiderio.

Puro desiderio di riempire quella mancanza che nessuno, nessuno poteva colmare.

Non le bastavano i sorrisi delle amiche, le serate a fare shopping, il cinema o sua sorella a distrarla.

No, aveva solo bisogno di lui.

Di uno sguardo comprensivo, dolce, innamorato.

E quello zotico di Toby Cavanaugh - nonché la sua unica cura all'inguaribile malattia dell'amore- 

si degnava di farsi sentire solo una volta al giorno, appena trovava un po' di tempo libero.

Quando si faceva sentire.

Insomma, era furiosa.

Non aveva risposto alle sue chiamate quella sera, non le aveva mandato nessun sms.

Possibile che per lui contasse così poco?

O magari, lei era egoista e invece a lui era successo qualcosa?

Aveva il diritto di essere preoccupata.

Quella notte, Morfeo non le diede tempo di ripassare i pensieri cupi e fragili su Toby.

La colse di sorpresa e le dipinse il sonno in volto, così da farla addormentare.

Spencer Hastings sonnecchiava sul suo lato del letto, troppo grande per una persona sola.

Una ruga in mezzo alla fronte deturpava la tranquillità da lei emanata.

Un desiderio, sempre lo stesso ogni notte:

                                                              

Fa che lui stia bene.

 

 

 

 

Toby morse il labbro inferiore, entrando nella villa degli Hastings.

Spencer l'aveva avvisato giorni prima, era sola in una casa troppo grande.

L'aveva chiamato una quarantina di volte quella sera, prima di placarsi e abituarsi al silenzio.

Ma lui non poteva rispondere, anche se sapeva che lei sarebbe stata furiosa del suo comportamento.

Gli sfuggì un sorrisetto, mentre l'espressione della mora si configurava come una visione nei pensieri di lui.

Voleva rivederla.

Moriva dalla voglia di stringerla a sè.

Salì le scale e corse in camera di Spencer.

Aveva aspettato così tanto tempo, così tante notti passate senza chiudere occhio,

stretto da pensieri troppo lontani da lui.

Così tanti giorni di solitudine e silenzi.

E la voce di lei che illuminava le serate, quei pochi attimi liberi prima di tornare a lavorare.

La faceva rimanere poco al telefono, perché i suoi discorsi bruciavano nella notte come fuoco ardente,

ogni parola gli scorreva nelle vene e correva ad immaginare il viso di lei contratto in espressioni di felicità,

delusione, tristezza, e mancanza.

Qualcuno una volta, ha detto che l'amore è rosso, è uragano, ti sconvolge.

E' vero, e l'assenza, per Toby, è nera.

Nera come la pece, nere come le figure amate che sbiadiscono nei ricordi e vorresti riviverle, 

ma non riesci perché i pensieri diventano subito neri, se lei non è accanto a te.

Nera come la sua vita, senza Spencer.

Varcò la porta, con movimenti accelerati ma silenziosi.

Non voleva svegliarla.

 

 

 

Tolse le scarpe e la maglia e le posò alla rinfusa sul pavimento, poi alzò lo sguardo verso il letto.

La luce tenue illuminava la stanza tramite la finestra socchiusa, e un gioco di ombre rendeva Spencer 

la protagonista del dipinto naturale che i suoi occhi ammiravano, ammaliati.

La vide.

Il suo cuore sobbalzò e parve rinascere, sentiva i battiti rimbombare nella cassa toracica.

Una creatura assopita nel suo stomaco prese vita e ruggì.

Era pieno di lei.

Dormiva ed era bella, oh se lo era, sogno e apparizione, peccato e dolcezza fusi insieme.

Era rannicchiata sul fianco destro, una mano dietro il capo e il viso imbronciato, come una bambina capricciosa.

le labbra arricciate, i capelli mossi che ricadevano a ventaglio sul cuscino.

E poi, il suo odore.

Lo respirò a pieni polmoni, quell'odore di agrumi pungente che aveva solo lei,

che conquistava ogni centimetro della sua pelle, che ammaliava i suoi sensi.

Sorrise.

Si sedette dall'altro lato del letto, con cautela, e tolse anche i pantaloni.

Poi gattonò sulle lenzuola verso la figura della donna, per affondare nel collo di lei,

per accarezzare i suoi capelli, per baciare ogni millimetro del corpo che gli era mancato da morire.

Non fece nulla di tutto ciò.

Si fermò a pochi respiri da lei e rimase un attimo immobile, ai limiti dell'adorazione. 

Si sdraiò accanto a lei, posando le labbra sulla pelle morbida e delicata del suo collo, stringendo piano il petto di lei a sè.

Dopo decine di notte insonni, si placò quell'irrespirabile atmosfera di solitudine.

E il rosso prese vita, la tempesta si espanse, il fuoco rase al suolo tutto quel nero.

Toby si addormentò subito, al contatto con la sua anima gemella.

Con le labbra arricciate nell'ombra di un dolce sorriso.

Era a casa.

 

 

Spencer sbadigliò e strinse più forte il cuscino tra le braccia.

Ebbe un mugugno di risposta.

La mora sobbalzò, spalancando gli occhi.

La paura apparve all'improvviso sulle iridi cioccolato, come il sole che sorge sulle onde di un oceano agitato.

Quello non era affatto un cuscino, era una persona.

Aveva dormito stringendo a sè un uomo.

Spencer si ritrasse, senza accorgersi di scivolare sul bordo del materasso.

Cadde dal letto con un tonfo sordo.

Era andata a dormire sola, come succedeva ormai da tempo.

Ricordava la delusione perché Toby non aveva risposto alle sue chiamate.

le mancava da morire, quel testone.

Prese una lampada al volo e la puntò contro lo sconosciuto, impaurita e assonnata.

Il cuore batteva all'impazzata e i pensieri si rincorrevano, quando si affacciò verso il proprio letto.

E i suoi occhi si spalancarono.

Stupore.

 

"sei qui".

 

Non era certa di averlo solo pensato o mormorato,

ma il cuore prese a distruggersi contro la sua cassa toracica e lo sentì ribaltarsi fino in gola.

 

Sei qui, sei qui, sei qui.

 

Il biondo si voltò verso lei e rise, in un modo che le faceva mancare il fiato.

Il nome si impregnò nella sua mente, ne respirò il suo odore a pieni polmoni.

Toby era tornato.

Mollò la lampada lì, senza curarsi di nulla.

Poi gli gattonò goffamente incontro e crollò sul suo petto.

L'eco della sua risata si infranse sulle sue parole:

 

"Mi sei mancato, brutto zotico."

 

Un sussurro, un soffio di felicità in una sera come tante.

Come se lui fosse un sogno.

Come se potesse svanire da un momento all'altro.

In quel momento, non importava che lei fosse terribilmente incazzata con lui,

-si sarebbe comunque sfogata più tardi- non importava niente, se non loro due.

 

"Non andrò più via da te." 

 

Toby non si accorse quasi di averlo detto.

Si sentiva finalmente felice.

 

Sono stato assente troppo a lungo, Spencer.

Sono esattamente dove dovrei essere.

 

Toby la osservò ancora, memorizzò tutti i dettagli di un viso familiare.

Era l'unico viso che avrebbe voluto vedere appena sveglio, di primo mattino.

Per tutta la vita.

Non aveva più dubbi, quello era il suo posto.

La baciò. Non con violenza, nè con estrema enfasi.

Baciò la punta del suo naso, le gote arrossate, il mento.

E poi, le sue labbra si posarono su quelle ancora screpolate dal sonno di lei.

Il gesto si impresse con dolcezza nella sua mente, in ogni lembo di pelle, come se non esistesse nulla, in quel momento, 

se non loro. Non ci fu bisogno di altre parole.

 

 

 

Era tornato l'inchiostro, nella sua vita bianca.

Una voce risuonava nell'aria, distruggendo il silenzio vuoto che la ingoiava.

 

Quel giorno, dopo mesi, 

Toby Cavanaugh ricominciò a vivere.

 

 

 

 

 

 

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ALLORA, CHE VE NE PARE?

-F.

   
 
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