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Autore: zaynsnote    26/07/2013    4 recensioni
“Fammi provare! Anche solo con un gesto e potrei provare a capirti!”
Mi chiedevo ancora perché avessi parlato di gesti quando sentii due labbra calde posarsi sulle mie e chi poteva essere se non Justin, l’unico in stanza con me?
All’inizio rimasi ferma, scioccata da ciò che stava accadendo, poi mi lasciai prendere dal momento e ricambiai il bacio.
Dopo qualche secondo mi staccai.
“Ci siamo baciati!” Urlai spaventata.
“Beh, sembra proprio di sì.” Disse lui tranquillo come se non si fossero baciati due fratelli.
“Volevi un gesto? Beh, eccolo.” Si morse il labbro inferiore trattenendo un sorriso. Mossa sbagliata, questo non dovevi farlo… e fu così che mi fiondai sulle sue labbra, ancora. Qualche secondo e mi ristaccai.
Era assurdo, davvero assurdo.
“Non… è possibile… siamo fratelli…” Ogni parola fu interrotta da un bacio.
E questo si che era un guaio.
QUESTA CROSSOVER E' AL MOMENTO SOSPESA.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Justin’s pov.
 
Alla fine, avevamo deciso di restare tutti nel locale dove, di pomeriggio, lavorava Harry, ed invitare anche sua sorella che aveva saputo solamente la sera prima del concerto di beneficenza.
Fu un’ottima scelta, dal momento che, il proprietario Mark ci offrì il nuovo drink chiamato ‘summer forever’, nome discutibile, ma il sapore era davvero niente male.
Sua figlia aveva partorito ed era molto euforico quel giorno, tanto da unirsi a noi.
Gemma ci aveva raggiunti dopo un po’ e rimasi letteralmente spiazzato quando entrò dalla porta in vetro e si sedette accanto a me prima ancora di salutare gli altri.
Non che mi dispiacesse, ma davvero non me l’aspettavo.
 
“Allora hai partecipato anche tu…”Mi chiese, anche se con quella frase sembrava volesse solamente confermare la sua ipotesi.
 
“Sì, ma non ho cantato.”
Si sporse e notò dietro di me, appoggiata alla sedia in legno che riprendeva il colore dei tavoli, la mia amatissima chitarra.
 
“Hai suonato?”Annuii e sorrisi perplesso quando un fantastico sorriso sorpreso si dipinse sul suo viso candido.
Mi ricordava una persona…
 
“Adoro la chitarra, ma i miei genitori non hanno ai voluto farmi imparare questo strumento perché pensano che io sia troppo maldestra ed incapace.”
Mise il broncio ed incrociò le braccia al petto per poi scoppiare a ridere.
Mi ricordava maledettamente una persona…
Scossi la testa e scrollai le spalle per togliermi quei pensieri dalla mente; anche quando non c’era occupava i miei pensieri. Come se il cervello fosse un computer vecchio e con dei problemi tecnici, pieno di programmi e di cartelle e tra quelle c’era anche la sua, che si apriva perennemente facendomi diventare pazzo.
 
“Magari potrei insegnarti io.”
Sorrisi sincero, ma subito dopo mi sentii un mostro perché l’avevo promesso anche all’altra ragazza, anche lei voleva imparare, ed io credevo che sarebbe stata un’ottima scusa per trascorrere più tempo con lei. Ma poi ci eravamo allontanati.
 
“Sarebbe fantastico.”Gemma ricambiò il sorriso e, anche se aveva mantenuto un tono calmo e pacato, si scorgeva nei suoi occhi una punta di felicità e mi faceva stare bene perché sapevo che ero io a procurarle quella scintilla.
 
“Che ne dici di andare un po’ là fuori?”Le proposi a bassa voce, per non farmi sentire dagli altri che, intanto, si erano divisi; chi al bancone, chi, come Niall, a mangiucchiare qualcosa.
Annuì, così mi alzai e le porsi la mano per aiutarla a fare lo stesso e, senza lasciargliela, la portai fuori.
Quel posto era fantastico, perché si trovava su una grande strada sul lungomare e non ci passavano automobili, solo scooter. Molte ragazze si esibivano in lunghe camminate in bikini e shorts per raggiungere la spiaggia mentre i ragazzi utilizzavano le loro biciclette per sfoggiare i loro muscoli.
Iniziammo a camminare lungo una ringhiera che affacciava sui lidi e il Sole del mezzogiorno, faceva risplendere l’oceano di tutti i suoi fantastici colori.
 
“E’ così bello qui, amo il mare.”Disse Gemma osservando incantata lo spettacolo che si presentava davanti ai suoi occhi.
 
“Ti accontenti di poco.”Notai inarcando un sopracciglio e sorridendole.
 
“Poco? Questo è poco?!”Spalancò le braccia in avanti, come per mostrare il panorama che ci si presentava davanti.
In effetti, aveva ragione.
 
“Sei una che viaggia molto?”Le chiesi interessato mentre un odore di salsedine inebriava i miei sensi.
Si sporse lungo la salienza e storse il naso.
 
“Sì, ma solo con la scuola… Mi piacerebbe fare un viaggio con la mia famiglia o miei amici un giorno.”
 
“E dove ti piacerebbe andare?”
 
“Australia.”Rispose subito convinta, annuendo dopo.
Non ero un amante dell’Australia, anche perché non c’ero mai stato, ma non era tanto male come paese; avevo sentito parlare delle lunghe distese d’erba di quel posto e dei canguri, tanto quanto delle bellissime spiagge.
 
“Magari un giorno ci andremo insieme.”Le feci l’occhiolino e lei sorrise divertita.
 
“Ora è meglio che torniamo o ci prenderanno per dispersi.”Mugugnai contrariato, sarei rimasto lì a vita.
La brezza marina era capace di pulirmi la mente da tutti i pensieri, e ne avevo tanto bisogno in quel periodo.
Mi era piaciuto molto parlare con Gemma, era una ragazza socievole e spigliata, simpatica, ma allo stesso tempo dolce. Avevo capito molto di lei in quelle due volte in cui avevamo parlato ed ero interessato a lei, non solo come ragazza, ma anche come persona.
 
 
Delilah’s pov.
 
Dopo quella domanda, avevamo trascorso il tempo a parlare, per conoscerci meglio.
Da quanto aveva detto, capii che aveva tre sorelle ‘bellissime’ e il padre di origine pakistana. Avevamo anche parlato dei suoi interessi; oltre alla musica, amava disegnare e soprattutto, fare ritratti di persone che gli suscitavano interesse.
Nel suo tempo libero da solo leggeva, mentre, quando aveva voglia di stare in compagnia, si ritrova con i suoi amici nel cortile in cui eravamo in quel preciso momento. Mi aveva rivelato che amava portarci le persone a cui teneva, come i suoi amici.
Dal mio conto, non potei dirgli molto dato che conosceva già la mia famiglia e gli avevo già parlato del mio interesse per la musica e il piano.
Sentivo che con lui potevo davvero aprirmi, era un ragazzo che sapeva ascoltare e dare ottimi consigli per questo motivo mi sentivo a mio agio a parlargli.
Da piccola ero sempre stata una chiacchierona, ma quando bisognava parlare di me, mi chiudevo tra quattro mura e preferivo stare in silenzio, per paura che la gente prendesse alla leggera cosa sentivo, provavo e avevo da dire.
Non pensavo che qualcuno potesse capirmi, fino a quando non avevo incontrato Zayn.
Ma nonostante tutto, mi sembrava ancora troppo presto per parlargli di Justin e del rapporto che si era creato tra noi due. Non volevo spaventarlo o shockarlo, non volevo che si facesse una strana idea di me.
Dopo le nostre profonde riflessioni, ci eravamo trovati distesi sull’erba, lui tranquillo ad osservare il cielo ed io, impegnata a scacciare gli insettini che insinuavano di camminarmi sulle gambe scoperte dal vestito che indossavo.
 
“Perché me?”Chiesi tutto d’un tratto facendolo risvegliare dai suoi pensieri.
Teneva le braccia incrociare dietro la testa a fare d’appoggio e un raggio di luce gli illuminava il viso ambrato dandogli una sfumatura quasi dorata. I suoi occhi, scuri come il caffè, ora risplendevano colorandosi di sfumature d’oro e ai bordi, d verde.
Era un dio greco, vestito in modo sportivo.
Dopo la mia domanda si era alzato sui gomiti per scrutarmi, come per capire il senso della mia domanda.
 
“Scusa, cosa intendi?”
 
“Perché stai facendo tutto questo per me? Perché mi hai chiesto di uscire, di essere la tua ragazza, di stare qui con te? Cosa ho di speciale?”
 
“Non fare la paranoica, sai benissimo che sei speciale. Probabilmente, la prima cosa che mi ha colpito di te sono stati i tuoi occhi chiari, la tua figura slanciata e il tuo sorriso perennemente stampato sulle labbra. Ma la mia testa mi spingeva a cercare qualcosa in più dentro di te. Dietro ai tuoi bellissimi occhi si nasconde qualcosa di ancora più bello e voglio provare a scoprirlo.”
 
Ora mi emoziono, ragazzi.
Rimasi letteralmente senza parole perché in così poco tempo aveva capito più cose su di me che io stessa.
Il modo chiaro in cui si esprimeva spiegando chiaramente le sue ragioni, i complimenti indiretti che mi aveva fatto per tutto il suo discorso, i suoi occhi fissi nei miei che mi davano maggior sicurezza per capire che diceva la verità.
 
“Hai fatto un corso di poesia? No perché io non riuscirei mai a dire parole così belle.”Dissi davvero sorpresa, forse rovinando quel momento romantico che si era creato tra di noi.
“Lo prendo come un complimento.”
Rimanemmo qualche secondo in silenzio prima di scoppiare a ridere e ci fermammo solo quando sentimmo il rumore di una chiave che attraversava la serratura di un cancello.
Il cancello del cortile.
Ci guardammo preoccupati negli occhi.
Se erano i ragazzi eravamo davvero fregati.
Non dovevano vederci lì insieme, soprattutto per ciò che gli avevamo detto, chissà cosa avrebbero pensato e Justin, oh Justin, lui sì che si sarebbe irritato parecchio.
Zayn cercò nelle tasche dei suoi jeans un mazzo di chiavi e me lo porse, mi mostrò una chiave e mi disse di andare nella casetta di legno in cui ci eravamo rifugiati nel nostro primo appuntamento.
Quella casa si stava rivelando una vera salvatrice.
Corsi come mai avevo corso in vita mia, poi mi bloccai improvvisamente.
“E tu?”
“Corri e non pensare a me.”
Feci giusto in tempo a chiudermi dentro che gli altri entrarono chiedendo sorpresi qualcosa a Zayn.
Da dove mi trovavo non capii di cosa parlavano, ma ipotizzai che gli stessero chiedendo perché si trovasse lì.
Dopo un po’ sentii vibrare il cellulare che avevo portato con me, fortuna che non lo teneva ancora Justin.
Mi sbrigai a sbloccarlo e lessi il messaggio inviatomi da Zayn.
‘C’è una finestra in alto, arrampicati e corri a casa prima che arrivi Justin o ci scopriranno.’
Risi sommessamente prima di realizzare ciò che dovevo fare.
Mi voltai e cercai la finestra di cui mi parlava Zayn con lo sguardo e quando la trovai mi accorsi che era parecchio in alto.
Avevo sempre avuto paura delle altezze.
Mi feci coraggio e cercai qualcosa che potesse permettermi di arrivare lì in alto, presi la prima sedia che mi capitò davanti e la spostai sotto la finestra che fu aperta una volta che fui salita sulla sedia.
Mi arrampicai velocemente cercando di non cadere e mi sedetti sul davanzale, guardai cosa si trovava sotto di me e scorsi una pianta grassa, di quelle piene di spine.
Dovevo cadere giù stando attenta a non atterrarci sopra e bucherellarmi tutta.
Ce la feci quasi, anche se una parte del vestito s’ incastrò in una spina, ma, con cautela, riuscii a staccarlo e corsi fino a casa sperando di arrivare prima di mio fratello.
Arrivata a destinazione, aprii la porta di casa che non era chiusa a chiave, dato che piamadre era dentro, ed entrai controllando che oltre ad ella non ci fosse nessun altro.
Quando mi fui assicurata che Justin non ci fosse ancora, entrai in cucina e trovai mia madre che parlava al telefono, cosa che accadeva molto raramente.
 
“Va bene Peter, glielo dirò, ma ora devo staccare… Ok… sì, ci sentiamo.”
 
“Peter, eh?” Chiesi cogliendola in flagrante.
 
Sobbalzò goffamente e si coprì con una mano il petto, sul punto in cui c’era il cuore.
Ok, le avevo fatto prendere un grande spavento.
 
“È  un mio compagno del liceo e… mi ha chiamata perché la nostra classe vuole fare una rimpatriata, probabilmente andremo nella pizzeria di zio Peppino (ma AHAHAHAH) però non voglio ancora dirlo a tuo padre perché potrebbe fare strani pensieri sai…”
 
“Va bene, va bene mamma. Io non gli dirò niente solo se tu non dirai a Justin che sono tornata ora, ma qualche ora fa per studiare. Ok?”
 
Mi guardò perplessa.
 
“È successo qualcosa a scuola, oggi?”
 
“Oh no, mamma, anzi, è andato tutto bene. Ora salgo che sento dei passi nel viale, deve essere lui.”
 
Impegnata a scappare da mio fratello, non mi curai più di tanto di quella telefonata, ma infondo era solo un vecchio amico di liceo, no?



Salve ragazze, 
dato che allo scorso capitolo ho ricevuto una sola
recensione, ho allungato questo capitolo e cercato di renderlo migliore. :)
Spero in un vostro commento.
-Sxx.
  
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