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Autore: La Chiave di Do    27/07/2013    1 recensioni
Summertime made promises
it knew it couldn't keep.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Turner, Miles Kane
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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     I can still remember when your city smelt exciting:
     I still get a whiff of that aroma now and then.



*


Qualcosa di solenne è nell'aria stasera, cosa evidente fin dal momento in cui, al rientro da una silenziosa passeggiata in giardino, abbiamo trovato in frigorifero una cena ben piu' elegante e sontuosa del solito, e a giudicare da una piccola scatola di candele posata sul tavolo con un piccolo biglietto di ringraziamento per la giornata libera è evidente che Peter ci abbia voluto mettere lo zampino, sia maledetto lui con tutta la sua progenie.
Eppure qualcosa è evidente e serio, sia io che Alex ci siamo cambiati e rasati per la cena senza neppure dirci una parola, lui ha addirittura messo quel paio di jeans rossi per i quali mi ero complimentato in tempi non sospetti, io ho osato infilarmi una delle mie camicie nere, di quelle che fanno un gran figurone agli appuntamenti, e l'ho fatto senza rendermi minimamente conto di quanto il mio inconscio stia considerando Alex alla stregua di una qualunque ragazza; stupido inconscio, Alex, anche se fosse una ragazza, non sarebbe di certo una qualunque.
Ma si, tanto vale seguire il consiglio combinato di Peter e del mio cervello rincitrullito da ormoni e sentimenti, fregatene Miles, fregatene della sua identità sessuale e conquista come hai sempre conquistato: se la galanteria e la raffinatezza, a rischio di scadere nel clichè, sono sempre stati i tuoi punti di forza allora usali, nasconditi in cucina mentre Alex fuma e suona Patsy Cline ridendo da solo e prepara la tavola. Lo sai tu, lo sa lui, vi aspettate vicendevolmente qualcosa dall'altro e il clima di stasera è solo aspettativa, solo tensione al superamento della cena e alla scoperta di quanto è destinato a succedere.
Sto stappando il Château Lafit quando il sorriso stupito di Alex, arroccato piu' sulla guancia sinistra che sulla destra nella piu' dolce delle asimmetrie, mi raggiunge posandosi sul mio gesto di versare due dita di rosso in ciascuno dei bicchieri prima di appoggiare la bottiglia al centro del tavolo, fra la candela accesa e la zuppiera ricolma di vellutata fredda. Gli viene da ridere, è evidente, ma l'imbarazzo -sia suo che mio- lo trattiene, e si limita a sedersi al lato piu' corto del tavolo, permettendomi di accomodarmi sull'altro lato dell'angolo al suo fianco.
Non sapevo avessimo un appuntamento, Miles” sussurra a occhi bassi raccogliendo il suo calice in un gesto leggero.
Neppure io”.
I bicchieri tintinnano un solo istante ad anticipare il primo sorso.
Sarà il vino, sarà la luce soffusa, ma quando il cucchiaio gli scivola fra le labbra ricolmo di minestra mi scopro con la bocca socchiusa, il mento proteso al suo gesto, quasi adorante in un brivido d'invidia per una semplice posata e lui accorgendosene arrossisce violentemente, passandosi la lingua sulle labbra in un gesto nervoso che non fa che incrementare il mio desiderio represso di sospirare.
Scusa” balbetto prendendo a mangiare a mia volta “Non è carino... fissare”.
Lo sento ridere, poi la sua mano sul mio braccio.
In realtà è che nessuno mi ha mai guardato cosi' mentre... voglio dire, sto semplicemente mangiando, è strana tanta venerazione”.
Io non venero nessuno”.
Oh, scusa” il suo tono è velato di malizia e sarcasmo mentre si affonda in bocca la seconda cucchiaiata, poi con calma allunga un dito a raccogliere la goccia di vino che cola dalla bottiglia e se lo tuffa fra le labbra senza scollarmi gli occhi di dosso.
Lascio andare il sospiro, piu' violento di quanto aspettato.
Oh Miles!” ride riprendendo il cucchiaio e abbassando gli occhi sulla fondina “E' stupefacente e lusingante il potere che esercito su di te!”
Rido anche io perchè non posso fare altro e fra un sorso di vino e l'altro la zuppa finisce e lo stomaco è abbastanza chiuso dal nervosismo da farmi passare qualunque voglia di torta salata che pure ci tocca assaggiare per non tradire l'ansia di finire di mangiare il piu' in fretta possibile; fra uno sguardo e l'altro, un sorriso mio e uno suo, la bottiglia si ritrova tanto vuota che per ricavarne qualcosa la si dovrebbe strizzare, e i nostri occhi non ne sono immuni. Quasi mi dimentico che c'è del dolce in frigo, che pure Alex rifiuta.
Ecco, il maledetto momento in cui il bicchiere si svuota definitivamente, la sedia sembra scostarsi da sola dal tavolo ma nessuno dei due ha il coraggio di alzarsi da tavola per non dare un'impressione affrettata; pensavo che due amici fossero immuni da questo genere di imbarazzi ma mi ricordo quasi immediatamente che non siamo piu' solo amici, anche se nessuno ha la certezza di cosa siamo effettivamente. Cerchiamo di sostenere l'uno lo sguardo dell'altro, fallendo, e ritrovandoci a fissarci le mani senza niente da dire. Probabilmente è una questione di ruoli indefiniti, di qualcosa poco chiaro già dal principio e... al diavolo.
Sai Alex...”
Si?”
Diamine, mi hai fatto perdere lo slancio, e quei tuoi occhi finalmente nei miei mi congelano.
Beh, io...” un tentativo goffo ma è qualcosa.
La suspence mi uccide Miles, dimmi!” sorride, e anche se quella punta di sarcarsmo mi snerva butto fuori le parole piu' spudoratamente del previso.
Volevo chiederti se posso baciarti, ecco”.
Il suo respiro sembra bloccarsi improvvisamente, quasi con violenza, i suoi occhi si fanno per un momento ancora piu' grandi per lo stupore e passano dai miei a un punto imprecisato sulla tovaglia, poi si abbandona a un colpetto di tosse nervoso.
Mi chiedi il permesso ora?”
Posso o no?”
Ride, di gusto stavolta, poi allunga un dito, l'indice, e me lo appoggia sotto il mento, traendomi a sè a meno di un centimetro dalle sue labbra, lasciandomi indeciso su chi sia il sedotto e chi il seduttore fra i due, la certezza sull'indefinibilità al riguardo mi arriva quando arrossiamo nello stesso istante, ridendo sottovoce, cercando l'angolo giusto del bacio prima di riuscire ad incastrarci. Sembriamo due bambini sorteggiati da una fortunata rotazione della bottiglia sul pavimento.
Non scolla la bocca dalla mia, forse schiude gli occhi per cercare la mia mano ma non mi lascia mentre finalmente ci alziamo, solo per centrare la porta del salotto si scioglie da me con un sorriso buffo, allusivo. Si butta sul divano senza troppa grazia e si sfila le scarpe con le punte dei piedi sul tallone e incrocia le gambe scompostamente, spettinandosi dietro la nuca senza smettere di fissarmi con occhi velati dal vino; appoggia lo zigomo al pugno chiuso e batte con la mano libera sul cuscino accanto a sè in un muto invito.
Mi siedo al suo fianco e tutto quello che mi aspetterei sono ulteriori sguardi imbarazzati e rossori, altri mezzi e sorrisi e accenni di bacio, non Alex che mi pesca dal mio posto tirandomi per il colletto e affondandomi la lingua in bocca come se ci avesse perso dentro qualcosa, frugandoci con tanta foga da prendermi alla sprovvista e facendomi scaturire un gemito dal centro del petto; e gli prendo il viso fra le mani, e mi ritrovo a dipingergli il profilo delle labbra in punta di lingua per avere qualche istante di tregua dalla sua fame assassina, improvvisa come un fulmine o una lacrima di spavento, una sorta di attacco di bulimia affettiva che spero non rigetterà in una prossima serata di freddezza e mistero come suo solito.
Con calma, come un neonato quasi sfamato, il ritmo dei suo baci si fa piu' moderato e morbido, riprendendo la sua tipica dolcezza con una naturalezza che mi insospettisce; la mia mano è tornata nella sua come se le fosse sempre appartenuta, non aspettandosi o desiderando nulla di piu' di questo... quando è proprio quella di Alex a farsela scivolare senza fretta lungo la coscia, raggiungendo l'inguine e fermandosi, come per accertarsi che non la allontanero', prima di premerla con delicatezza fra le gambe, solo per permettermi di constatare quanto quei jeans rossi siano stretti, e probabilmente fastidiosi, vista la netta reazione che il nostro scontro orale ha suscitato in lui. Sorride con malizia quando mi stacco dalle sue labbra senza trovare il coraggio di slacciare la mano dalla sua, premuta sulla sua evidente erezione.
Se era questa la tua paura sta tranquillo” recita con assoluta tranquillità “anche tu mi piaci, Miles, ma se vuoi che sia evidente evita di finire l'acqua calda quando fai la doccia”.
Non faccio in tempo a ridere dal momento che mi ha già baciato di nuovo. La mia mano è cosi' immobile che mi sento male per lui... in fondo non sarebbe la prima volta, certo non su qualcun altro, ma dovrebbe essere sostanzialmente la stessa cosa, stessa tecnica, stesso tipo di reazione, solo... non su di me. Ma che cosa mi viene in mente!? Di mettermi a toccare Alex fingendo di ignorare che sia un ragazzo e che dovrei fare esattamente come quando sono solo e bisognoso di sfogo!? Inutile pensarlo, tanto dovevo sospettarlo che la mia mano avrebbe cominciato da sola a strofinarsi sul tessuto in attesa che la mia mente elaborasse qualcosa di piu' appropriato.
Il suo respiro si fa automaticamente piu' pesante e non posso fare a meno di pensare a quanto noi uomini siamo davvero tutti uguali e la sua mano abbandona la mia lasciandomi fare prima di ridiscendere solo un momento a slacciarsi la cintura, poi le sue labbra cercano le mie con maggiore urgenza prima di aprire il bottone dei pantaloni e abbassare la cintura, un gesto che io stesso mi sono ritrovato a fare decine di volte in situazioni analoghe. Sembra che lo faccia per semplificarmi le cose, per evitarne a me l'imbarazzo e la tensione; non li abbassa, non mi guida la mano, si limita ad aprire la patta e a lasciarmi fare secondo il mio tempo e la mia voglia: lo sguardo che mi lancia schiudendo per un solo istante gli occhi languidi mi lascia facoltà di decisione, anche se il profilo teso della sua erezione sotto la stoffa, sotto le mie dita, non mi lascia davvero molta scelta... in fondo so che devo soltanto fare cio' ho sempre voluto fosse fatto a me in queste situazioni, lasciare che mi permetta di baciarlo con meno impegno e piu' attenzione ad altro tipo di reazione mentre faccio scivolare la mano oltre l'orlo dei jeans, uno strato piu' vicino al suo piacere e lui si stacca da me abbandonando la testa all'indietro sulla testata del divano. Un sospiro, intenso, come l'avesse trattenuto a lungo, gli scivola sulle labbra come se stesse esalando l'anima.
 Solo allora oso tendere delicatamente l'elastico dei suoi boxer e fare un profondo respiro prima di osare toccarlo, scoprendolo quasi il mio riflesso per reazioni e manifestazioni delle stesse al tocco di un altro: il suo respiro sembra bloccarsi all'improvviso e devo offrirgli il mio per invitarlo a non trattenersi, a lasciarsi andare come se fosse solo.
I suoi occhi si addormentano e mi si fa piu' vicino, appoggiandosi a me, solo allora trovo il coraggio di liberare il suo desiderio dalla stretta delle mutande e si accarezzarlo senza fretta, cercando di coordinare il suo piacere al ritmo dei suoi respiri, dei battiti del suo cuore cosi' vicino alla mia mano libera. Una specie di mugolio mi indica che probabilmente la tecnica è quella giusta.
La sua mano sul mento mi avvicina per un bacio leggero che si risolve nell'implacabile soffio dei suoi ansiti nella mia bocca socchiusa, e le nostre lingue impegnate a promettersi giochi piu' impegnativi per un secondo momento; le sue labbra, se possibile, sembrano quasi piu' rosee e deliziose del solito, e mi spronano ad intensificare la stretta, con sommo stupore e gradimento da parte di Alex, costretto a mordersi il labbro inferiore per non gemere in un'espressione cosi' innocente e sensuale da rendermi pienamente sfacciato: mi avvicino in un bacio che richiede espressamente di sciogliere quella morsa e lasciarsi andare. Un'improvvisa e leggerissima umidità nella mia mano mi indica che ha appena varcato quella sottile soglia che travalica il semplice piacere e imbocca la strada per l'apice, quell'angolo di Nirvana che impedisce al fortunato di reagire alla sua stessa esistenza; buffo come mi renda conto di quanto possa essere bello ammirare le espressioni sul viso di un Alex in fase di plateau proprio in Francia: sembra avermi dato retta a giudicare dall'estasi sofferente dipintagli in faccia, il rossore, gli occhi stretti per concentrarsi, le labbra socchiuse in un gemito.
Tenta di afferrarmi il polso un attimo prima del punto di non ritorno, ma ha le forze necessarie soltanto ad articolare il mio nome prima di abbandonarsi a pochi secondi di trance assoluta, il respiro incontrollabile, il battito cardiaco al galoppo piu' sfrenato, poi si abbandona con la testa sulla mia spalla in una specie di risata che è piu' un lamento soddisfatto. Gli regalo un piccolo bacio, giusto per carineria, è una cosa che personalmente apprezzo; lui sorride.
Miles?” una nota dolce nella sua voce, nel suo sguardo abbandonato, nella sua espressione rilassata di profonda soddisfazione.
Si, Alex?”
Forse...” ride, abbandonandomi le labbra sulla tempia “forse è meglio che tu vada a lavarti le mani”.

 

***
 

L'aspettato senso di disgusto non è arrivato quando mi sono sentito scivolare fra le dita l'orgasmo di Alex, nè quando lui stesso mi ha fatto notare la necessità di lavarmene, nè ora che l'acqua mi scorre fra le mani; anzi, una specie di riflesso della sua soddisfazione mi si è dipinto in faccia in forma di sorriso. Rifletto sulla necessità di usare o meno il sapone, come temendo che facendolo considerassi Alex qualcosa di sporco, da eliminare in ogni suo residuo, poi rido dei miei stessi ragionamenti idioti e le lavo decentemente.
Mentre mi asciugo sento le sue mani grandi e calde sfiorarmi le spalle e mi chiedo se sia apparso dal nulla: non ho sentito la porta aprirsi; le morbidezza delle sue labbra mi sfiora la nuca, le sue mani le braccia, come incuriosite dalla sensazione della stoffa contro la pelle.
Dimmi” faccio in un sussurro.
Niente” risponde serio “Pensavo”.
E a cosa?”
Scoppia a ridere della sua solita risata scema, come se fosse sinceramente divertito.
Miles, a cosa potrei pensare in questo momento?” mi stringe una mano, la stessa che fino a pochi minuti fa stava toccandolo senza tutta quell'innocenza; mi fa voltare per guardarmi dritto negli occhi, per assicurarmi che non abbia il coraggio di mentire “Dimmi che l'hai fatto perchè ne avevi voglia, perchè tu l'hai deciso e non te ne penti” nei suoi occhi c'è una luce di supplica e timore, una specie di paura.
Sorrido, intenerito da quella versione altruistica del classico “dimmi che mi ami” e gli sfioro una guancia con la mano libera, sfiorandogli il mento con un bacio.
Alex, non potrei mai pentirmi dopo averti visto...” sospiro involontariamente in una pausa che potrebbe apparire imbarazzato “dopo averti visto venire”.
Arrossisce violentemente.
Neanche io mi pentirei” dice in tono risoluto, con un'espressione che vorrebbe apparire maliziosa ma che risulta troppo stanca e brilla per esserlo; la sua mano senza dolcezza o richiesta di permesso mi scivola fra le gambe in un'ottima presa di quanto di me è rimasto inappagato, facendomi esplodere in un gemito osceno e involontario.
Le sue labbra prendono possesso dei pochi centimetri di pelle liberi sotto il mio orecchio sinistro.
Alex...” riesco a malapena a sussurrarlo ma è sufficiente a farlo fermare.
Okay, scusa” si stacca da me in un sorrisetto deluso “Non ti va”.
Oh no Alex” aggiungo cercando di essere gentile; lo prendo per mano “E' che non mi va ora. Vorrei solo... emh...”
Dormire?” accenna.
Quello”.
Qualche istante di imbarazzo quando la sua voce supplichevole taglia in due il silenzio.
Dormi con me?”

 

***
 

Quando mi sveglio non mi ritrovo a maledirè nè la luce solare, nè il canto festoso di qualche passero, nè il fracasso di Alex che fa cadere qualcosa preparando la colazione, ma come una specie di carezza, come svegliarsi da soli ma con piu' dolcezza, come un fruscio che ti sfiora orecchie e anima. Sbadiglio vistosamente.
Accidenti!” Alex si lamenta sottovoce, battendosi le mani sulle gambe incrociate.
Al?”
Non volevo svegliarti” si giustifica subito “Stavo solo...”
Solo ora mi rendo conto di essere del tutto scoperto -il lenzuolo è appallottolato in fondo al letto- con addosso solo le mutande e Alex seduto accanto a me nelle stesse condizioni e con un'espressione leggermente colpevole ma molto imbarazzata.
Che diavolo stavi facendo!?” sbadiglio.
Arrossisce enormemente ma a parte una risatina sforzata non si muove da dov'è; in fondo dopo aver passato l'intera notte abbracciato a me come se fossi il suo orsacchiotto preferito quella distanza sembra quasi eccessiva.
Io scoprivo, ecco” risponde con un'alzata di spalle.
Me?”
Chi se no?”
Lo guardo perplesso in risposta.
Qualcosa di interessante?” chiedo in un'alzata di sopracciglia.
Oh si” annuisce con decisione e non senza malizia; allunga una mano sulla mia spalla, facendola scivolare lentamente lungo il braccio, dalla clavicola al gomito: la pelle d'oca mi raggela piacevolmente tutto il lato sinistro del corpo “Qui...” elenca spostando la mano sulla mia pancia facendo immediatamente contrarre ogni singolo muscolo nel tentativo di non respirare; lui sorride come se fosse onnipotente “...qui...” con la mano libera si allunga a pescarmi il piede, poi lo sfiora con delicatezza e quando socchiudo gli occhi lui sembra capire che non è per il sonno “...e qui. Non soffri il solletico: ti piace”.
Riderei se non fossi stregato dal suo tocco sulla caviglia.
Davvero delizioso Al, da quant'è che stai facendo questo gioco?”
Cinquantotto minuti”.
Spalanco gli occhi, impressionato da tale precisione.
Cronometravo! Volevo raggiungere l'ora senza svegliarti” sbuffa.
Quindi mi stai dicendo che tu mi stai toccando da un'ora con lo scopo di scoprire le mie zone erogene senza farti scoprire da me!?”
Oh no, scoprimi quando vuoi, ma prima devo finire!” risponde serio stendendosi il piu' vicino possibile al mio piede, allarmandomi all'improvviso.
Aspetta!” strillo al limite dell'isteria anche se vorrei apparire minaccioso “Frena. Fermo. Non ci provare. Alex, no.”
Ma io...”
Scordatelo”.
Mi addenta l'alluce. Moriro'. Reazioni sconvenienti, molto sconvenienti, sconvenientissime. Testosterone, troppo testosterone, è troppo presto per queste cose.
Ehi...” esclama gioioso addocchiando decisamente piu' in alto del mio piede “Ciao anche a te!”
Da dove l'ha tirata fuori tutta la sfacciataggine di stamattina, lui, il ragazzino timido pronto ad arrossire per uno sguardo troppo intenso, capirei se fosse ancora sotto l'effetto di alcolici ma è decisamente troppo presto; il fatto è che abituato come sono a essere io stesso l'immagine della malizia che scoprirla in un altro, tantopiu' uno come lui, mi sconvolge completamente. Due dita come minuscole gambe mi passeggiano sulla tibia risalendola lentamente, delicate come i piedini di una fata, ma quando la sua mano mi arriva a metà coscia rotolo di lato impedendogli categoricamente di andare oltre.
Ma Miles!” protesta come un bambino offeso “Guarda come sei messo!”
Cerco la scusa piu' plausibile e la sputo come una sentenza affrettata.
E' la mattina, Alex”.
E perchè non approfittarne?” mi lascia basito una battuta cosi' diretta da parte sua al punto da permettergli di accucciarsi alle mie spalle, due dita a spostarmi una ciocca dietro l'orecchio “E' ingiusto Miles: tu hai visto me in quello stato e tu vuoi sottrarti dallo stesso tipo di messa a nudo... di cosa hai paura?”
Vorrei spingerlo via e mandarlo a farsi fottere ma quel suo tono suadente mi mette in testa tutt'altro genere di idee e mi limito a scostarlo con delicatezza.
Miles!” questa volta quasi lo grida “Mi hai fatto quasi sentire in colpa per non aver capito le tue intenzione e non averti fatto sentire desiderato e ora tu addirittura mi respingi? Credi che sia stato facile lasciarmi andare? Lo sai come sono fatto, la mia fiducia è qualcosa di raro e...”
Al...”
Non vuoi che lo faccia io” lo dice con un tono cosi' serio che quasi mi spaventa, e non c'è ombra di dubbio nella sue parole “Vuoi me ma non che io...”
Alex...”

Va bene” si infila la camicia senza un lamento e senza un sorriso, ma ne accenna uno sedendosi di fronte al letto, con le braccia sui braccioli della poltroncina come un principe che gioca a sedere sul suo futuro trono “Fai da solo allora”.
Che cosa...?”
Toccati”.
Non so se scandalizzarmi o mettermi a ridere, ma nel suo tono non ci trovo ironia e stranamente neppure perversione: sembra davvero semplicemente curioso, oppure lievemente offeso dal mio comportamento, ma nulla di piu'.
Alex...”
Ho capito che non vuoi essere toccato da me, ma se non ti sfoghi o impazzisci o finisco violentato, quindi forza... o ti lasci aiutare o ti aiuti da solo” esita un solo minuto, poi smette di guardarsi le mani per fissarmi dritto negli occhi “e voglio essere presente in ogni caso”.
A bocca aperta ricambio il suo sguardo, indeciso se sia piu' opportuno eccitarmi ancora peggio di quanto non sia già e dargli retta o smaterializzarmi per riapparire a casa mia ed evitare di uscirne per il resto dei miei giorni.
Dunque?” questa volta sorride, con quella malizia che sembra aver scoperto solo in mia compagnia; si inumidisce le labbra, ormai consapevole di quanto mi faccia impazzire.
E' uno sguardo di sfida, immobile nel mio cosi' intensamente da farmi credere che non sbatta le palpebre, come quella due giovani leoni: il primo che abbassa lo sguardo perde e starà al gioco dell'altro; e va bene Turner, ti conosco da due anni, conosco la tua cocciutaggine meglio di tanti altri e quei tuoi occhi immensi come quelli di una cerva e conturbanti come quelli di un demonio non mi sono d'aiuto in una decisione a mente fredda. Lo so per certo che non me la darai vinta, ma tu non riuscirai a mettermi in soggezione.
Quando la mia mano destra va a tastare la mia scomoda situazione fra le gambe i miei occhi sono ancora fissi nei suoi, senza alcuna intenzione di staccarsene, e anche quando accenno ad accarezzarmi al di sopra della biancheria a parte un impercettibile sorriso beffardo la mia espressione non muta, a differenza della sua, che sembra attraversata da un'ombra inquieta.
Trattiene il respiro per un momento quando mi lascio scivolare la mano negli slip e ancora non calo l'attenzione alle sue reazioni e in quel momento capisco che il suo stesso ghiochetto gli si è rivoltato contro, anche se non ammettera' mai di aver perso, di essere lui quello eccitato da me e non il contrario.
Problemi, Al?”
Scuote la testa, ricordandosi finalmente di respirare mentre io stabilisco una presa decente e un ritmo tale da mantenermi lucido e concentrato senza dispiacermene, e non smetto di guardarlo fino a quando non sono certo che il suo respiro affrettato non sia che un sintomo di una rovinosa erezione; mi concedo di appurarmene con lo sguardo.
Evidentemente si” e il mio è un sorriso di pura e intima soddisfazione: ho vinto io.
Miles...”
Sappi che non mi daro' una mossa fino a che non sarai venuto qui a baciarmi decentemente, stronzetto sadico”.
Piu' che un avvertimento il mio sembra un ordine: si alza di scatto, come spinto da una molla e si butta sul letto al mio fianco, chiudendomi una carezza sulla guancia e invadendomi la bocca con un bacio dal sapore disperato; mi ferma il polso con la sinistra, impedendomi categoricamente di continuare.
Perfino delle tue mani sono invidioso” mi informa in un mezzo singhiozzo.
Rido, cercando di scambiare le posizioni delle nostre mani e riprendendo il bacio con una pazienza un po' oscena.
Beh, mica mi lascerai cosi'!” lo accuso con un mezzo sorriso allusivo.
Oh no, mai”.
Bene...”
Il suo tocco mi invade in un riflesso del suo bacio, delicato e gentile, molto piu' paziente del mio, ma non per questo meno abile: evidentemente è uno senza fretta, che sa prendersi il suo tempo e il suo piacere -in questo caso il mio- con estrema calma e attenzione...
Cristo, Alex...” mi sfugge, giuro che non volevo.
Un bacio morbido, un avvertimento della sua presenza al mio fianco.
E' che mi stai tirando scemo”.
Se vuoi la smetto...”
No!”
Si mette a ridere, senza smettere di toccarmi, senza mutare minimamente il ritmo o la tecnica impeccabile, poi la sua espressione muta e si fa seria e scura.
Tranquillo... non in quel senso”.
Mi fissa dritto negli occhi mentre mi dimostra che sa il fatto suo, che sa cosa voglia dire concludere, che sa anche come farlo in fretta. Io probabilmente riesco solo a dimostrare che so restare in apnea abbastanza a lungo da partorire un gemito cosi' indecente da sentirmi la sua mano libera premuta sulla bocca; quando riprendo fiato -per quanto mi sia possibile- e le sue labbra sostituiscono la sua mano lo bacio in fretta per poter parlare:
Sei eccitato anche tu” sentenzio cercando di metterlo a disagio almeno quanto lo sono io.
Oh si” ammette “ma a differenza di te io non scappo”.
E per una volta so benissimo cosa devo fare.


*

   
 
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