Sentendo le labbra del compagno tendersi in un sorriso contro la pelle della sua gola, John maledisse la sua poca risolutezza perché, per quanto ci provasse, non riusciva a resistere dal farsi coinvolgere nei suoi piani per più di cinque miseri minuti. Ma forse la risposta a quella sua debolezza era tutta lì: come poteva negare qualcosa all’uomo che amava quando si metteva a blandirlo in quel modo così adorabile? John mise due dita piegate sotto il mento di Sherlock e gli sollevò il viso verso il suo, per baciarlo e ottenere così almeno un piccolo risarcimento per quello che lo avrebbe costretto a fare. Il consulente investigativo si arrampicò sulla poltrona, accoccolandosi sul corpo caldo e accogliente del suo John, ricavandosi un nido tra le sue braccia.