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Autore: bethfuckoff    27/07/2013    3 recensioni
“Ai primi sintomi bisogna andarsene, abbandonare il campo. Tanto non va meglio, va peggio e peggio. Invece la gente non lo sa. La gente spera e continua a stare male.”
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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«we are the generation that grew up on angst and pain, that’s why we’re all insane. »

Siamo circondati da persone che prendono aerei e treni a basso costo per andar via da noi, anche con la scusa più semplice. Siamo circondati da assenze e presenze che scavano dentro di noi cercando di trovare il fondo, ma un fondo non c'è. Alcune volte le persone entrano nelle nostre vite solo per farci capire quanto l'essere umano può soffrire. Ci mettiamo alla prova ed ogni volta falliamo miseramente, ci tocca guardarci intorno e raccogliere i nostri stessi pezzi, sparsi un po' qua e un po' là. Circondati da macerie, mattoni, insicurezze e problemi non sappiamo mai come comportarci con gli altri. Spaventati da ciò che ci aspetta, respingiamo tutto e tutti. Ci creiamo barriere indistruttibili, ma la verità è che queste barriere crollano come un nulla. Basta anche un po' di vento per spazzarle via, viviamo nella forte convinzione di essere invincibili contro le nostre stesse emozioni, siamo tutti insani. Ashton mi aveva resa così, mi aveva tenuto in bilico su un filo che dopo un po' si era spezzato. Mi aveva raccolto dalle ceneri e mi ci aveva ributtata con tanta facilità. Ashton Irwin era un bastardo che amavo più di qualsiasi cosa, ed ora ero seduta su un lettino per cancellarlo dalla mia mente. Forse è meglio analizzare la cosa dall'inizio, non credete?

***

Io e Ashton ci siamo conosciuti in seconda superiore, quando mi sono trasferita dall'Inghilterra e sono approdata nella calda Sidney. Sin dal primo momento ho trovato qualcosa in lui di completamente diverso, come se fosse stato destinato a me. Ci siamo trovati in una folla di persone, ci siamo guardati ed in quel momento i suoi occhi mi avevano già fregato sin dalla prima volta. Mi aveva sempre fregato, lui. Io e mia sorella Cleo ci eravamo trovate in una situazione completamente nuova, non avevamo mai visto così tante persone e soprattutto quel caldo afoso mi urtava il sistema nervoso. «Cleo, ma dove porca puttana si trova questa scuola? In Congo?» Ero leggermente nervosa, cambiare scuola mi aveva resa instabile e nevrotica, più del solito oserei dire. «Sam, calmati, o ti prendo a sberle!» Cleo invece era sempre così tranquilla e sicura di sé, manteneva sempre la calma nonostante fosse un anno più piccola di me, mi sentivo praticamente imbecille. E fu proprio allora che lo vidi, accanto ad un supermercato, con le cuffie e il suo cappellino, con i suoi bermuda beige e la sua t-shirt blu. Mentre Clementine girava e rigirava la sua mappa, io ero concentrata su quel ragazzo sconosciuto, con lo skate sotto braccio, era una mia versione maschile o cosa? Presa dalla curiosità – o altro – mi incamminai in quella direzione, esattamente cosa stavo facendo? Stavo segnando la mia condanna a morte, i miei occhi enormi non riuscivano a vedere altro che lui, soltanto lui e la cosa mi spaventava. «Scusa il disturbo..ma sono nuova di queste parti, sapresti dirmi dove si trova il Sant Mark?» College della miseria, li odio i college e tutti quegli stereotipi. Non potevo fare la raccoglitrice di patate? Non so, sarebbe stato estremamente divertente guardare la faccia dei miei genitori, signorotti inglesi. Il ragazzo si girò lentamente e dovetti respirare profondamente per non annegare in quegli occhi di quel colore indefinito. I capelli corti e scompigliati, le fossette e quell'altezza imponente e un po' prepotente. Ma notai che appoggiato ad un muro c'era qualcun altro, biondo e con gli occhi azzurri. «Sei nuova dunque? Beh, vai al mio stesso College se vuoi ti ci accompagno.» Sbatté le ciglia e mi sembrò una folata d'aria fresca, brezza estiva in un caldo afoso. Rimasi per un po' a fissarlo, finché a risvegliarmi da quella trance fu Cleo che mi picchiettò una spalla. «Samantha Grace Evans, mi dici dove cazzo eri...» Una ragazzina bassa, con un piercing al naso oggi sarebbe stata sepolta viva, ma notai che rimasi con la bocca semi aperta mentre il biondo avanzava verso di noi. «E tu chi cazzo sei?» ..mia sorella oggi voleva essere sepolta davvero viva, il biondo la guardò male inarcando un sopracciglio. «Luke, e tu sei molto rude.» Scosse il capo e posò lo skate sull'asfalto, volevo sparire. «Perdona mia sorella, siamo appena arrivate dall'Inghilterra, siamo scombussolate.» Diedi una gomitata alla nanerottola che mimò un 'scusa' quasi forzato, sembrava una scena davvero comica. «Inghilterra? Porca puttana!» Il ragazzo misterioso si illuminò e mi porse la mano. «Sono Ashton, che bel nome Samantha.» Gli strinsi la mano e affondai tra i miei capelli, Cleo me l'avrebbe pagata. «Abbiamo la macchina qui dietro con tutte le valige, vi andrebbe di mostrarci la strada e accompagn..» Notai che mia sorella e Luke erano ormai entrati in un mondo tutto loro, formato da buona musica e qualcosa del genere, scossi il capo divertita e notai che Ashton fissava la mia maglietta degli AC/DC come un bambino fissa l'ultima caramella rimasta nella ciotola dello studio del proprio dentista. «Sì, ci sto, se hai buona musica in macchina ci sto.» Si incamminò e fischiò al suo amico, Luke, credo. Scrollai le spalle e lo affiancai, camminammo per poco e gli mostrai la mia Jeep carica di valige, dannata me e la mia chitarra e i miei vinili. «Suoni?» Un ciuffo biondo spuntò dal nulla, con mia sorella accanto che sorrideva imbambolata. «Sì..suono la chitarra e il violino. Ma com'è che ti chiami tu?» Domandai mentre salivo in macchina e mettevo in modo, Ashton si posizionò accanto a me e cominciò a scegliere la musica tra i miei numerosi CD. «Luke, piacere mio.» Sorrisi e misi in moto. Avevo firmato così il mio patto con il diavolo, avevo trovato la felicità nel mio piccolo inferno personale, all'angolo di una strada in una calda giornata di Settembre.





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