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Autore: Cara_Sconosciuta    05/02/2008    4 recensioni
Accarezzo piano la pelle nera che ricopre lo sgabello, poi mi ci siedo, come sperando che su quella seggiolina scura sia rimasto qualcosa di te. Illuso. Come può uno stupido pezzo di legno trattenere anche solo la minima parte della meraviglia che tu eri? Dedicata a tutti gli ancora troppo pochi fan delle Ryelsi!!!!
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi eccomi con una nuova shottina… Allora, mi è stato detto che il signorino Evans viene ucciso un po’ troppo spesso in questa sezione, così, siccome io ogni tanto ho bisogno della mia dose di drammaticità (esiste questa parola

 

Eccomi eccomi con una nuova shottina… Allora, mi è stato detto che il signorino Evans viene ucciso un po’ troppo spesso in questa sezione, così, siccome io ogni tanto ho bisogno della mia dose di drammaticità (esiste questa parola?), ho deciso che, per una volta, Ryan rimarrà vivo e sarà qualcun altro a lasciarci… indovinate un po’ chi…conoscendomi…

La canzone è “Destinazione Paradiso”.

Fatemi sapere che ne pensate!

Temperance

 

Destinazione Paradiso

La sala prove del Country Club è ancora aperta e la tentazione è troppo forte per poter resistere.

Il pianoforte è sempre lì, nero e impassibile, nemmeno ha idea che la sua migliore amica se n’è andata per sempre.

Quei tasti sui quali le tue mani, piccole e veloci, si sono posate milioni e milioni di volte non sanno che non potranno mai più sentire quel tocco delicato e passionale.

Accarezzo piano la pelle nera che ricopre lo sgabello, poi mi ci siedo, come sperando che su quella seggiolina scura sia rimasto qualcosa di te.

Illuso.

Come può uno stupido pezzo di legno trattenere anche solo la minima parte della meraviglia che tu eri?

Forse la musica… ecco, quella sì… perché tu eri musica. Il tuo passo era danza, la tua voce melodia.. e se lo dico io che con la musica ci sono cresciuto…

E poi c’è quella canzone, quella che ho scritto questa notte…ci terrei a fartela sentire, se per te non è un problema.

No, vero?

Le mie mani quasi tremano nel posarsi sui tasti…sai, mi sembra di invadere un po’ il tuo territorio. È così che è sempre funzionato, no? Io il sipario, tu il pianoforte.

Beh, cara Kelsi, mi dispiace, ma in questi giorni tutti i riflettori sono puntati su di te, quindi credo che non sarebbe poi così fuori luogo se, per una volta, la colonna sonora fosse creata dal sottoscritto.

Certo è che, di tutte le musiche che avrei voluto comporre, quella per dirti addio era tra le ultime. Forse, a dire il vero, era quella che non avrei mai voluto nemmeno prendere in considerazione.

Eppure, tutto intorno a me continua a correre. Sembra che il mio dolore non interessi a nessuno o che, comunque, nessuno sia in grado di comprenderlo. Tutti si muovono, continuano a vivere e sembra che soltanto io abbia avuto la forza o la stupidità di fermarmi e di rendermi conto che tu non vivi più.

 

In questo girotondo d’anime

Chi si volta è perso e resta qua

Lo so per certo, amica

Mi son voltato anch’io

Per raggiungerti ho dovuto correre

Ma più mi guardo in giro e vedo che

C’è un mondo che va avanti anche se

Se tu non ci sei più

Se tu non ci sei più

 

 

 

 

 

Ti piace? Non è a livello delle tue, certo… però credo di non aver mai scritto niente di meglio… e poi che pretendi? Sono un attore, io. Il mio mestiere è ripetere parole che altri hanno scritto per me.

Ripeterle a memoria…

Dici che è per questo mio vizio di non dimenticare mai nulla che ogni momento passato con te sembra iscritto nella mia mente a caratteri infuocati?

Vorrei ci fosse un modo, uno qualunque, per potermi scordare di te, per non stare più così… per aprire gli occhi e scoprire che è stato tutto un incubo.

Signore, quanto lo vorrei…

E dimmi perché

In questo girotondo d’anime non c’è

Un posto per scrollarsi via di dosso

Quello che ci è stato detto e

Quello che oramai si sa

 

Se fosse così, se mi svegliassi, domani, nel mio letto, con le lacrime agli occhi, come un bambino, a causa del mio incubo, la prima cosa che farei sarebbe correre da te.

L’ora non importerebbe niente, perché ho capito che la vita non va mai sprecata, perché prima o poi finisce…e non si torna indietro.

Ti direi tutto, tutto quello che sento qui dentro, in quel cuore che ora sembra non battere più, perché c’era un solo motivo che lo spingeva a fare il suo mestiere e quel motivo eri tu.

Mentre suono i miei occhi sono chiusi e pieni di lacrime e intanto ricordo l’unico momento che io e te abbiamo passato davvero insieme, pochi giorni fa, senza Sharpay a chiamarmi o Jason  a coccolarti.

Lo so che eri sua, non credere che non ne fossi al corrente… ma non mi importava, sapevo che, con il tempo, ti saresti accorta di me.

Peccato che di tempo ce ne sia stato meno del previsto.

E tu lo sapevi… solo adesso capisco da dove sono nate quelle parole…Ogni giorno, finché siamo giovani, useremo le nostre voci per gridare forte…

 

“Allora, che te ne pare?”

“Sei bellisscioè, volevo dire, è bellissima. La canzone. Non tu. Ma anche tu… insomma, non sto certo dicendo che la canzone è meglio di te….”

Kelsi ridacchiò. Le piaceva vedere Ryan inciampare nelle parole; lo rendeva più umano, meno perfetto…

“Credi che io sia bella?” Domandò, divertendosi a mandarlo in confusione.

E...  è un dato di fatto, no?”

“Insomma… non credo che sarebbero proprio tutti d’accordo… comunque tornando alla canzone, che ne pensi del testo? Ci tengo molto ma non sono brava con le parole…”

“Scherzi?!” Saltò sul il giovane, lo spartito  stretto in mano. “È la cosa più meravigliosa che abbia mai letto! C’è tutto: passione, sentimento, voglia di vivere… questo pezzo è degno del più grande degli artisti, Kelsi, credimi. Vincerà il talent show, te lo prometto.”

“Magari lo vinceranno Troy e Gabriella, Ryan, non io di certo.

“Per me sarai comunque tu, quella che si merita il premio.”

Kelsi arrossì e così fece anche Ryan.

Eh, timidezza….

“Mi… mi togli una curiosità, Kel?”Chiese Ryan, abbassando gli occhi sul pavimento.

“Certo. Tutto quello che vuoi.”

“Chi è il lui a cui ti rivolgi?”

°Tutto tranne questo….° Pensò la ragazza.

Qu..quale lui?” Domandò per prendere tempo.

“Ogni giorno delle nostre vite voglio trovarti qui, voglio tenere duro…prendi la mia mano, insieme noi festeggeremo…” Recitò lui. “Avrai pure pensato a qualcuno mentre lo scrivevi.”

°Jason, ad esempio° Pensò Ryan.

°Certo, a te!° Rispose Kelsi, mentalmente.

“No… io... non pensavo a nessuno…” Furono, invece, le sue parole.

“Beh…” Ryan posò i fogli di nuovo al loro posto sul leggio dello strumento e, preso il coraggio a due mani, si chinò verso Kelsi e le depose un bacio più leggero di una farfalla sulle labbra stupite e tremanti.

“Peccato. Avrei voluto essere io…” Dichiarò, sotto voce, prima di uscire e andare a recuperare Troy.

Kelsi si voltò di nuovo verso il pianoforte ed estrasse dalla tasca dei pantaloni un boccettino di pastiglie bianche. Ne prese una e la ingoiò senza nemmeno bisogno dell’acqua.

Ci era abituata.

Una volta ingerito il medicinale, tornò alla propria musica con un gran sorriso disegnato in viso. Pochi giorni, le avevano detto i dottori… beh, forse non sarebbe mai diventata la signora Evans, ma almeno il suo sogno più grande si era realizzato.

 

 Questo è l’unico modo in cui posso tornare da te… con la mente, con i ricordi…

Oppure raggiungendoti, come dice la mia canzone, lasciando qui tutto e tutti, in questo mondo che mi sembra diventato di colpo inutile e correndo da te.

 

Allora sai che c’è?

C’è…che c’è?

C’è che prendo un treno che va

A Paradiso città

E vi saluto a tutti e salto su

Prendo il treno e non ci penso più

 

Ma non posso farlo, amore mio, non posso perché da un viaggio così non si torna se non con un paio di ali sulla schiena o un lenzuolo sulla testa.

Io qui ho tutto…ho una famiglia, degli amici che hanno già patito la tua perdita… se me ne andassi anche io sarebbe davvero troppo… capisci?

 

Un viaggio a senso solo

Senza ritorno se non in volo

Senza fermate né confini

Solo orizzonti neanche troppo lontani

 

Sarebbe un viaggio stupendo, io e te seduti vicini, insieme per sempre e oltre, perché, ho sentito dire, una volta,  tutti non siamo altro che metà di un intero, sempre alla ricerca della nostra anima compagna, anche dopo la morte, quando ci trasformeremo in angeli incompleti, provvisti di una sola ala, in grado di volare soltanto se abbracciati al loro complementare. So che io e te siamo questo, Kelsi, anche se tu probabilmente non avresti mai ricambiato i miei sentimenti.

Una convinzione un po’ presuntuosa, la mia, forse, ma lei sola riesce a darmi coraggio… la certezza che un giorno ti rivedrò. Salirò su quel treno anche io, prima o poi… e tu sarai lì con me, pronta a spiegarmi la strada.

 

Io mi prenderò il mio posto

E tu seduta lì al mio fianco mi dirai

Destinazione Paradiso

 

Sì, sarà così… non può essere che così.

Mi aspetterai, so che lo farai… anche se ora, finita questa canzone, tornerò alla mia vita di tutti i giorni, anche se forse, in futuro, ci sarà qualcuno che tenterà di prendere il tuo posto…qualcuno a cui, sempre forse, aprirò il mio cuore, tu sarai sempre la prima per me e mi aspetterai.

Mi aspetterai, perché dobbiamo prendere insieme quel treno.

Perché dobbiamo andare insieme in Paradiso.

Paradiso città.

 

 

   
 
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