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Autore: glassonionsfield    27/07/2013    7 recensioni
L'ispirazione si fa sentire! All'alba, ma..si fa sentire! E noi, la accogliamo vivamente!
Questa ff che ho cominciato a scrivere stamattina prestissimo, appunto, parlerà di una ragazza molto complicata che ha a che fare con i nostri amati giovincelli di Liverpool, e proprio con loro si imbatterà in un tour "magico e misterioso", con un pullman alquanto strambo, con dentro altrettanto gente stramba.
Che dire, spero vi piaccia!
See you my dear!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Layla, devo dirti una cosa.”

“Lennon, levati dal cazzo, oggi non è giornata.”


Purché fine potesse sembrare, Layla McCartney era, e si definiva, la ragazza più sgraziata, rozza, e volgare dell’universo. E chi, se non John Lennon poteva essere l’amico, anzi, il migliore amico perfetto per lei?
Non era mai giornata per Layla : ogni volta c’era un motivo diverso perché questa rispondesse male a chiunque e tirasse fuori tutto il cinismo che aveva in corpo, scagliandosi anche contro il più misero ed insignificante essere del pianeta.
Esattamente il contrario di suo fratello, il quale non perdeva occasione per dimostrare di essere meglio di Layla qualsiasi cosa facesse.
Paul era tutto più di lei.
Paul era meglio.
Paul era il migliore.
E la povera Layla stava ancora sopportando questo scempio, questa “merda”, come la definiva lei, fin da piccola.
I suoi genitori erano separati, una di quelle storie finite di merda, col padre che picchia la madre e cazzi vari. Ma, d’altronde, nel 2013 non era così scandaloso che una coppia si separasse.


Paul e Layla vivevano ancora con la madre anche se erano entrambi maggiorenni e con tutti i motivi e le possibilità di muovere il culo e andarsene.
La vita sociale della “ragazza dall’anima nera”, come tutti la chiamavano nel suo stupido paesino con altrettanto stupidi abitanti, poteva essere paragonata a quella di un ghiro, o un bradipo, o a un orso. Insomma, a qualsiasi essere che, come lei, odiava semplicemente tutto il genere umano. Poteva solo contare sul suo migliore amico, l’unico che lei avesse mai avuto.
 Paul, invece, era Paul. Suo fratello, e si sa che con i fratelli si va poco e niente d’accordo, soprattutto quando si tratta di uno come lui.
Aveva un carattere tutto suo. E davvero, Layla credeva che in 18 anni di vita non avesse mai incontrato un essere umano più strano, e stronzo, di lui. Paul McCartney era l’essere più schifoso e odioso dell’universo. Era spregevole, e il suo comportamento disgustosamente aggraziato lo era ancora di più.
E proprio per questo, non riusciva a capire come John potesse stare con un tipo come suo fratello. Ma si amavano.
Niente di  più, niente di meno.



Layla non nascondeva, però, che per un periodo era stata innamorata di John, forse il primo, e forse anche l’ultimo uomo, di cui lei si fosse mai infatuata, ma, appunto, Lennon l’aveva sempre e solo vista come un’amica.  E alla fine, era meglio così.
Erano troppo uguali per avere una storia, e allo stesso tempo, troppo diversi.


“No, cazzo, devi ascoltarmi. E’ importante. Se mi ascolti non te ne pentirai.” Disse John, guardandola profondamente negli occhi.


“Okay, ho capito. Spara questa stronzata e smamma.”
Il ragazzo dal naso aquilino fece un sorriso soddisfatto e poi riprese.


“Tra una settimana io e Paul partiamo, con altri due nostri amici e un’altra ragazza.”


Appena sentì queste parole uscire dalla bocca del suo amico, Layla sprizzava gioia da tutti i pori.
Soprattutto per la parola ‘ragazza’, poiché ultimamente stava nutrendo un interesse particolare verso il sesso femminile.
Ma, come al solito,nascose tutta questa euforia con il suo comportamento estremamente e fermamente cinico e freddo.
“Beh, e cosa devo dirti?”


“Aspetta, fammi finire. C’è un posto in più. E beh, mi farebbe molto piacere averti con noi, stronzetta.”


Il viso di Layla si illuminò : era talmente felice che saltò in braccio a John, come aveva fatto rarissime volte.
John la strinse a sua volta.
Lei si staccò, e rossa di vergogna, si schiarì la voce.
“Quindi, quando partiamo? Dov’è che andiamo? Quanti siamo? Come si chiamano i tuoi ami..”


“Hey, calma! Frena, cara. Una domanda alla volta. Se tutto va bene dovremmo partire esattamente tra una settimana, quindi, martedì prossimo, e siamo diretti in Italia. Mh..” John cominciò a fare il conto sulle dita delle mani “..dovremmo essere esattamente sette!”


“Oh, capisco. Va bene, ci sto. Andiamo a prendere una birra, coglioncello?”


“Ovvio, Madame.” Il ragazzo si inchinò, e Layla, ridendo, pensò che nessuno era come John.
Nessuno avrebbe mai potuto sostituirlo.



Stranamente, Lennon, camminava con un ‘espressione alquanto ebete e allo stesso tempo terrificante, e talvolta si girava verso Layla ed emetteva una risatina che avrebbe fatto scoglionare anche Dio onnipotente.


“Che cazzo mi ridi?!” esclamò, sempre dall’alto della sua finezza, la ragazza.
“Buh, niente.” Rispose divertito l’altro e continuò a camminare.


Arrivati in birreria, dove, ad ogni ora del giorno e della notte, c’era casino, casino e ancora casino, John si precipitò nella direzione in cui già prima Layla aveva avvistato una bellissima ragazza. E l’amica di Lennon, senza volerlo, prese a seguirlo.

“Layla, questa è Elen, una mia amica.”

“Piacere, Layla.”

“Piacere tutto mio, Elen.”

“Allora, ragazze, ci sediamo?”
Si guardarono entrambe e annuirono al ragazzo dai capelli color castano ramato, e presero posto al bancone.

“Tre birre, gentilmente.” Disse John al cassiere.  “Offro io stasera.” Affermò sorridendo, rivoltosi alle ragazze.

“Lennon gentiluomo..mh..questa mi è nuova.” Ridacchiò Elen.

“Tu non mi conosci bene, cara.”ribatté John prima che le due ragazze potessero scoppiare in una sonora risata che rimbombò per tutta la birreria.

“Beh, sbruffoncelle, io vado fuori a fumare. A dopo, fate conoscenza!”


Layla vide con la coda dell’occhio il suo amico allontanarsi, e promise a sé stessa che gliel’avrebbe fatta pagare. Oh cielo se l’avrebbe fatto.
L’idea di rimanere da sola con Elen la terrorizzava.
Ma non era Elen in se, era il fatto di iniziare una conversazione intima con un individuo qualsiasi che le faceva venire numerosi attacchi di panico.

‘Layla, porco cazzo, fa finta che sia John’ pensava tra sé e sé mentre l’altra sorseggiava la birra ormai calda.

Prese coraggio e cominciò a parlare.

“A..Allora, dimmi, Elen, cos’è che fai nella vita?” disse tutto d’un fiato per poi deglutire.

“Mah, niente di che. Sai, sono esperta nel celebrare riti satanici a coccinelle di peluche.” Rispose sorridendo.

“Con un rosario in mano, scommetto.”

“Ovvio.”
Sorrisero entrambe.
Qualcosa, nella mente di Layla, forse un sesto senso o qualche altra cosa indecifrabile o astratta, che quella sarebbe stata una delle più belle serate della sua vita.
Da quel giorno, la sua vita sarebbe cambiata.
Totalmente.
  
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