27/07/2013
3 recensioni
There’s a place that I know
It’s not pretty there and few have ever gone
If I show it to you now
Will it make you run away
L’ennesima goccia di pioggia: è caduta sul tetto.
Plin.
Si appoggia alla porta, lo sguardo fisso sul quelle palpebre chiuse.
Plin.
La pioggia si sta facendo più intensa. Un tuono squarcia il cielo. Belle continua a dormire. Poi si gira su un fianco.
Fuori ormai c’è tempesta. L’odore di salsedine si fa strada nel locale.
L’uomo non riesce a distogliere le proprie iridi da lei; si chiede come faccia anche solo ad assopirsi, lì dentro.
Il vento inizia ad ululare.
Lui invece preferisce non dormire, ci sono troppi sogni che potrebbe fare. O forse ha solo paura che l’immagine della ragazza non affiori nella sua mente.
Un tonfo poco lontano.
Deve essersi spezzato qualcosa fuori. Era un rumore forte, ma non importa.
Belle si agita, forse sta per svegliarsi. Forse è il caso che lui se ne vada.
Lo fa contro se stesso ma alla fine si sposta, sgattaiola fuori dalla stanza e scende lentamente le scale.
Evita di guardare lo specchio. Vedrebbe solo il proprio riflesso e quello del salone, troppo vuoto ed imperfetto senza la sua presenza.
***
Will you return?
And remind me who I really am
Please remind me who I really am
Il cielo che sovrasta Storybrook è limpido, d’inchiostro, punteggiato da qualche stella.
Il signor Gold è di nuovo appoggiato ad una parete, lei è di nuovo insieme a lui.
Non è un sogno da cui fa troppo male risvegliarsi: è un fattore che rende la realtà degna di essere vissuta e, finalmente, dopo ventotto anni, lui vuole viverla.
Domani dovrebbe essere il giorno per riscuotere l’affitto ma, chissà, forse dopo tutto questo tempo1 può finalmente aspettare. C’è qualcosa di più importante. Anzi, si corregge, qualcuno.
***
But we’re worth it
You know that we’re worth it
“La famigliola riunita” ha sempre un ottimo, terribilmente invadente, tempismo.
La osserva sparire dietro la porta, poi si volta verso Belle. Dio, i suoi occhi.
«Riprendiamo da dove ci hanno interrotti?» tenta in modo gioviale, sollevando gli angoli della bocca nel suo sorriso.
Lei annuisce pensierosa, cerca distrattamente nel cestino un qualcosa che, giurerebbe, non sa nemmeno lei.
«C’è qualcosa che non va, cara?». Non è facile di suo ricostruire un rapporto specie se, per altro, l’hai sfilacciato con le tue stesse mani, o più esattamente l’hai quasi fatto annegare in un pozzo, soprattutto se inizia ad interferire anche lo sceriffo con accuse di omicidio.
Belle scuote la testa, e dopo un paio di minuti parla: «un giorno potremmo prenderne uno».
Gold la fissa senza comprendere, ma quel “potremmo” già li piace.
«Un cane, intendo» spiega la donna distendendo il volto in un sorriso genuino ed aperto. «Sei stato dolce, con… Pongo».
«Grazie» risponde lui, concentrandosi poi sul pranzo. «Anche per avermi difeso, intendo». Si sente in leggero imbarazzo, prima d’ora non gli era mai piaciuto non avere il controllo della situazione, ma oggi è diverso, è quasi piacevole non sapere dove andrà a parare la conversazione.
«Di niente. Sapevo che non eri colpevole», Belle lo guarda, infine riprende: «pranziamo».
E Gold capisce che lei, forse, non se ne andrà più e che deve finalmente avere il coraggio di non farla scappare.
Don’t run away
Don’t run away
1: citazione de’ “Harry Potter ed i doni della morte”.
Note: sì, esatto io sono quella che shippa Emma/Gold ma… loro sono l’amore. :3 Ho iniziato a seguire Once upon a time un po’ tardi ed oggi stavo vedendo la 2x10 – dov’è ambientata, appunto, l’ultima parte – in streaming quando mi è venuta quest’idea.
È colpa di Belle che mi ha fatto venire gli occhi a cuoricino e della cosa del cane. xD
La prima scena, invece è inserita durante la permanenza della ragazza al castello, come avrete compreso, mentre la seconda la sera prima che Belle diventi bibliotecaria, scusate ma non mi ricordo i numeri delle puntate. lol.
I tratti di canzone utilizzati, invece, sono dell’ omonima canzone Dark side, cantata da Kelly Clarkson che potete trovare qui (ve la consiglio), mentre la traduzione è qui.
Detto questo la smetto di annoiarvi, grazie di aver letto, vi invito a recensire.