Le
stelle restano in silenzio eppure c'è chi le
guarda per ore
«Dove
stiamo andando?» gli chiese per la centesima volta, ma non
ottenne risposta;
Gabriele, infatti, continuò a guidare incurante delle sue
lamentele.
Dopo
quella che le parve un’eternità, il ragazzo
accostò vicino al lungomare e la
condusse in una spiaggia bianca e sabbiosa, pressoché
deserta visto l’orario,
che si affacciava sul limpido mar Ionio. Mentre si guardava in giro
affascinata
dal luogo, Gabriele armeggiava con l’accendino e la legna che
aveva tirato
fuori dalla busta di carta che aveva con sé.
“Sta
preparando un
falò”, pensò Gemma,” un
falò solo per me”.
Si
avvicinò sorridendo e gli schioccò un bacio sulla
guancia, intenerita dal suo
gesto. Da giorni tentava di tutto per farle dimenticare Fabio: uscite
al parco,
cinema, concerti, e ora questo. Non sapeva come ringraziarlo.Venti
minuti dopo,
stavano mangiando fianco a fianco in religioso silenzio, mentre le
fiamme
danzavano davanti ai loro occhi. Il rassicurante calore del fuoco, che li cullava dolcemente, li
spinse a
distendersi sulla coperta che Gabriele aveva saggiamente portato.
«
Quella è l’Orsa maggiore»
indicò con il dito. Lanciò un’occhiata
a Gemma e
lesse confusione nei suoi occhi, mentre scorgeva il cielo sopra di
loro.
Ridendo le prese la mano per percorrere con l’indice smaltato
le sette stelle
che formavano il Grande Carro. E poi, spostandole il dito lungo la coda
dell’Orsa, aggiunse: «questa è Arturo,
la terza stella più brillante del cielo
boreale.»
«Wow»
esclamò Gemma, affascinata da quel luccichio confuso che
stava lentamente
prendendo forma. «Come fai a sapere tutte queste
cose?».
«Segreto»
sussurrò abbassando di qualche ottava la voce, e Gemma rise
per il malriuscito
tentativo di fare il misterioso con lei.
«Comunque
sono solo un appassionato di astronomia e dei miti collegati alle varie
costellazioni» spiegò
semplicemente. «Se vuoi» esordì
un po’ incerto, «te ne
racconto qualcuno.»
«Ne
sarei felicissima!» Amava la mitologia, in particolare quella
greca; pensava
che fosse la primigenia espressione di creatività
dell’uomo.
«Accanto
alla costellazione di Boote, di cui fa parte Arturo,
c’è la Corona Boreale,
legata al mito di Bacco e Arianna».
Vedendola
disorientata, le
afferrò nuovamente la
mano e disegnò con l’indice un arco semicircolare
nel cielo. Gemma strizzò gli
occhi e finalmente la vide: una corona stilizzata formata da sette
stelle
disposte a semicerchio.
«Si
narra che a Nasso Bacco incontrò Arianna, principessa di
Creta, disperata per
l’abbandono dell’amato Teseo, e che lì
si innamorò di lei. In pegno d’amore il
dio le regalò un diadema d’oro, che lui stesso
lanciò in cielo a formare una
costellazione, dopo la morte di Arianna».
«È
una bella storia» bisbigliò Gemma, con la mente
volta alla relazione d’amore,
tragicamente finita per l’abbandono del
suo
Teseo.
«Sì,
mi piace perché ci insegna a non disperare mai, a non
arrenderci.
Quell’abbandono, che inizialmente poteva sembrare una
catastrofe irreparabile,
era solo un cambio di direzione, un tentativo della vita di dirle
“non era la
tua strada, quella”. O almeno... io la vedo
così.»
Gemma
guardò i grandi occhi scuri di Gabriele e sorrise. Forse aveva trovato il suo Bacco.
Due
piccole annotazioni finali: riguarda il nome della protagonista, Gemma,
che è
un richiamo all’Alfa Coronae Borealis, cioè alla
stella più brillante della
Corona Boreale, anche chiamata Gemma; il titolo della flash,
“ Le stelle
restano in silenzio eppure c'è chi le guarda per
ore”, che rimanda a una strofa
della canzone “Fino ad urlare” di Dydo (Huga Flame).
La
storia partecipa al contest "Synthesis? In the flash!" indetto
da Chara.