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Autore: MikaMika    28/07/2013    2 recensioni
Avevo scribacchiato questa sciocchezza subito dopo l'ultima puntata della 4 stagione, oggi l'ho ritrovata, ed in un momento di calma ho deciso di revisionarla e pubblicarla! Non ho potuto fare a meno di pensare al momento in cui Caroline ha mandato gli inviti per il diploma. Era un passaggio che m'incuriosiva parecchio...Dunque spero che strapperò un sorriso con questo sciocco passatempo che vede Caroline la tiranna, gli amici di una vita ingannati e la nemica giurata accorrere in soccorso! Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie, Bennett, Caroline, Forbes, Elena, Gilbert, Matt, Donovan, Rebekah, Mikaelson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un invito a New Orleans





-Caroline, hai finito di imbustare quegli inviti?- Matt lasciò cadere la testa pesantemente sul tavolo di legno scuro del Grill, dopo avermi fatto la stessa domanda per la milionesima volta.
-Sì, ecco, ancora qualche minuto- dissi cercando di mantenere un tono di voce gioviale e allegro. Niente mi aveva estenuata di più che cercare di sembrare entusiasta quei giorni. Per questo motivo cercavo di tenermi sempre occupata, per esempio torturando i miei amici con le mie paranoiche manie di perfezione relativamente alla cerimonia del diploma.
-Lo hai detto anche cinque minuti fa, e cinque minuti prima e cinque minuti prima ancora..-
Si lamentò Bonnie mentre Elena cercava di consolare Matt che aveva palesemente perso le speranze che ormai riuscissimo a finire in tempo affinché lui riuscisse a tornare a casa prima di iniziare il suo turno di lavoro.  
-Ecco fatto!- dissi alla fine, dopo aver chiuso anche l’ultima busta bianca, stando attenta a non stropicciare la carta.
-Finalmente!- sbuffarono tutti e tre i miei amici in coro. Bonnie mi passò una penna per scrivere l’ultimo indirizzo, mentre Rebecca se ne stava appollaiata su uno sgabello, con la solita aria annoiata. Da quando il suo rapporto con Matt era diventato amichevole me la ritrovavo tra i piedi sempre più spesso, ma poiché lui rifiutava di cacciarla, non che non avessi provato a convincerlo, alla fine mi ero rassegnata e quindi ci limitavamo ad ignorarci a vicenda, provando, spesso infruttuosamente, a darci meno fastidio possibile.
-No, non fa niente andiamo, questo lo scrivo dopo- dissi rifiutando la penna che la mia amica strega mi stava porgendo. Cercai di mantenere un tono di voce non curante, ma non ero mai stata brava a mentire.
-Stai scherzando? Ci hai tenuto qui tutto il pomeriggio perché entro oggi tutti gli inviti dovevano essere spediti e adesso che ne manca uno soltanto rimandi?- lo sguardo allucinato di Matt mi fece quasi preoccupare. Temetti che stramazzasse al suolo da un momento all’altro o che scappasse urlando quanto le donne fossero incomprensibili. Purtroppo per me il mio atteggiamento non suonava strano solo alle orecchie del povero Matt.
-Beh, il grosso è fatto..- tentai di giustificarmi prima di alzarmi in piedi e mettere l’ultimo biglietto nella borsa.
-La posta chiude tra mezz’ora Care!- mi fece notare Elena mentre raccoglieva tutti gli inviti che avevamo sparso sul tavolo insieme –Scrivi quell’indirizzo e dammi la busta, la porto io con tutti gli altri-
Dannazione. Sapevo che non sarebbe stato facile uscirne, ma avevo sperato che liquidassero il mio comportamento come un’insolita stranezza e non che iniziassero a farmi pressing psicologico. Avrei dovuto compilarlo da sola quell’invito. Da sola, a casa. Ma temevo che se non lo avessi fatto sotto gli occhi vigili dei miei amici avrei finito per scrivere molto di più di quanto dovevo.
-No, lo porto io dopo..- tentai ancora non sapendo dove aggrapparmi.
-Qual è il problema Caroline?- mi chiese Bonnie ormai esasperata. Forse li avevo stancati troppo, ma questo faceva parte del piano. Secondo la mia idea geniale sarebbero stati troppo stanchi per fare domande e troppo impazienti di andare via.
Sorrisi riluttante verso le mie amiche e scossi la testa, non sapendo cosa rispondere. Bonnie, Elena e Matt continuavano a guardarmi confusi dal mio comportamento, attendendo una risposta convincente. Purtroppo per me non riuscii a concentrarmi su di loro, la mia attenzione era completamente rivolta al sorriso divertito che Rebecca aveva stampato in faccia. Un sorriso che diceva a caratteri cubitali “Caroline Forbes sei stata beccata!” .
Strabuzzai appena gli occhi, quando la sentii emettere una risatina maligna. I miei amici si voltarono tutti verso di lei che aveva abbandonato la sua posizione amorfa e si era tirata su dritta sulla schiena. In quel momento pensai a tutti i modi nei quali avrei potuto ucciderla prima che aprisse bocca. Purtroppo per me era un originale, dunque le alternative erano carenti.
-Forse Caroline ha dimenticato l’indirizzo di alcuni cugini un Louisiana..- azzardò, mentre parlava con loro guardava me dritto negli occhi. Per quanto mi scocciasse ammetterlo, e per quanto la sua allusione alla Louisiana mi avesse fatto rizzare tutti i capelli in testa, non potei fare a meno di notare come mi avesse servito la scusa perfetta su un piatto d’argento.
-Emh, sì esatto! È proprio così- balbettai cercando di non guardare nessuno negli occhi.
-Non sapevo avessi parenti lì- la fronte di Bonnie era aggrottate, sicuramente era presa a cercare di ricordare se gliene avessi mai parlato. Beh sicuramente non avrebbe ricordato niente. Avevo parenti ovunque, persino in Nuova Zelanda e un paio di zie in Europa, ma in Louisiana, per quanto ne potevo sapere, nessuno dei miei parenti aveva mai messo piede. La guardai ostentando l’espressione più innocente del mio repertorio e sollevai le spalle.
-Perché non ce l’hai detto subito?- Matt era sconcertato. Effettivamente perché non glielo avevo detto subito? Era un’ottima domanda! Un’ottima domanda alla quale io non sarei riuscita a dare una risposta. O magari ci sarei anche riuscita se loro avessero smesso di guardarmi in quel modo confuso, in trepidante attesa che io facessi un passo falso. Ma forse questo non era vero, era la mia coscienza sporca a farmeli sembrare sospettosi. O no?
-Oh, figuratevi! Vi ha assillato per giorni sul fatto che dovevate essere pronti per la stesura degli inviti di questo pomeriggio!- la voce sempre più divertita di Rebecca catturò la mia attenzione, cosa stava facendo? E soprattutto perché? –Ironia della sorte, l’unica impreparata è proprio lei! Ammettilo Caroline, la maniaca del controllo si è fatta sfuggire qualcosa questa volta eh!- terminò la frase riservandomi un sorrisetto malizioso.
Cercai di ringraziarla con lo sguardo, cercando d’ignorare il doppio senso su cosa o chi mi fossi lasciata sfuggire dalle mani, mentre una parte del mio cervello era ancora occupata a capire cosa la stesse spingendo a venire in mio soccorso. –Già- balbettai ancora una volta.
-Come vuoi, ci vediamo più tardi- annuii sollevata ai miei amici li guardai mentre si allontanavano dal tavolo, lasciandomi sola con Rebecca che non la smetteva un secondo di guardarmi compiaciuta.
-Grazie..-  dissi appena fui sicura che nessuno, a parte Rebecca, mi avrebbe sentita.
Lei non rispose continuando a fissarmi divertita. Feci per andarmene, dopo averle fatto un sorriso tirato, ero in imbarazzo e non sapevo che dirle. Doveva essermi sfuggito il manuale su come ringraziare la tua acerrima nemica quando questa ti aiuta a mentire ai tuoi amici. Non appena feci un passo scossi la testa e tornai a voltarmi verso di lei. La trovai immobile, con la stessa espressione sul volto, intenta a guardarmi. La tentazione di andarmene il più lontano possibile dalla sua espressione compiaciuta era forte, nonostante questo tornai indietro, poggiai la borsa sul tavolo e mi sedetti sullo sgabello accanto a lei. –Ok, perché mi hai aiutata? Che c’è sotto?-  Per buona educazione avrei dovuto limitarmi a ringraziare, ma se lo avessi fatto, probabilmente, non sarei stata Caroline Forbes.
-Forse la domanda giusta è per chi è quell’invito Caroline?- la voce di divertita di Rebecca mi fece tendere come una corda di violino.  Non che fosse una sorpresa. Sapevo che era una domanda retorica e che non aveva bisogno che io glielo dicessi. Era chiaro come il sole che mi avesse scoperta, dal suo primo sorriso malizioso, anche senza tener conto delle battute a doppio senso che si era lasciata sfuggire. Rimanemmo entrambe in silenzio, a fissarci l’un l’altra.  Serrai le labbra, cercando di nascondere il disappunto. Mi stavo innervosendo, ma infondo quella spina nel fianco di Rebecca mi aveva appena tirata fuori da una situazione difficile, quindi il minimo che potevo fare era, se non sotterrare l’ascia di guerra, almeno evitare di essere la prima ad attaccare briga.
-Ti ho aiutato perché ho intenzione di festeggiare il mio diploma ed avere la mia festa - disse dopo un po’, quando era ormai chiaro che non avrei fatto ammissione di colpa ad alta voce –la mia è una sorta di proposta di tregua..- non mi guardò negli occhi mentre mi diceva quelle parole.  Non conoscevo bene Rebecca, in realtà non avevo mai avuto alcun interesse a farlo, ma in quel momento qualcosa mi spinse a cercare di capirla. Sembrava sincera. Sembrava. Ma potevo davvero fidarmi di lei?
Evidentemente la mia espressione dubbiosa non le sfuggì. Rebecca saltò giù dallo sgabello e prese carta e penna dalla borsa tanto velocemente che quasi non riuscii a vederla. Rimasi a guardarla in silenzio fino a che non alzò di nuovo lo sguardo su di me.
-A riprova della mia buona fede- disse porgendomi il biglietto –Immagino ti serva- lasciò il locale in fretta, lasciandomi lì immobile, con quel foglietto in mano. Sopra un indirizzo, a New Orleans.




ANGOLO DI MIKA

Latitanza regna sovrana! Spero sia gradita! Se vi va di lasciare due righe...fate pure :)
                                       
  
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