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Autore: Lia483    28/07/2013    6 recensioni
Mi mancava, mi mancava da morire…
Sentivo ancora la sensazione dei suoi corti capelli neri tra le dita…
Mi sdraiai al sole, sul mio asciugamano colorato.
E nel buio dietro i miei occhi chiusi, rividi noi.
Rividi i nostri ricordi d’estate.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NOTE DELL'AUTRICE: beh, questa è la storia più fluff che ho mai scritto, però la posto perché mi piace davvero un sacco...o almeno mi piace la parte romantica della storia, che alla fine non è niente di che ^^
Buona lettura <3

 


RICORDI D'ESTATE


Scesi le scale di pietra bianca con passi rapidi e precisi.
Non vedevo l’ora di essere sulla spiaggia chiara per prendere il sole e scaricare tutto lo stress accumulato.
Il mare mi aveva sempre fatto quell’effetto. Il rumore della risacca aveva un effetto rilassante sui miei nervi o i miei problemi, mi tranquillizzava, forse perché il mare era imperturbabile, un vero essere divino che nulla poteva distrarre dal proprio moto. Le onde non si fermavano mai, e ogni giro si portava via uno dei miei problemi.
Rallentai appena quando ormai mancavano pochi passi, già respirando l’odore del sale come se fosse il balsamo, per la mia anima ferita, di cui avevo più bisogno.
Ma non appena mi ritrovai sulla sabbia candida, ricordai troppe cose.
Vidi dolci sorrisi, sentii forti braccia e ascoltai parole sussurrate.

Mi mancava, mi mancava da morire…

Sentivo ancora la sensazione dei suoi corti capelli neri tra le dita…

Mi sdraiai al sole, sul mio asciugamano colorato.
E nel buio dietro i miei occhi chiusi, rividi noi.
Rividi i nostri ricordi d’estate.
Le nostre partite a pallavolo.
Le nostre coccole sotto l’ombrellone o baciati dal sole.
I nostri giochi nell’acqua come teneri bambini.
E sentii il profumo della tua pelle, che, quando stava troppo al sole, sapeva di calore, di mare e ancora più di te.

(FLASHBACK)
Mi era impossibile allontanarmi da lui, per quanto ci provassi.
Mi sentii abbracciare da dietro e le sue labbra mi sfiorarono il collo.
Lo lasciai fare, mi lasciai consolare e tranquillizzare dal muto amore del suo abbraccio.
“Amore, cosa pensi?”.
“Nulla…”.
Mi voltò verso di sé e sorrise indulgente. “Conosco quello sguardo. Cosa ti preoccupa?”.
“Io… sono gelosa a morte!” esclamai con forza.
“E perché dovresti esserlo?”.
“Perché... perché io ho una paura matta di perderti. Sento di non essere abbastanza per tenerti legato a me. E se un giorno tu incontrassi qualcuna più bella di me?”.
Dare voce alle mie paure era difficile, ma non quanto era impossibile affrontare la mia paura di perderlo per sempre.
Una mano mi rialzò il viso che avevo abbassato e incontrai i suoi occhi tra il verde e il castano, un connubio perfetto dei due colori.
Come al solito il suo sguardo caldo e dolce mi fece sentire una sciocca.
Di cosa stavo dubitando? Di lui??
“Amore, esistono milioni di ragazze più belle di te. Eppure, guarda caso, sono proprio qui, con la ragazza che stringo tra le braccia. Perché sei speciale, perché sei tu.
Nessuna ragazza ha il tuo modo di fare un po’ buffo, il tuo sorriso infantile o il tuo profumo dolce. Quello lo riconoscerei tra mille. Lo sento e capisco che sei tu, il mio tesoro più grande”.
(FINE FLASHBACK)

Forse ho dubitato della mia bellezza e delle mie capacità.
Ma mai del tuo amore, del sentimento che ci univa.

Te, sembra proprio di sì.

Smisi di pensare, in lacrime, e mi alzai per lanciarmi nell’acqua chiara e limpida del Mar Egeo, che bagnava una delle tante isole greche in cui mi ero andata a rifugiare.
Per scappare da tutto ciò che mi ricordava te.
E non c’era nulla, ma proprio nulla, nemmeno una mattonella, che non avesse qualche legame con te.
Persino il mare, che mai è uguale da una volta all’altra, non faceva che ricordarmi te.
Proprio come ora.
Ora che nuoto in un mare azzurro, invece che indaco e blu notte.
Niente ti porta via da me.

***

La sera ero seduta sola ad un tavolo, sulla terrazza di un ristorantino tipico.
Il vino del mio bicchiere girava in tondo senza fine, mentre lo muovevo, e vedevo la mia vita fare lo stesso.
Girare in tondo, intorno a lui, e non trovare un’uscita, non riuscire a dimenticarsi di lui.
Eppure se lo era meritato.
Aveva smesso silenziosamente di cercarmi, di vedersi con me,…
Poi la sua voce attraversò il locale. “Ci ho messo un mese per scoprire dove ti eri cacciata, mia bella cucciolina!”.
Mi guardai intorno con poca convinzione, dopotutto non mi sarei sorpresa se fossero state allucinazioni della mia testolina bacata, ma di colpo incrociai quel suo sguardo caldo e innamorato su di me.
Si avvicinò, con passo lento e circospetto, come per paura che io potessi fuggire di nuovo.
Era quello che volevo fare, ma restai inchiodata sulla sedia dal suo sguardo.
Si avvicinò fino a fermarsi di fianco alla mia sedia, e mi guardò in modo dolce, come se non ci fossimo mai separati.
“Cosa fai tu qui???”.
“Sono venuto a cercarti, dopo esser stato insultato da tutti i nostri amici per averti lasciato dopo la bellissima estate passata…… Fossi matto!! Io non ho mai fatto niente di tutto ciò!”.
Il cuore smise di battere, mentre lo fissavo.
“Ma te ne sei andato…”.
“È vero, mi sono allontanato da te perché era indispensabile per ragionare in modo corretto sulla nostra vita e il nostro futuro. Quando siamo vicini, penso solo a quanto sei bella e a quanto vorrei farti felice. Dovevo andarmene”.
Mi prese la mano che io avevo lasciato inerte sul tavolo e la strinse. “Ma ti saresti dovuta fidare. Ti avevo detto che sarei tornato presto”.
Questa era un’accusa potente, che mi fece soffrire, ma fin da subito mi ero dimostrata la ragazza più insicura del pianeta. “E se i tuoi ragionamenti ti avessero portato a capire che tra noi è tutto impossibile?”.
“No, non poteva succedere. Perché io ho semplicemente ragionato su ciò che dovevamo fare di noi, non sul fatto che ci amiamo o no. Su quello, mai ho avuto un dubbio”.
Quasi come se mi stessi strappando un arto, provai dolore a togliere la mano dalla sua. “E a che conclusioni sei arrivato?”.
“Non so più se sia la strada giusta, ora che sei fuggita da me”.
“No, voglio saperla. Così ci saremo detti tutto, non rimarrà nulla in sospeso tra noi, e ognuno continuerà per la sua strada”.
Oddio, ognuna di quelle parole era un colpo al cuore.
Se lui era tornato da me, se mi aveva cercata per tutto questo tempo, significava che voleva restare con me.
Perché avrei doluto lasciarlo andare??
Lui si schiarì la voce, imbarazzato dal fatto che tutto il locale ci stava guardando immobile, invece di occuparsi di se stessi e del proprio divertimento estivo.
Lanciai un’occhiata assassina e bruciante tutt'intorno, ma non appena lui si inginocchiò davanti a me, nessuno mi considerò più.
E io non considerai più nessun altro che non fosse lui.
Di nuovo le mie mani finirono nelle sue e sembravano essere ritornate nel loro posto predestinato.
“Dopo la nostra bellissima estate, piena di ricordi di noi, un’estate che ho intenzione di serbare nel cuore in eterno perché tutto con te era speciale. Anzi, con il nostro amore a colorare il mondo tutto era speciale. Dopo tutto questo tempo, dopo gli anni e le innumerevoli estati passate insieme, io sono arrivato alla conclusione che senza di te non ci posso vivere. Perciò, davanti a testimoni sconosciuti e davanti alla luna che ci bagna con la sua luce, io ti chiedo: vuoi sposarmi?”.
Il mio sguardo si addolcì senza che potessi fermarlo e strinsi le sue dita, in una muta richiesta di conferme.
“È un modo nuovo per chiedermi scusa?”.
Sorrise. “No, è un modo per dimostrare quanto il mio amore verso di te sia enorme ed eterno”.
Fissai la luna, ma non aveva consigli da darmi.
Sapevo quale risposta dare per evidenziare in modo sublime l’estate più bella della mia vita, che mai più ritornerà.
Anche se il nostro amore continuerà per sempre a colorare la nostra vita di dolce calore estivo.
“Sì”.

 


FINE.

  
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