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Autore: Seki    28/07/2013    2 recensioni
-Non sono sicuro di farcela…-
Il ragazzo balbettò appena, lasciando che le parole uscissero dalle sue labbra in un filo di voce spaventato, mentre le sue dita stringevano tremanti il nodo della cravatta nera.
-Andrà bene.-
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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We are One

All the wisdom to lead

All the courage that you need

You will find when you see

We are one.

(We are one; The Lion King)

La figura che lo rifletteva nello specchio era, in un modo molto strano, spaventosa e confortante allo stesso tempo.

Tsuna si osservava con fare dubbioso, ancora incapace di riconoscersi con quei vestiti così eleganti addosso.

-Non sono sicuro di farcela…-

Il ragazzo balbettò appena, lasciando che le parole uscissero dalle sue labbra in un filo di voce spaventato, mentre le sue dita stringevano tremanti il nodo della cravatta nera.

-Andrà bene.-

Da qualche parte, vicino alla sua gamba, la voce di Reborn risuonò rassicurante, per una volta priva di scherno e disappunto, ma carica di qualcosa che, Tsuna non ne era molto sicuro, assomigliava molto all’orgoglio.

-Basterà che resti te stesso.-

Il giovane boss annuì, ancora non del tutto convinto, ma non ebbe più tempo di esporre i suoi dubbi che già l’Arcobaleno lo stava spintonando fuori dalla stanza, conducendolo ancora una volta su una strada insicura.

Conducendolo verso il trono dei vongola.

*****

Uno sbuffo di fumo si levò appena al di sopra della sua testa, prima di sparire completamente inghiottito dal vento.

Gokudera sfilò la sigaretta dalle sue labbra ed emise un respiro profondo, carico di quella tensione che accompagna le grandi aspettative.

Eccolo, il momento che aveva atteso da sempre: quel giorno il suo sogno si sarebbe realizzato ed il suo ruolo di braccio destro sarebbe stato confermato davanti a tutti.  

La cerimonia di successione si sarebbe tenuta in maniera ufficiale e, da quel momento, non sarebbero più potuti tornare indietro. Nessuno di loro.

Il Guardiano della Tempesta fece un altro tiro di sigaretta, sorridendo.

Avrebbe passato tutta la sua vita a servire la Famiglia Vongola, al fianco del Judaime, offrendogli la sua lealtà senza voler nulla in cambio. Per sempre.

Era pronto. Lo era da sempre.

Ed era anche in ritardo, in realtà.

Con un gesto di stizza il ragazzo spezzo il resto della sigaretta tra le sue dita, prima di buttarla a terra.

Dove diavolo si era cacciato Yamamoto Takeshi?

 *****

Le goccioline d’acqua, residuo di una doccia fatta in tutta fredda, osservavano il ragazzo dai capelli neri che si aggirava frenetico nel bagno.

Era in ritardo al suo appuntamento con Gokudera e, era certo, questa volta l’amico non l’avrebbe perdonato, considerando il motivo del ritrovo.

Ma non era prettamente colpa sua.

L’eccitazione che aveva in corpo era troppo grande per contenerla, così si era ritrovato, con la tenuta da allenamento addosso, a correre senza una meta per la città, fino a giungere alla scuola media Namimori dove si era fermato.

Yamamoto era rimasto lì, davanti ai cancelli, fermo ad osservare la struttura, con uno stupido sorriso stampato in faccia, mentre i ricordi correvano a tutti quegli attimi avvenuti lì dentro che gli avevano cambiato la vita.

Poi l’orologio della scuola aveva rintoccato e lui si era accorto di essere in ritardo.

Ed ora si stava rivestendo in fretta e furia, gettandosi malamente la giacca nera sulle spalle e dimenticando la cravatta, per raggiungere gli amici di sempre.

Per andare a porre quel giuramento che li avrebbe resi ancora più uniti.

*****

-Gyhahaha Lambo-san è il migliore con questo vestito!-

Le urla del piccolo Guardiano del Fulmine si confondevano con le risate delle sue due giovani accompagnatrici.

Il bambino correva felice per le strade, incurante di rovinare l’abito nuovo, mentre Kyoko e Haru annaspavano dietro di lui, mentre correvano in bilico sugli eleganti tacchi, in quello che era diventato una specie di gioco.

Una gara a chi arrivava prima da Tsuna.

E se era un gioco il grande Lambo lo avrebbe sicuramente vinto, anche perché se non fosse arrivato lui Dametsuna sarebbe sicuramente scoppiato a piangere.

Quindi doveva correre, e Kyoko e Haru avrebbero fatto meglio a sbrigarsi.

Il fratellone li stava aspettando.

*****

Nella sua frenetica visione della vita Sasagawa Ryohei aveva sempre considerato il tempo come uno stupido ostacolo.

Perché rimandare qualcosa che si poteva fare subito? Perché aspettare?

Fedele alla sua filosofia, era quindi arrivato al luogo dell’appuntamento con due ore d’anticipo.

Così si era ritrovato a fare su e giù nel corridoio di quella grande villa, scavando un solco invisibile nel pavimento, ed annoiandosi estremamente a morte.

Ma la noia di quegli istanti era un piccolo prezzo da pagare.

Stava per entrare ufficialmente nel gruppo di Sawada che, essendo capitanato da un uomo così estremo, doveva essere per forza il gruppo più estremo di tutti!

Ed era davvero così.

Tsuna li avrebbe guidati verso le mete più grandi e loro lo avrebbero seguito per sempre, riempiendolo d’orgoglio per avere degli amici che sapevano come si comportavano i veri uomini.

E poi, chissà, sarebbe riuscito a far entrare il futuro – ormai imminente- boss dei Vongola nel club di boxe…

*****

Con un ultimo colpo al terreno, la giovane Guardiana della Nebbia finì di sistemarsi gli stivali, prima di voltarsi ad osservare il suo riflesso nella finestra di quell’edificio abbandonato che era da tempo la sua casa.

Presto tutto sarebbe cambiato.

Presto avrebbe abbandonato quelle mura decadenti per dare il via alla sua nuova vita a fianco di Tsuna, del Boss.

Non era sicura di essere pronta.

Non era sicura di essere adatta.

Ancora spaventata da quell'amore sconfinato, da quel legame sincero, che –in qualche modo- sembrava unire chiunque entrasse in contatto con Sawada Tsunayoshi, Chrome non era certa di star facendo la scelta giusta.

Non voleva deludere la seconda persona che, in poco tempo, era entrata a far parte del suo piccolo mondo.

Le dita della sua mano destra finirono con l’intrecciasi con quelle, più fredde e grandi, del ragazzo apparso, silenziosamente dal nulla, al suo fianco.

-Mukuro-sama…-

Un leggero bisbiglio spaventato che racchiudeva tutta l’incertezza di fare quel passo che era certa di volere.

Il ragazzo le sorrise dolcemente, come solo per lei faceva, e poi, senza dire una parola, annuì.

Le dita della ragazza strinsero con più fermezza quelle di lui mentre, insieme, abbandonavano quel luogo per raggiungerne uno più luminoso.

*****

Nel silenzio totale, solo un leggero fruscio recava il segno della presenza di qualcuno all’interno di quella stanza d’albergo.

Un ragazzo in abiti eleganti, troppo per non essere stati creati su misura, si osservava allo specchio, studiando con un velo d’istinto omicida il nodo della sua cravatta che proprio non voleva saperne di restare annodato.

Una leggera risata divertita arrivò dalle sue spalle, da una seconda figura seduta compostamente sul letto sfatto.

-Smettila di ridere, stupido cavallo.-

L’ordine perentorio fu immediatamente ascoltato da un Dino Cavallone che, lentamente, abbandonò la sua postazione per affiancare il suo allievo prediletto.

-Lascia Kyouya, faccio io…-

Il Presidente del Comitato disciplinare lasciò l’impellenza di annodare la sua cravatta al Boss dei Cavallone, mentre con uno sguardo annoiato osservava il piccolo uccellino giallo volteggiare allegro per la stanza.

In poche mosse il nodo fu fatto, ma le mani di cavallone non lo lasciarono, andando a posarsi protettive sulle sue spalle.

-Kyouya…questa è l’ultima occasione per tornare indietro. Se ora accetti è per sempre.-

Lo sguardo di Dino tradiva una leggera preoccupazione. Che fosse per un suo rifiuto di quell’incarico o il contrario, Hibari non riuscì a capirlo.

Ma lui aveva già preso la sua decisione.

-Muoviti, erbivoro, o faremo tardi.-

Dino sospirò di sollievo prima di seguire il Guardiano della Nuvola giù per le scale.

*****

Tsuna deglutì a vuoto.

La sala in cui si sarebbe tenuta la cerimonia di successione ufficiale era grande, tanto grande.

Talmente grande che tutta l’intera Famiglia Vongola e i suoi alleati potevano comodamente entrarci.

Ma non era questo a renderlo nervoso.

Il camminare lungo quello che sembrava un infinito corridoio improvvisato al centro della sala, con i suoi amici- guardiani- che si inchinavano al suo passaggio non lo innervosiva. Proprio per niente.

Il ragazzo quasi inciampò a pochi passi dalla meta, sotto lo sguardo benevolo di Timoteo che ridacchiò leggermente.

-Non essere teso, giovanotto-

Bisbigliò appena, prima di alzare il tono di voce per farsi udire da tutta la sala.

-Da questo momento, dichiaro il qui presente Sawada Tsunayoshi Decimo Boss della famiglia Vongola.-

Consapevole del suo ruolo Tsuna si voltò ad osserva l’immensa sala con quello che, sperò, non sembrasse uno sguardo troppo spaventato.

-Con lui i suoi guardiani-

Il Nono boss chiamò ad uno ad uno i suoi guardiani, per nome, lasciando poi che fosse il loro predecessore a consegnargli l’Anello Vongola rispettivo, in un rito che, per loro, aveva solo valore simbolico.

Quegli Anelli erano già parte integrante del loro essere.

Per ultimò Timoteo chiamò Gokudera, in qualità di braccio destro, e Tsuna non poté che sentire un moto di gratitudine verso l’amico che avanzò verso di lui sorridendo, tranquillizzandolo con un semplice gesto.

Poi il vecchio Boss continuò il suo discorso, seguendo una formula di rituale che Tsuna aveva ascoltato talmente tante volte che se in quel momento non avesse prestato attenzione nessuno ne avrebbe risentito.

Così i suoi occhi si posarono sui volti degli amici di sempre.

La sorpresa di ritrovarli tutti rivolti verso di lui, piuttosto che al Nono, fu grande.

Nei loro occhi poteva leggere i sentimenti più disparati: eccitazione, gioia, incredulità, ammirazione, ma anche noia e indisposizione. Un sorriso sincero si fece largo sul suo viso: non sarebbero mai cambiati.

Tuttavia c’era qualcosa che accumulava tutti quegli sguardi.

Qualcosa che era rivolto a lui, e a lui soltanto.

Orgoglio.

Lealtà.

E non come i Guardiani del proprio Boss, no, ma come amici…

-Da questo momento tutti voi, siete un’unica realtà. Niente e nessuno avrà mai il potere di dividervi, di distruggere il vostro legame.- Timoteo fece una pausa, schiarendo la voce –Dichiaro nata la Decima Generazione alla guida dei Vongola.-

E Tsuna non poté che far cadere una piccola lacrima.

 

 

 

 

 

°Blabla vari°

AAAAAAAAAAAAAASIVIGLIA! SBIRULISBIRULA! (ma Seki, guarda che non era proprio così…)
Ok adesso potete davvero rinchiudermi in un manicomio.
Io devo seriamente avere una malattia grave che mi fa immaginare Tsuna-Simba, Gokudera-Timon e ommioddioperchèMukurodevefareRafiki! Lavatemi il cervello!
Ok lasciamo perdere i miei evidenti disagi mentali.
Eccola qui, la schifezza partorita per il contest multifandom indetto dal gruppo di fb Fanfiction Challenges! Vero che non ve lo devo dire il prompt? X°°
Ma passiamo alla storia!
L’ufficializzazione ufficiale della salita al trono (?) di simb…Tsuna! Con tanto di preparazione di tutti i guardiani in ordine sparo -Hibari è l’ultimo perché lo amo di più! (Ma cosa vuol dire?)-, con un pizzico di fan service tra cui Yamamoto che fa la doccia e Dino e Hibari in albergo!
Boh mi è sembrata un’idea malata fin dall’inizio e continua a sembrarmi tale!
Sto delirando più del solito…sarà l’effetto dei matrimoni in Francia!
Alla prossima, anime coraggiose che siete giunte fin qui.
Non ve lo dico mai, ma vi amo.
Baci, Seki
 

   
 
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