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Autore: LaMicheCoria    28/07/2013    2 recensioni
La mela candita si stacca con un pop! dallo stecco su cui è impalata, finendo per rotolare a terra tra il fango, la terra ed il lerciume.
«Ehi!» è l’esclamazione di protesta, perché sì, Clint non mirava tanto al dolce quanto alla possibilità di infastidirne il proprietario: è uno dei saltimbanchi dell’Haly, ha visto il cartellone con la sua faccia da schiaffi in più di una città. Con il volto ancora contratto, le palpebre socchiuse e l’espressione ben poco amichevole, il ragazzo in questione spicca due salti, afferra prima il ramo più basso e poi quello immediatamente sopra dell’alberello accanto al baraccone di Marley e tempo un secondo l’arciere se lo ritrova affianco, il ridicolo costumino che lampeggia, sgargiante e iridescente, alla luce che gli mormora dietro le spalle.

[Pre-Avengers] [Riferimenti ad una futura Clint/Coulson] [Crossover: Batman Forever]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono
Ma sono di proprietà dei rispettivi creatori ©

 

 

 

 

 

 

Big Bat?
Not So Bad.

 

 

L’atmosfera ora è così calda e famigliare che Clint potrebbe anche abituarcisi: c’è profumo di noccioline tostate, quella fragranza un po’ bruciacchiata che scalda la lingua e si mescola all’intonaco che si scrosta crocchiolando dalle fiancate dei baracconi; il piscio di Marley, il leone dal pelo grigiastro che più che il Re della Savana sembra il Marchese dei Gatti Fattoni impregna d’acidulo la paglia –Il piscio di Marley non profuma di roselline di Maggio, questo Clint glielo ha ricordato più volte, beccandosi in risposta una sonora e insalivata soffiata a denti scoperti da parte del felino-, ma basta il tintinnio delle chincaglierie e l’assuefante pesantezza del cerone aiuta a coprire degnamente il tutto –In fondo, pensa Clint, se il cerone riesce ad ammorbidire quel paracarro che è la faccia di Barney, allora può davvero nascondere ogni cosa, anche il lezzo salmastro di urina e gatto non lavato.
Hanno acceso alcuni falò, tra le tende giallo paglierino e le roulotte sgangherate –Ne conta sei. Sette, se si conta quello che la Donna Cannone dell’Haly ha appena spento per esplorare in santa pace le tonsille di uno dei clown del Carson Carnival- e l’aria è continuamente molestata dai palpeggiamenti oro e rosso del fuoco fiammeggiante.
Clint si piega sulle ginocchia, la capotta della gabbia di Marley che scricchiola e geme sotto le suole morbide degli stivali; da dentro le sbarre il leone emette un basso ruggito, subito zittito dall’arciere che Shhh! gli ordina, portandosi un dito alle labbra Sono a caccia. L’orlo del gonnellino si sporca di polvere e feci di volatili non meglio identificati –Forse dovrebbe smetterla di appostarsi sulla cima dei baracconi, ma per quel suo poter spaziare fino all’orizzonte solo osservando il mondo dall’alto, per quel suo riuscire a vedere ogni cosa alla perfezione è disposto anche a lerciarsi il costume di scena con qualche cacchetta violacea. Davvero, cosa mangiano gli uccelli della Costa? Hamburger andati a male?
Marley grugnisce ed esala un respiro rauco, Barton può quasi vederlo –Lo vede- mentre si accuccia sul pagliericcio sporco e comincia a ronfare di gusto; l’arciere sorride a mezza bocca, negli occhi i riflessi scarlatti della criniera e la danza dei bracieri e le dita della Donna Cannone che s’intrufolano malandrine nei calzoni del clown e la goccia di sudore che leziosamente scivola dalla tempia lungo il collo e annerisce le basette e la frusta del Domatore che delinea il torace di un saltimbanco dal labbro leporino e, Dio, no! Barney che copula con una delle ballerine dell’Haly, no! Vade retro…!
«Ach! Disgustoso!» Clint fa saettare la lingua fuori dalla bocca contratta dalla nausea e decide di spostare la propria attenzione su qualcos’altro: in questo caso, la forma tondeggiante e caramellata di una mela coperta di zucchero marroncino. Sorride, si umetta le labbra, fa scivolare tra i guanti una piccola pigna caduta sulla gabbia chissà quando e chissà dove; la rigira una, due, tre volte, socchiude gli occhi, la spinge col pollice al limite dell’indice, espira…
…E poi scocca.
La mela candita si stacca con un pop! dallo stecco su cui è impalata, finendo per rotolare a terra tra il fango, la terra ed il lerciume.
«Ehi!» è l’esclamazione di protesta, perché sì, Clint non mirava tanto al dolce quanto alla possibilità di infastidirne il proprietario: è uno dei saltimbanchi dell’Haly, ha visto il cartellone con la sua faccia da schiaffi in più di una città. Con il volto ancora contratto, le palpebre socchiuse e l’espressione ben poco amichevole, il ragazzo in questione spicca due salti, afferra prima il ramo più basso e poi quello immediatamente sopra dell’alberello accanto al baraccone di Marley e tempo un secondo l’arciere se lo ritrova affianco, il ridicolo costumino che lampeggia, sgargiante e iridescente, alla luce che gli mormora dietro le spalle.
Clint solleva quieto le sopracciglia, quasi non fosse così stupito dall’agilità dell’altro –Anche se, porca vacca, come funambolo a quanto pare vale davvero, non è solo uno specchietto per le allodole. Ha i capelli neri tagliati corti, le spalle ampie e forti, i muscoli secchi, affilati per essere solo un ragazzino –Molto probabilmente non ha che un anno in meno di lui, ma chissenefrega: agli occhi di Clint, che vedono tutto, è semplicemente un moccioso con l’orecchino e vestito pure da idiota.
Da che mondo è mondo, i costumi degli altri circensi sono sempre stupidi e/o idioti e/o imbarazzanti se paragonati ai propri, anche se si parla di una tunica che spenzola tipo gonnellino in mezzo alle gambe.
«Bella mascherina» ghigna il funambolo, indicando con un dito la mezzaluna che Barton non si è ancora deciso a togliere –Ha finito lo spettacolo solo tre ore prima, non ha avuto il tempo, ma soprattutto la voglia di cambiarsi: l’incontro con i baracconi dell’Haly e la conseguente cena di mezzanotte tra saltimbanchi sono stati un ulteriore sprono alla nullafacenza.
E poi, col costume di scena fa la sua figura.
«Belle mutandine» è la replica dell’arciere e, dal sorriso che piega le labbra del funambolo, Clint capisce che pace è fatta e il sodalizio aspetta solo una buona sorsata di qualcosa di parecchio forte per essere ratificato.
Il ragazzo gli si siede accanto e lascia cadere le gambe a penzoloni oltre la cima della gabbia; Barton si chiede se sia davvero necessario avere un colletto giallo sopra una divisa dove dominano il rosso ed il verde e, in particolar modo, si domanda perché uno debba tenere le mutande fuori dalla suddetta. La malsana influenza di Superboy? Forse. Sempre pensato che da Smallville non potesse venire nulla di buono.
Il funambolo si gira e gli indirizza un sogghigno sghembo, invitandolo silenziosamente ad accomodarglisi affianco. Clint scrolla le spalle, Perché no?, e si accuccia, spalla contro spalla con Mister Mutandine-Scarlatte –Anche lui deve avere concluso da poco lo spettacolo in chissà quale città, altrimenti non si spiegherebbe il tenere addosso una roba del genere. Almeno la propria divisa è bella. Ha il gonnellino, è vero, ma è viola. E il viola è fico.
«Di’, Il Più Grande Tiratore Scelto Del Mondo, dov’è che state andando?»
«Portland»
«Portland?» il funambolo dell’Haly storce la bocca e scuote la testa «E che mai ci andate a fare a Portland?»
«Pensavo di diventare un violoncellista» risponde Barton e l’altro caccia la testa all’indietro e ride e goccioline umide s’imporporano di barbagli cangianti agli ansiti del fuoco, lì, all’altezza delle orecchie e sulla fronte.
Clint si accorda con uno sbuffo divertito, la maschera che si incolla alla pelle per il caldo crescente.
«E voi, invece? Dove avrete il prossimo spettacolo?»
Il ragazzo s’umetta le labbra e gli occhi scintillano, le pupille si dilatano ad ingoiare per l’euforia tutti i colori del mondo.
«Gotham City» risponde, con che di estatica aspettativa nella voce, appena più entusiasta di quanto l’arciere si sarebbe aspettato.
«Gotham City? Fa’ attenzione, Magnifico Grayson Volante: dicono che a Gotham girino pipistrelli belli grossi»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Finali

Io credo di avere una sorta di fetish per i Crossover.
Soprassediamo.
I riferimenti sono, per il personaggio di Robin, al film Batman Forever di Joel Schumacher, mentre per Clint abbiamo un pizzico di biografia ComicVerse (L’infanzia nel circo, il fratello Barney) con ovvi riferimenti al film Avengers E vagamente Phil/Clint ma sono dettagli
E boh.
L’idea mi piaceva, lo ammetto.
Alla prossima!

   
 
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