15. Right here in my arms
Non appena aprii la porta, mi trovai davanti Jonna. No, forse “davanti” non era proprio il termine adatto, perché mi si gettò letteralmente tra le braccia, cercando di baciarmi....e riuscendoci, purtroppo.
“Ville, sono stata una stronza...ho riflettuto tanto, io ti amo, ti prego torna con me!” implorava.
In quel momento, sentii Milla scendere le scale. “Amore, chi è?”
Spinsi Jonna via da me, ma troppo tardi. Milla, la mia Milla, aveva assistito alla scena ed era corsa via.
Mi precipitai alla porta, la chiamai a gran voce, ma non si voltò nemmeno.
“Vattene” dissi torvo a Jonna, che mi guardava con un sorrisetto soddisfatto.
“Quella sarebbe la tua nuova ragazza?” disse sprezzante “Una volta avevi gusti migliori, mio caro Ville.”
“Vattene, cazzo! Piantala di rovinarmi la vita!” urlai.
Per tutta risposta, prima di andarsene mi tirò un pugno in pieno viso. Se ne andò ridendo, lasciandomi lì piegato in due.
Ma non era il pugno a farmi male. Il dolore che mi dilaniava era per aver fatto soffrire Milla.
In quel momento, sulla porta apparve Migè.
“Che cazzo ci faceva qui Jonna?” chiese, prima di vedermi. “Ti ha picchiato di nuovo?”
Annuii. “Lo sai che è una pazza schizzata! Migè... Camilla se ne è andata, devo trovarla!”
In macchina, mentre percorrevamo le strade di Munkkiniemi, raccontai a Migè cosa era successo.
“Che stronza” commentò “Continuo a chiedermi come cazzo hai fatto a stare con lei tutto quel tempo!”
“Me lo chiedo anch’io...” borbottai. Continuavo ad accendermi una Marlboro dietro l’altra.
“Povera Camilla...” disse Migè.
Improvvisamente un brivido mi percorse la schiena. “Andiamo al porto” dissi.
“Che diavolo c’entra il porto?”
“E’ andata a Suomenlinna, sbrigati!” gridai, senza volerlo. Speravo solo di fare in tempo. Sapevo, inspiegabilmente, cosa aveva intenzione di fare, e lo sapevo perché, in fondo, era la stessa cosa che avrei fatto io se lei mi avesse lasciato.
Me ne stavo rannicchiato sul sedile,con i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani.
“Corri Migè, cazzo! ”
“Ville, datti una calmata. Cosa vuoi che succeda? Se è davvero a Suomenlinna, dalle il tempo di smaltire l’incazzatura e vedrai che più tardi torna a casa”
Gli lanciai un’occhiataccia.
“Non tornerà” dissi, a voce bassissima.
Salii a perdifiato le scale che portavano alla terrazza del faro. Ad ogni gradino rischiavo un attacco d’asma, lo sapevo, ma non mi importava. Non mi fermai finchè non la vidi, appoggiata alla balaustra, in lacrime. Per fortuna ero arrivato in tempo. Mi avvicinai alle sue spalle in silenzio, senza il minimo rumore, riprendendo fiato solo quando Milla fu al sicuro, avvolta dalle mie braccia.
“Lasciami, Ville”. Non mi ero nemmeno voltata. Sapevo che quelle braccia che mi avvolgevano, forti e dolci insieme, non potevano che essere le sue.
“Mai...” mormorò, e sempre tenendomi stretta a sé mi allontanò dalla balaustra.
“Temevo di non fare in tempo, credevo che tu...”disse.
Finalmente mi voltai a guardarlo. Piangeva. E il mio bellissimo angelo non doveva piangere. Istintivamente, allungai una mano ad accarezzargli una guancia. Ville mi amava davvero, e io ero stata una stupida.
“Cosa hai fatto all’occhio?” chiesi, con le lacrime che ancora mi scivolavano sulle guance.
Lui scosse la testa. “Non preoccuparti ora”.
Ville si sedette su una panchina, facendomi sedere sulle sue ginocchia senza sciogliere la stretta intorno alla mia vita.
“Era..?”
“Quella pazza isterica di Jonna, sì...” sospirò. “Scusa per la scena penosa a cui hai dovuto assistere. Vorrei dirti che non capiterà più, vorrei essere io il primo a crederlo...ma quella è da manicomio...”
“Scusa tu, sono stata una perfetta cretina...” mormorai. “E’ stata Jonna a farti l’occhio nero?”
Ville annuì.
“E non hai reagito?” chiesi, spalancando gli occhi ancora gonfi di lacrime.
“Ero più preoccupato per la cazzata che stavi per fare, che per il mio occhio...e poi non prendo a pugni una donna.” Disse, torvo.
“Tu no, ma io sì, cazzo!” sbottai “Ti giuro che se quella prova a toccarti di nuovo la faccio pentire di essere nata!”
Ville sorrise. “Ora sì che riconosco la mia Milla...”
“Come facevi a sapere che ero qui e...?”
Mi strinse ancora di più a sé. “Ho semplicemente pensato a come avrei reagito io vedendoti baciare un altro... “
Appoggiai la testa nell’incavo della sua spalla, mentre le mie labbra cercavano e trovavano le sue.
Improvvisamente, lo sentii ridere.
“Avevo sempre immaginato di chiedertelo qui, lo sai?” disse “anche se magari in una situazione meno drammatica, senza lacrime e senza occhi neri…”
“Cosa?”
“Shh....almeno una cosa, fammela fare bene” disse, con una strana luce negli occhi.
Rimasi a guardarlo perplessa mentre mi faceva sedere sulla panchina e si inginocchiava davanti a me, prendendomi la mano.
“Camilla Williams, vuoi sposarmi?”
Is it so hard to believe our hearts
Are made to be broken by love
That in constant time lies
The beauty of it all
My darling won't you feel
The sweet heaven in
Our endless cry
HIM-One last time
Grazie grazie a tutte!!!! Ormai siamo quasi al finale...manca solo l'epilogo!!! (ma sarà davvero il finale?? boh! ;-p )
Bell_Lua: mi dispiace per lo sconvolgimento! Ma un piccolo colpo di scena ci voleva no?? ;-p eeeh come ti capisco...anche per me Ville è l'incarnazione dell'uomo perfetto!!!
00glo00: passato lo shock con questo capitolino?? serve fazzoletto? XD
Shirahime88: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto nonostante tutto^^
AnAngelFallenFromGrace: ihihi avevi indovinato!!! Comunque...mi sono affezionata troppo alla coppia Ville-Camilla, quindi forse forse...un seguito...chissàààà!!!
Lally: shììì Bleed Well era proprio perfetta!! L'idea del capitolo come al solito è partita dalla canzone^^
Malaena: ahaha l'appellativo di polipo anoressico mi sembra proprio perfetto per la Cionna!!!!! XD