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Autore: Secretly    29/07/2013    2 recensioni
Emma è una diciassettenne come tante altre, che vive una vita allegra e spensierata. Ha una famiglia che la ama, due pazze migliori amiche e un ragazzo. Il tutto cambia quando però nella sua vita arriva lui, David, diciassettenne molto attraente, che riuscirà a far precipitare le sue certezze.
Come finirà?
Dalla storia:
[...]
"Deve essere romantico ma non troppo, deve essere carino, simpatico, intelligente, che sappia farmi ridere ma anche essere serio. Vorrei che avesse i miei stessi interessi, che gli piacessero i miei stessi generi musicali o magari i miei stessi film, cosi da poterli vedere insieme. Vorrei che fosse anche gentile, che mi capisse, ah, che magari non fosse troppo più alto di me, mi farebbe sentire una nana, e po"
In realtà il mio discorso fu bruscamente interrotto dal biondino accanto a me che mi guardava scettico.
"Cosa c'è?" chiesi confusa notando la sua espressione.
"Spencer, sai come puoi trovare uno così?" mi chiese guardandomi dritto negli occhi.
Scossi la testa.
"Clonati!" rispose terribilmente serio.
[...]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1:
 
 
È incredibile come nel giro di una settimana la vita di una persona possa cambiare così radicalmente. 
Una settimana prima conducevo una normalissima vita da figlia unica circondata dall'amore dei miei genitori, e la settimana dopo mi ritrovavo con tre estranei in casa. Roba da matti, degna delle migliori storielle, ma la mia era pura realtà e lo costatai nel momento in cui i miei genitori iniziarono a compiere quelle che vengono comunemente chiamate "grandi pulizie" e che hanno il compito di terrorizzare ogni figlia che viene obbligata dalla madre ad eliminare fino a fondo ogni più piccolo granello di polvere presente in giro.
Il perchè in quel momento mi trovavo alle prese con la pulizia di armadi e lampadari risiedeva nel fatto che di lì a breve avremmo avuto ospiti, a detta di mia madre "ospiti di riguardo che avranno con noi una lunga permanenza". Ero avvilita al solo pensiero di avere non uno, non due ma bensì tre estranei in casa, che avrebbero condiviso la casa e tutto il resto con noi. 
I Parker, erano dei vecchi amici dei miei genitori che non avevo mai avuto modo di incontrare. Da quel che sapevo, si erano conosciuti ai tempi del Liceo e avevano continuato ad essere amici fino all'Università. A quel punto poi le diverse carriere li portarono a trasferirsi, ma continuarono comunque a rimanere in contatto telefonico. E fu proprio in una di queste telefonate che Margareth -tale era il nome di quest'amica- aveva confessato a mia madre di doversi trasferire, poichè il marito aveva ricevuto il trasferimento nella sede principale della sua ditta. E indovinate un po qual'era questa sede? Se state pensando a Londra avete fatto centro. I Parker si sarebbero trasferiti nella mia amata città. 
Ovviamente mia madre le aveva chiesto dove avrebbero alloggiato dato il trasferimento imminente, e Margareth le aveva confidato che per i primi 2-3 mesi -tempo di cercare una casa per comprarla- sarebbero rimasti in un albergo poco distante dal centro di Londra.
Ovviamente mia madre da brava amica non ci aveva pensato due volte ad ospitarli in casa nostra, cosa che fu approvata pienamente anche da mio padre, che si rivelò estremamente entusiasta di rivedere i suoi amici di vecchia data.
Ovviamente la sottoscritta non fece i salti di gioia, anzi, al contrario mi rivelai abbastanza restìa all'idea di condividere la casa con altre persone. A stupirmi fu però la reazione dei coniugi Parker, che declinarono il gentile invito con un "non vogliamo abusare della vostra ospitalità!"
Ringraziai tutti i Santi possibili ed immaginabili, mandando mille benedizioni a quella famiglia che non aveva accettato. Non avevo nulla contro i Parker, nemmeno li conoscevo, però a chi sarebbe piaciuto perdere la propria privacy? Perchè a ben analizzare i fatti, ospitare tre persone in una casa che poi non è che era grande come la Casa Bianca, comportava la perdita di quest'ultima.
Proprio mentre mi dimenavo come un'ossessa, cantando -o meglio stonando- e ballando -ok, magari potrà sembrare un po esagerato..- la voce di mia madre mi riportò duramente alla realtà con una risposta che le mie orecche mai avrebbero voluto udire "Nessun disturbo, anzi, io e Richard ne rimaremo profondamente offesi se non accettaste"
Offesi? No ma dico, io mica mi offendo!
Bhè comunque fu tutto inutile. Nei seguenti dieci  minuti di tira e molla alla fine i Parker si fecero convincere e accettarono il nostro -o meglio il loro- invito, affermando che sarebbero arrivati entro la settimana successiva.
Alla fine della chiamata indovinate un po? i miei mi chiesero se fossi daccordo, cosa al quanto inutile giacchè la decisione era già stata presa e poichè anche se mi fossi ribellata, dubito profondamente che sarebbe cambiato qualcosa, perchè anche se eravamo una famiglia dove -a detta loro- "le decisioni si prendono insieme" , l'unica decisione che davvero potevo permettermi di prendere era di scegliere il colore della tovaglia. Utile, no?
Ed eccomi quindi lì, a sistemare quella stanza di casa mia fino a quel momento rimasta inutilizzata. Mentre mi cimentavo all'inseguimento del più piccolo granello di polvere per la serie "non mi scapperai, maledetto" con tanto di risata perfida, per la prima volta in quei giorni mi soffermai a ragionare su un piccolo -che poi tanto piccolo non era- perticolare: Una.
Una stanza libera.
Un letto matrimoniale.
Un solo letto.
Per due persone.
E qui la domanda sorse spontanea:
Il tenero pargoletto dei Parker, dove avrebbe dormito?
Mi cimentai come una furia in cucina, dove mia madre era alle prese con il cucinare qualcosa di non facilmente identificabile.
"Tesoro, hai finito di sistemare la stanza?" mi chiese sentendomi arrivare.
Ignorai la domanda e ne porsi una di cui mi importava realmente.
"Dove dorme il figlio?"
Seria, dritta al punto. Grande Emma.
Sentivo ogni cellula del mio corpo applaudirmi.
La risposta però non arrivò da mia madre, anzi, in realtà la risposta non arrivò proprio, più che altro la intuii, quando sentii mio padre alle mie spalle.
"Cara," iniziò entusiasta mio padre, "Ho trovato la giusta combinazione per farci entrare entrambi i letti. Certo, ho dovuto spostare l'armadio, però ora è perfetto!" concluse gongolante.
Ok, stop.
Di che stavamo parlando?
Il secondo letto? L'armadio spostato? Scherzavano vero?
Corsi in camera mia con scatto fulmineo -ok, magari non tanto fulmineo consederando la mia lentezza da bradipo- e arrivai davanti alla porta della mia camera.
Non c'era bisogno di aprirla, era già bella e spalancata, e ciò che vidi all'interno non avrei mai voluto vederlo.
Un misterioso letto sbucato da chissa dove era stato aggiunto accanto al mio, separato da un semplice comodino.
Sbarrai gli occhi d'innanzi ad una nuova consapevolezza.
"NO!" esclamai terrorizzata, sentendo i passi di mio padre.
"Cosa c'è tesoro?" chiese mio padre con aria preoccupata squadrando l'interno della stanza.
"Come cosa c'è? Stai scherzando vero?"
"Non ti piace come ho posizionato i letti? Se vuo"
"Non centrano i letti!" dissi esasperata interrompendolo.
Lui mi guardò con aria smarrita e io mi battei una mano sulla fronte esasperata.
"Papà, non ho intenzione di condividere la stanza con il loro figlio!" dissi parlando con calma.
Lo sguardo di mio padre si illuminò. Aveva capito.
"Oh tesoro, capisco, ma non preoccuparti, è un bravo ragazzo, se non lo fosse non avrei mai permesso che condividesse la stanza con la mia bambina!" disse dandomi una pacca sulla spalla tutto contento.
Riflettei a lungo su quella parola: bambina.. 
A momenti avevo la pensione ed ero ancora la sua bambina.
"Papà, il punto non è questo. Il punto è che così non avrò più privacy!" dissi esasperata.
Pensai alle mie migliori amiche che non avrei più potuto invitare a dormire a casa, pensai alle chiamate tra ragazze che si svolgevano nella mia stanza proprio perchè lontana da orecchie indiscrete. E ora invece? Probabilmente mi sarei dovuta chiudere in bagno 24 su 24 per avere privacy.
Mio padre sembrò capire e mi guardò con aria dolce da cucciolo bastonato. 
Voleva convincermi.
"Tesoro, so che questa situazione ti sembra assurda, e so che è difficile ora condividere le nostre cose con altre persone, soprautto per te, però ti prego di sforzarti per riuscire ad accettare questa situazione, ti chiediamo tanto è vero, però si tratta solo di 2 al massimo 3 mesi e poi tutto tornerà come prima!"
No, non mi sarei fatta convincere. Che dormisse nel corridoio!
"Credi di poter accettare? Per me, per tua mamma?" chiese con viso speranzoso.
"Ok"
Ok? No dico, non avevo detto che non avrei accettato e altre cavolate del genere? Dov'era finita la mia fermezza? Il mio "può dormire nel corridoio?"
Tutto buttato all'aria! Tutto per colpa sua, di mio padre e del suo sguardo del cavolo che ora se ne stava lì tutto gongolate.
Sospirai affranta. Ormai era fatta, che senso aveva continuare ad opporsi?
Infondo 2-3 mesi passavano in fretta.. no?
 
 
*
 
 
Quella mattina mi svegliai -stranamente- subito al suono della sveglia, dimenticando per un attimo l'incontro che sarebbe avvenuto di lì a poco, ma che mi tornò bruscamente alla memoria quando aprendo gli occhi vidi quel secondo lettino poco distante dal mio. Sbuffai e mi rituffai con la testa sul cuscino, finchè non sentii mia madre gridare dal piano inferiore.
"Emma, sbrigati ad alzarti, che tra un'ora saranno qui!"
Mi alzai controvoglia solo per porre fine a quel supplizio che erano le urla della mia amatissima madre. 
Quando scesi in cucina si voltò verso di me tutta contenta.
"Oh tesoro, buongiorno!" esclamò dolcemente.
Quella donna era di una lunaticità assurda. Un minuto prima ti urlava addosso e quello dopo ti augurava un buongiorno smielato.
Mugugnai anche io un qualcosa di simile ad un saluto e poi mi dedicai alla colazione.
Quando finii mi recai in bagno per una doccia, mi avvolsi nel grande telo e cominciai ad asciugarmi, per poi passare ai capelli. Decisi di lasciarli al naturale. Erano di un biondo chiaro, abbastanza mossi e lunghi fin sotto al seno.
Non mi truccai, misi soltanto un po di mascara. Decisi poi di indossare un paio di jeans, con felpa bianca e converse dello stesso colore. Mi guardai allo specchio per un ultima revisione.
Non stavo male, ero praticamente come al solito. Nè bella, nè brutta. Carina.
Carnaggione chiara, occhi verdi e capelli biondi. Non ero magrissima, ero abbastanza formosa e slanciata.
Distolsi lo sguardo dallo specchio davanti a me e guardai l'orologio. Eravamo giunti alla fatidica ora X. Decisi di sistemare le ultime cianfrusaglie nella mia stanza per ingannare il tempo e fu soltanto dopo una decina di minuti buoni che sentii il campanello suonare. 
Scesi di corsa al piano inferiore trovando i miei genitori l'uno accanto all'altro completamente emozionati.
Stava entrando qualche vip e non lo sapevo?
Quando si decisero -finalmente- ad aprire la porta la prima figura che vi entrò fu quella di una donna sulla quarantina, dai corti capelli castani e grandi occhi azzurri, e la prima cosa che pensai quando la vidi fu che era simpatica.
Non so spiegarmi il perchè, fu forse come guardò mia madre quando entrò, fu forse come l'abbracciò oppure come si comportò con me nei secondi successivi che mi diedero quella sensazione.
La seconda figura che vidi fu quella di un uomo, presumibilmente della stessa età, con capelli brizzolati, occhi castani e con un viso giovanile.
Era davvero un bell'uomo.
Lo vidi avvicinarsi a mio padre, gli diede prima una stretta di mano, per poi abbracciarlo con tanto di pacca sulla spalla, allontanandosi subito dopo.
Uomini..
Li vidi continuare a salutarsi tra di loro e fu in quel momento che intravidi una terza figura. Era alto, molto più di me, doveva essere all'incirca un metro e ottanta, con capelli di un biondo scuro, fisico asciutto e degli occhi così azzurri e penetranti che a confronto quelli della madre mi sembrarono anonimi. Proprio come me anche lui era rimasto dietro ai suoi genitori osservando la scena senza fare e dire nulla. Evidentemente era in imbarazzo come me, anche se all'apparenza sembrava abbastanza tranquillo. Mentre osservava i saluti tra i nostri genitori, il suo sguardo si posò su di me e sorrise. Subito abbassai lo sguardo arrossendo al suo gesto.
"Oh Kate, lei è Emma?" chiese la signora rivolgendosi a mia madre.
Mia madre annuì per poi aggiungere sorridente, "Emma, loro sono Margareth e George!"
Vidi i due coniugi avvicinarsi sorridenti, poi la donna si gettò letteralmente su di me per abbracciarmi -o meglio, stritolarmi- come se mi conoscesse da sempre.
"Oh Kate, è splendida!! Che ragazza deliziosa!" disse scrutandomi sorridente.
Arrossii ringraziandola e poi rivolsi l'attenzione al marito che mi salutò anch'egli molto calorosamente, seppur con soltanto una stretta di mano.
A primo impatto mi piacquero e tanto anche. Sembrava di conoscerli da sempre e questo mi diede un po di sollievo.
"Lui è David, nostro figlio!" disse Margareth presentando il biondino dietro di lei che si avvicinò con un sorriso mozzafiato salutando prima i miei genitori.
Lo vidi poi avvicinarsi a me e chinarsi leggermente in avanti a causa della sua enorme altezza.
Sembravamo Biancaneve e i 7 nani, e indovinate un po chi rappresentava la categoria dei nani?
"Ciao piccoletta!" disse sorridendo ancora.
Ma non gli faceva male la mascella? Io se ridevo per più di un minuto mi si immobilizzava!!
Arrossii comunque per il nomignolo -anche se azzeccato!- e ricambiai porgendogli la mano.
"Piacere mio!"
Nel giro di pochi secondi ci ritrovammo tutti in cucina a chiacchierare del più e del meno. Sorrisi vedendo i miei genitori felici come non li vedevo da tempo. Si vedeva che avevano un bel rapporto tra di loro, emanavano gioia da tutti i pori. 
Per quanto riguardava me e David, eravamo rimasti zitti per quasi tutto il tempo, intervenendo solo raramente per rispondere a qualche piccola domanda. Era veramente un bel ragazzo anche se però non ero riuscita a decifrarlo bene dal punto di vista psicologico. Se ne stava lì fermo e zitto ascoltando gli altri. Girai di poco la testa verso di lui per osservarlo meglio. Aveva un piccolo sorriso accennato sulle labbra, segno che forse anche lui era contento di vedere i suoi genitori così felici. 
Quando poi spostò i suoi magnetici occhi azzurri su di me, arrossii d'impatto e voltai velocemente la testa. 
Mi ha vista mentre lo fissavo, pensai. dovevo stare più attenta.
Per il resto del tempo che rimanemmo in cucina non mi voltai più verso di lui, continuando invece a seguire le conversazioni tra gli adulti.
"Emma, perchè non mostri a David la sua stanza?" chiese ad un certo punto mia madre sorridendomi.
Annuii e mi alzai, sentendo che mi stava seguendo. Mi sentii un po in imbarazzo visto che da quel momento avremmo condiviso la casa e sopratutto la stanza. Arrivai davanti alla porta e prima di aprirla indugiai un secondo. Cosa gli avrei detto? "Oh David, questa è la nostra stanza?" ..
Dio no, faceva tanto da coppietta..
Cercai di non pensarci e infondermi sicurezza. Aprii la porta e mi feci di lato per farlo avvicinare.
"Ti piace?" chiesi pensando che era la prima cosa che mi venne in mente da chiedergli.
Lui annuì, "Molto!"
Stavo per superarlo quando la sua espressione divertita mi fece tentennare un attimo.
"Winnie the pooh?" chiese divertito osservando la mia schiera di Winnie sull'armadio.
Arrossii violentemente ed iniziando a balbettare, "Oh ecco, sono dei ricordi.. di quando ero bambina" 
Rise vedendo la mia espressione e mi resi conto di aver fatto la mia prima bella figura del cavolo.
Iniziavamo bene..
"Comunque," iniziai cambiando discorso, "Ti ho fatto spazio nell'armadio, per appoggiare la tua roba." gli dissi mostrandogli la parte libera dell'armadio.
Lui annuì, "Grazie. Vado a prendere la valigia!"
Assentii aspettandolo in camera.
Quando rientrò portava con se un trolley abbastanza grande. Lo poggiò sul letto ed iniziò ad aprirlo. Notai che anche senza saperlo poggiò la valigia proprio su quello che era il suo letto. Poi però osservai il mio e pensai che per lui non doveva essere stato tanto difficile intuire quale fosse il suo, a giudicare dal mio piumone rosa..
"Vuoi una mano?" chiesi avvicinandomi.
Dovevo rompere il ghiaccio, oppure quella convivenza sarebbe stata veramente imbarazzante.
Lui annuì, "Se non ti disturba!"
Scossi la testa, "Nessun disturbo!"
Quando aprì del tutto la valigia sgranai gli occhi e lui sembrò notarlo.
"Cosa c'è?" chiese infatti.
"Secondo te questo è il modo di mettere dei vestiti in una valigia?" chiesi divertita, osservando i suoi vestiti per la maggior parte appallotolati e gettati senza alcun criterio.
Lui fece spallucce e rise, "Scusa mamma!"
Risi anche io mentre l'imbarazzo diminuiva sempre di più, "Dai pieghiamoli, non possiamo metterli così nell'armadio!"
Lui annuì ed insieme iniziammo a sistemare il suo bagaglio.
Quando finimmo gettò letteralmente la valigia a terra e fece un balzo sul letto, sistemandosi a pancia in giu e chiudendo gli occhi.
"Stanco?" gli chiesi mentre riponevo la valigia sotto al letto.
"Da morire!" rispose sbadigliando.
"Dai, dormi un po, ti chiamo quando è pronta la cena!" dissi sorridendo.
Mi guardò accennando un sorriso di gratitudine, "Grazie Emma!"
Uscii dalla stanza e mi diressi in cucina dove i nostri genitori continuavano a chiacchierare.
"Dov'è David?" chiese Margareth vedendomi da sola.
"Sta riposando, era stanco"
"Oh capisco.. il viaggio è stato molto lungo!"
Sorrisi comprensiva e mi sedetti con loro, ascoltandoli parlare.
 
 
"Emma, chiama David, è pronta la cena!" disse mia madre mentre condiva i piatti.
Annuii e mi diressi verso la mia stanza, anzi la nostra.
Ero incerta se bussare o meno, ma alla fine decisi comunque di bussare, nonostante si trattasse della mia stanza.
Quando però bussai non vi fu risposta. Provai a bussare di nuovo ma ancora nulla. A quel punto decisi di aprire la porta cautamente e lo ritrovai ancora dormendo, con un piccolo cambiamento: era soltanto in boxer!
Arrossii osservandolo. Ma quando si era cambiato? O meglio: ma quando si era spogliato?
Lo chiamai senza avvicinarmi ma niente, non mi sentì. Decisi allora di avvicinarmi al letto e scuoterlo leggermente.
"David?.. David è pronta la cena!" sussurrai.
Si girò verso di me con ancora gli occhi chiusi, mugugnando un qualcosa di simile ad un "Arrivo!"
Mi defilai di corsa dalla stanza e scesi al piano inferiore.
"David?" chiese mio padre.
"Sta arrivando!"
Quando arrivò, notai che si era infilato una semplice maglia bianca e un pantalone di tuta. Aveva ancora i capelli scompigliati e il viso assonnato.
Che espressione buffa e bella al tempo stesso. Io appena sveglia sembravo uno zombie..
Si sedette accanto a me ed iniziammo a mangiare.
"David, ti piace la casa?" chiese mio padre gentilmente.
"Moltissimo!" rispose lui sorridendo.
Mio padre annuì, "Sentiti come a casa tua!!" aggiunse poi con un grande sorriso.
"La ringrazio Richard!"
Mio padre e mia madre risero, "Oh no, dacci del tu, non siamo poi così vecchi!" disse mia madre.
Lui annuì, "Daccordo Kate!"
La cena proseguì tranquillamente tra una chiacchiera e l'altra e molte furono le domande che posero anche a me i coniugi Parker.
Notai che la mia prima impressione su di loro era stata tremendamente giusta. Margereth e George erano due persone adorabili. 
Mi alzai da tavola aiutando mia madre a sparecchiare e osservai David di sottecchi parlare con mio padre.
"Quindi praticavi sport!" affermò mio padre.
"Sì. Ho giocato a calcio per sei anni, prima di trasferirmi qui."
"E hai intenzione di riprendere?" chiese mio padre curioso.
"Non credo. Quest'anno voglio concentrarmi su altre attività" disse sorridendo.
In quel momento il suo sguardo incrociò il mio e mi sorrise.
Aveva davvero un bel sorriso!
Ma che pensieri facevo?
Lo stavo ancora guardando quando il suono del mio cellulare mi distrasse.
Un messaggio:
-Heì piccola, mi manchi sai? (:
Ah, sì, Ryan: il mio ragazzo..
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti, se siete arrivati fin qui forse non è tanto male come pensavo (almeno lo spero xD)
Bhè vorrei semplicemente ringraziare chi d'ora in poi leggerà questa storia che spero possa piacere a qualcuno.
Parlando del capitolo, questo è solo il primo, quindi non c'è nulla di che, vengono presentati più che altro i protagonisti che saranno costretti ad una convivenza..
Cercherò di aggiornare regolarmente e credo che il secondo capitolo sarà pronto per la settimana prossima visto che in parte è già scritto.. Mi farebbe piacere avere vostre opinioni, se ci sono errori e se vale la pena continuare con questa storia.
Un bacio a tutte :*
-Francesca (:
  
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