Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: SilviAngel    29/07/2013    9 recensioni
Senza neppure rendersi conto dei suoi movimenti, il moro si sedette sul bordo del letto e come sotto un incantesimo al quale era del tutto impossibile resistere, il dorso delle sue dita si mosse, andando a passeggiare leggero sulle salite e sui declini di quel corpo che oramai da tempo lo stregava.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oggi Sposi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Robetta nata durante un tentativo di nubifragio.

Ambientata alcuni anni dopo gli eventi delle stagioni fino a qui trasmesse.
Non contiene spoiler.
Buona lettura.

Una notte come tutte le altre

Faceva dannatamente caldo quella notte ed entrando nella camera Derek avvertì ancor prima di goderne il refrigerio, il ronzio del ventilatore che oscillando stancamente dava una parvenza di sopportabilità all’aria immobile e umida che avvolgeva Beacon Hills in quei giorni.
Stiles era immobile nel letto e il licantropo benedì le proprie capacità che gli permettevano, pur con la poca luce proveniente dalla strada, di poter assaporare i dettagli di quel corpo quasi completamente nudo.
 
Il ragazzo era prono, quasi al centro del letto, con indosso solo una paio di vecchi e per nulla sexy boxer bianchi il cui elastico in parte sceso, lasciava intravedere il profilo perfetto di una natica.
Risalendo lento, Derek percorse lentamente la curva della schiena che solo impercettibilmente si muoveva come risposta al riempirsi e svuotarsi dei polmoni.
Le braccia erano aperte e piegate, abbandonate ai lati del capo come se Stiles avesse cercato di impedire a ogni parte del suo corpo di toccarne un’altra per evitare un accumulo eccesivo e insopportabile di calore. Così erano anche le gambe, dischiuse, con una di esse piegata vero l’esterno.
Senza neppure rendersi conto dei suoi movimenti, il moro si sedette sul bordo del letto e come sotto un incantesimo al quale era del tutto impossibile resistere, il dorso delle sue dita si mosse, andando a passeggiare leggero sulle salite e sui declini di quel corpo che oramai da tempo lo stregava.
Lungo la strada venne salutato un polpaccio sodo e ricoperto da poca peluria e dopo la coscia che si tese istintivamente, forse per il solletico che aveva provocato l’aver sfiorato leggero l’incavo del ginocchio.
A mano aperta Derek elargì i suoi omaggi alla rotondità delineata dall’intimo, all’ultimo non resistette e, calando per quanto possibile la stoffa, si abbassò per depositare un piccolo bacio, anche se ciò che gli suggeriva il suo desiderio avrebbe richiesto l’uso dei denti e della lingua, possibilmente, tanta lingua.
Chissà cosa avrebbe pensato quel giovane uomo se avesse saputo di essere l’oggetto di una così profonda e illogica devozione?
 
Un piccolo mugugno finalmente ruppe il silenzio torrido della stanza, appena prima che i tipici movimenti del dormiveglia scuotessero il corpo del minore.
“È tardi” mormorò Stiles aprendo gli occhi e sorridendo, pur non inquadrando perfettamente nulla se non il vago profilo del mannaro.
“Lo so, abbiamo avuto una chiamata pochi minuti prima della fine del turno e siamo dovuti uscire. Scusa, non volevo svegliarti” spiegò Derek baciandogli una spalla e sentendo il sapore della sua pelle piacevolmente salata.
“Lascia stare, lo sai che mi piace che tu mi dia la buonanotte, qualunque ora sia” e facendo leva sulle mani, Stiles inarcò la schiena andando a prendersi un breve ma del tutto meritato bacio.
“Ok, ma forse dovrei evitare di farlo quando so che domani, o meglio oggi, hai lezione presto”
“Ti prego” piagnucolò il castano “non ricordarmi che tra poche ore dovrò di nuovo entrare in una classe di adolescenti insopportabili e boriosi”
“Adolescenti insopportabili e boriosi? Forse, è semplicemente Shakespeare ad essere insopportabile”
“Non essere blasfemo” finse un tono oltraggiato Stiles.
“O forse è colpa dell’insegnante” insinuò sorridendo Derek.
“Come ti permetti?” e con fare supponente continuò “Dimmi tu, piuttosto, ucciso nessuno questa notte a causa della tua inefficienza, oh mia cara e dolce infermierina?”
“Stiles” lo ammonì il moro.
“Oh, non fare il permaloso, so che ti piace quando ti chiamo infermiera
Derek reagì veloce, artigliandogli i fianchi e, premendolo schiena al letto, si portò su di lui.
“Oh, oh, oh, che intenzioni hai lupone?Mangiarti un inoffensivo e appetitoso insegnate di liceo”
“Ho intenzione di chiudere la tua bocca sfrontata, che ne dici?” ma avvicinandosi a quelle labbra che adorava, venne distratto da un sottile rumore che in men che non si dica si trasformò in un gorgoglio acuto che, dall’interfono, riempì la camera.
“Ops. Oliver si è svegliato. Con questo caldo è già un miracolo che sia riuscito a chiudere gli occhi per qualche ora. Vai a farti una doccia, io vado da lui”
 
Quel piccolo tornado era entrato con passi insanguinati e leggeri nelle loro vite.
L’ultimo immane cataclisma che avevano dovuto affrontare aveva costretto Derek ad accettare l’aiuto proveniente da qualunque parte possibile, compresa quell’omega con figlio di pochi mesi al seguito.
Omega che aveva dato la vita per salvare Isaac da un attacco improvviso lasciandoci la pelle e mettendoli di fronte alla responsabilità di doversi far carico del cucciolo.
Stiles non aveva avuto dubbi e, dopo aver preso coraggio e aver raccontato – con l’ausilio di una dimostrazione pratica data da Scott – tutto sui licantropi al padre. E così i due Stilinski, avendo lo sceriffo inizialmente avuto l’affido del bambino, se ne presero cura.
Passarono le settimane e il tempo impegnato ad accudire il piccolo iniziò ben presto ad essere scandito dalle visite sempre più frequenti e lunghe dell’Alfa, fino al giorno in cui, dopo aver messo Oliver a letto, Stiles voltandosi venne preso in contropiede dalle labbra del mannaro che si poggiarono leggere sulle sue.
E da lì in poi tutto era corso via veloce: la fine dell’università, la casa nuova – “Con due camere da letto grandi” aveva borbottato e preteso Derek – il lavoro come insegnate al liceo per Stiles e l’inizio del corso da infermiere di Derek.
 
Il figlio dello sceriffo sorrise tra sé e sé ripensando ai due anni trascorsi e superando la porta aperta della cameretta, si avvicinò al lettino dove quello che a tutti gli effetti considerava il loro bambino aveva scalciato via anche il leggero lenzuolo e mugugnava contrariato.
“Allora niente più nanna?” domandò il castano piegandosi in avanti e appoggiandosi alla sponda del letto.
Il bambino si limitò ad alzare le braccia verso l’alto sperando di essere preso in braccio, per allontanarsi da quel letto di fuoco.
“Forza tesoro, andiamo di là” e tirandoselo al petto, si incamminò di nuovo verso la camera che condivideva con Derek.
 
Stendendosi sul letto e adagiando Oliver nel mezzo, accese l’abatjour e sentì in lontananza lo scroscio dell’acqua interrompersi bruscamente, segno che di lì a poco l’altro uomo della sua vita li avrebbe raggiunti.
“Papà De’ek?” pigolò il bambino.
“Arriva subito, tranquillo”
Non aveva ancora terminato di parlare che l’uomo comparve nello specchio della porta con addosso solo un paio di pantaloncini corti mentre con un asciugamano tentava si asciugarsi capelli.
Derek si coricò poggiandosi su un fianco “Allora ometto, che ci fai qui?”
Il piccolo rotolò aiutato anche dall’avvallamento generato dal corpo del moro, andando ad incastrarsi contro il suo petto per mormorare poi “Nanna qui”
“Ma come? E la tua cameretta nuova? Ti piaceva tanto”
“Nanna qui” ripeté dopo aver alzato il visino e legando gli occhioni nocciola nei suoi. Occhi così simili a quelli di Stiles che, se non fosse già stato del tutto incapace di resistergli, lo avrebbero di certo indotto a capitolare ancora di più.
“E va bene”
Ridendo Oliver si voltò di schiena e rivolgendo la propria attenzione all’uomo più giovane chiamò “Papà Stiles, mano” e ottenuto quanto desiderato se la portò sul pancino e lì, accanto al moro e stringendo tra le dita l’indice dell'umano, cercò di riaddormentarsi.
 
“Com’è, caro il mio grande e possente Alfa, che ti fai comandare a bacchetta da questo scricciolo?” scherzò Stiles.
“Per lo stesso motivo che porta te a fare lo stesso forse?” e non pago continuò “E forse anche perché somiglia un po’ a te”
“Davvero?” domandò stupito da tale dichiarazione avvicinandosi al bambino e di conseguenza riducendo la distanza che lo separava da Derek.
“Sì, i suoi occhi e il suo sorriso mi ricordano talmente tanto i tuoi”
“Wow… penso che sia la cosa più bella e dolce che tu mi abbia mai detto”
“Non è vero! E quando ti ho chiesto di andare a vivere insieme?”
“Chiesto? Se non ricordo male, me lo hai semplicemente comunicato. Anzi, a dirla tutta, poteva anche parere una velata una minaccia, sarà stata la forza dell’abitudine”
“Antipatico” sibilò il moro.
“Brontolone” rilanciò il figlio dello sceriffo, sorridendo al divertente broncio messo su dall’altro “Lo sai che sto scherzando, sourwolf”
“Lo so” sghignazzo Derek e, sporgendosi oltre il capo del bambino subito imitato da Stiles, gli rubò il bacio della buonanotte.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: SilviAngel