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Autore: Cicuta    29/07/2013    2 recensioni
Dal testo:
"Destino beffardo.
Io, che ho sempre giocato con la vita e la morte delle persone con uccisioni, sparatorie, attentati mi ritrovo dilaniato dal dolore della tua morte.
Quale dio mi permetterà di rivedere ancora i tuoi occhi verdi, nascosti in parte da quegli occhiali dalle lenti di un colore improponibile da cui non ti staccavi mai?
Kira forse?
Nessun Kira, nessun Dio, nessun Allah ti riporterà da me.
Nessuno."
Ho cercato di immedesimarmi in Mello dopo la morte di Matt, aiutandomi con le parole della canzone "Così Chiara" dei Two Fingerz.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Così Chiara

 

Consiglio di leggere questa OneShot ascoltando questa canzone, buona lettura! 

 

 

E questo è il mio saluto per te..
E ora che le parole non servono, mentre il dubbio mi divora
Pensavo di impazzire perché la mia vita prima d’ora non è stata così chiara!


 

Ciao Matt,

E’ da un anno ormai che non ci sei più Matt e non c’è giorno che non ti pensi incessantemente.
Che cosa ho fatto? Ti ho mandato a morire senza batter ciglio, abbagliato dalla mia frustrazione. Ti ho mandato a morire semplicemente perché volevo portare a termine il caso Kira prima di Near.
Il senso di colpa mi attanaglia lo stomaco. Perché hai accettato? Lo sapevi anche tu che quel rapimento era una condanna a morte per te, eppure non hai vacillato un attimo.


[...]
Ma soffro perché non sono stato fragile quel giorno, non ho versato lacrime
E il ricordo mi esplode dentro
E sento che nessuno, neanche tu capiresti quello che sto vivendo!
Quel giorno una parte di me è rimasta lucida, e io vorrei averla qui anche solo un minuto
Per dirle qualsiasi cosa, anche la più stupida
Anche solo un saluto
E questo è il mio saluto per te

 

 

 

Ricordo perfettamente quel giorno.
Quella mattina mi svegliai con uno strano macigno che mi opprimeva la scatola toracica e una strana sonnolenza che appesantiva gli occhi, entrambi sintomi di una nottata insonne passata a ripetere fino allo sfinimento tutte le parti del piano per rapire Kiomi Takada.
Strascicai i piedi scalzi lungo il corridoio che portava al salotto, separato dalla cucina da una porta in legno massiccio. La trovai semi aperta e dopo aver fatto pressione sulla maniglia la spinsi permettendomi di entrare così nella stanza. Un acre odore di fumo mi invase le narici, facendomi arricciare il naso infastidito.
Eri seduto al tavolo con in mano la tua adorata PSP nera mentre eri impegnato a superare chissà quale livello impossibile dell’ultimo gioco in vendita, con una sigaretta appoggiata tra le labbra sottili. Vicino alla tua mano sinistra si trovavano un accendino, un pacchetto di sigarette quasi vuoto e un posacenere stracolmo di mozziconi, filtri e cenere. Sicuramente anche tu eri rimasto sveglio tutta la notte, troppo agitato per dormire.
Con un colpo di tosse annunciai la mia presenza e finalmente tu distaccasti i tuoi occhi verdi dallo schermo e mi osservasti con sguardo vacuo, per poi mostrarmi un mezzo sorriso e ricominciare a smanettare con quell’aggeggio infernale.
Avevo visto paura, sgomento e anche preoccupazione nel tuo sguardo, ma non ci feci troppo caso, non volli farci troppo caso.
Afferrai una barretta di cioccolato smangiucchiata dall’anta del frigorifero e iniziai ad addentarla, beandomi del sapore del cacao sciogliersi tra la lingua e il palato.
“Tra cinque minuti dobbiamo partire”
Freddo, conciso. Come ero sempre stato.
Per tutta risposta mi sorridesti sornione, spegnesti la PSP e ti avviasti nella tua camera urlando “Indosserò la mia maglietta a righe migliore!”
Infastidito dalla tua insolenza tornai nella mia stanza e afferrati un paio di calzini infilai con prepotenza i piedi negli anfibi neri. Come potevi essere così spensierato e ironico in un momento del genere?
Stizzito uscii dalla stanza e ritornai in cucina, quando sentii la porta di ingresso sbattere. Eri appena uscito. Afferrai l’ennesima barretta di cioccolato dalla mia dispensa e mi avviai all’atrio del piccolo appartamento che condividevamo per poter uscire di casa. Appena misi piede fuori casa una folata di vento gelido mi investì facendomi rabbrividire. Girai le chiavi nella toppa e dopo aver fatto scattare la serratura le infilai in una delle tasche del giubbotto di pelle che stavo indossando. Appena mi voltai verso la strada ti vidi già all’interno della tua macchina, rossa come i tuoi capelli, pronto per partire.
“Ci vediamo stasera a casa.” dicesti prima di sfrecciare via da quel vicolo buio che conduceva al nostro appartamento.
Quelle furono le tue ultime parole.
Casa.
Tu eri la mia casa.
Eri il luogo dove mi rifugiavo dopo una giornata estenuante di ricerche, intercettazioni ed inseguimenti, eri il luogo in cui potevo provare del calore, del calore umano.
Ma ora non ci sei più.
Il momento in cui mi fu comunicata la tua morte rimarrà per sempre marchiato a fuoco nella mia mente.
Ricordo il modo in cui reagii, facendomela scivolare addosso.
Una pedina sacrificata per permettere al suo re di vincere.
E quando il re fece scacco matto a Kira, andò fuori di testa.
L’effimera vittoria di una partita a scacchi. Il caso ereditato da L finalmente archiviato. Ma ora?
Ora non ci sei più e io non so più chi sono.

 

E sono ancora chiuso qui
A chiedermi quale dio potrà mai convincermi
Che la morte sia un arrivederci;
Fino a quel momento per me rimane un addio!

 

 

Destino beffardo.
Io, che ho sempre giocato con la vita e la morte delle persone con uccisioni, sparatorie, attentati mi ritrovo dilaniato dal dolore della tua morte.
Quale dio mi permetterà di rivedere ancora i tuoi occhi verdi, nascosti in parte da quegli occhiali dalle lenti di un colore improponibile da cui non ti staccavi mai?
Kira forse?
Nessun Kira, nessun Dio, nessun Allah ti riporterà da me.
Nessuno.

 

E ora non la temo  perché sono io la mia ombra
E non sento nessuna delle emozioni che mi circondano
E vorrei dirti mille cose ma le sai
E tirare una testata a chiunque mi chiede:
“Come stai?”
Sto di merda!
Ma non “di merda” come voi

E nella testa vedo un domino di polaroid
E senza di loro i ricordi perdono la strada
Per questo combatto perché l’ultima non cada!

 

 

Ormai la parola che mi descrive meglio è l’apatia.
Sono diventato amorfo quasi quanto Near, e sorrido amareggiato ripensando a quanto mi infastidiva la sua incapacità di provare alcuna emozione. Eppure eccomi qui, con occhi persi nel vuoto mentre sgranocchio inconsciamente una barretta di cioccolato e lascio che la mente si affolli dei mille fotogrammi che hanno te come protagonista.
Matt, non posso neppure quantificare quanto tu mi manchi.
Questo pseudo proiettore mi riporta alla mente così tanti ricordi che la testa mi fa male, mentre nuove lacrime minacciano di scendere lungo le mie guance arrossate.
Le immagini del nostro primo incontro alla Wammy’s house e il nostro ultimo saluto fanno a cazzotti tra loro; che cosa ti ho fatto, Matt? Cosa ho fatto? Ti ho gettato nelle braccia della morte senza esitazione, accecato dal desiderio di vincere contro Near, contro Kira, contro tutti quelli che mi ritenevano un buono a nulla.
Vorrei tanto morire Matt, per poter raggiungerti, o per lo meno per porre fine a tutta questa agonia.
Non ce la faccio più.

 

Quando tornavo a casa la sera ero tranquillo, sapevo che qualcuno c’era
Ma ora ho capito che chi sbaglia paga i propri errori
E se dimentico le chiavi resto fuori!

 

 

Questo monolocale che avevamo il coraggio di chiamare “casa” è ormai una topaia.
Ha perso pure quel calore umano che lo caratterizzava quando ancora ci abitavi, Matt.
Ormai è tutto freddo, desolato, triste.
Ma alla fine è esattamente ciò che mi merito. Sono stato fin troppo fortunato ad averti accanto a me per così tanto, rosso.
Ora non mi resta che sopportare la solitudine e il senso di colpa che mi sono meritato.
E’ questo il prezzo da pagare per far vincere la Giustizia?

 

 

E questo è il mio saluto per te..

Ciao Matt,
salutami L

Ti ho sempre voluto bene,

tuo Mello

 

E questo è il mio saluto per te..

 

 

 

 

 

 

AUTHOR’S CORNER

 

Buonasera!
Ti ringrazio, perché se sei arrivato fino a qui significa che hai letto tutta la storia, e ciò non può che rendermi felice.

Ti ringrazio per aver impiegato parte del tuo tempo a leggerla, spero non sia stato tempo sprecato J
Spero di ricevere un po’ di feedback, sono particolarmente affezionata a questa storia! (Prego, la casella “recensisci questa storia aspetta solo voi!)
Baci
Cicuta

 

NOTA: Per chi non la conoscesse, la canzone che dà pure il titolo a questa OneShot è “Così Chiara”, del duo rapper Two Fingerz (tanto amore per loro)

OFF TOPIC: Qualcuno apprezza insieme a me la bellezza del mio nuovo avatar?
(Tanto amore anche per Daniel Sharman, l'Isaac di Teen Wolf)

  
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