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Autore: MegumiRed    30/07/2013    4 recensioni
«Avanti, tira! Tanto io sono morto comunque.
…Lo ero fin dall'inizio.»
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La morte ha i tuoi occhi.

 

«Avanti, tira! Tanto io sono morto comunque.

 

…Lo ero fin dall’inizio.»

 

Lo sapevo. Nonostante la mia ambizione smisurata, nonostante la mia voglia spasmodica di vittoria, nonostante il desiderio latente di dare un briciolo di soddisfazione e orgoglio al mio distretto, sapevo di non potercela fare sin dall’inizio. Sapevo, fin dal primo amaro respiro in quella maledetta arena, di non avere via di scampo.

Sento le lacrime, per la prima volta nella vita, solcarmi le guance. Hanno un sapore strano, salato e al contempo ferroso. Non sono solo lacrime, è sangue. Sangue fresco rosso vivo a colarmi lungo tutto il volto, a trascinarmi in un cieco baratro senza via d’uscita.
Intorno a me è tutto sfocato, confuso. Persino io, Cato, sono terrorizzato dalla straziante paura di morire. La mia mente è annebbiata, ha scurito qualsiasi tipo di pensiero razionale, per lasciar posto solo al terrore.
Marionetta inerme, codardo come un coniglio, vigliacco come nessuno.
E’ questo ciò che merito.
Il sapore della morte.

Sento la mia pelle lacerarsi, quegli sporchi ibridi si stanno sfamando delle mie carni, si stanno saziando di me. Non ho più forza per reagire, non sono più quella roccia impenetrabile che tutti credevano io fossi. Un urlo roco prorompe dalle mie labbra, spandendosi per tutta l’arena, ma io non lo sento. Non sento più nulla.
Solo il dolore lancinante che mi procurano queste bestie.
Un lungo manto color carbone, artigli e canini accuminati, sulla sommità del capo spuntano due grandi e appuntite orecchie e alla fine della schiena una lunga e folta coda.
Poi li vedo. Due grandi e brillanti occhi color caramello ad illuminare il mondo.
Mi scrutano, fiammeggianti come due agate rosse, mi guardano con disprezzo e freddezza, come non avevano mai fatto. Non possono essere i suoi. Non può essere lei.
Clove.

Sento la freccia provenire dalla cornucopia e trafiggermi le ossa e le zanne di quei mostri perforarmi la pelle.
La ragazza di fuoco è stata il boia, è stata il destino, ha spezzato quel sottile filo che separa la vita dalla morte, lasciandomi marcire nella mia stessa pozza di sangue.
Lo sento, sento il sangue ribollirmi nelle vene e il cuore fermarsi al suono dell’ultimo –inesistente – colpo di cannone.
Tre parole sussurrate nei meandri della mente: “Sto arrivando, Clove” e poi la fine.

 

Note:
Primo tentativo nel fandom, non odiatemi ;w;

  
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