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Autore: Lucash99    30/07/2013    0 recensioni
A distanza di quasi otto mesi, arriva il gran finale di "Un lato oscuro".
Vi starete chiedendo cosa mai potrà accadere ancora a Nél dopo una vità già così tanto tormentata, questa storia, allora, é la risposta alla vostra domanda. Mi auguro vi piaccia, buona lettura.
Per chi non avesse letto "Un lato oscuro", se siete interessati alla lettura di questo racconto potrete comunque leggerlo, dato che il primo capitolo é un riassunto della storia precedente.
Genere: Drammatico, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un lato oscuro'
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Cosa farò... cosa farò... quando mi troverò faccia a faccia con Chris, mi ucciderà... ne sono certo, sicuramente Jonathan vorrà difendermi, e così sarà a rischio non soltanto la mia vita, ma anche la sua... io... io... non voglio che questo accada...”

Un rumore di passi cominciava a farsi sempre più forte e ad avvicinarsi sempre più alla cella del ragazzo.

«Nél, ho buone notizie.»

La sorpresa del giovane fu immensa:

«Buone notizie? In che senso?»

«Abbiamo aumentato le misure di sicurezza e abbiamo vietato a qualunque persona esterna di entrare, adesso puoi stare tranquillo.»

«Jonathan, perché fai tutto questo per me?»

«Cosa intendi dire?»

«Hai capito cosa intendo, perché ti dai tanto da fare per difendermi?»

«Semplice, perché é il mio lavoro.»

Fece un cenno con la mano e si allontanò. “Jonathan... tu fai più di ciò che il tuo lavoro richiede, dedichi tanto tempo a me... fin da quando sono stato un neonato, un altro al tuo posto non avrebbe compiuto gli stessi gesti, devo ringraziarti di cuore... io non meriterei tutto questo, grazie mille...”

Finalmente poteva liberarsi da quel peso, né lui, né l’agente a cui tanto voleva bene avrebbero corso più quei terribili rischi, poteva rilassarsi e smettere di pensare a quello che ormai era diventato un incubo; ma, purtroppo per lui… quell’incubo era destinato a non terminare, cominciò a sentire un rumore, che man mano si faceva più forte, ogni istante che passava i brividi aumentavano, cosa stava avvicinandosi a Nél… forse era…

No, non può essere lui… non è in grado di arrivare qui… è impossibile, la mia mente sta lavorando di fantasia, non devo essere così teso… non ce n’è il bisogno, le circostanze attuali sono tutte a suo sfavore, non riuscirà mai a raggiungermi, devo fidarmi delle parole di Jonathan.”

E invece… in quel preciso istante:

«Buonasera, mi chiamo Chris.»

Il terrore si leggeva chiaro negli occhi del carcerato, che titubava:

«Va…va via! S-se mi infastidirai ancora, io…»

L’altro, invece, era sicuro di sé:

«Continua, cosa farai?»

«Chiamerò gli agenti e… e ti farò arrestare.»

Il ragazzo, pur sapendo di avere la Polizia dalla sua, era molto insicuro, e Chris continuava a sfruttare questa situazione a suo favore:

«La vedi questa? Carina, vero?»

«Mettila via, lo sai che se mi farai fuori ti cattureranno.»

Con lo scopo di intimorire il suo bersaglio il ventenne fingeva di non udire le parole da lui pronunciate:

«È anche bella carica, e devi sapere che a me dispiacerebbe sprecarla, non credi anche tu che sarebbe un peccato?»

Cosa mi succede? Sto provando una sensazione nuova, che non avevo mai avvertito prima, io ho paura...”

Chris volle sfogarsi nei confronti di Nél:

«Ti piaceva vero quando erano gli altri ad avere paura, quando gli altri erano le vittime, adesso chiedi pietà, ma io non ne avrò, come tu non ne hai avuta dei tuoi parenti!»

Nél rispose all'accusa giustificandosi:

«Sbagli a dire certe cose, tu non conosci il perché delle mie azioni, e non sai neppure che sofferenze ho provato...»

Cominciò anche a piangere, ma l'altro non si lasciò impietosire:

«E smettila con queste lacrime di coccodrillo, vieni con me fuori!»

Il detenuto non era d'accordo, non aveva nessuna intenzione di seguirlo, infatti arretrava sempre di più, fino a toccare le sbarre con la schiena.

«Adesso a te la scelta, o rimani qui e ti faccio fuori all'istante oppure vieni all'esterno del carcere assieme a me.»

Il giovane era intenzionato a controbattere, ma non ne aveva le forze.

«Allora? Vuoi che risolviamo in fretta la questione?»

Molto timidamente Nél si difese:

«Potrei avvisare gli agenti da un momento all'altro!»

Chris, però, era sicuro dei suoi mezzi e provocava l'avversario:

«Chiama pure chi vuoi, ma sappi soltanto... che appena aprirai bocca, questa qui...»

Indicò la pistola e poi proseguì:

«Farà partire un colpo, che potrebbe finire in qualunque angolo di questa cella, chissà magari potrebbe anche casualmente terminare contro di te... chi può dirlo.»

Il ragazzo era divertito nel vedere il terrore avvolgere l'intero volto della sua vittima, era soddisfatto nell'ammirare il suo corpo pietrificato dalla paura, ma soprattutto era convinto lui meritasse quella punizione.

«Posso spiegarti tutto, la mia storia é molto triste, forse capirai dopo che...»

Venne bruscamente interrotto, Chris lo afferrò senza alcun ritegno per il braccio e lo trascinò con sé:

«Adesso vieni con me e smettila di lamentarti, non ho alcuna intenzione di perdere altro tempo, facciamola finita.»

L'ex omicida soffriva, ma lui non provava compassione nei confronti di quello da lui ritenuto un mostro.

«Lasciami andare il braccio, mi fai male!»

Con l'altra mano gli tappò la bocca, per fare in modo che nessuno udisse le sue urla:

«Smettila di gridare come un forsennato, non voglio certo farmi sentire! E poi sappi che più tu soffri, più io mi rallegro, il tuo dolore é un motivo di gioia per me, é quello che meriti.»

I due si allontanavano sempre più dalla cella, tramite il passaggio creato da Chris, ed erano vicini all'esterno della prigione, quello era soltanto l'inizio.

Nél continuava a soffrire a causa della forza con cui l'altro lo teneva in pugno, il ragazzo cominciava anche ad indebolirsi, non aveva più neppure la forza di gridare, una volta arrivato fuori il suo destino sarebbe stato segnato, la sua vita era nelle mani di Chris.

«Siamo arrivati.»

Gli lasciò il braccio e lui cadde a terra con un forte tonfo, poi il futuro assassino si allontanò di qualche metro, tirò fuori la pistola e la impugnò.

«Cosa ti ho fatto? Perché vuoi farmi fuori?»

«Credi io sia uno stupido? Credi ti lascerò temporeggiare? No, non sarà così, non ti lascerò attendere l'arrivo degli sbirri, la tua fine é ormai decisa, voglio farla finita subito.»

Nél avrebbe voluto fuggire, ma non aveva energie per farlo, rimaneva accasciato a terra con il volto spaventato, intanto il suo nemico caricava il colpo, pronto a sparare senza alcuna esitazione.

«Ah, quanto mi piace osservare il tuo viso angosciato e distrutto dal terrore, rimarrei qui a guardarlo per ore, ma, ahimè, vado di fretta, quindi...»

Puntò la pistola in direzione del petto della sua vittima, intanto la Polizia si mobilitava dopo aver scoperto che un prigioniero era evaso:

«Vado io a vedere cosa succede, voi non muovetevi!»

Jonathan correva verso il luogo dello scontro, mentre proprio in quel luogo si udiva un forte rumore, era il rumore dello sparo proveniente dalla pistola di Chris, il proiettile partì velocissimo in direzione di Nél, ma quest'ultimo riuscì ad abbassare il corpo di quanto bastava per evitare la morte proprio all'ultimo momento, la sua vita era ancora salva, forse ancora per poco però...

«Adesso ho capito, ti diverti a fare questi giochetti, vero? Beh, io invece non mi diverto affatto, non ho affatto voglia di giocare.»

Cominciò ad avvicinarsi al suo bersaglio, gli bloccò le gambe con una delle due mani e poi lo colpì su una delle due con la pistola, adesso la sua vittima era incapace di schivare gli spari, un facile obiettivo da centrare. Chris indietreggiò di qualche passo e puntò nuovamente l'arma verso il petto di Nél, certo, questa volta, di non fallire:
«E' arrivato il momento... in cui anche tu soffrirai quanto le persone che sono scomparse a causa tua, addio verme.»

Mentre lui pronunciava quelle parole, Jonathan usciva dal carcere e notava la scena, l'agente, sprezzante del pericolo, si lanciava verso l'amico con l'intento di salvarlo.

«Levati di torno, impiccione! Non é te che voglio eliminare.»

Il corpo di Jonathan era riuscito a coprire quello del detenuto un istante prima che avvenisse l'irreparabile.

«Sono della Polizia e non ti permetterò di ucciderlo, se lo vuoi dovrai prima vedertela con me.»

«Tu sei una persona come tutte le altre, non voglio farti del male, invece quest'essere spregevole non merita di vivere!»

«E perché dovresti essere tu a deciderlo?»

«Te ne rendi conto, ha distrutto un'intera stirpe e adesso per colpa sua i suoi parenti non esistono più.»

Il poliziotto si alzò e con tono di rimprovero si rivolse a Chris:

«E tu credi di essere migliore di lui?»

«Ma io lo faccio per una buona causa, ho un forte senso di giustizia e quando ho udito la sua notizia al telegiornale non ho saputo trattenermi.»

«Una vendetta porta soltanto ad un'altra vendetta, e se tu deciderai di vendicarti non farai altro che metterti allo stesso livello della persona che odi, anche Nèl uccise per vendetta, forse questo al telegiornale non l'hanno detto. Se tu farai fuori lui, qualcun altro avrà intenzione di uccidere te, e così continuerà per sempre, non si arriverà mai ad una conclusione.»

«Non mi interessa un bel niente del fatto che qualcuno in futuro mi odierà, é più forte di me, hanno detto tutto ciò che c'era da dire al telegiornale, ma non ce la faccio a resistere, devo fargliela pagare.»

Detto questo, provò a liberarsi di Jonathan allontanandolo col braccio, l'agente, però, prontamente lo bloccò.

«Forse però non hanno specificato bene come ha vissuto l'assassino prima di compiere determinati gesti, comunque penso che in cella ti passerà la voglia di vendicarti.»

Lo ammanettò e lo portò dentro, lui e gli altri cercarono un posto libero nel carcere, ma purtroppo l'unico rimasto era proprio quello di fianco a Nél.

 

Alcuni giorni dopo Nél venne dimesso dall'ospedale e riportato nella sua cella, il ragazzo si sentiva ancora sotto pressione a causa della presenza della persona che più lo odiava, ma il suo amico lo rassicurò:

«Non ti preoccupare, adesso sei al sicuro, non potrà farti più del male. Non é più una minaccia, é dentro e non può trasmetterti alcun timore.»

Ma il presentimento del ventenne era diverso, non si sentiva per nulla protetto, per lui Chris rimaneva ancora un pericolo, un pericolo di cui difficilmente si sarebbe liberato.

Aspettavo soltanto che tornassi, criminale. Credi di essere sfuggito alla tua punizione, vero? Mi dispiace per te, ma ti sbagli di grosso, non sfuggirai alla mia vendetta, te la farò pagare per tutto il male che hai causato.”

  
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