~Contract
 
«Allora, hai riflettuto bene sulla proposta che ti avevo fatto?»
La tenera voce che aveva rotto il silenzio restituì quella calma irreale a un’argentata notte cittadina. La Luna era già alta. Non c’era né una nuvola né una stella; i lampioncini che tempestavano le strade della città non permettevano di scorgerne. Ad avviso della ragazza da cui l’essere aspettava una risposta, che stava in piedi avanti a lui, l’incrocio della forma antica dei lampioni col bianco dei neon all’avanguardia stonava parecchio, ma la luce che diffondevano, così candida e pura, era affascinante.
«Sì. Sono pronta.»
La ragazza fece un passo avanti, stringendo le mani sul cuore.
«Sei sicuro che il mio desiderio sarà abbastanza per..?»
«Ne avrai sicuramente tutte le capacità.»
Lì per lì la ragazza non si accorse del giochetto psicologico che quella specie di felino bianco e inespressivo stava attuando su di lei. Come un negoziante impaziente di vendere, che pubblicizza l’utilità della sua merce in futuro per renderla ancor più allettante di quello che già è, sottolineava che differenza importante potesse fare accettare quell’offerta rispetto al presente spingendo indirettamente la sua “acquirente” a una decisione più veloce. Lui diceva di non provare emozioni, che gli era indifferente, ma i suoi modi di fare lasciavano intendere tutto fuorché questo. La giovane lo sapeva, e come lei tante altre che erano state avvicinate in precedenza. Ma in quel momento non ci fece più caso. Era nervosa, e quello era un momento molto delicato e importante per lei, e il forzare nascosto dell’altro non faceva che metterla ancora più in ansia. Ma ormai aveva deciso, quindi temere non serviva a niente.
Chiuse gli occhi, sospirò profondamente. Li riaprì per guardarsi intorno, sulla terrazza del suo palazzo, e si ricordò quando nello stesso posto giocava con la sua cuginetta da bambina, le feste, i bei ricordi.
Ora custodirai anche il momento della mia trasformazione.
Con quel pensiero, la sua espressione si fece decisa. Fece nuovamente scendere le braccia lungo il corpo e scosse la testa verso il famiglio. Lui non attese altro.
I suoi occhi magenta divennero due punti nel buio della notte, anche più luminosi della Luna stessa, e così i due anelli dorati intorno alle due “braccia” che si alzavano. Rimase a scrutare la ragazza ancora qualche secondo prima di allungarsi verso di lei, con calma e precisione, come un chirurgo esperto durante un’operazione. La giovane sentì freddo al petto, e chiuse gli occhi per non guardare. A un certo punto si sentì di svenire. Una fitta all’altezza dello sterno la colse alla sprovvista, e un giramento di testa a causa del dolore la fece sbilanciare all’indietro. Ma la voce dell’essere la salvò dalla perdita di sensi che si era quasi impadronita di lei.
«Apri gli occhi.»
La ragazza obbedì. Vide una luce avanti a sé, un disco luminescente del colore del cristallo azzurro. Istintivamente allungò le mani verso di esso, che gentilmente scese più veloce di lei nella caduta e si fece chiudere fra i palmi delle mani.
 
«Benvenuta tra le Puellae Magi.»