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Autore: ElizabethStonem    30/07/2013    0 recensioni
Giorgia e Antonio sono due sedicenni che per puro caso s'incontrano al compleanno di un amico.
Giorgia cerca da molto tempo un ragazzo da amare, da salvare. Qualcuno di speciale, che la faccia sentire speciale, con cui condividere i segreti della sua vita.
E Antonio, beh Antonio è quello che lei cerca... eppure, eppure lui è complicato, molto complicato.
Ama andare alle feste, ritirarsi tardi, spremere la vita fino all'ultimo sorso come fosse una bottiglia di Wisky.
Cosa succederà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La prima sera



E’ il diciottesimo compleanno del mio caro amico Enrico, lo festeggiamo tutti assieme ad una certa “terra di mezzo” non molto lontana da casa mia e di Bianca, un’altra mia cara amica.
Enrico e Bianca frequentano nella mia stessa scuola la quarta liceo bilingue, mentre io seguo un altro tipo di corso decisamente più impegnativo. Alle volte penso che il Destino adori mettere lontane le persone giuste per poi farle incontrare, è qualcosa che mi divertirei a fare anche io in sue veci.
 
«Giorgia alla fine non hai più messo i tacchi?!» Gli occhi castani di Bianca corsero lungo le mie gambe che per l’occasione erano fasciate in collant neri e stivali al ginocchio in pelle dello stesso colore.
«No Bià, Enrico ha detto che saremmo stati tanti ma soprattutto ragazzi e che non c’era bisogno di vestirsi sciccosi …» le sorrisi aggiustandomi il piumino marrone che nella macchina di papà si era accartocciato sui bordi.
«Vero» rise evidenziando le labbra piene «io ho risolto con un bel paio di ballerine!» risolse lei prendendomi a braccetto ed attraversando la strada. Bianca è una ragazza solare, con la testa sulle spalle, alta più di me e molto magra in quanto atleta della scuola, con lei fu subito amicizia, ci conoscevamo di vista in quanto frequentavamo nello stesso quartiere la medesima chiesa e pian piano facendo la strada di casa insieme eravamo divenute amiche.
 
«Madò ma ci credi che Enrico ha invitato solo noi due?» Bianca rise prendendo un bel respiro prima di entrare nel locale che puzzava leggermente di sterco «Vabbè io perché sono la sua migliore amica e tu… tu perché, beh lo sappiamo il perchè» rise ancora sgomitandomi e facendomi quasi finire su un gruppo di persone sedute al tavolo.
«Saremo sempre e solo amici e gliel’ho anche detto.» dissi atona io procedendo lungo il locale e saltellando sui piedi per vedere dove fosse Teddy( Enrico ).
«Giò ma quello non è Fabrizio?» Feci correre lo sguardo lungo il dito della mia amica e con un “Occristo” realizzai che il mio ex sedeva vicino al tavolo in cui sedevamo noi e che in più era con i suoi amici.
«Muoviamoci Bianca» tirai per la mano la castana, ridacchiando non poco della sua smorfia e dei suoi “scusa” rivolti verso tipi tatuati che sedevano sugli sgabelli al bancone.
Ad un certo punto intravidi gli occhi azzurri di Enrico e con un sorriso di gratitudine ci incamminammo verso il lungo tavolo in noce, ai lati del quale correvano due panche su cui sedevano già una ventina di ragazzi.
«Ben arrivate! Ora manca solo Russo!» La voce cantilenante del mio amico ci avvolse e ben presto anche le sue braccia lo fecero. Io gli scomposi i capelli biondi e un po’ timida, ma non troppo iniziai a guardare e a stringere la mano a tutti quei ragazzi che sorridendo mi dicevano il loro nome- nome che dimenticavo due secondi dopo-.
«Piacere Giovanni»
«Giorgia»
«Marco»
«Giorgia»
«Alessandro»
«Giorgia»
Alcuni li conoscevo così mi lasciai anche andare ad abbracci amichevoli
«Vito!» urlai abbracciando un altro ragazzo che andava nella stessa classe di Enrico e Bianca; arrivai alla fine del tavolo dove erano rimasti gli ultimi due posti liberi e mi sedetti di fronte ad un ragazzo carino ed amichevole, riconoscendo poi al suo fianco Frappy, un altro mio amico di vecchia data .
«Ciao Francyy!!» lo abbracciai e lui di rimando mi abbracciò, era più piccolo di me di un anno ma come me era anticipatario dunque faceva il terzo nel mio stesso corso, c’eravamo conosciuti ad un corso di astronomia del nostro Liceo e poi eravamo diventati come fratello e sorella insomma.
«Piacere io sono Matteo! Io e francesco ci conosciamo da una vita!» Sorrisi stringendo la mano di Matteo mentre loro due mi raccontavano da quanto si conoscessero e come la vita li avesse uniti sempre più nel tempo.
«Giorgia vuoi metterti vicino ad Enrico?» Bianca mi distolse dalla conversazione e indicò un posto vicino al biondino che ci fissava divertito.
«No vabbè siediti tu sennò io poi non so come uscire » così facendo lei si mise vicino ad Enrico ed io vicino a lei e difronte a francy e Matty, c’era ancora un posto vicino a me e mi chiedevo se questo “Russo” l’avrebbe occupato.
«Giorgia così tu fai il quarto eh» disse Matteo che aveva appena finito di parlare con frappy
«Si lei è una forza della natura» rise francesco «ha fatto con me le olimpiadi di astrofisica» sorrise poi lui fissandomi
«sì e ho capito che la fisica non sarà mai il mio mestiere» risi io guardando i due mori che mi stavano difronte.
«di che parlate? » sorrisero Bianca ed Enrico vicino a me
«facciamo conoscenza» sorrise Matteo esponendo dei denti perfetti, evidentemente successivi ad un apparecchio «Io vado al classico, il greco è qualcosa da ammazzarsi ma per fortuna mi tengo alto con le materie scientifiche » disse lui muovendo i corti capelli castani sugli occhi di un marrone brillante.
«Gio digli un po’ com’è il nostro liceo!! Digli del nostro corso!!» frappy muovendo le mani mi pregò di descrivere che tipo di tortura – o quasi- fossero alcuni dei nostri professori e come, tuttavia ciò, noi avessimo un’ottima media.
Dopo circa una quindicina di minuti passati a parlare a sfotterci e a fare conoscenza arrivò la cameriera, piercing sul naso, occhi stile panda e capelli biondi legati in una coda a chiederci cosa volessimo ordinare.
«Frappy ma quand’è che arriva Antonio? Vabbè io inizio ad ordinare.» Enrico ordinò molti antipasti, tra cui rustici e una brocca gigante di birra e mentre pian piano arrivavano le cose appresi che Frappy, il mio amico secolare, Matty e Antonio erano migliori amici che frequentavano il gruppo di Enrico- ed ora anche mio e di Bianca- solo per conoscenza.
«Oddio Matteo come dobbiamo fare mo?» Frappy assunse un’aria turbata inarcando le sopracciglia e fissando negli occhi l’amico che sembrava preoccupato quanto lui, poi si rivolsero a me.
«Giorgia io non ti consiglio di stare vicino ad Antonio, soprattutto se si ubriaca» Matteo rise solerte indicando preoccupazione nella voce
«In che senso “non mi consigli di stare vicino ad Antonio?”» risi io intimorita aspettandomi chissà che pervertito matentato.
«Niente è che devi sapere che Antonio è… diciamo si lascia molto andare quando beve… guarda meglio se mi metto io vicino a te e lui si mette vicino a Matteo» Frappy con un veloce gesto delle gambe si mosse fino a sedersi affianco a me, così ora rimaneva solo un posto vuoto ed era quello difronte.
«Se si fosse permesso sarebbe direttamente finito nella stalla dei Cavalli, con un bel calcio negli zibidei aggiungerei.» dissi piccata mentre Matteo rideva .
«Ah! Finalmente!» sentii Enrico pronunciare questa parola e non so spiegarmi il perché ma il mio cuore iniziò a trotterellare mentre i miei occhi cercavano il viso del nuovo arrivato.
«Dov’eri finito Antò?» aggiunse il biondo mentre Antonio prendeva posto al tavolo.
«Scusa ho fatto tardi » sbiascicò lentamente con quel tono mieloso che prese possesso delle mie coronarie sin dal primo momento.
Finalmente riuscii a vederlo e non so come descriverlo,fu come se nel mio stomaco fin’ora ci fossero stati tanti bruchi che per sedici anni si erano cibati amabilmente della felicità e tuttauntratto appendevano le loro crisalidi pronti a divenire delle meravigliose farfalle.
I nostri occhi si incontrarono, si sorrisero, si trovarono dopo anni di ricerche. Il suo viso si aprì in un sorriso che non dimenticherò mai, un sorriso splendido, raggiante, che illuminò i suoi occhi grandi color cervone . I miei occhi verdi iniziarono a vagare dalle sue labbra ai suoi occhi e presto iniziai a fissare anche il fisico non troppo magro né robusto, le spalle larghe quanto le mie, i capelli neri corvini avvolti in un cappello di lana grigio allungato verso la fine che lasciava appunto intravedere un ciuffo nero. Tutto in me iniziò a tremare mentre i nostri occhi non si staccavano, non volevano staccarsi da noi.
«Bene» disse Frappy guardando Matteo con una sguardo che non riuscii a decifrare «Antonio lei è Giorgia, Giorgia lui è… Antonio»
Lui con uno sguardo timido ma ancora indagatore protese la mano, mano che io afferrai saldamente. Da qualche parte avevo letto che la stretta di mano faceva intuire molto su chi si sarebbe imposto in un rapporto. Sì perché io appena lo vidi capii che sarebbe stato il ragazzo che avrei salvato.
Lui si sedette e disse qualcosa a Matteo mentre io mi avvicinai a Bianca e le dissi a bassa voce
«Mica male però, me lo aspettavo peggio» Bianca mi fissò ammonitrice e poi fissò lui e di nuovo me .Io frattanto mi stavo maledicendo per aver ceduto il suo posto a Frappy, però poi capii che averlo difronte mi avrebbe permesso di guardarlo negli occhi.
Iniziammo a dialogare, anche con Matteo e Frappy che mi esposero brevemente cosa facevano di solito, dove andavano, risate battute ed in tutto questo Antonio mi fissava e ogni tanto parlava misurando con attenzione la reazione che ciascuna parola aveva sul mio viso.
Ma attenzione io non sono una di quelle che non sa stare al gioco, anzi, anche io di mio facevo battute, inviavo frecciatine che lui sembrava cogliere al volo e reindirizzarmi .
«Ma quindi la Rosso ti sta risparmiando?» dissi a Frappy che mi aveva esposto il problema “matematica” .
«Ma chi te l’ha chiesto?» disse Russo ridendo ed ammiccando, divenendo rosso in volto per lo sforzo.
«Non di certo tu quindi taci» gli feci un occhiolino e scoppiò a ridere mentre Frappy e Matteo si scambiavano occhiate di stima nei miei confronti
«Bello mio hai trovato pane per i tuoi denti» risposi ammiccando ed uscendo dalla borsa la macchina fotografica per fare qualche foto.
Iniziammo a raccontare delle nostre esperienze oscure, aspettando che intanto arrivassero le pizze e gli occhi di Antonio erano sempre fissi su di me, anche quando fissava gli altri.
«Lo sai che Frappy si è fatto la fidanzata?!» Matteo guardò Francesco diventare rosso del colore dei tovaglioli mentre io iniziavo a ridere e a fare domande.
«Ma sei  vergine?» sorrisi io osservando le espressioni degli amici dovute alla mia amabile schiettezza.
«sì io sì, ma penso tutti a quest…»
«io no.» i miei occhi si rivolsero sconvolti verso Antonio che solerte, aggiustandosi il ciuffo sbarazzino e umettandosi le labbra, mordendosele aveva rivelato qualcosa di sconvolgente: la sua natura.
«Posso dire che neanche io ci ho creduto finchè non l’ho saputo dalla mia compagna di classe…» disse Fra guardandomi e aspettando un mio sguardo di rimando.
«Come?» disse Bianca divertita, pensando che fosse una balla
«Niente praticamente era estate, erano tipo le due di notte e noi stavamo tutti fatti ed ubriachi ad una festa e io stavo in una stanza con questa mia amica …» disse lui vantandosi e umettandosi le labbra fissando le sue iridi verdi nelle mie che con noncuranza ascoltavo leggermente delusa «… questa si avvicina, inizia a toccarmi e ci facciamo insomma.» lo sentii cercare il mio sguardo ma questa volta invano dato che io stavo parlando con Enrico, delusa, molto delusa nel constatare che ancora una volta era tutto stato un gigante buco nell’acqua . Insomma aveva perso la sua verginità, quel qualcosa che bisognerebbe perdere con amore, ad una festa, fatto ed ubriaco, con una che lo conosceva sicuramente meno di me, possibile che lui fosse così… problematico? Da cos’era scappato per tutto questo tempo? Avrei voluto tanto che lui sentisse quello che io sentivo ora per rendersi conto di come fossi quella giusta, la cura da tutti i suoi dolori, ma probabilmente era solo un’illusione.
 «Frap ci facciamo una foto? Poi ve ne faccio una!» Iniziai a fare foto a me, al tavolo, a me con Matty, Frap e gli altri, ad Enrico etc – tutti tranne Antonio con il quale stavo avendo uno scambio di frecciatine divertente- e se ne andarono una ventina di minuti, ad un certo punto al nostro tavolo giunse uno di quei signori che vendono le rose e allora fu l’altro colpo al cuore.
«Giò tieni da Enrico» Bianca mi passò una bellissima rosa bianca per cui ringraziai Enrico con un bacio (sulla guancia eh) e continuai a fare foto pur notando che Antonio aveva tra le mani una rosa scarlatta e sembrava abbastanza nervoso. Tra me e me pensai
“ Dio ti prego fai che l’abbia presa per me, fai che l’abbia presa per me!”
Ed in effetti l’aveva proprio presa per me.
«Me dai Antonio! Dagliela e basta!» Matteo sorrise facendo diventare il suo amico rosso, Frappy rideva amabilmente mentre io iniziavo ad assumere una qualche centinaia di tonalità di rosso.
Rosso che si accentuò quando lui, con gli occhi da cucciolo ed il sorriso imbarazzato, mi porse la rosa e divagando con lo sguardo verso Enrico fece finta di nulla .
Ormai sul mio viso era stampato un sorriso talmente grande da doversene vergognare tant’è che tentai di rivolgere il mio sguardo verso Bianca per non fargli credere di avermi conquistata con una rosa, anche se in realtà l’aveva fatto. Ma questo è il trucco dell’amore: non dare mai nulla per scontato perché se ti fai conquistare da una rosa non ci sarà bisogno di dimostrarti altro per avere il tuo cuore ed io a differenza delle altre ero una che correva sempre, dal cui cuore erano entrate ed uscite tante persone lasciando tutte ricordi e ferite incancellabili. E quella sera, a quell’ora, in quel momento, quando i nostri occhi si erano trovati per caso avevo finalmente capito cosa significava “ trovare quello giusto”.
 

[continua]

  
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