Hope.

Il sole splendeva tutt'intorno a noi.

Eravamo al parco e, anche se era una giornata serena e assolata, il mio animo era in tempesta.

Non era stato facile crescere da solo.

Affrontare il mondo senza nessuno a sostenermi.

A confortarmi in mezzo all'orrore che aleggiava dappertutto.

Era stato così difficile vivere finché non avevo incrociato i grandi occhi azzurri di Hanna.

Ora, lei era accanto a me.

A darmi sostegno, a darmi conforto.

Non avevo mai conosciuto mia madre.

Era da dodici anni che non sapevo più che faccia avesse e faceva così male quella sensazione.

La sensazione di essere soli al mondo, senza radici.

Se è vero che siamo alberi, come facciamo a crescere senza le radici che ci sostengono a terra?

Io ero cresciuto, in un modo o nell'altro, ma di quelle radici sentivo sempre la mancanza.

Ora che le avevo trovate non sapevo come sentirmi.

C'erano sentimenti contrastanti.

Voglia irrefrenabile di abbracciare quella mamma che non avevo mai conosciuto, la mia mamma e infinita rabbia per essere stato abbandonato senza una motivazione valida.

Non sapevo che parte avrebbe predominato e, finché non sentii Hanna avvicinarsi, ero certo che non avrei potuto decidere senza il suo aiuto, senza il suo sostegno.
 

-Non puoi vivere di rimpianti, devi tentare. Devi provare a conoscerla, almeno una volta. Così non ti domanderai più come sarebbe stato incontrare tua madre perché la vedrai, davvero.-

I suoi occhi brillavano di sincerità quando pronunciò quelle parole e io ci credetti.

Le credetti perché non potevo fare diversamente.

Nei suoi occhi vedevo la luce di casa.

Vedevo amore.

E la sensazione che provavo, ogni volta che mi guardava così, non mi aiutava a tenere la mente lucida.

Era sempre un'incredibile fonte di distrazione quella ragazza.

Era così bella. Ed era mia.

Per la prima volta nella mia vita, c'era qualcuno al mio fianco.

Qualcuno che non se ne sarebbe andato, che sarebbe restato, sempre.

Nonostante il dolore e la rabbia, non potei fare a meno di sorridere dentro e il gesto più naturale che sorse da quel sorriso fu di stringerle la mano.

Non potevo esprimere a parole la marea di sentimenti che provavo.

Ma potevo stringere la sua mano tanto forte quanto era il mio amore per lei.

Anche la presa di Hanna si fece più stretta e ne fui felice perché, quel semplice contatto, bastava a farmi stare meglio. A farmi sentire meno solo in mezzo all'oscurità del mondo.

Quel giorno c'era il sole ed ero certo fosse solo merito di Hanna.

Da quando era entrata, in punta di piedi, nella mia vita, non aveva mai smesso di penetrarmi dentro col suo sorriso, con le sue buffe battute, coi suoi grandi occhi curiosi, con la sua sincerità, ma soprattutto con la sua incredibile anima generosa.

Era sempre lì, per tutti. Per me.

E bastava un suo sguardo a rendere il mondo un posto più luminoso.

Un posto migliore.

Perché Hanna era speranza e, ogni volta che la guardavo, sentivo che quella speranza entrava anche a far parte di me.

Forse non sarebbe cambiato niente, forse mia mamma avrebbe continuato a scappare via da me, ma ora sapevo quello che avrei fatto.

La mia scelta era chiara e limpida nel cielo che ci sovrastava.

Per questo continuai a stringerle la mano e a dondolare insieme a lei sull'altalena.

In fondo, stavamo solo vivendo, dondolandoci nel mondo.

Avremmo incontrato luce e buio, ma saremmo stati insieme.

Questo mi dava speranza.

A/N

Salvee *--*

Ci sono così poche storie su di loro su efp (purtroppo).

Ma non potevo fare a meno di scrivere di questo meraviglioso e significativo momento!

Quindi, Haleb fans, fatevi sentire! :3

Lo so che non siete molti, ma sapere il vostro parere se questa storia è riuscita a toccarvi, mi farebbe molto piacere ^.^

Per me, loro sono la coppia migliore di PLL, amo anche Spoby & Ezria,

ma nessuna può superare Caleb & Hanna.

Un bacio ;*

Gloria