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Autore: xhoranscolgate    30/07/2013    2 recensioni
Non voglio raccontare la storia di una ragazza perfetta. Voglio raccontare la storia di una ragazza con tutti i suoi difetti, che la rendono perfetta. Forse potrebbe essere una dolce lezione per quelli che ancora giudicano senza conoscere. Non è una storia con sesso o altro. Voglio solo raccontare la realtà di una ragazza che si sente diversa.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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⌠Sì, potresti essere il più grande 
Puoi essere il migliore 
Puoi essere un king kong che batte i pugni sul petto 
Potresti sconfiggere il mondo 
Potresti vincere la guerra 
Potresti parlare a Dio, va' a bussare alla sua porta 
Puoi gettare le mani al cielo 
Puoi essere un orologio 
Puoi muovere una montagna 
Puoi fare a pezzi le rocce 
Potresti abbattere ogni distanza 
Potresti correre per chilometri 
Potresti attraversare l’inferno con un sorriso 
Potresti essere l’eroe.⌡

[-Hall of fame]

–The scritp.



‘” Potresti attraversare l’inferno con un sorriso. “

Essere un eroe, vincere la guerra, muovere una montagna, fare a pezzi le rocce. Quel testo era tutta una falsa. Si, L’unica cosa che so abbattere è me stessa, e dopo riesco ad alzarmi. L’unica cosa a cui so sorridere è la mia morte.

Come faccio a pensare queste cose? Non lo so. Continuo a camminare, con le cuffiette nelle orecchie. Guardo tutti, sorrido. Sto ascoltando quella canzone. La musica è altissima e sorrido. Ad un certo punto Anne mi da un bacio. Le do un bacio anche io. Se non fossi con lei non mi starei comportando così.

Si, sorrido. Però sto pensando a cose orribili. E’ come vedere una bella mela, che al suo interno sta marcendo.
Ci sono io. C’è la musica. Il mio mondo. Continuo a pensare a quelle parole. No, vorrei essere così,  ma non lo sono. Continuo a pensarci, continuano a frullarmi per la testa. Non riesco a scacciarle, mi perseguitano.

‘’Ally, no! Non sei così e mai lo sarai. Non sei forte, Ally, non sei forte.’’

Mi dicevo.
Quelle parole mi facevano stare male, ma anche bene. ‘’Quella strofa un giorno dovrà rappresentarmi.’’

Un giorno sarò così. Pensavo, ma i pensieri non diventano mai parole, come i sogni non diventano fatti.  Già, i pensieri  rimangono pensieri e i sogni, sogni.
Verrà un giorno in cui aprirò quel cassetto e frugherò. Frugherò fino a trovare il mio primo sogno. E se davanti a quel cassetto piangerò, mi asciugherò le lacrime. Non so se il giorno in cui lo aprirò sarò diversa, non so se sarò diventata quello che vorrei. Si, vorrei tanto che sia così.

Vedete?  Un altro sogno.

Riempirò quella cassetto, perchè è l’unico posto in cui potrò mettere anche tutto quello che penso.
Tutto quello che la mia bocca non mi ha mai fatto dire. Già, tutto quello che la bocca ha risucchiato, con dei ‘’no!’’. Precisi.  Sicuri.
In quel cassetto metterò tutto quello che non ho il coraggio di dire. Tutta la mia vita sarà li. Accumulerò pian piano tutti i pianti della gente, nella speranza che diventino risate. Metterò ogni singola lacrime, perché diventi un sorriso. Vorrei tanto che le persone non siano tristi. Quindi acchiappo pian piano ogni momento triste della loro vita, e lo faccio diventare mio.
Inutile? Si, probabilmente. A nessuno interesserà mai della mia felicità, quindi.
Sono una ragazza non cresciuta. Preferisco le favole alla realtà e non apro mai gli occhi.  Continuo a tenerli chiusi , come se stessi giocando a moscacieca. Si, e continuo a sbattere negli spigoli del mondo. Quelli della società. Continuo a calpestare gli errori altrui, per farli diventare miei.

Stupidità, si appunto. Sono una stupida bambina che della vita, a quanto pare, non ha ancora capito niente.

L’aria iniziava a scaldarsi, iniziava a fare caldo. Eccoci arrivate.

Per me, la mia classe,  è sempre stata come una discoteca.
Il luogo dove non andrei mai e poi mai. Si, dove non sarò mai me stessa.
La classe, intesa come persone, come compagni di classe, è sempre stata come un inferno per me. Si, però non riuscivo ad attraversarlo con il sorriso.
La mia classe è sempre stata motivo principale dei miei incubi la notte e delle mie occhiaie la mattina. La classe è sempre stata l’ultimo luogo dove avrei voluto passare la mia vita.
E c’entrava sempre la solita paranoica storia del cambiare.
Quella  inutile classe era diventata il motivo per non alzarsi la mattina e la voglia di avere il ciclo (o la febbre) sette giorni alla settimana.
Mi sentivo distaccata da loro, come se una barriera di dividesse da tanto tempo. Come se io fossi di colore (odio doverlo dire, odio nominare una persona uguale a noi con questo termine) e loro i bianchi.

Le mie passioni sono sempre rimaste segrete a loro, la mia visione del mondo anche. Tutto quello che girava e gira tutt’ora nella mia testa è sempre stato segreto dai pettegolezzi della gente. Se dicessi agli altri come vedo questa adolescenza mi prenderebbero per scema. Se una persona ascoltasse i miei interessi senza conoscermi mi darebbe probabilmente della secchiona. O della moralista.

La mia adolescenza non si è mai basta e non si baserà mai sul bisogno di avere un ragazzo.  Sulla depressione del “non mi vuole nessuno” o sul “non ho mai baciato nessuno”. Non c’è niente di più triste del piangersi addosso perché si dice di essere brutte o inguardabili finchè non si capisce la logica umana, almeno quella maschile.

Abbastanza volgare.

Ogni donna in questo mondo è perfetta, e mentre molte ragazze piangono per un ragazzo senza sentimenti, che della vita non ha ancora capito nulla, altre ragazze soffrono per davvero. Ma non qui, nella società delle bambine con i tablet a dieci anni, ma li. Nel Terzo Mondo. Quello che noi vediamo con gli occhi chiusi, come se avessimo una benda.

Ora, con tutto questo, non voglio dire che l’amore mi sta antipatico, o che in questo non vedo la sola traccia di felicità, specialmente in questi tempi. Dove l’amore si vende e si compara, dove essere fidanzati diventa una convenzione, un modo per non essere diversi dagli altri. Con tutto questo voglio sottolineare la stupidità di tutte quelle ragazze che si sentono brutte.

Come me. Mi sto sottolineando.
Ogni ragazza, per me è molto difficile crederci, è bella in tutto. Anche in quel chilo in più e in quel sorriso con l’apparecchio. Ogni ragazza, per me, rimane perfetta. E se c’è qualcosa che ho imparato in tutto questo tempo, soprattutto dopo l’episodio di stamattina, quello con il ragazzo dagli occhi verdi, è che al cervello e ai ragionamenti dei maschi, non bisogna proprio badarci. Si, perché così ci possiamo solo indebolire per ogni loro risata.

Per questo ho deciso di camminare a testa alta, per non badare a loro. Perché non sono inferiore agli altri, come ogni altra ragazza.
L’amore, per chi lo vive, e da quanto mi è stato detto, è una cosa bella. Bella è brutta.
Spero sia così.

Un giorno troverò anche io la chiave della coerenza.

Anne suona il campanello e la bidella, pian piano, apre la porta e ci fa entrare. ‘’Buongiorno!’’ dico, con un sorriso a trentadue denti.
Mi guarda stupita.
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato mi risponde. ‘’Buongiorno a lei, signorina Smith”.
Anne mi guarda, e con gli occhi è come se volesse dirmi ‘’Sono fiera di te.’’
 
 
 
 
  
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