M'incespico nei condotti elettrici,
negli elogi deteriorati di un alito bagnato,
nei suffumigi all'estrogeno del tempo:
sudori di catarsi retratte negli anfratti,
nei corridoi autostradali e incidentali.
Un surrogato mi attraversa il cranio,
sottrae il mio deglutire e lo inocula
nelle contrazioni di palpebre recise,
nei pranzi acerbi dei fautori di mantra:
dispersioni d'orgasmo.
Anestetizza il lobo di un organo in prolasso,
cura le cellule ammorbate con il suo bacio nucleare:
è il suffisso dei tuoi giorni numerati,
di un calendario ammiccante nelle sue movenze,
fameliche di vivisezioni al plasma
di un'asfissia neonatale trasfusa.
La sua pioggia è ad in-castro, una chirurgia floreale
che affonda nelle masse cerebrali dei passanti
con un grumo di evocazioni mai invocate
e un ellisse in cerchio sulle reti neuronali:
prodotti in affitto per un ciglio di martiri anestetici,
magnetici,
matematici.
sottrae il mio deglutire e lo inocula
nelle contrazioni di palpebre recise,
nei pranzi acerbi dei fautori di mantra:
dispersioni d'orgasmo.
Anestetizza il lobo di un organo in prolasso,
cura le cellule ammorbate con il suo bacio nucleare:
è il suffisso dei tuoi giorni numerati,
di un calendario ammiccante nelle sue movenze,
fameliche di vivisezioni al plasma
di un'asfissia neonatale trasfusa.
La sua pioggia è ad in-castro, una chirurgia floreale
che affonda nelle masse cerebrali dei passanti
con un grumo di evocazioni mai invocate
e un ellisse in cerchio sulle reti neuronali:
prodotti in affitto per un ciglio di martiri anestetici,
magnetici,
matematici.