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Autore: MissZombie    09/02/2008    5 recensioni
Quando Bill ha il morale sotto ai piedi vorrebbe solo affetto.
Se poi aggiungiamo il fatto che non è passato al turno successivo di StarSearch, le cose diventano peggiori.
Chi può fargli tornare il sorriso?
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I just want affection






The curtain's closed, no way home
The nectar of life run dry
These tainted words made to hurt
Cut in me with its' knife

Lovesongs (They Kill Me) - Cinema Bizarre




"Diciassette punti per Bill, ciò significa che Oliver va in finale!" urlò il presentatore al microfono, sputacchiando qua e là.
C'è chi dice di non sapere cosa significa sentire un piccolo crac dentro il proprio petto, e il calore e il batticuore che vi dimoravano diventare improvvisamente gelo polare,
ma Bill, in quel momento, lo sentì.
Abbassò gli occhi sul nanerottolo biondo di fianco a lui e si chinò per abbracciarlo, insomma, si faceva così per educazione no? Come per dire 'sono contento che tu abbia passato il turno'.
Anche se si sentiva tutt'altro che contento. Quel turno avrebbe dovuto passarlo lui.
Il resto divenne offuscato, persino la voce troppo possente e antipatica del presentatore giunse come un suono ovattato e fastidioso alle orecchie di Bill.
Ciò che importava in quel momento era non piangere. Si sforzò di sorridere, gli applausi del pubblico ormai non contavano più un bel niente.
E' così che ci si sente quando i propri sogni crollano definitivamente sotto i propri piedi?



Everyday everyday I know what they say
You'll be soon forgotten
no way no way they can cure me cure me
I'm a mess inside now
There's nothing left to fight for, nothing to make it right for
You're in my heart.

Don't Believe - Cinema Bizarre



Con una smorfia il moro sbattè la porta di legno scuro della sua camera dietro le proprie spalle, e scaraventò in un angolo la scatola del karaoke che aveva vinto.
Un fottuto karaoke. Come se bastasse a rimpiazzare il sogno di una vita.
Si buttò di peso sul letto, affondando il viso stanco nel cuscino candido e chiuse gli occhi, ancora minuziosamente truccati per l'occasione.
Credeva di potercela fare, di avere le qualità giuste. Tom gliel'aveva sempre detto. Gli aveva sempre detto che aveva l'aspetto giusto, il carattere giusto e la voce giusta per farcela.
Fanculo pure a Tom.
Se lui aveva tutte queste qualità, perchè al suo posto ora c'era un nanetto biondo incapace e senza un minimo di carattere che lo contraddistinguesse? Evidentemente alla Germania non piacevano i ragazzini tredicenni
un po' più alti del normale, con i capelli tinti di nero e scaraventati da ogni parte e gli occhi un po' truccati. E con un piercing, okay, e allora? Era molto più particolare lui di quell'altro.
Strizzò gli occhi forte, sentendoli bruciare, e neanche due secondi dopo si sentì le guance inondate da lacrime calde. Artigliò il cuscino, singhiozzando e sfogandosi. In fondo ora non doveva più sforzarsi di sorridere e far finta di essere comunque felice per aver partecipato.
Lui non era mai stato il tipo che si accontentava. Lui doveva vincere, quando si parlava di cose che gli stavano realmente a cuore.
E la musica e il canto gli stavano veramente a cuore.
Era così preso dal suo sfogo interiore che nemmeno sentì il bussare insistente alla porta, che si aprì dopo nemmeno cinque secondi.



Let me in it’s now or never
No matter how I try to win, it never gets any better
And now I’m sitting here again.
Tell me now, tell me how
I need to know how it feel.

How does it feel - Cinema Bizarre




"Bill, dai..." bofonchiò Tom, la quale testa fece capolino dalla porta semi aperta, ma da quel corpicino fragile e sobbalzante rannicchiato sul letto non arrivò alcuna risposta.
Tom odiava vedere Bill in quello stato. E odiava non sapere mai cosa fare per tirarlo su di morale.
Mosse qualche passo goffo verso il letto, rischiando di inciampare nei suoi jeans oversize, e poi si lasciò cadere seduto ai piedi di Bill.
"Bill?" tentò, allungando una mano e posandola delicatamente sul polpaccio del moro.
"Vattene."
Il biondo alzò gli occhi al cielo. Come se scacciarlo avesse migliorato le cose.
"Dai, lo sai che non me ne vado" disse, spostandosi ancora un po' in modo da potersi stendere al fianco del moro, per poterlo osservare in volto.
"Non ti voglio qui. Voglio stare da solo" sussurrò Bill con voce flebile, socchiudendo gli occhi lacrimosi.
Tom sorrise, il nocciola delle iridi di Bill sembrava ancora più vivo ora che era così liquido.
"Ti si sbava tutto il trucco se piangi!" ghignò, allungando una mano per asciugare le lacrime di Bill, ma questi gli schiaffeggiò via la mano con un gesto secco.
"Non mi serve più il trucco. Non mi truccherò più e non canterò più, tanto faccio schifo." sibilò, facendo pressione con le mani sul petto di Tom, invitandolo poco gentilmente ad allontanarsi.
"Certo che sei impossibile, Bill! Non eri tu a dire che per farcela non bisogna mai arrendersi? Non ti facevo così debole" sbottò il rasta, alzandosi e infilandosi le mani nelle tasche enormi dei jeans, piegando lievemente le ginocchia per poterlo fare.
"Grazie. Era proprio quello che avevo bisogno di sentirmi dire." disse acido Bill, voltandosi e dando la schiena al gemello, che rimase in piedi ad osservare le spalle ossute di Bill scuotersi leggermente a causa dei singhiozzi che erano appena ripartiti.
Abbassò il capo, mordicchiandosi il labbro inferiore, e si decise ad uscire dalla stanza.
Bill riusciva a farlo sentire in colpa per qualsiasi cosa, anche quando non era lui ad avere torto.
Vai lì con tutte le buone intenzioni del mondo e poi ne esci sconfitto e ti senti pure in colpa per avergli dato del debole. Bene!
Si trascinò giù per le scale, si infilò una felpa enorme blu ed uscì, sconfitto, le spalle abbassate per la delusione.
Voleva essere l'eroe di Bill come era sempre stato, il fratello maggiore -anche se solo di dieci minuti- perfetto. Invece era stato un perfetto idiota, solo perchè aveva perso la pazienza troppo in fretta.
Vagare per le strade di Loitsche non era il massimo per distrarsi, era un buco di paese e Tom lo odiava. Persino la piazzetta, che teoricamente doveva presentarsi come il centro della vita di una città, era deserta, al di fuori di una vecchietta con un foulard rosso in testa che entrava nella cartoleria in fretta e furia per poi uscirne con un sacchettino rosso dal quale faceva capolino la testa di un pelouche.
Incuriosito si avvicinò alla vetrina, notando esposti in ordine su una mensola di vetro dei pelouche raffiguranti i protagonisti di alcuni cartoni animati.
Chi è il cretino che compra un pelouche dei Gummibären?
Tom strabuzzò gli occhi di scatto, rendendosi conto che, effettivamente, i Gummibären erano il cartone animato preferito di Bill.
Frugò nelle tasche, racattando gli spiccioli che vi buttava quando andava a fare la spesa per sua mamma e lei gli permetteva di tenersi il resto, ed entrò nel negozio.
"Ehm... Mi dà quello lì?" chiese, imbarazzato, indicando il pelouche che gli interessava. Era anche il più grosso di tutti. A Bill sarebbe piaciuto, assolutamente.
Pagò, strinse al petto il sacchetto contenente il regalo per Bill, e tornò verso casa, percorrendo la strada a grandi falcate.
Magari avrebbe anche potuto tirare fuori dal loro nascondiglio sotto il suo letto i vermi gommosi che aveva comprato giusto quella mattina... Gli scocciava dovervi rinunciare così, ma in fondo lui voleva indietro il suo Bill, quello sorridente e pieno di vita che cantava e ballava per casa, quindi doveva pagare questo piccolo prezzo, no?



Escape to the stars
Feeling so free, just you and me
Escape to the stars
Chasing a dream, all that we need is to believe
Escape to the stars.

Escape To The Stars - Cinema Bizarre




Bill tirò su col naso, stropicciandosi gli occhi con le dita affusolate e si mise a sedere. Era stufo di piangere, e gli bruciavano gli occhi e le guance, come se le lacrime troppo salate gli avessero irritato la pelle.
E poi qualcuno aprì la porta della sua stanza, senza nemmeno preoccuparsi di bussare.
"Tom..." iniziò, pronto a scacciarlo, ma suo fratello fece qualche passo all'interno della stanza stringendo in una mano un pacchetto di vermi gommosi e nell'altra un enorme pelouche di un Gummibären.
Bill aprì la bocca per parlare, ma non sapeva realmente che cosa dire. Il cuore sembrava essersi risvegliato e batteva rapido contro il suo petto, quasi come un ago quando batte contro la pelle per creare un tatuaggio.
"Sono per te... Si, cioè... Per scusarmi" bofonchiò Tom, avanzando timidamente e posando sul letto le caramelle e porgendo a Bill il pelouche.
Il moro lo prese, giocherellando con le zampe e tenendo lo sguardo puntato in quello del fratello.
"Pensi di comprarmi così?" chiese, alzando un sopracciglio.
Okay, era felice che Tom gli avesse fatto non uno, ma due regali, soprattutto perchè Tom non gliene faceva proprio mai.
Però non era abbastanza. Lui sarebbe stato molto più felice di un abbraccio da parte del fratello, avrebbe voluto sentire calore umano, avrebbe voluto sentirsi dire 'Io ci sono per te e questo è quel che conta'.
Peccato che Tom non avrebbe mai detto qualcosa di simile.
"Comprarti?" chiese Tom, aggrottando le sopracciglia. Bill notò che gli si erano formate delle lievi rughe sulla fronte.
"Già" rispose semplicemente, abbassando lo sguardo. Sapeva che se fosse rimasto a guardare gli occhi di Tom li avrebbe visti ingrandirsi e infuocarsi.
"Ah, bene. BENE" urlò Tom, e Bill sussultò. Forse aveva esagerato.
"Cosa dovrei fare per farti felice, sentiamo, principessa? Non chiedo tanto, almeno un fottuto sorriso! Sono uscito a comprarti questa roba e mi sono preoccupato per te, e con cosa mi ripaghi? Con la tua acidità! Grazie!" continuò il biondo. Bill alzò lo sguardo per osservarlo alzare le braccia e gesticolare freneticamente. 
"Io..." farfugliò, facendo scorrere un'unghia lungo il profilo morbido del pupazzo.
"Tu cosa? Sentiamo! Cosa devo fare, eh? Buttarmi da una finestra urlando 'Bill mi dispiace'? Andare da quel nano biondo che ha vinto e pestarlo a sangue? Comprarti altri dieci pelouches e pacchetti di caramelle? Bill, sei impossibile!" strepitò Tom, guardandolo storto.
"Vorrei solo... Non lo so... Affetto" ammise il moro, stringendosi nelle spalle e sentendo le proprie gote andare a fuoco.
"Oh." Tom lasciò ricadere le braccia sui suoi fianchi, abbassando lo sguardo.
"Scusa. Non importa" borbottò Bill, abbassando a sua volta lo sguardo, ma due mani calde gli si aggrapparono alle spalle, costringendolo ad alzare lo sguardo sorpreso.
C'è chi dice di non sapere cosa significa sentire qualcosa nascere dentro il proprio petto, e il gelo polare e il cuore morto che vi dimoravano diventare improvvisamente calore,
ma Bill, in quel momento, lo sentì.
Lo percepì proprio quando le labbra tiepide di Tom premettero contro la sua guancia, e la presa delle mani si fece salda sulle sue spalle.
Sbattè le palpebre un paio di volte, per accertarsi che quella situazione fosse reale, ma gli occhi di Tom lo fissavano da così vicino che il suo cuore stava impazzendo.
Chiuse gli occhi, sospirando, e rimase così, ad assaporare quel momento magico ed intimo finchè Tom non si staccò da lui, sostando comunque a pochi centimetri dal suo viso.
"Così va meglio?" chiese il biondo, le guance rosso fuoco.
Bill sorrise, appoggiando la fronte contro quella del gemello e facendo sfiorare le punte dei loro nasi.
"Sai cosa ti dico? Quello stupido nanetto biondo non andrà da nessuna parte, mentre io un giorno sarò su un palcoscenico con te" sussurrò, il cuore a mille.
Tom ghignò, socchiudendo gli occhi.
"Non ci penserai più quindi?"
Bill si strinse nelle spalle, ghignando di risposta.
Tom gli faceva sempre realizzare che nonostante perdesse qualche battaglia, insieme potevano vincere la guerra.
"Ho cose più belle a cui pensare ora, Tomi" sussurrò, chiudendo gli occhi e stringendo il gemello in un abbraccio strettissimo.
Forse perdere non è così male.


Note dell'autrice: Okay, ispirazione dell'ultimo minuto che arriva grazie al video in cui il povero Bill perde contro quel nanerottolo di Oliver a StarSearch. Non ho molto da aggiungere, se non che non potevo non scrivere questa oneshot, assolutamente. Non dopo essermi rivista quel video!
Comunque questa era una twincest (e quando mai? XD) ritrasformata appositamente per i lettoridi EFP ._. Dettagli!
A questo punto ringrazio i Cinema Bizarre che con la loro musica mi hanno accompagnata durante la scrittura della fic, e se non li avete mai ascoltati, fatelo!
Le recensioni sono sempre apprezzate U.U
Grazie per aver letto, comunque ^^
Martina
  
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