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Autore: _diana87    31/07/2013    6 recensioni
Lei è morta, ed è in un posto in cui lui non può raggiungerla...
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Some kind of miracle

 

 

 

Era scomparsa.

Aveva lottato con tutte le sue forze, ma la potenza del mare l'aveva trascinata giù.

Così lei si era arresa, aveva lasciato libere le braccia, mentre la luce del giorno man mano si allontanava, finché non restò il buio.

Aveva smesso di lottare, capendo che la sua ora era arrivata, e non avrebbe potuto far nulla per contrastare il destino.

 

Lui, solo e disperato, si era buttato in acqua, nella speranza di trovare il corpicino esile di sua figlia.

Dopo settimane di ricerche, non fu trovata nessuna traccia, neanche il maglioncino bianco o il cerchietto che indossava il giorno della sua scomparsa.

Nessun oggetto che potesse condurlo da lei.

La convinzione di averla persa si stabilì nella sua testa.

La sua compagna lo consolava, piangeva con lui, lo abbracciava, ma il sesso non fungeva più come valvola di sfogo.

Si era arreso all'evidenza che non avrebbe più rivisto la sua bambina camminare sulla sua stessa terra, quindi ogni cosa intorno a lui perse di significato.

La donna, sua compagna di vita, ce l'aveva messa tutta, ma ormai Richard Castle era un robot senza vita, che ripeteva meccanicamente gesti scanditi dalle lancette dell'orologio.

Un tic-tac continuo, un ticchio nervoso di un uomo che si era arreso alla vita solo come sofferenza, così come si era arresa sua figlia.

L'unica che non aveva ancora mollato era lei, Kate, la donna che lui amava, ricambiato, incondizionatamente.

 

Quel giorno lo vide stanco, seduto accanto alla sua scrivania, che si teneva la testa tra le mani.

Si avvicinò a lui con la sedia, passandosi distrattamente una mano tra i folti capelli.

Lo sguardo di Rick era assente, gli occhi spenti, in attesa di una luce a riaccenderli.

Quell'azzurro in cui lei era abituata a perdersi era svanito, sostituito da un color ghiaccio.

Posò la mano sulla sua, come per assicurarsi che fosse ancora vivo.

Accorgendosi di una presenza umana, ruotò la destra verso di lei ad un ritmo lento.

"Una volta qualcuno mi ha detto, 'Se non credi nella possibilità della magia, non la troverai mai.'".

"Kate, mia figlia è morta. E non ritornerà per magia."

La consapevolezza improvvisa della perdita gli provocò uno squarcio al cuore che non seppe spiegarsi.

Si toccò il petto e strinse più forte che poteva.

Le lacrime avrebbero preso il sopravvento da un momento all'altro.

Kate non gli mollava la mano e anzi la posò sul suo cuore.

Poteva sentirlo accelerare sempre più forte.

"Guardami." E lo fece. Gli occhi erano di nuovo vivi, ma stavolta colmi di rabbia. "Tua figlia è morta solo perché tu vuoi che lo sia. Le persone care quando muoiono non ci lasciano mai. Sono sempre qui, vive, dentro di noi."

"Tua madre. Riesci a sentire la sua presenza?"

Kate si emozionò.

Ora anche il suo cuore aveva iniziato a palpitare insieme a quello di Rick.

Una dolce-amara sinfonia.

"A volte, quando sono sola, mi sembra di sentirla. E' come se fosse accanto a me a tendermi la mano e mi rassicurasse dicendomi che sto facendo la cosa giusta, che sono una brava detective, che devo scusarmi con te quando faccio di testa mia." Sorrise all'ultima frase.

Rick tornò ad essere umano.

Il calore della sua fidanzata stava sciogliendo gli occhi di ghiaccio, divenuti rabbiosi, e ora di nuovo azzurri, come è giusto che dovevano essere.

Questione di secondi e anche le lacrime iniziarono a scorrere sulle guance come fiumi in piena.

"Come faccio ad accorgermi se Alexis è qui con me?"

"Devi chiudere gli occhi. Chiudi gli occhi e pensa a lei."

E obbedì senza battere ciglio.

Respirò affannosamente, mentre Kate lo lasciò dandogli un bacio sulla fronte.

 

Papà.

Papà, sono io.

Aprì gli occhi capendo di trovarsi in una stanza bianchissima.

Lui era vestito come prima al distretto.

Udiva sua figlia che lo chiamava, ma lui non riusciva a percepirla.

"Alexis? Alexis, dove sei? Perché non riesco a vederti?"

"Sono qui, mi vedi?"

Si voltò verso l'inconfondibile voce vellutata e fu allora che la vide.

Indossava il maglioncino bianco, un paio di jeans, e il cerchietto nero.

Stesse cose che portava quando era scomparsa.

Sorrideva, sembrava felice.

Rick corse verso di lei, ma qualcosa gli impediva di abbracciarla.

Non riusciva a raggiungerla per toccarla.

Disperato, si aggrappò a quella specie di parete di cristallo che lo separava da sua figlia, battendo le mani.

La giovane cambiò espressione.

"Papà, io sto bene, ma sono in un posto che tu non puoi raggiungere."

"Perché?"

"Continuerò ad essere viva, solo se tu porterai vivo il ricordo che hai di me. Qui, nel tuo cuore. Metti una mano sul petto. Lo senti come pulsa? Ogni battito è per ricordarti che mi stai pensando ardentemente. E' magia, è un miracolo, non trovi?"

"Ma io non voglio lasciarti."

Alexis sorrise inclinando la testa. Si avvicinò alla parete di cristallo dove vi posò le mani.

Rick fece lo stesso, posando le mani sulle sue.

Si commossero guardando come le mani dell'uomo erano così grandi rispetto a quelle della sua piccolina.

Nonostante i suoi 19 anni, Alexis era per suo padre la sua bambina per sempre.

"Mi dispiace averti delusa. Ho lottato finché ho potuto, ma la corrente era troppo forte, e il mare mi ha portata via con sé. Ho smesso di combattere."

"Non dire sciocchezze. La colpa è mia che non sono riuscito a salvarti."

La manina tremava, mentre la mano più grande premeva contro il vetro sperando di romperlo.

Quanto avrebbe voluto prenderla in braccio e accarezzarle la testolina arancione, seppur per poco tempo!

"Tu devi essere forte per tutti e due. Non smettere di pensarmi. Io veglierò su di te. Ti voglio bene."

Aspetta!

 

La visione svanì lentamente.

Rick si risvegliò seduto alla scrivania di Kate, un po' scosso.

La consapevolezza lasciò spazio al dolore.

Ora era arrivato il momento di lasciarsi andare e di piangere.

Poggiò i gomiti sulle ginocchia e le mani coprirono il volto bagnato di lacrime amare.

Più tardi, quella sera, si preparò per raggiungere Kate in ascensore.

Passò per il corridoio principale, e fu allora che avvertì un brivido percorrergli il corpo.

Si bloccò immediatamente e chiuse di nuovo gli occhi.

Quando li riaprì, si voltò: Alexis era lì.

Sorridente, felice, che lo salutava con la mano.

Quello era una specie di miracolo.

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Ho voluto cambiare un po', quindi ecco una piccola angst incentrata sul rapporto RickAlexis.

E' la prima che faccio su padre e figlia, e il perché l'ho scritta incolpate 'Beautiful' che ultimamente sta tirando fuori il peggio di me :p

Comunque, una recensione fa sempre piacere :)

Alla prossima!

D.

   
 
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