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Autore: Music is my soul    31/07/2013    2 recensioni
"Avete presente quando da piccole si immaginava il principe azzurro?
Ecco, lui è il mio principe azzurro.
E io sono la sua principessa.
Mi ha sempre trattata da tale, mi ha sempre fatta stare bene, non mi ha mai fatto mancare niente.
Ogni volta che avevo bisogno di un abbraccio, anche quando ancora non stavamo insieme, lui era sempre lì per me.
Dopo avergli buttato le braccia al collo, decisi di correre al campo per permettere a Rejold di finire la partita piu' importante, quella che aspettava da tempo.
Pero' purtroppo era tardi ormai. Non si poteva piu' tornare indietro.
Vidi il suo viso rattristarsi di colpo e capii che aveva perso la sua occasione.
-Amore...mi dispiace. E' tutta colpa mia...-
-No, non è colpa tua piccola, non pensarlo neanche. Purtroppo ho capito quello che avevo solo quando stavo per perderlo.-"
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I WON'T LET YOU GO.
 



Sentivo una mano accarezzarmi il fianco e una scia di menta dietro di me.
-Amore, svegliati!- Era il mio fidanzato, Rejold.
Mi girai dalla sua parte e aprii gli occhi lentamente a causa della luce forte del mattino, ritrovandomi il suo splendido sorriso davanti.
-Vado all'allenamento, torno per pranzo, a dopo piccola!-  Si congedò, lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.
Appena sentii lo sbattere della porta, mi alzai e decisi di sistemare un po' casa, date le due ore libere.
Stirai, lavai e pulii la cucina-soggiorno.
Io e Rejold viviamo insieme da un anno e siamo fidanzati da quand eravamo in quarta liceo.
Io ho ventuno anni e lui ventidue.
Ne abbiamo passate tante insieme e fortunatamente ce la siamo sempre cavata.
Viviamo a Firenze, in una casetta non molto grande.
Lui è un calciatore, gioca nel Castello, una squadra locale.
Spesso fanno partite fuori casa, anche in altre parti della nazione e mi ha sempre portata con lui.
Sono sempre stata molto presente per lui e sopratutto per la sua passione, appunto il calcio.
Io ho dovuto mettere da parte la mia per problemi di salute, quindi non voglio che lo faccia anche lui, so cosa vuol dire smettere di fare la cosa che ami di piu' al mondo per problemi anche meno complicati.
Io invece lavoro in un'agenzia di lavoro, aiuto i giovani a trovare lavoro e rispondo alle mail, infatti molte cose posso farle anche da casa, con il mio computer.
In un batter d'occhio si fecero l'una e un quarto, così misi sul fuoco la pentola e accesi la tv.
Mentre stavo impiattando, Rejold corse subito da me, buttò la sua borsa di calcio verde per terra e mi prese in braccio, facendomi girare e riempiendomi di baci.
-Che è successo amore?- Risi, cercando di mettermi un po' a posto i capelli.
Mi mise giù e riprese fiato.
-Mi hanno convocato per fare una partita di prova per la serie b della Fiorentina, ma a madrid!-  Disse tutto d'un fiato.
Andare a Madrid era sempre stato il mio sogno, sin da piccola.
Ero felicissima per lui e non stavo piu' nella pelle.
-Quando partiamo?- Dissi, sedendomi a tavola, nel posto davanti al suo.
-Domani!- Rispose, mettendosi in bocca un boccone esagerato di pasta.
-Ma perchè a Madrid?- Chiesi, trovando la cosa un po' strana.
-Perchè l'allenatore della serie b è lì per lavoro, quindi tutta la squadra va lì. Si, anche a me all'iniziò è sembrato strano. Però visto? Almeno abbiamo la possibilità di vedere la città dei tuoi sogni!- Ridacchiò.
Sparecchiai e passammo tutta la giornata a fare una borsa per due-tre giorni lì e a coccolarci sul divano, di fronte ad un film e ad una cioccolata calda, con tanto di marshmellow.
 
14.30
 
-Amore sei pronta? Facciamo tardi!- Mi urlò Rejold dalla porta di casa.
-Si, devo solo prendere la guida e ci sono!- Risposi affannata.
Corsi in macchina e mi diressi all'aereoporto.
Quando arrivammo, notammo già tutta la squadra in un punto, con anche alcune ragazze come me.
Salutai tutti con un grande sorriso e aspettai di salire sull'aereo seduta su una di quelle panchine scomode.
Avevo lo sguardo assorto nel vuoto quando all'improvviso sentii Rejold ridere.
Mi voltai verso di lui e vidi il suo viso. 
Era felice.
La voce metallica chiamò il nostro volo e salimmo su quell'aereo tanto atteso.
Ci sistemammo e io non potei fare a meno di attaccarmi al braccio di Rejold, avevo una paura folle dell'aereo ma non potevo non andare con lui.
-Amore tranquilla, ci sono io con te!- Mi disse lui tranquillizzandomi.
Dopo un due orette arrivammo all'aereoporto di madrid e ringraziai tutti i santi che fosse finita.
Andammo subito in hotel e fortunatamente la nostra camera era molto grande e carina.
-Senti, sistemi tu le valigie? Io vado fuori con gli altri, fra poco abbiamo l'allenamento per domani.- Disse.
Annuì e sistemai tutto in silenzio.
Quando si comportava in questo modo proprio non lo sopportavo.
Pensava solamente al calcio e non gli importava niente delle altre cose, oppure di me.
Non sembrava nemmeno più il mio Rejold, quello che conoscevo da quando ero una ragazzina.
Spesso non gli si poteva nemmeno rivolgere la parola, perchè non ti ascoltava neanche.
Mi buttai sul letto sfinita e guardai il mio sfondo del cellulare.
Una foto nostra mentre ci baciavamo, su un muretto vicino a casa nostra.
Delle volte mi manca, nonostante conviviamo.
Appenà tornò dagli allenamenti, ovvero tre ore dopo, mi portò fuori, per visitare la città.
Mi portò in una delle piazze piu' grandi di Madrid, dove stammo per il pomeriggio.
Cenammo in hotel insieme alla squadra e verso le 23.30 ci chiudemmo in camera.
Ero distesa, lo stavo aspettando.
Quando uscì dal bagno, mi si buttò addosso, facendomi il solletico.
Cominciai a ridere di gusto, visto che lo soffrivo terribilmente.
-Basta ti prego!- Dissi fra le lacrime per il troppo ridere.
Si sistemò nella sua parte del letto e cominciò a guardarmi.
-Che c'è?- Chiesi sorridendo.
-Niente...solo che oggi eri bellissima con quel vestitino nero.- Disse, abbracciandomi e cominciando a sussurrarmi parole dolci all'orecchio.
In poco tempo, la voglia di fare l'amore si fece sentire e mi fece sua, come mai aveva fatto fino ad ora.
Ci addormentammo abbracciati, fra coccole e baci.
 
 
15.30
 
Ero seduta sugli spalti, intenta a vedere la squadra che si allenava, poco prima della grande partita.
C'erano anche tutte le altre ragazze.
Loro parlavano di quanto fossero felici col loro ragazzo e che non le trascuravano mai.
Io di certo non potevo negare di essere felice, però il sentirsi trascurata...quello si.
Da quando era diventato un "pezzo grosso", non è più come prima tra noi.
A volte mi sembra che abbia due facce si comporta in modo strano ed ha degli evidenti sbalzi di umore.
-Allora come vanno le cose tra te e Rejold?- Mi chiese una ragazza che conoscevo a stento.
-Bene.- Risposi, accennando un sorriso.
Non amavo molto parlare dei fatti miei con degli estranei.
Poco prima del fischio d'inizio, chiamai Rejold.
-Ehy, volevo farti gli auguri.- Dissi, cercando di tenergli la mano.
Lui sembrò scostarsi e non dare molto peso alle mie parole.
-Rej, mi stai ascoltando?- Chiesi passandogli una mano davanti agli occhi.
-Si si... ehm, grazie, adesso vado, ciao!- Se ne andò in un nano secondo e mi fece rimanere di sasso.
Andai a sedermi, in disparte dalle altre, non volevo far vedere alle ragazze e alle persone che erano lì la mia tristezza che piano piano stava trasparendo.
Dopo una decina di minuti, uno dei ragazzi del Castello fece goal e mandò un bacio alla sua ragazza.
Lo stesso fece un'altro ragazzo della squadra opposta.
Anche Rejold segnò, ma non si girò nemmeno a guardarmi, in quel momento era come se non esistessi.
Durante la pausa fra il primo tempo e il secondo tempo andai negli spogliatoi e lo aspettai fuori dalla porta, volevo parlargli, non era più possibile così.
Uscì dopo cinque minuti con una borraccia in mano.
-Ehi, devo parlarti.- Dissi seria.
-Adesso? Non potresti aspettare la fine della partita? Ora sono occupato.- Rispose.
-No, non posso.- Dissi, cercando di continuare il discorso, ma lui mi bloccò.
-Senti, non mi stressare okay? In questo momento non posso stare dietro a te, devo cercare di vincere.- 
Scoppiai in lacrime e tornai sugli spalti.
Molti mi fissavano ed era una cosa che odiavo.
Rejold era nervoso, non prendeva una palla, e le poche che prendeva, le buttava fuori o se le faceva fregare.
Piangevo ancora di più di prima. Non potevo rimanere lì, dovevo andarmene.
Nel momento in cui mi alzai, prese una palla e spostò lo sguardo su di me.
Vide che mi stavo allontanando in lacrime e rimase fermo.
Ormai ero girata e non vedevo cosa stava succedendo in campo, ma sentivo i suoi compagni di squadra chiamarlo, probabilmente era ancora fermo.
Corsi in hotel, presi la mia borsa e scappai in aereoporto, tanto non era distante dal nostro hotel.
Nel frattempo aveva cominciato a piovere e tirava vento.
Mi ero seduta sulla borsa, per terra, in lacrime. 
Non potevo credere a quello che era appena successo, non mi aveva mai trattata così male.
 
-Renata! Fermati, non salire su quell'aereo per favore, mi farebbe troppo male.-
-Lasciami in pace Rejold, mi hai costretto tu a fare la valigia e tornare a casa.-
-Lo so e mi dispiace.-
-Mi dispiace?! E' l'unica cosa che sai dire?- Dissi io, con le lacrime agli occhi.
-Ti prego non piangere, non potrei sopportarlo...- Disse lui, stringendo le dita in un pugno.
-Troppo tardi...-
"Il volo per Firenze delle sedici e quarantaquattro è stato posticipato di venti minuti, ci scusiamo per l'inconveniente" Annunciò la voce metallica dell'aereoporto.
-Oh bene...-Pronunciai, digrignando i denti.
-Amore ti prego, lasciami spiegare.- Disse.
-Non c'è niente da spiegare, è troppo tempo che va avanti questa storia.- Sospirai.
-Lo so, mi dispiace, farei di tutto pur di farmi perdonare. Tu sei la cosa piu' bella che mi sia capitata nella vita. E sai cosa ? Mi sono innamorato di te in prima liceo. Quando tu ti sentivi uno straccio...in realtà non sapevi che io ti ho sempre amata. Sei stata la prima ragazza che mi ha fatto battere il cuore come nessun'altra. La prima con cui ho avuto una relazione seria, la prima che mi abbia mai amata. 
E non so piu' cosa fare, se non chiederti scusa in ginocchio e mordermi le mani per averti trascurata i questi mesi.-
Lo guardai con le lacrime agli occhi, era tutto bagnato, con ancora il fiatone della corsa.
Mi prese la mano e me la strinse forte, facendoci colare un po' dell'acqua che gli era rimasta sui capelli.
Si alzò e mi prese il viso fra le mani, incatenando i suoi occhi ai miei.
Non riuscii piu' a mantenere quel legame ottico, così abbassai lo sguardo, ma lui puntualmente mi alzò il mento con due dita e mi baciò dolcemente le labbra, trasmettendomi tutto il suo amore.
-Non ho mai smesso di amarti, scusami se ti ho trattata male a volte, o se sono stato poco presente, ma sai quanto è importante il calcio per me e a volte mi dimentico delle cose che ho...oggi ho capito che ho la ragazza migliore del mondo...mi dispiace troppo per come mi sono comportato.-Disse tutto d'un fiato.
Io scossi la testa dolcemente e mi fiondai sulle sue labbra.
Le nostre lingue si cercavano, si lasciavano e poi si rincontravano.
Probabilmente non avrei dovuto accettare le sue scuse così di getto, ma lui è il ragazzo che ho sempre sognato. Come facevo a dirgli di no? Non l'ho mai visto così dispiaciuto.
Avete presente quando da piccole si immaginava il principe azzurro? 
Ecco, lui è il mio principe azzurro.
E io sono la sua principessa.
Mi ha sempre trattata da tale, mi ha sempre fatta stare bene, non mi ha mai fatto mancare niente.
Ogni volta che avevo bisogno di un abbraccio, anche quando ancora non stavamo insieme, lui era sempre lì per me. 
Dopo avergli buttato le braccia al collo, decisi di correre al campo per permettere a Rejold di finire la partita piu' importante, quella che aspettava da tempo.
Pero' purtroppo era tardi ormai. Non si poteva piu' tornare indietro.
Vidi il suo viso rattristarsi di colpo e capii che aveva perso la sua occasione.
-Amore...mi dispiace. E' tutta colpa mia...-
-No, non è colpa tua piccola, non pensarlo neanche. Purtroppo ho capito quello che avevo solo quando stavo per perderlo.-
 
 
 
Il giorno seguente.
 
-Reni, devo dirti una cosa.- Disse con tono serio.
Mi ero spaventata, non mi parlava mai con questo tono.
Mi voltai e lo guardai, incitandolo a parlare.
-Non ti lascerò più andare. Non permetterò che succeda. Ti amo!
Sospirai e lo baciai.
Mentre stavamo aspettando il pullman che ci avrebbe riportato a casa, Rejold ricevette una chiamata dal suo allenatore.
Si allontanò un po' dalla confusione e parlò con lui per circa dieci minuti.
Tornò tutto felice, sorridendo e gridando "Evvai!"
-Amore! Mi ha detto che mi hanno preso! Dalla settimana prossima giocherò nella serie b della fiorentina! Oddio, non ci posso credere! E' tutto così fantastico!- Disse, baciandomi il viso dappertutto.
 
 
 
 
Writer's Corner.

Ciao ragazze! Mi dispiace moltissimo non aver aggiornato le altre ff, ma non so cosa ho, non riesco piu'  ad aggiornarle!
Presto cercherò di farlo...comunque, passiamo a questa One Shot!
E' una one shot principale.
Mi ha chiesto di scriverla il mio migliore amico, visto che sa della mia passione per la scrittura.
Quelli in foto siamo noi! ;3
Spero vi piaccia!
Volevo scrivere una os originale da tempo e ne ho avuto la possibilità.

Bene, se volete lasciatemi una recensione, sarei felice di sapere cosa ne pensate.
Adoro questa storia, ci tengo molitissimo e ci ho speso un giorno intero, piu' alcune ore di questa notte. 
A presto :)

-Renata
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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