Maka, che stupida. Uno le dice di scappare, di salvare la pellaccia, e lei cosa fa? Rimane ferma senza muovere un muscolo. Magari io avevo un piano, no? Pace, ora non serve a niente ripensarci.
Mi sento in colpa per averla portata in questo posto, era una delle solite missioni, avremmo dovuto scappare e avvertire qualcuno, ma come al solito non ci ho pensato e mi sono buttato. Ora però sto così bene... so perfettamente che una spada mi ha quasi tagliato a metà come una fetta di pane, ma ora mi sento... sollevato, ecco.
Dopo essere caduto per terra, senza neanche accorgermi di quanto in realtà fosse duro e freddo il pavimento piastrellato, era come se potessi finalmente riposare. Non che prima fossi stanco, ovvio, ma poi con tutto quel sangue che ha imbrattato la chiesa... poi ho visto gli occhi di Maka vicino a me, che gridava e mi chiamava in continuazione. Insomma, sono stato ferito, mica sono sordo! Anche se in realtà poi non ho sentito così bene quello che mi ha detto...all'inizio ho sentito le sue mani fredde e tremolanti sulla mia pelle, sul braccio e sul petto, che sembravano bruciare. È stato solo in quel momento che ho capito che non ero messo per niente bene. Anzi. Sentivo tutto come se fossi sott'acqua... vedevo ancora peggio di prima, visto che di sera in una chiesa l'unica cosa che fa luce è un insieme di candele... era tutto confuso, la testa ha preso a girare e a pulsare, finalmente la porta della chiesa si è aperta, verso l'interno, e ho potuto percepire la fresca aria di una serata estiva in Italia. Come si stava bene... e poi il buio assoluto. Ero del tutto rilassato, intorno a me non percepivo più nulla, solo l'aria fresca, e qualcosa che mi ricopriva il corpo (sarebbe il camice di Stein ;)).
Avevo già vissuto prima una sensazione simile. Quando ero piccolo, e mi mettevo al piano, iniziavo a premere i tasti neri e bianchi, prima incerto, poi più fluido e leggero, fino a quando trovavo il mio ritmo, e mi lasciavo andare al mio mondo di note, melodie e sogni. La verità è che nonostante sapessi suonare molto bene e il mio repertorio fosse molto vasto, non avevo mai imparato a leggere lo sparito. Lo trovavo inutile, un ammasso di punti e linee. Suonavo come veniva, con gli occhi chiusi, la mia anima era in completa sintonia con il piano, le dita viaggiavano veloci sui tasti, entravo in uno stato incredibile, non sentivo o ascoltavo la musica e le melodie che producevo, le percepivo, ogni vibrazione si insinuava tra le mie dita e si diffondeva per il corpo, come se il mio cuore e le vibrazioni del piano battessero insieme.
Ho sempre preferito le i tasti neri della tastiera. Da piccolo pensavo che le note bianche, le più diligenti e tutte intonate, erano le buone, che portavano il bene nella musica, mentre quelle nere, tutte stonate tra un tono e l'altro, fossero le cattive, e che facessero i dispetti a quelle buone. La verità è che ho imparato la lezione più importante della mia vita in quel modo. Le note nere sono più piccole e sono di meno rispetto a quelle bianche. Sono la parte oscura e cattiva della vita, la sua parte amara. Ma senza quelle, una canzone, la vita, è piatta, triste e monotona, mentre con quella parte malsana della nostra mente la vita si può veramente considerare tale.
Restare così al buio mi porta così tanti ricordi, è bello poter staccare, ogni tanto, e poterci ripensare. Anche se questo non è il modo migliore. Non so nemmeno se ci rimarrò secco o no. Tanto vale aspettare, ripensare alla mia musica e aspettare di vedere quello che succede.
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Angolo autrice
Saaaalve a tutti :) allora? Com'è venuta? In realtà io non ne so niente di musica, o almeno per quanto riguarda suonare il pianoforte, so suonare giusto il flauto dolce XD mi sono immaginata un po' cosa si potesse provare ;) non sono molto convinta della prima parte, fatemi sapere cosa ne pensate
Ciao a tutti!
Gaia-chan