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Autore: marty_always    31/07/2013    5 recensioni
- Kate?! Cosa è successo? Kate! – Urlo, avevo sentito dei rumori che conoscevo fin troppo bene; rumori di frenata e, di uno sparo. Provo a richiamarla, ma risponde la segreteria telefonica; riprovo ma ancora niente.
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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ULTIMATUM

Ciao a tutti!
Questa è la seconda fan fiction che scrivo, spero che vi piaccia.
Ho preso spunto dal video “Ultimatum”: https://www.youtube.com/watch?v=QGdaJEr_5K8
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura. 
Marty

(Un ringraziamento speciale a @gretasorzato per il banner, se ne avete bisogno non esitate a chiederglielo!)


[Al telefono]

- Ehi, buongiorno!
- Ehi! Oggi sei uscita presto.- Dico un po’ deluso.
- Si scusa, ma devo sistemare alcune carte al distretto, e tu dormivi così bene che non ho voluto svegliarti.
Sbuffo.
- Lo so, ti avevo promesso che il giorno del nostro primo anniversario di matrimonio sarei stata a casa con te, ma questo lavoro è davvero urgente!
- … Lo so, lo so. Solo che avevo dei piani per questa mattina… – sussurro maliziosamente, e scommetto che Kate si sta mordendo il labbro.
Al pensiero mi spunta un sorriso ebete sulla faccia.
- Mmh… Vorrà dire che affretterò le pratiche, e poi troverò un modo per farmi perdonare! – Mi risponde lei in modo provocante.
- Si, sono d’accordo.
- Auguri amore, ti amo. – Dice.
- Auguri anche a te Kate, ti amo anch’io, mi è venuta un’idea, cosa ne pensi se…
- Ma che diavolo! Ah…
 
Cade la linea.
Che diavolo era successo? Inizio a sbraitare frasi senza senso contro il cellulare.
- Kate? Cosa è successo? Kate! – Urlo, avevo sentito dei rumori che conoscevo fin troppo bene.
Rumori di frenata.
E di uno sparo.

Provo a richiamarla, ma risponde la segreteria telefonica, riprovo ma ancora niente.
Decido di chiamare Esposito.
- Ciao bro, non riesci a starmi lontano più di due ore, eh? – Esclama scherzando.
- Espo è successo qualcosa a Kate, ho sentito il rumore di uno sparo mentre eravamo al telefono. Non risponde, prova a rintracciarla, io sono già per strada, fate presto! – Avevo la voce tremante e affannata, determinata dalla paura  e dal fatto che stavo scendendo le scale di corsa.
- Okay aspetta, la sto rintracciando. – Disse ritornando serio.
Passano pochi secondi, che mi sembrano un’eternità, finchè Esposito non parla.
- E’ sulla 15th, saremo la tra poco.
- Okay, ma fate presto, vi prego!  
Detto questo chiudo la telefonata e inizio a correre verso il luogo indicatomi, cercando di non pensare al peggio.
Appena arrivato vedo numerose macchine ferme dietro ad un’altra macchina capottata che bloccava la corsia.
Era la macchina di Kate.
Vedo Ryan ed Esposito, mi avvicino, e Ryan mi viene in contro
- Castle, è meglio che non guardi, vieni, andiamo via. – Dice, prendendomi per un braccio e allontanandomi.
- Kate, dov’è Kate! Kevin lasciami, fammi vedere dov’è Kate!  – Spingo via Ryan e corro verso la macchina; anche Esposito cerca di bloccarmi, ma ormai sono arrivato vicino al lato del guidatore.
Mi blocco.
Di Kate  non c’è nemmeno l’ombra, ma sul parabrezza dell’auto c’è un foro di proiettile, e sul sedile del guidatore, all’altezza della spalla c’è il proiettile, circondato da una chiazza di sangue.
Ryan mi allontana, questa volta con successo, dicendomi qualcosa, ma non lo sto ascoltando, sto solo pensando a Kate, al proiettile e al sangue.
 
Arrivo a casa, dopo essere passato in centrale per riferire cosa avevo sentito al telefono e, essere rassicurato, se può essere possibile, dal fatto che se avessero avuto notizie me lo avrebbero fatto sapere subito, mi lascio cadere sul divano, guardando nel vuoto e sento le lacrime che avevo trattenuto per tutto quel tempo salire e, trovare un varco per uscire. Non oppongo più resistenza e le lascio uscire.
Non ho neanche più la forza di respirare. Sentendomi piangere arrivano mia madre e Alexis, che mi abbracciano e, cercano di consolarmi.
- Oh Richard, non ti preoccupare, la troveranno e, la porteranno a casa sana e salva! – Sussurra mia madre.
- E’ vero papà, la nonna ha ragione, e poi stiamo parlando di Kate, mica di una femminuccia come te! – Cerca di scherzare Alexis per alleggerire la tensione.
Sorrido, un sorriso spontaneo, perché in fondo hanno ragione, è di Kate che stiamo parlando, non di una persona qualsiasi.
Mi faccio una doccia veloce e ritorno al distretto per vedere se ci sono novità. Appena esco dall’ascensore mi arriva una chiamata da un numero sconosciuto. Rispondo.
- Rick!
- Kate! Dove sei, stai bene? – Urlo, facendo voltare tutti i detective presenti sul piano.
- Kate – chiamo ancora.
- Rick aiu… – Sento il rumore di uno schiaffo, e il telefono passare a qualcun altro, un uomo, che inizia a parlare.
- Signor Castle, che piacere sentirla…
Lo interrompo subito.
- Tenga giù le mani da mia m…dalla detective Beckett e mi dica dove la tenete, subito!
- Vuole dire sua moglie, signor Castle? – Esclama ridendo l’uomo.
- Non si preoccupi, per ora è ancora viva, ma se la vuole rivedere dovrà fare tutto ciò che le dirò, ci siamo capiti? – Sussurra serio.
Il sangue mi ribolle nelle vene.
- Mi dica cosa vuole, farò qualsiasi cosa.
- No, non ora, verrà il momento. – Detto ciò chiude la telefonata.
Guardo Ryan che scuote la testa. Non è riuscito a rintracciare la chiamata, ma almeno so che Kate è ancora viva.
 
***
- Allora detective Beckett è così sicura che suo marito la troverà? Io ho i mie dubbi.
- Non solo mi troverà, ma troverà anche te lurido bastardo, e ti pianterà una pallottola fra gli occhi, e stai certo che se non lo farà lui, lo farò io. – Gli sputo quelle parole addosso con talmente tanta rabbia che l’uomo arretra.
- Uh, aggressiva la ragazza… – Sussurra scherzando, per poi tornare serio. Posa l’indice sulla ferita alla mia spalla.
Non riesco a trattenere un gemito di dolore.
- Io non credo che lo farà, perché sarete morti entrambi.
Detto questo se ne va ridendo, lasciandomi chiusa in quella stanza buia, illuminata solo da una vecchia lampadina legata ad una sedia posta al centro della stanza.
  
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