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Autore: MetalheadLikeYou    31/07/2013    2 recensioni
Devo ricominciare da zero, da sola, di nuovo.
E' dura, ho ancora i lividi, ma quelli spariranno presto, quello che non andrà via è il dolore nel petto, ho il cuore a pezzi.
Continuo di: SAM
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9




MI svegliai con un forte mal di testa, come se mi stesse per scoppiare la testa.
Sentii dei rumori provenire dalla cucina e mi alzai, per andare a controllare che fosse tutto ok.
Prima di scendere andai al bagno notando, con orrore, le mie bellissime occhiaie e il mio viso pallido.
Mi sciacquai poco il viso per poi raggiungere il piano terra.
Entrai, arrancando, in cucina, dove trovai un Oliver, a mio parere abbastanza nervoso, che litigava con la macchinetta del caffè.
Risi appena e dopo averlo salutato, andai a dargli una mano, mettendomi poi seduta.
<< Stai ben?>>
<< No, non credo>> risposi, cercando poi un qualcosa per la testa, che pulsava e faceva troppo male.
<< Hai dormito?>> mi chiese di nuovo, sedendosi davanti a me, lo fissai, notando con dispiacere che anche lui non era nella sua forma migliore.
<< Poco, tu anche vero?>>
<< Già>> 
Sospirai, lui mi fissò con attenzione, poi aprì bocca, come per dire qualcosa, ma la richiuse subito scuotendo la testa.
<< Che volevi dirmi?>>
<< Mi chiedevo...>> iniziò lui, finendo di bere il caffè, <<..come fai a dire che è figlio mio?>>
<< Vedi...>> 
<< Sam, sta calma ok?>> mi chiese, notando il mio tremolio, avevo paura, ero spaventata e mi sentivo veramente male.
Era complicato trovarmelo li e dover dire le mie impressioni, ricordargli la volta che aveva trovato me e Joey insieme.
Era difficile dover ricordare anche quella notte, in quella stanza.
<< Dopo quella volta...che tu hai trovato me e Joey...>>
<< A si quello>> mugugnò lui, interrompendomi, sorrisi appena per la sua reazione, forse un piccolo sprazo di gelosia.
<< Si, a me sono venute....quindi suo non è>>
<< Sei andata a letto con altre persone dopo lui?>>
La sua domanda diretta mi fece rimanere a bocca aperta, abbassai la testa, ripensando di nuovo a quella notte.
Ripensai alle sue mani su di me e a come avevamo passato la notte.
Ci eravamo amati, veramente.
Sentendo gli occhi pungere, istintivamente, li chiusi, stringendo il pugno sotto al tavolo.
<< Si sono andata con un altra persona...>>
<< Chi è?>>
<< Sei tu>> risposi, scoppiando di nuovo, lui mi fissò, con uno sguardo carico di tristezza ma allo stesso tempo di tenerezza ed io, sotto quello sguardo mi sentivo sprofondare.
Questo perchè non eravamo stati attenti.
Forse lui era andato avanti.
Senza di me.
Forse nemmeno lo voleva quel bambino, o bambina.
Forse mi avrebbe detto di decidere da sola, che non lo avrebbe accettato.
Ero pronta a crescere un bambino da sola?
Non ero "sola", avevo affianco Joey, ma non potevo chiedergli una cosa simile, non potevo dirgli di fingere che fosse il padre e, in un domani, cosa avrei risponto a mio figlio, o figlia, se mi avesse chiesto chi fosse il padre?
Avrei potuto fingere e continuare a far credere che il padre fosse il batterista, mentendo spudoratamente.
Oppure, avrei potuto dire la verita, ammettendo che, per la stupidità di due persone era nata una nuova anima.
Avrei detto che i suoi genitori, incoscenti e senza rendersi conto di ciò che stessero facendo, aveva continuato a fare sesso, senza preoccuparsi delle coseguenze future.
Sarei passata sicuramente per una puttana e Oliver?
<< Smettila>> 
La sua voce mi fece tornare alla realtà, lo trovai al mio fianco, con una mano su una gamba e con gli occhi fissi nei miei, che rossi per il pianto, bruciavano.
<< Ho paura>>
<< Anche io>> mi rispose, alzandosi, << Dai, andiamo>>
<< Ok>>
<< Prima ci leviamo questo dubbio e meglio è>> commentò lui, andando a lavarsi e cambiarsi:
Anch'io mi preparai.
La mia mente era ormai partita, continuavo a pensare a ciò che sarebbe successo.

In ospedale, mi sentii osservata, studiata e giudicata.
Oliver, che non amava molto essere li dentro, rimase comunque, facendo uno sforzo notevole, al mio fianco, aspettando assieme a me il risultato.
Vidi entrare un medico.
Mi sembrava di rivere la stessa scena, solo che ora al mio fianco c'era l'uomo che amavo.
<< Salve>>
<< Giorno>> rispose per tutti e due Oliver, notando evidentemente la mia paralisi.
Non riuscivo a parlare e mi sentivo soffocare.
Mi mancava l'aria.
<< Signor Sykes, il dna del feto, corrisponde al suo>>
Mi girai a vedere la sua reazione, che fu quella di passarsi nervosamente una mano nei capelli e stringere, con molta pressione e forza la mia mano.
Il dottore uscì, augurandoci un bel futuro.
Per tutta la durata del viaggio di ritorno, nessuno dei due parlò.
Un muro si era creato tra me e lui.
Ed io, forse, avevo paura di iniziare un qualsiasi discorso.
Entrammo a casa.
Mi misi seduta, alzando poi lo sguardo verso di lui, che camminava avanti e indietro per il salone, mangiandosi un'unghia e mugugnando tra se e se.
<< Sam...io sono contro l'aborto...ma..>>
<< Io da sola non ce la faccio>> lo interruppi, <<...non ce la faccio>> ripetei, predendomi poi la testa fra le mani.
Continuai ripetere di non farcela, che non ero pronta, che avevo paura.
Oliver mi scansò le mani, alzandomi il viso e scostandomi i capelli da esso, fissandomi con gli occhi luicidi.
<< Lo so, non ti chiedo di abortire, è mio figlio...>>
<< Oliv....>>
<< Ti sarò vicino ma...per lui>>
Lo fissai, sentendomi morire.
Misi su una specie di sorriso, finto, infondo sarebbe rimasto, per nostro figlio.
Sospirai, alzandomi, gli dissi che sarei andata a dormire, cosa che però non feci molto.

*Oliver*

<< Lee, ciao>> il mio amico mi aveva appena tirato via da un mare di pensieri, riportandomi alla riva.
<< Oliver, va tutto bene? Cos'è questa voce?>>
MI passai una mano sul viso, ero stanco.
Lei dormiva al piano di sopra, finalmente era riuscita a chiudere occhio.
<< Lei è incinta>> 
<< Cosa?>>
<< E' mio>> 
Sentii il silenzio, poi un sospiro, << Che vuoi fare?>>
<< Le starò vicino ma, non credo che ci sarà più nulla, rimarrò solo per lui, o lei>>
<< La ami ancora?>> mi domandò lui, rimasi in silenzio, riflettendo attentamente sulla domanda.
L'unica risposta che ottenni fu un "si".
Si, l'amavo ancora.
Vederla in quello stato e non riuscir a far nulla per farla star bene o almeno sorridere un pochino mi faceva molto male, non riuscivo a capire cosa fare e mi sentivo un cretino.
Un emerito coglione.
<< Credo di si>>
<< Allora riprovateci>>
<< No>> risposi secco.
<< Perchè?>>
<< Perchè ci siamo fatti troppo male>>
<
Sbuffai, non volevo illudermi che potesse funzionare di nuovo, eravamo troppo distaccati ed io, per la prima volta, avevo paura di amare qualcuno, di dover lanciarmi di nuovo in una sfida, persa già in partenza.
Questo era quello che pensavo.



















CIAOOOOOOO sono di nuovo qui, come state?
Mi scuso per eventuali errori >.< e ringrazio come al solito le mie due Soul Lost In Darkness e Putrefied, che amo tanto per i loro commenti STUPENDI! 
Grazie.


P.S.
Noto con piacere le numerose visualizzazioni, sappiate che vi amo tutti/e.
  
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