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Autore: MakieyoMela    01/08/2013    2 recensioni
Aiuto i ragazzi terminale in ospedale col mio nasino rosso. Un ragazzo della mia età mi disse "Mi sono innamorato di te". Quella notte mi chiusi a casa a piangere. Lui non poteva arrivare a prossimo mese e io non potevo portarlo via con me.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Angolo dell'autrice; Non dico nulla.. Vi prego solo di ascoltare 'Utakata Hanabi' mentre leggete. 
Solo questo. Grazie.



Era già un mesetto buono che giravo per i corridoi di quell'ospedale così spento e senza vivacità, ovviamente, per regalare un sorriso ad ogni ragazzo, bambino che sia che fosse ricoverato lì. Indossavo il mio naso da clown, pienamente abbinato alla mia carnagione chiara e perfetta, come i capelli biondi e che spesso tenevo mossi.
Quella mattina di inizio Agosto arrivai leggermente in ritardo a lavoro, di corsa presi il mio camice dall'armadietto riservato a me e di tutta fretta, a passo svelto, mi avviai verso il reparto per i ragazzi e bambini malati di tumore.
Giorno dopo giorno, passavo così le mie ore; regalare un sorriso a loro era come illuminare un cammino buio e triste ai miei occhi. Ma, ovviamente, tutti i miei superiori mi avevano insegnato a non affezionarmi mai a nessuno. Dramma se fosse accaduto.
Con il mio abbigliamento strano, aprii le porte della sala pranzo di quel reparto. Bambini che correvano a destra e manca, qualche gruppetto di ragazzi ormai amici che aveva riservato il proprio posto ormai da quasi una vita in quell'ospedale.
Fare questo lavoro mi ha sempre fatto male. Dire addio non è mai stato una delle cose che preferisco fare, ma.. E' così che deve andare, no?
Passai, sorridente, di fianco al grande bancone dove i ragazzi, con ancora forze di muoversi, potevano prendere il loro cibo e andarselo a mangiare all'aria fresca o da qualsiasi altra parte, pur sempre accompagnati da qualche infermiere non molto schizzinoso o cattivo.
Presi una mela rossa, la più rossa che c'era, e andai al tavolo dei ragazzi, non prima di aver salutato tutti i bambini che erano nella stanza.
« Scusate il ritardo, ragazzi! Come va il pranzo? Oggi è buono? » Borbottai dopo aver dato un fedele morso alla mia mela, tenuta con la mano destra che va a poggiarsi sulla spalla di uno dei cinque ragazzi seduti.
Il più giovane, da poco arrivato e ancora in buona forma, mi guardò con una faccia scocciata. Non aveva toccato cibo. « Preferirei mangiare il mio stesso vomito, Kibum. Non puoi capire che schifo. ». Con una mano gli scompigliai i capelli.
« Un giorno di questi, cucinerò io qualcosa per voi, va bene? Ci vediamo dopo! »
Liquidai così tutti. Dovevo affrettarmi, la stanza dei giochi mi aspettava. Continuando a mordere la mia mela, a grossi passi, entrai nella stanza colorata e piena di bambini. Per loro ero come un esempio da seguire; insegnavo loro i numeri, le lettere e altre lingue. Tutto ciò che si poteva imparare.
Ma di certo le mie giornate non finivano lì.
 
Posando i miei accessori nell'armadietto, ecco uno dei cinque ragazzi del tavolo da pranzo che mi aspettava all'uscita degli spogliatoi.
« Jonghyun, cosa ci fai qui? Non dovresti andare a dormire? » Domandai piuttosto sorpreso nel vederlo sveglio alle due di notte. Con un sospiro, afferrai la mia borsa e i miei occhiali da vista, raggiungendolo al di fuori dello stanzino.
« Kibum-ah, non ti ricordi? Ci eravamo promessi che stasera avremmo visto tutti insieme le i fuochi d'artificio! E' ferragosto! » Quasi urlò lui. Feci segno di abbassare la voce e solo in quel momento mi ricordai della promessa che feci a tutti.
Con un piccolo schiaffetto sulla mia fronte, storsi il naso e annuii più volte, maledicendomi. « E' vero, è vero.. Dai, andiamo. » Certo, avevo altri impegni quella sera, come ad esempio uscire con i miei amici e il mio ragazzo, ma.. Al diavolo tutto. Io ero lì solo per dare un sorriso a loro. Qualsiasi cosa mi avessero chiesto, l'avrei fatta senza esitare.
Jonghyun, pur avendo venti anni ed essendo il più grande della combriccola, era infantile dentro. Era quello a cui piaceva sempre giocare ai videogiochi, che ci stava ad ogni scherzo. Jonghyun era quello che più complottava contro di me e la mia paura per gli insetti, tant'è che un giorno me ne fece trovare uno nell'armadietto.
Ma.. Con lui ci si stava bene. Non c'è che dire, ma ogni volta che mi veniva da pensare qualcosa su di lui, era quasi uno schiaffo in faccia. Non mi ci devo affezionare. E' la regola base per andare avanti in questo lavoro.
Arrivati entrambi sulla terrazza, con l'aria freschetta che tirava a quell'ora, si avvicinano a tutti gli altri ragazzi seduti a terra a guardare i fuochi d'artificio già iniziati da un po'.
Si mettono seduti anche loro, uno di fianco all'altro, col volto verso l'alto e illuminati dalla luce fioca che davano i fuochi. Fuochi d'artificio così colorati e perfette, di varie forme e scritture.
« Kibum.. »
«Dimmi, Jonghyun. »
« .. Penso di essermi innamorato di te. »
 
Aiuto i ragazzi terminale in ospedale col mio nasino rosso. Un ragazzo della mia età mi disse "Mi sono innamorato di te". Quella notte mi chiusi a casa a piangere. Lui non poteva arrivare a prossimo mese  e io non potevo portarlo via con me.
Quella notte, tornato a casa, piansi per il resto delle ore che passai nel mio letto accucciato, di fianco al mio cane. Lui era innamorato di me.. E Lui non poteva arrivare al prossimo mese.. Ed io non potevo portarlo via con me. Via da quel posto. Via per vivere una vita migliore.
La vita può essere così cattiva?
Dicono che quassù ci sia un Dio, un qualcuno che ci protegge e che ci faccia andare avanti.
E allora perché le persone continuano ad ammalarsi? Perché le persone continuano a morire?
Morire di malattia, morire d'amore, morire per la tristezza e la depressione.
Quella notte piansi di continuo.
Non tornai più lì.
Lo vidi per l'ultima volta al suo funerale. Nascosto.
Vigliacco. 

  
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