Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Walechu    01/08/2013    3 recensioni
"Quel giorno la pioggia aveva smesso di cadere e Aomine sentiva una parola in gola che chiedeva con violenza di essere pronunciata. Non sapeva da dove venisse e come facesse a conoscerla, ma il solo pronunciarla ad alta voce lo rinvigorì."
Flashfic ispirata dal capitolo 220 del manga. Accenni al pairing AoKa *SPOILER*
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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NOTE: La prima parte del testo è presa/ispirata direttamente dal chapter 220 del manga “Kuroko no Basuke” di Tadatoshi Fujimaki. Flashfic su AoKaga. Amo questa coppia, sono il sesso disegnato(?). Che dire, all'inizio volevo far apparire Kagami davanti ad Aomine –stile visione paradisiaca- ma ho optato per una cosa più a livello di subconscio (sembro una psicologa aiut). Spero vi piaccia^^ Grazie a chi la legge e a chi lascia una recensione positiva/negativa che sia.

Bye*

 

****




Quel giorno sotto la pioggia battente, gli occhi lucidi di Kuroko rispecchiati nei suoi blu scuro velati da un torbido grigio, Aomine pronunciò quelle parole che avrebbero cambiato tutto:

 

-Ormai, non mi ricordo più come ricevere i tuoi passaggi, Tetsu...-

 

Lo aveva detto con un sorriso malinconico, un sorriso che aveva straziato il cuore di Kuroko in due.

I miracoli si stavano separando, ognuno di loro andava per conto proprio. E Kuroko non poteva fare niente per fermarlo. Non poteva fare niente per fermare Aomine. Nessuno poteva farlo.

 

Quel giorno sotto la pioggia battente Aomine tornò a casa da solo e vide un ragazzo dagli occhi selvaggi. Un ragazzo che camminava davanti a lui, fiero e forte come una tigre e più Aomine aumentava il passo per raggiungerlo, più questo si allontanava. Emanava una luce radiosa e accecante, tanto da fargli male agli occhi. Tese le mani per raggiungere quella luce che lo faceva sentire appagato. Tendeva le mani al volto del ragazzo, voleva rivedere quegli occhi fiammeggianti, voleva bruciarsi l'anima in mezzo a quelle fiamme. Le voleva attorno al suo corpo. Ne sentiva il bisogno.

Ci mancava pochissimo, un lampo improvviso e il ragazzo scomparve.

Lui rimase lì da solo, i pugni stretti lungo i fianchi.

 

Quel giorno la pioggia aveva smesso di cadere e Aomine sentiva una parola in gola che chiedeva con violenza di essere pronunciata. Non sapeva da dove venisse e come facesse a conoscerla, ma il solo pronunciarla ad alta voce lo rinvigorì.

 

Taiga.

 

 

 


   
 
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