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Autore: _Cherol_    02/08/2013    4 recensioni
C'erano una volta, nel lontano regno di Italia, venti care Regioni, tutte con un carattere particolare, che vivevano felicemente e in armonia tra di loro.
Ma qualcosa andò storto.
L'armonia ad un tratto cessò, e le regioni entrarono in conflitto fra di loro e vissero avventure insieme così spettacolari, così strane e così insensate che poche persone, ad oggi, le conoscono a fondo. La pace sembra ormai un lontano ricordo, e le avventure continuano, inesorabilmente.
Raccolta incentrata sulla vita quotidiana delle regioni, raccontata da loro o da altre Nazioni, oppure da un autore onnipresente ed evanescente. Tanti generi per tante regioni! Potete trovar di tutto come Comico o Introspettivo, ma non saremo regolari, è più un "Sai, oggi mi è proprio venuta voglia di scrivere su Piemonte e Liguria, magari aggiorno la raccolta!". 
Sery in combutta con Sol Soniador F Jones e Arlie, se ne hanno voglia. Spero vi divertirete! 
P.s. Probabilmente non ci saranno pairing ma potete anche suggerirli.
Capitoli:
1. : Lombardia vs Sicilia, ovvero come Campania fece saltare i nervi della siciliana
2. : Salsedine ligure
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sorpresa, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LOMBARDIA VS SICILIA, OVVERO COME CAMPANIA FECE SALTARE I NERVI DELLA SICILIANA




Piccola avvertenza: ho scritto quest'obbrobrio di notte e mattina presto quindi... . 
HET!SPAMANO accennata: si, Calabria è una Fem!Romano in tutto e per tutto, quindi consideriamo (?) la loro coppia come una Spamano. 

Buona lettura!

SE SIETE DEI VECCHI LETTORI E RICORDATE LOMBARDIA E SICILIA SOTTO IL NOME DI MATTEO E FLAVIA NON SPAVENTATEVI. HO FATTO DELLE RICERCHE E CAMBIATO I NOMI.

Breve descrizioni delle regioni che appaiono in quest'episodio, giusto per non perdersi!
Lombardia: Alessandro Vargas, dai capelli scurissimi e gli occhi del fratello Feliciano, tecnologico e modernissimo, alla moda sempre e comunque. Fra lui è Sicilia è quello che ha più pazienza.
Sicilia: Costanza Vargas, capelli biondo cenere e occhi verdi/castano. Perde subito la pazienza in presenza del lombardo ma per il resto è abbastanza cordiale.
Campania: Flora Vargas, capelli castano scuro e occhi azzurri (riferiti al Golfo di Napoli e alle sue isole, e alla loro bellezza al tramonto). Più un fuoco d'artificio che altro, è esuberante e non sta un attimo ferma. Vi basta sapere questo.
Calabria: Francesca Vargas, capigliatura castana ed occhi del medesimo colore, tsundere o Fem!Romano in tutto e per tutto, ha una cotta, che non ammetterà neanche sotto tortura, per Spagna. Asseconda spesso le altre regioni del sud, anche se non approva tutta l'energia che ha Campania nel trascinarla con lei.



Già, non era un fatto nuovo. Lombardia e Sicilia non si sopportavano, non potevano vedersi. Erano quasi agli estremi opposti della penisola e questo, per loro e per la sanità mentale delle altre regioni, non poteva che essere una cosa buona.
Il primo, Alessandro Vargas, a detta della sorella era solo un signorotto con la testa bacata e la puzza sotto il naso, spilorcio e troppo fissato con la moda.
La seconda, Costanza Vargas, a detta del fratello era solo una contadinotta rozza e maleducata, come solo i "terroni" potevano essere. E lei era la madre dei terroni, essendo quella che abitava più a Sud. Litigavano ogni qual volta si vedevano, e mentre Calabria e Campania trattenevano la sorella, Trentino e Piemonte calmavano il fratello. Ma qualche brutto gesto o parolaccia, tra i due, ci scappava sempre.
Ogni volta le regioni sbuffavano vistosamente, definendoli sciocchi e immaturi: ma non secondo l'opinione di Campania, Toscana e Lazio, che facevano scommesse su chi dei due si sarebbe arreso prima. E non vinceva mai nessuno, perché il settentrionale e la meridionale non si sarebbero arresi neanche per tutto l'oro del mondo.
Successe solo che un giorno d'estate, caldo afoso e tanto lavoro da fare, Sicilia si trovasse in compagnia delle sue "sorelle preferite", Francesca e Flora, rispettivamente Calabria e Campania.
Le tre erano in uno dei grandi agrumeti siciliani, intente a terminare l'operazione di raccoglitura-arance, insieme a qualche siciliano di quella zona. Dopo una mattinata di lavoro, si erano fermate a consumare il pranzo insieme, parlando del più e del meno.
- Te lo dico io, Aosta passa troppo tempo con Francia, e non è più quella bambina innocente che conoscevamo tutti! - esclamò Campania addentando il suo panino e parlando con Calabria.
- Non mi dire che sta diventando una pervertita o per lo meno... dimmi che non conosce i doppi sensi anche lei! - disse scioccata Sicilia guardando prima una sorella e poi l'altra.
- E Piemonte non fa nulla? - parlò solo in quel momento la calabrese.
- Ci ha provato, ma è proprio lei che vuol stare con Francia - si strinse nelle spalle Flora.
Stavano spettegolando un po' sulle regioni settentrionali, constatando che la maggior parte di loro era l'opposto di Feliciano, a cui avrebbero dovuto somigliare. Non potevano non notare che Aosta si stava "francesizzando" mentre Trentino cominciava a parlare metà italiano e metà tedesco. Ah, che fortuna avevano loro a vivere tutte vicine e lontane da attacchi non molto simpatici delle altre Nazioni!
- E Lombardia? Sapete cosa stia combinando ultimamente? - chiese Calabria, scandagliando il settentrione.
Sicilia sbuffò sonoramente borbottando qualcosa tra le fette di pane, un qualcosa simile a "Non me ne può fregar di meno". Solo che le due non ne erano del tutto convinte.
- Ma perché vi odiate così tanto? Che t'ha fatto? - chiese Campania, con una faccina innocente, e all'oscuro di cosa avrebbe potuto scatenare con quella domanda. Infatti Sicilia si alzò con tutta la sua altezza, che poi era un'altezza nella media, in piedi, poggiando le mani sul tavolo e guardando Campania dritta nei suoi occhi azzurro mare.
- Cosa mi ha fatto, dici? COSA MI HA FATTO? Continua a definirmi una contadina senza istruzione, nonostante sappia che nella mia Sicilia abbiano vissuto i migliori poeti della storia d'Italia!! Mi chiama terrona, come voi del resto, come ci chiamano tutti i settentrionali polentoni qual'è lui! Ed ogni anno mi manda un sacco di turisti che non fanno altro che snobbare i miei alberghi e le mie strutture. Non lo fa anche con voi? E mi chiedi che cos'ha fatto.... - brontolò la siciliana - ...uniti non lo siamo mai stati, e pensare che noi meridionali facciamo di tutto per apparire gentili ed educati quando viaggiamo al Nord.... - sospirò.
- Su, Sicilia, prima o poi andrete d'accordo! - sorrise solare Campania. Già, si vedeva lontano un miglio da quel sorriso e dai suoi gesti che il regno di Napoli era stato un possedimento spagnolo per anni e anni. 
- Si, in un futuro molto prossimo, Flò - si espresse Calabria imbronciata: anche a lei davano molto fastidio i signorotti quali il lombardo, perché cercavano sempre di correggere i suoi modi di fare e il suo temperamento, troppo simile a quello di Romano.
La campana scoccò un'occhiataccia alla sorella calabrese, prendendo un bicchiere di vino. Anche se erano ragazze rimanevano comunque italiane, e il vino è di tradizione, in Italia.
- Ehi, Sicilia, facemm 'na scummess?- chiese di botto Campania, rivolgendosi alla sorella bionda che maneggiava le carte da gioco siciliane.
- Spicciati, però, ca c'aiu ancora travagghiu 'i fari - mormorò la siciliana dividendo le carte da gioco tra lei e le due sorelle.
- Se riesci ad abbracciare Lombardia, ti passo tutte le pizze gratis da Gennaro per un mese! - concluse Flora, sistemandosi per giocare a Briscola.
- COSA?! - 
- Ma che razza di proposte sono queste, Flora?! - esclamò Calabria iniziando a fare la prima mossa.
Che dire, una pizza da quel mago che era Gennaro non si poteva rifiutare, tantomeno se era gratis! Ma chiedeva una cosa inconcepibile nella mente di Sicilia: abbracciare la persona che odiava di più al mondo, dopo Austria, era una cosa...impossibile. Ma la gola della ragazza vinse e per questo accettò, dopo aver misurato i pro e i contro della faccenda. In fondo non era scritto da nessuna parte che si sarebbe dovuta far vedere da nessuno, quindi, bastava che non lo sapessero le altre regioni...
- Ci sto! - sbottò Sicilia portando a termine mosse di svantaggio per Calabria che incominciò ad inveire tra sé e sé - A patto che nessuno ci veda -
-Devo soltanto vedervi io, ok? - gongolò sul posto Campania, pregustandosi già la scena di una Sicilia imbarazzata/incazzata/per nulla volenterosa dare un abbraccio al suo arci-nemico. La stava divertendo già da quel momento.
Costanza borbottò qualcosa, ma ormai aveva accettato e non sarebbe più tornata indietro.
- Se vinco io? - chiese Campania alla sorella.
- Se vinci tu... beh, scegli tu, che chiedi a me - sbottò la siciliana.
- Aww, mi passi i tuoi dolci gratis per un mese. Mi sembra equo, specialità locale in cambio di specialità locale! - 
Sicilia acconsentì, in fondo il ragionamento non faceva una piega. Finì la partita (che alla fine vinse Calabria dato che era l'unica concentrata nel gioco) e, con le sorelle, anche mezza bottiglia di vino. Sparecchiarono velocemente e ricominciarono a lavorare, blaterando fra loro.

- Ehi, Francisca, quindi hanno fatto questa scommessa? -
- Senti, bastardo di uno spagnolo, io ti racconto cos'è successo, ma tu chiamami col mio nome, Francesca!-
- Ma perché non ti piace? Il nome Francisca è proprio carino! -
- Antonio, zitto e fammi continuare-
- Non trattarmi male, pequeña! -
- Mi chiamo Francesca. Non Francisca, non pequeña, FRANCESCA. Ti raccontavo, per tutta la durata del raccolto hanno continuato a discutere su questa stupida scommessa e non mi hanno fatto lavorare in pace. La data prefissata era per quella domenica, perché né Sicilia né Campania avevano da fare, erano fermamente convinte. Più che per orgoglio che per altro, Costanza ci andò anche sola, senza accettare il passaggio di Flora.... -


Vedere una figura imbaccucciata a quella maniera in giro per Milano non era poi tanto normale. In fondo era Maggio! Aveva un cappotto lungo, degli stivali e le mani in tasca: tipico dei meridionali esagerare pensando di trovare chissà quale freddo, anche se, quel giorno, non ce n'era poi molto. La ragazza entrò in un bar, ordinando un "Cappuccio" che venne servito proprio in fretta. Doveva ammettere, però, che i settentrionali erano proprio ben organizzati.
" Ma mai nessuno potrà superare la bellezza e il calore che trasmettono i miei bar" pensò compiaciuta Sicilia, soffiando sulla bevanda calda assorta nei suoi pensieri. Pensava a quante belle cene si sarebbe potuta fare da Gennaro, e che, qualche volta, avrebbe potuto invitare qualche regione per una serata pizza e film. 
Stava ancora crogiolandosi immaginandosi tutto il Sud Italia (non Romano, ma le regioni) a casa sua, quando una voce maschile alle sue spalle la interruppe.
- S-SICILIA!? - 
La tirata in causa si girò di scatto, per poi ritrovarsi davanti il fratello lombardo, i suoi capelli corvini e i suoi occhi ambrati sul marrone la guardavano stupiti. Era alto e quindi dovette alzare di molto la testa; era vestito di tutto punto, all'ultima moda, per andare a lavoro, probabilmente.
- Beh? - disse solo la siciliana alzando un sopracciglio - non si può più viaggiare per l'Italia? - 
- È strano che tu sia qua, in Lombardia, a Milano. Nella mia terra! Magari hai la febbre - si strinse nelle spalle Alessandro ordinando la sua di colazione.
- Chi ti dice che io non sia qui per incontrare uno dei tuoi capi? - sbuffò Costanza, facendo per andarsene.
- No, i miei capi oggi devono incontrare me - si assicurò Alessandro, maneggiando il suo Tablet con fare esperto - E comunque non è buona educazione andarsene così di punto in bianco. Ah già, dimenticavo, voi terroni non conoscete l'educazione - 
- Con te l'educazione non serve - sbottò Sicilia allontanandosi facendogli un brutto gesto di nascosto.
- Ma dove hai intenzione di andare sola per Milano? - esclamò il lombardo, vedendola dirigersi da qualche parte senza una meta precisa.
- Lontano da te!! - urlò la siciliana, non preoccupandosi delle occhiate interrogative dei clienti del bar che avevano assistito a tutta la scena.
- Eheh...non la conosco... - mormorò a mo' di scusa Alessandro, distogliendo lo sguardo e fingendo di interessarsi ad un qualcosa sul Tablet.
 
- Ma che fa?! S'allontana?! - esclamò una voce femminile da dietro un lampione, completa di kit da spionaggio contenente bloc notes, binocolo e tanta pazienza. Più qualche spicciolo per merende fuori programma.
- Certo che così la vinco io la scommessa. Ma la scena di veder Sicilia che abbraccia Lombardia non me la può dar nessuno! - si lamentò sonoramente Campania.
- Ma perché devo venire anche io...? - le chiese sbuffando la sorella calabrese, trascinata in quell'insolita missione. 
- Perché sola mi sarei annoiata, non credi? Ora dobbiamo fermare Sicilia! - esclamò Flora agitando un pugno e prendendo di peso la sorella calabrese, scocciata a tal punto da seguirla senza far storie, così tutto sarebbe finito prima.
Si appostarono dietro ad un angolo, aspettando che la siciliana svoltasse e ..ZAC, l'acchiapparono al volo.
- Ehi, ma che.. CAMPANIA?! Ma che ci fai qua?! - chiese Costanza, nervosa già di suo, aggredendo quasi la campana.
- I patti erano che ti avrei dovuta vedere io, no? - gongolò Campania, mostrando il binocolo con fare serio.
Calabria le rivolse un'occhiata esasperata, ormai troppo abituata al carattere esuberante di Flora, ma comunque decisa che non fosse normale, e conscia del fatto che non potesse far niente per cambiarla..
- Considera la scommessa già vinta! Con Lombardia non riuscirò mai a stabilire un dialogo civile, né tanto meno abbracciarlo! Prendi tutti i dolci che vuoi e sparisci! - le disse, infilando le mani in tasca e girando i tacchi. Se ne sarebbe andata se la sorella campana non l'avesse costretta a girarsi, usando la mano che premeva sulla spalla.
- Ma avevi vinto... - sospirò Francesca (Calabria) stampandosi una mano in faccia di fronte ai tentativi di Campania di far cambiare idea alla siciliana.
- Gennaro ha un nuovo tipo di pizza... - disse con voce quasi mistica la regione del Napoli.
- E quale? - chiese con tanto di occhi Sicilia.
- La pizza al pistacchio! Ti piacerà sicuramente, usano i pistacchi di Bronte.... - continuò a convincerla Campania (Bronte è una città siciliana famosa per i suoi pistacchi n.d.a.).
- I pistacchi di Bronte?! - 
Ok, Sicilia era convinta di lasciar perdere tutto, ma la posta in gioco si alzava: Gennaro, il mago della pizza, aveva aggiunto al suo "menù", a quanto diceva Flora, la pizza ai pistacchi di Bronte. Non c'era da stupirsi, Gennaro amava aggiornarsi e usare sempre prodotti di qualità. Non avrebbe resistito e Campania lo sapeva, considerando che il pistacchio era uno dei suoi alimenti preferiti.
- ... E va bene, va bene! Ma poi non venite da me ad elemosinare pizze gratis! - sbuffò la siciliana allontanandosi e lasciando Flora e Francesca dietro l'angolo.
- Lo sai, vero, che ti verranno a costare un patrimonio quelle pizze, se vince? - sospirò Calabria togliendo il binocolo -pressoché inutile dato che Lombardia e Sicilia erano a pochi metri da loro- dagli occhi di Campania.
- E con questo? Varranno quanto la faccia che farà Costanza quando farò girare la foto per tutta Italia - ghignò Flora mostrandole una macchina fotografica.


- Quindi li abbiamo seguiti per tutta la giornata, io Lombardia e lei Sicilia, per evitare che se ne scappasse nella sua regione col primo treno che trovava.. -
- E non hanno fatto niente para todo el dia? -
- No, niente, Alessandro è andato a lavoro per la prima mattinata mentre Sicilia girava un po' per Milano visitando monumenti che conosceva già a memoria... -
- Lo vedi che lo spagnolo lo sai un po'? -
- ....ma che diavolo c'entra?? S-Si capisce 'Todo el dia'! Non sono mica stupida -
- Non ho mai detto questo, mi amor~ -
- Eh..? ...Ok. Dicevo. Io e Flora ci siamo fermate a mangiare in un ristorante mentre davamo a Alessandro il tempo di uscire da lavoro, mentre a Costanza quello di trovarlo... -
-.... Tanto lo so che lo spagnolo lo capisci -
- PIANTALA! -


 
- Ok, bersaglio uno ad ore dodici! Bersaglio uno ad ore dodici! - esclamò Flora affacciata da dietro una macchina.
- Scusa, ma perché dovresti parlare a quel modo?? - la riprese Calabria osservando un bambino che, passando di là, aveva guardato con gli occhi sgranati la campana. Aveva anche ragione perché parlava con una mano sulla bocca, e in più era accovacciata dietro la parte anteriore di un'auto.
La calabrese, distogliendo gli occhi dalla sorella campana, notò che Sicilia era seduta su una panchina e aveva notato perfettamente il settentrionale, solamente lo ignorava. La guardò e mimò con le labbra un "Non posso!" 
Calabria roteò gli occhi e tirò la maglietta di Flora per farla alzare - Dice che non può -
Campania sbuffò sonoramente mimando con le mani un "Niente Pizze" e ritornò alla sua postazione ignorando Sicilia che la mandava molto gentilmente a quel paese con un gestaccio.
-Che sono quei gesti, Sicilia? - ghignò una voce là vicino. Capelli scuri, occhi sul castano e carnagione chiara: Lombardia. Di nuovo.
- Che vuoi ancora? - gli ringhiò contro la siciliana.
- Ehi, ehi, calma quei bollenti spiriti! Sono io il padrone qua, sei nella mia regione-
La meridionale sbuffò incrociando le braccia e guardandolo con aria di sfida - Beh, non puoi ordinarmi di non parlare, c'è il diritto di parola - controbatté.
- Dato che c'è il diritto di parola, mi vorresti rispondere alla domanda di stamattina? Che ci fai qua? Ti sei scolata qualcosa e sei ubriaca? - le chiese di nuovo il lombardo guardandola dall'alto in basso, anche perché lui era alzato mentre lei seduta nella panchina della piazza.
La siciliana misurò i pro e i contro di dirgli la verità: da un lato l'avrebbe potuta prendere ancora in giro, dall'altro avrebbe salvato la faccia se fosse riuscita ad abbracciarlo. Il che era quasi impossibile. Almeno nessuno avrebbe frainteso, sapendo che era solo una scommessa e magari avrebbe vinto senza neanche troppi sforzi.
- Sono qui per una scommessa... - borbottò sommessamente mangiandosi intanto qualche lettera. Si sa che le lettere sono leggere e facilmente digeribili, così lei ne approfitta.
- Ma come parli? Vuoi scandire bene le parole? - disse ancora Alessandro, facendo alterare la sorella.
- Ti ho detto che sono qua per una scommessa, cretino! - esclamò a voce più alta rischiando di farsi sentire per l'ennesima volta dai passanti. 
- Punto uno: Cretina ci sarai te. Punto due: una scommessa...? Ma non avete niente da fare al Sud? - domandò il ragazzo con finto tono esasperato.
- Ehi, Polentone, per tua informazione, al contrario vostro, noi ci spacchiamo di lavoro, qualche volta possiamo anche rilassarci tra di noi! -
C'era da sottolineare il fatto che tra i due non ci fosse solo competizione delle due regioni, ma estendevano la cosa a tutto il Sud e il Nord Italia. Così spesso facevano paragoni tra "polentoni" e "terroni" invece che tra "lombardi" e "siciliani". Tutte le regioni c'erano ormai abituate, anche se qualcuno non sopportava molto bene quest'abitudine: Piemonte, Calabria e Basilicata, a cui non piaceva molto essere considerati tutti una sola cosa (...questa frase si potrebbe fraintendere...).
Ma ritornando a quel giorno maledetto i due ricominciarono, al solito, a litigare.
- Se non mi vuoi aiutare fa niente, tanto non avevo neanche tanta voglia di finire questa scommessa! - esclamò Sicilia incrociando le braccia al petto.
- Frena! Una scommessa è sempre una scommessa, e sarebbe interessante sapere anche con chi. In che consiste? - 
La ragazza lo guardò malissimo, non intenzionata a rivelargli ciò che avrebbe dovuto fare per ottenere quelle pizze gratis, le avrebbe riso in faccia e trattata come un cane con la lebbra, quindi era meglio di no. Si alzò dalla panchina borbottando un "non ti interessa" per poi dire, a voce più alta -Non sono tenuta a dirti cosa devo fare, Alsseandro Ambrogio Vargas, e ora, se non ti dispiace, ne ho abbastanza di questa città, vado a prendere il treno!-
Il lombardo si arrese all'orgoglio che la siciliana dimostrava solo con lui e la seguì fino a bordo strada -Cos'ha Milano che non va per i tuoi gusti?- le chiese alzando un sopracciglio.
- È grigia - rispose semplicemente la ragazza attraversando la strada dopo avere guardato prima a sinistra e a destra - Sei tu quella sbagliata, non Milano! - disse di rimando il ragazzo dai capelli corvini.
- Ognuno ha i suoi gusti, e poi c'è troppo smog qua! - il tempo di voltarsi per continuare per la sua strada quando un trillo, di campanello di bici sicuramente, le arrivò alle orecchie troppo vicino. Certamente il conducente aveva cercato di frenare, forse un po' troppo tardi, distratto anche dal fatto che girasse con gli auricolari e non li aveva sentiti discutere; finì così addosso a Sicilia la quale non fece in tempo a rendersi conto di ciò che fosse successo che si ritrovò a terra con la gamba dolorante, dato che era stata sbalzata via dall'impatto. Come del resto il conducente che era letteralmente volato in aria.
- Troppo smog? Mi sembra che siamo anche abbastanza ecologici - ghignò il lombardo accennando con la testa alla bici - Idiota! -gli urlò di rimando Sicilia - guarda piuttosto se quello in bici si sia fatto male! -
Un capannello di persone intanto si era stretto attorno a Lombardia, Sicilia e il ragazzo che si scoprì avesse un braccio rotto. Non troppo grave, qualcuno si offrì gentilmente di accompagnarlo in ospedale in macchina. Anche Costanza aveva qualcosa di rotto o slogato, cioè la gamba dato che la bici le era finita addosso facendola cadere male. Ma non se ne preoccupò più di tanto, rifiutando cortesemente l'invito.


- Ecco perché l'avevo vista con la gamba ingessata! Lei però mi aveva detto che fosse caduta dalle scale... -
- Antonio, lo sai che a volte sei proprio scemo? La scusa delle scale è vecchia quanto Cina! -
- Mi sembrava la verdad, è successo anche a me -
- ... Ok, si è capito che sei un bambino -
- Soy joven, no un nino - 
- Giovane un corno, sta zitto e fammi continuare! Quindi, Campania mi impedì di prendere di forza Sicilia per portarla con me al sud perché voleva vedere come si sarebbe risolta la situazione... -



- Ma sei scema? Quell'uomo voleva solo accompagnarti all'ospedale! - la rimproverò Alessandro.
- Punto primo: odio gli ospedali. Punto secondo: odio i TUOI di ospedali. Voglio andare nella mia regione a farmi curare - disse risoluta la ragazza cercando di alzarsi per quanto la gamba potesse permetterle.
- Sei proprio una mocciosa, aver paura degli ospedali... - ghignò il lombardo sistemandosi il marsupio di lato - se sali sulle mie spalle ti porto alla stazione -
- Scordatelo! Non mi abbasso a certi livelli, ce la faccio perfettamente da sola! - controbatté la regione del sud riuscendosi a mettersi in piedi appoggiandosi ad una macchina, rischiando poi di scivolare a terra.
- Lo vedo - disse sarcastico il ragazzo.
Qualcuno li guardò allibito, non capendo perché non si smuovessero dalla strada dopo quell'incidente; si avvicinò loro e direttamente chiese se ci fosse qualcosa che non andasse - C'è qualche problema? - domandò una donna circa sulla quarantina.
- Non si preoccupi, signora, la ragazza è siciliana e vuole riandare nella sua regione a farsi curare. Si, è una bambina - 
- Cretino - gli disse contro Costanza - Tanto lui mi stava accompagnando alla stazione, vero? - la donna li guardò strana, ma si allontanò sospirando capendo che stavano discutendo tra di loro e lei non c'entrava nulla con quello che si dicevano - ... Come cambiano i tempi, prima ci si aiutava comunque, senza distinzione tra Nord e Sud - si disse alzando gli occhi al cielo.
"Ah, ora hai cambiato idea?" - No, ora te resti qua. Sei a convenienza? - sbottò il lombardo incrociando le braccia.
- Se mi vuoi lasciar qua fa come vuoi, in Sicilia ci arrivo da sola - gli borbottò contro appoggiando le spalle alla macchina e voltando lo sguardo verso altro, ignorando la gamba che intanto l'aveva fatta arrivare sulla Luna e ritornare.
Il lombardo non si fece scrupoli: non voleva il suo aiuto? Bene, sarebbe rientrato prima a casa. Girò i tacchi salutandola e si allontanò, alzando le dita per fare un tre... Poi un due... Un uno...
- Ok! Va bene! Mi porti alla stazione?! - gli urlò Costanza.
Il lombardo si disse fra sé che fosse un genio e la raggiunse - Sei in debito con me, ora -
- Ma va a quel paese - gli rispose solo mettendo le braccia al suo collo.
Il ragazzo si incamminò verso la stazione, in fondo lui che era una regione aveva più forza rispetto alle persone comuni, quindi riusciva a trasportare senza neanche troppa fatica una ragazza che dimostrava circa sedici o diciassette anni. 
Sicilia sbuffò, rendendosi conto che aveva dovuto accettare l'aiuto di un lombardo, e proprio di QUEL lombardo! - Puzzi di polenta - gli disse.
- E tu di arance - gli rispose il ragazzo.
- ... e anche di fumo - riprese ancora la ragazza.
- ... e tu anche di pesce - non si lasciò scoraggiare Alessandro, continuando a camminare. Fece ancora qualche metro prima che la siciliana ricominciasse a parlare.
- Non mettere mani dove non devi, bastardo! - lo rimproverò tirandogli i capelli.
- Così mi fai male! E non sto mettendo mani da nessuna parte! - sbottò il lombardo scrollando le spalle e rischiando di far cadere la ragazza.
- Ti odio -
- E io ti voglio morta -
- Sempre gentile, eh? -
- Hai iniziato tu, terrona -
- Sei un idiota, polentone -
- Ti potrei benissimo lasciare anche qua - la minacciò Alessandro.
- E lasciami, in un modo o in un altro troverò un modo di andare a casa -
- Sei una bambina -
- Tu di più -
- E sta ferma! -
- Se mi fai cadere non è colpa mia! -
- Se ti muovi è certo che cadi! -
- Vai troppo veloce, è per questo che cado! -
- Sei obesa e mi voglio togliere questo peso dalle spall- e non darmi calci! -
- Non si insulta una ragazza, cafone! -
- È legittima difesa! -

- Oh mio Dio... - si sbatté una mano in faccia Calabria alla vista di quel battibecco, perché lei e Campania li stavano ancora seguendo, naturalmente.
Flora, infatti, scattava foto a palate, felice del risultato - Francè, ti rendi conto? Abbiamo ORO qua! - le disse agitando la macchina fotografica.
- Cerca di non farti sentire, Flò, e poi vuoi farci soldi con quella foto? - le chiese la calabrese con un gocciolone in testa - l'idea di metterla in imbarazzo è alquanto stupida -
- Tsk, ti rimangerai tutto quando la metterò in pratica! - esclamò guardandola con gli occhi che luccicavano. Sembrava che combinarne di cotte e di crude la divertisse, e questo era un male per tutte le regioni d'Italia - ora andiamo anche noi alla stazione, Sicilia non deve sapere che ho queste foto! - disse risoluta prendendo la sorella calabrese dal cappuccio della felpa e facendola venire con sé alla stazione.
 

 
- Un mese senza muovermi, un mese! Mi ha rovinato l'inizio estate quel bastardo di Lombardia! - esclamò Sicilia mentre Campania le versava dell'acqua nel bicchiere. Era stata organizzata una rimpatriata tra il Sud e il Centro Italia, mentre la prossima settimana ci sarebbe stata anche quella tra Centro e Nord. Di solito evitavano Sud e Nord, per evitare sangue perso in eccesso. Così, quel giorno erano presenti le regioni tra la Sicilia e il Lazio, ed erano presenti anche Feliciano e Lovino, quest'ultimo terribilmente arrabbiato con Lazio che non faceva altro che cantare "Romano nun fa lo stupido staseeeeraaa" già ubriaco di vino rosso.
- Non è mica colpa sua se quella bicicletta ti ha investita! - rispose semplicemente Flora sedendosi vicino e osservando Umbria e Abruzzo che sperimentavano un modo per evitare che Lazio fosse ucciso da un certo sud italiano. 
- Sh! Non farti sentire! Nessuno sa il vero perché di questa gamba rotta e non lo andrai di certo a spifferare tu! - 
"Sicura?" - Ok, va bene, calmati! Ora sediamoci tutti e mangiamo i dolci che hai portato, ok? - le disse Campania prendendo i dolci confezionati dal pasticciere siciliano Salvatore, altrimenti chiamato Turi. 
Quasi per magia tutti si fiondarono sui dolci siculi, tranne Lazio che continuò con la sua opera di lirica indirizzata ad un albero .
Tutti ai loro posti alzarono i tovaglioli che Campania aveva disposto in precedenza quando..
- Ehi.. Cos'è? - chiese Umbria prendendo tra le mani un foglio piegato trovato sotto il tovagliolo - Ma che.. - lo guardò bene per qualche secondo e lo mostrò a Marche: entrambi iniziarono a ridacchiare sommessamente, prima di scoppiare in una grossa e fragorosa risata.
- Che avete trovato? - chiese loro alzando un sopracciglio Basilicata, per poi sollevare anche il suo di fazzoletto. Anche lui trovo il foglio, ma essendo di natura più scontroso della sorella umbra, accennò solo l'ombra di un sorriso. Quello era il massimo per lui. Tutte le regioni cominciarono a sghignazzare, con quei fogli tra le mani, tutte tranne Campania, Calabria, Sicilia, Veneziano e Romano.
- AHÒ! CESARE, STATTI MUTO! - urlò quest'ultimo rivolto a Lazio che si era avvicinato per far assistere tutti ai suoi virtuosismi - ora... - disse prendendo dalle mani di Feliciano quel famoso foglio - ... Sicilia, mi vuoi spiegare 'sta roba? - chiese porgendole il pezzo di carta. In realtà si rivelò essere la fotocopia di una foto, che, a giudicare dal colorito che aveva assunto Costanza, non era molto gradita.
Divenne prima rossa pomodoro e poi bianco mozzarella, prima di dire qualcosa.
- I-io... S-scommessa....L-Lombardia... b-bici.. - iniziò a farfugliare l'isola in preda ad un moto di imbarazzo/isterismo. Quando poi collegò tutto si gettò addosso a Flora urlando - CAMPANIA!!!! - con tutto il fiato che aveva in gola.
- Si-Sicilia, mi stai s-strozzando... - mormorò Flora che aveva il collo cinto dalle mani di Sicilia.
- Questa è la volta buona che faccio sparire Campania dalla faccia della cartina! - 
Feliciano corse a fermare la sorella siciliana, preoccupato, mentre qualche altra regione se la rideva gustosamente. Si pensa che anche Molise abbia trovato la foto e chiesto spiegazioni del perché tutti stessero ridendo, ma era così piccola e invisibile che nessuno la notò.
- Veh~ Sta calma! - esclamò Feliciano a Sicilia tenendola per un braccio, dall'altro Abruzzo e per la vita ci pensava Puglia.
- Ho perso la faccia! È tutta colpa del lombardo, di quello là! - urlò ancora Sicilia.
Romano sospirò scuotendo la testa e piegando la foto per poi metterla in tasca: chissà se il nord Italia aveva già ricevuto quella fotocopia. Conoscendo l'accuratezza con cui Campania organizzava i suoi scherzi, non ci sarebbe stato da stupirsi se lo avesse già fatto.

- E questo cos'è? - si chiese Alessandro afferrando un pacco trovato davanti casa.
Era una busta con un foglio e una foto dentro; lesse prima il foglio che portava la firma di Flora Vargas per poi passare alla foto. Anche se quella riga scritta dalla mano della campana lo lasciò alquanto stranito.

Caro (si fa per dire) Lombardia,
spero che almeno tu conserverai questa foto, è stato esilarante vedervi battibeccare!
Saluti (lo scrivo per cortesia),
Flora Vargas, Campania.


Il lombardo prese per mano la foto e la guardò per un attimo, capendo immediatamente di che si trattasse: c'era Sicilia sulle sue spalle, le braccia al collo e tutte e due avevano una faccia infastidita, sicuramente perché erano stati immortalati mentre litigavano.
- Che sciocchezza! - brontolò rientrando in casa e buttando la busta di lato. La guardò un momento e poi compose il numero di Sicilia. Aveva i numeri di tutti, lui, pure quello della piccola Aosta e dell'invisibile, sempre che esista, Molise.
Dopo vari squilli una voce con un forte accento meridionale rispose alla chiamata - Pronto? -
- Sicilia, sono Lombardia, non chiudere. Ho trovato una bust- cercò di dire il lombardo quando la voce dall'altra parte lo interruppe - Non sono Sicilia -
- E allora chi sei? - chiese confuso Alessandro.
- Sardegna. Al momento Sicilia è impegnata a strangolare Campania, per una foto con te che hanno visto tutte le regioni del Centro e del Sud - rispose semplicemente la ragazza.
- Dannazione, se prendo Campania la sotterro a Pompei! Volevo solo avvertire Sicilia che ha ancora quel debito con me -
- VA' A QUEL PAESE, LOMBARDIA! - urlò la siciliana.
-.... A quanto pare ti ha sentito- 


- Fine. Finisce così il racconto -
- Bene, Calabria, ma ora mi dici come faccio a farle smettere di bere litri di Sangria? Ci manca poco così che si ubriaca -
- Lasciala fare, Spagna, per il bene anche di Campania! Basta che non la lasci entrare in coma etilico - 




- Ehi, aspetta un attimo! - esclamò Gilbert.
Antonio alzò lo sguardo verso di lui guardandolo con aria confusa: aveva finito di raccontare, non gli sembrava ci fosse nient'altro da dire.
- Il Magnifico Me vorrebbe sapere chi ha vinto alla fine! - disse l'albino sistemandosi nel divano.
- Già, è vero, non l'hai detto! Chi ha vinto? - domandò ancora Francis seduto comodo nella poltrona Bordeaux di casa sua.
Antonio fece oscillare il bicchiere di vino sorridendo - Ricordate quando Sicilia ci ha chiamati per la serata all'insegna della pizza? Ebbene, la scommessa l'ha vinta lei -
- Mein Gott, hai ragione, mi ero proprio chiesto da dove avesse preso tutte quelle pizze! Vero Gilbird? - chiese conferma Prussia accarezzando la testolina del pulcino, appollaiato sulla sua spalla.
- Però avete visto che erano presenti tutte le regioni italiane tranne Campania, Aosta e Molise? - 
- Si, però pensavo fossero stanchi o non ne avessero voglia - rispose Francia.
- Aspetta, Nolise è una regione italiana?? - domandò invece esterrefatto Gil.
- Molise, Prussia, Molise. Questo vale per Molise e Aosta, anche se si pensa che Molise sia rimasta fuori perché nessuno l'ha vista - rispose Spagna - Aosta invece è rimasta a casa mentre Campania non è stata invitata. Sicilia non le ha rivolto la parola per due settimane e mi dulce Calabria mi ha detto che quello è stato il periodo più bello della sua vita - ridacchiò l'iberico. 
- Era uno scherzo innocente, in fondo - sorrise Francia facendo ondeggiare i morbidi capelli biondi.
Prussia invece scoppiò in un "moto di Magnificenza" alzandosi in piedi - Credo proprio che quando organizzerò uno scherzo al parassita mi farò aiutare da Campania, kesesesese! Sono un genio! - 


Angolo di un'autrice che non ha cervello per scrivere cose serie
Carissimih, vi ringrazio davvero tanto per aver letto questa one-shit, vi voglio bene! Comunque... So cosa stanno pensando molti di voi: non è una LombardiaxScilia, ASSOLUTAMENTE NO. Charlie o Arlie, so che lo stavi pensando e mi dispiace distruggere i tuoi sogni shippatori ma non lo è.
Qualcuno si starà chiedendo: ma perché in tutta la one-shot Molise viene trattato come un Canada?
La risposta c'è, ragazzuoli. Innanzitutto ogni volta che faccio l'elenco delle Regioni dimentico SEMPRE Marche e Molise, poverini. In un'altra fanfiction ho visto che Molise veniva sempre ignorato ed infine il tocco di grazia: su Nonciclopedia c'è un articolo dedicato alle ipotesi confermate dell'inesistenza del Molise. A leggerlo ho quasi pianto dal ridere! Grazie ancora e paste di mandorle siciliane a tutti! Sery
  
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