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Autore: Kiji    02/08/2013    4 recensioni
"Non so com'eravamo arrivati a quel punto di non ritorno. Vidi solo il mio corpo, nudo di prima mattina e lui, ancora addormentato nel mio stesso letto, con il sole che gli illuminava il petto scolpito." Un amore nato per caso con l'aiuto di qualche drink ed una grande scelta da prendere troppo in fretta... Cosa succede se da un piccolo episodio di passione, il cuore inizia a battere troppo in fretta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Suho, Suho
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non so com'eravamo arrivati a quel punto di non ritorno. Vidi solo il mio corpo, nudo di prima mattina e lui, ancora addormentato nel mio stesso letto, con il sole che gli illuminava il petto scolpito. Ripensai alla sera prima, noi due che uscivamo dal bar, Kai che si gettava su di me e la mia eccitazione che cresceva.
Poi quella corsa all'hotel, entrare in quella suite di lusso e baciarci ancora sbronzi. Ero davvero io quel ragazzo? Dovevo essere una guida eppure, avevo ceduto ai miei istinti senza pensarci due volte. L'umiliazione quando, strappandomi i vestiti di dosso, si avventò su di me e quel dolore che mi aveva lacerato la carne. Sentivo il respiro regolare di quel ragazzino ancora acerbo, poco più piccolo di me che si atteggiava da duro. Volevo sprofondare negli abissi più profondi, ma era impossibile. Si mosse di poco, cominciando a schiudere i suoi occhi neri come la pece. Mi cercava, forse, oppure era solo sorpreso di quel luogo.
- Suho, buongiorno. - Si alzò di poco, avvicinando la sua bocca impastata dal sonno sulla mia. Il cuore iniziò a battermi velocemente nel petto, perchè? Non capivo! Io non ero malato. Quella mia reazione, non doveva esistere vero? Fin da piccolo, i miei genitori, gli amici, la società, mi avevano spiegato come era sbagliato quel comportamento, eppure al corpo non si comanda.
- Smettila Kai! Io sono più grande di te, non puoi comportarti in questo modo. - Lui sorrise, forse non riuscendo a capire le mie parole dure.
- Scusami Hyung! - Con un braccio mi cinse il corpo, rendendomi schiavo di quel dolce sentimento. Dovevo scappare, al più presto, altrimenti non mi sarei più allontanato.
- Ciò che è successo questa notte, dimenticalo! - Mi alzai di fretta, senza aspettare la sua risposta e, vestito con la furia di un leone in gabbia, uscii dalla porta senza aspettare la sua reazione. Non mi sarei mai immaginato di poter vestirmi e correre allo stesso momento, non prima di allora. Chimai un taxi, cercando di allontanarmi il prima possibile da lui che, nel frattempo, mi aveva seguito fuori dall'hotel. Non potei evitarlo, fu più bravo di me. Insieme in quella autovettura lenta nel traffico del mattino, sentii la sua mano avvicinarsi alla mia.
- Non potremo far finta di nulla in eterno Suho. Dovremmo pur parlarne, non credi? - Lo zittii con la mano, sperando che l'autista, ancora un pò assonnato, non avesse sentito.
- Sei impazzito? Ne parliamo a casa. - Sussurrai con un fil di voce sperando che quel ragazzino immaturo, crescesse almeno un pò. Non appena arrivammo al nostro sfarzoso dormitorio, mi sentii morire al pensiero di doverlo affrontare. Corsi come un pazzo, cercando disperatamente di rinchiudermi in quella stanza buia e fredda che mi apparteneva.
- Eh no! Hai detto che avremmo parlato. Fermati! - Sapevo di comportarmi come un bambino ma, al sicuro in quel piccolo abitacolo, chiudendo a chiave la porta in modo che non entrasse nessuno, mi sentivo protetto.
- Pensi che facendo finta di nulla risolveremo la cosa? Abbiamo fatto sesso Suho! Non è uno scherzo questo, quindi smettila di trattare la cosa con indifferenza. Ti lascerò pensare in pace a ciò che ci è accaduto ed ai sentimenti che provi per me, ma ricordati che prima o poi te ne dovrai assumere la responsabilità. - Aveva urlato così forte, che credetti che tutto il mondo avesse udito le sue parole. Possibile che non avesse il minimo pudore? Neanche verso i suoi compagni di avventura che potevano sentirci? Non riuscivo più a comprenderlo, per quale motivo si affannava tanto? In fin dei conti, ero un uomo! Rimasi rinchiuso al buio per tanto tempo, sperando che la mia mente, seppur offuscata, trovasse una soluzione. Solo allora sentii bussare alla porta.
- Hyung, posso entrare? - La voce di Sehun esordì all'improvviso, lasciandomi senza fiato. Avevo paura di confrontarmi con gli altri, sapevo che quelle parole di Kai, ormai le avevano apprese anche loro. Essere giudicato, ritrovarmi negli occhi il loro ribrezzo, mi avrebbe sconvolto più di ogni altra cosa.
- Sono solo Hyung, lui è uscito mezz'ora fa. - Lo lasciai entrare, seppur tremassi come una foglia. Vedere il piccolo corpicino di quel ragazzo timido e spaesato, mi fece tornare in me.
- Entra. - Sussurrai a denti stretti. Lui camminava in silenzio, mentre io, con cura, chiudevo la porta a chiave alle sue spalle, ancora terrorizzato dal suo ritorno a casa. Vidi Sehun che si avvicinava alla finestra e la spalancava, facendo entrare il dolce sapore del sole. Qualcosa in quel gesto, seppur automatico, riaccese la speranza in me.
- Smettila di nasconderti, devi affrontare i tuoi sentimenti. - Aveva un tono duro, che non si amalgamava con il suo aspetto di dolce ragazzo impaurito dalla vita.
- Non ho mai visto Kai così arrabbiato. E' davvero deluso, sai? Lui mi ha raccontato, anche se ormai tutto il gruppo ha saputo cos'è successo. Eravate ubriachi, lo sa bene, ma se per te non è nulla, diglielo. Il fatto che tu sia scappato, è stato peggio. - Venir rimproverato dal Maknae, ero davvero ridotto male. Mi sentivo umiliato nel profondo, ma in fin dei conti aveva ragione. Mi ero comportato male, lo avevo fatto soffrire e, stranamente, anche io provavo un immenso dolore a quel pensiero. Le lacrime di Kai, mi spaventavano.
- Non lo so! Sono troppo confuso. Ho paura. Noi siamo due uomini, tutto questo è da malati mentali! - Sentii il dolore, prima ancora del rumore della sua mano sulla mia guancia. I suoi occhi, iniettati di sangue, mi ferirono a morte.
- Sehun... - Non riuscii a dire altro, premendomi la mano nella guancia dolorante.
- Ti ho sempre rispettato! Sei il nostro Leader e credevo davvero che fossi la persona più adatta a rappresentarci, ma in questo momento mi hai deluso profondomante. Malati mentali, eh? Cosa c'è di male ad amare una persona del proprio sesso? - Aveva le lacrime agli occhi. In quel momento capii che quello schiaffo, che ancora lo sento rimbombare su di me, aveva fatto più male a lui.
- Io amo Luhan! Lo amo da quando l'ho incontrato il primo giorno, sebbene forse lui non mi ricambierà mai. Sono pazzo? Non mi reputo sbagliato e non accetto che i miei amici e compagni lo pensino! Se sono qui adesso, non è per convincerti ad amare Kai, ma per farti capire quanto dolore lui stia provando nel restare in bilico in questa tua indecisione. Se non lo ami, allora diglielo. Se provi un minimo di interesse, abbandona i tuoi pregiudizi. Fino a quando non prenderai una decisione, non voglio più incontrarti. - Uscì dalla stanza in un lampo, come se restare al mio fianco fosse ancora più difficile. Ero stato crudele, lo avevo ferito senza rendermene conto eppure, quelle parole le credevo davvero. L'amore di due uomini, non era permesso. Da solo, nuovamente, prensi la mia decisione, convinto che fosse la scelta migliore per entrambi.
Non sapevo dove ci avrebbe condotto, ma volevo liberarmi da quel peso. Sentii la porta dell'appartamento sbattere ed il suo profumo diffondersi. Sebbene fossi rinchiuso in camera, già sapevo che lui era tornato. Uscii e lo vidi, sconfitto su quel divano a guardare il cielo offuscato dalle nuvole.
- Kai, possiamo parlare? - Si voltò a guardarmi, lo sguardo stanco e gli occhi scuri velati dalla tristezza. Fece appena un cenno col capo, per poi avvicinarsi alla mia stanza e venirne risucchiato. Insieme, in quel piccolo spazio, mi sentivo vulnerabile, ma ormai avevo scelto la mia strada.
- Mi dispiace! Ieri sera, io... non ero in me. Non so ancora per quale motivo siamo finiti col fare sesso, non ricordo tutti i dettagli. Ero ubriaco e, le mie difese erano più deboli, ma con questo non voglio dire che è esclusivamente colpa tua. Ho ceduto a qualcosa che non capivo e mi dispiace. Questa mattina ero troppo sconvolto per affrontarti, non capivo cosa fare, ma adesso lo so. Io non sono gay Kai. Non amo gli uomini e non potrò mai farlo. Tu... ti voglio davvero bene, ma come un caro amico e dongsaeng. Non provo quel genere di attrazione, mi dispiace! - Vidi il suo volto abbassarsi e a poco a poco, smisi di osservare i suoi occhi.
- Lo immaginavo. Era impossibile che tu mi ricambiassi! Ti amo dal primo momento, ti ricordi? Quando sono entrato in sala prove per la prima volta, tu eri lì. Ho capito subito di amarti, ma sapevo che eri irraggiungibile. Ieri sera, è stata l'esperienza più bella della mia vita! Sapevo che eri ubriaco e forse l'ho fatto di proposito e, mi devo scusare con te. Ho capito subito che era la mia unica possibilità, ma speravo che in quel modo, avresti capito di amarmi. D'altronde, lo sapevo fin dall'inizio! - Si fermò, mentre il mio cuore fremeva per la voglia di abbracciarlo. Una parte di me, rinchiusa nel mio cuore, voleva proteggerlo.
- Non è colpa tua! Non avrei dovuto ubriacarmi così tanto. Sono stato uno stupido. - Feci per avvicinarmi ma lui, quasi d'istinto, si tirò indietro.
- Mi dispiace Hyung, non possò più restare con voi. Spiegherò la situazione agli altri, dirò che è solo colpa mia, quindi non preoccuparti. La tua reputazione non verrà intaccata da tutto questo. Parlerò con il Manager, mi ritirerò dal gruppo e mi scuserò con tutti. Non avremo più motivo per incontrarci. - No! Non avevo previsto quell'andamento. Non volevo causargli così tanto dolore! Il mio cuore soffriva, ma ormai cosa potevo fare? La mia decisione, non poteva cambiare.
- Perchè? Per quale motivo vuoi andare via? Facciamo finta che non sia successo nulla, posso farcela Kai, davvero! - Mi avvicinai a lui, sebbene il suo corpo, non voleva quella vicinanza.
- Non posso farlo! Per me è impossibile fingere che vada tutto bene. Un giorno riuscirò a dimenticare e forse, torneremo a cantare insieme sullo stesso palco, ma adesso, restare significherebbe morire per me. Cerca di capirmi e, se puoi, perdonami. - Disse solo quelle parole, di fretta e in modo confuso. Poi uscì dalla porta. Vidi i nostri compagni in salotto e si avvicinò a loro, sebbene non avessi la forza di sentire cosa dicessero.
Kai abbassò il capo, una, due, tre volte, in segno di perdono. Lo vidi dirigersi nella sua camera, tra le voci soffuse dei ragazzi ancora confusi. Io, dalla porta, osservavo tutto senza parlare. Quelle valigie fatte in fretta e la sua velocità nell'uscire dalle nostre vite, salutando tutti con un inchino a mezz'aria.
La porta che si chiudeva alle sue spalle e il silenzio più totale. Fu in quel momento che per la prima volta, il mio cuore esitò ed io, in modo confuso, mi chiesi se non avessi commesso l'errore più grande della mia vita!
***
Erano passati appena alcuni giorni da quel fatidico giorno. La SM era nel caos per la decisione improvvisa di Kai e anche il nostro gruppo, me per primo, ne avevamo patito le conseguenze. Per prima cosa venne organizzato un meeting per stabilire i motivi che avevano portato Kai a lasciare il gruppo, eravamo tutti sotto accusa.
Lui, sebbene rimase poco nella stanza, affermò che nessuno era coinvolto e che l'unico da biasimare era il suo stesso operato. Nessun altro aggiunse nulla, sebbene ognuno di noi eravamo profondamente provati. Da quel giorno, Sehun fu l'unico a non parlarmi. Cercava in tutti i modi di evitarmi, sia con lo sguardo che con gli atteggiamenti. Tutti portavamo i segni di quell'atmosfera tesa che quel diverbio aveva creato eppure, nessuno osava parlare. L'unico che si espose fu Baekhyun, venne esattamente 7 giorni dopo la fuga di Kai. Non appena lo vidi, notai da lontano la sua preoccupazione.
Mi rintanai in quella terrazza fredda ed umida, avevo bisogno di aria pulita eppure, lo smog era insostenibile quel giorno. Da giorni sentivo quel dolore al petto e quella fatica immane a respirare. La notte non riuscivo a dormire, le lacrime cadevano da sole lentamente, poggiandosi sul cuscino pulito e fresco.
- Hyung, possiamo parlare? - La sua voce era semplice, bassa ma autoritaria. Vedevo che aveva faticato molto a prendere quella decisione. Mi vedeva come il capo, non osava contraddire alle mie decisioni perchè in un gruppo, vi è una sola guida. Si accomodò accanto a me, con le spalle alla parete fredda a guardare le nuvole sopra la nostra testa.
- Sai anche tu che così non possiamo andare avanti, vero? - Io annuii, non potevo dargli torto. Se non avessimo fatto qualcosa, la nostra carriera si sarebbe infranta ancor prima di nascere.
- Non mi interessa più sapere la verità. Ciò che è successo tra te e Kai, riguarda la vostra vita privata. Sono il primo che non accetta il suo abbandono del gruppo, ma anche così, dobbiamo risollevarci. Capisci che se non sei tu a prendere le redini del gruppo, tutto il nostro duro lavoro sparirà nel nulla? - Aveva ragione, non c'era nulla che potessi dire in mia difesa. Sapevo che al primo posto, doveva esserci il gruppo e nessun altro. Noi eravamo una squadra, lavorare insieme era un obbligo.
- Hai completamente ragione. In questi giorni, non sono stato un buon leader, mi dispiace. - Mi alzai d'istinto. Lui non fece domande, sapeva dov'ero diretto. Non appena arrivai alla sua porta, bussai brevemente ma con forza. Aspettando la sua risposta tremante, mi sentii inquieto, non riuscivo a trovare le parole adatte a quel particolare momento. Non appena Sehun aprì, vidi la rabbia crescere in lui, ma cercava abilmente di nascondere quei sentimenti nel suo cuore.
- Posso entrare? - Sembrava seccato, ma accettò ugualmente la mia richiesta. Non poteva dire di no, ma in cuor suo forse, avrebbe voluto chiudermi la porta in faccia. Dentro, mi sentii a disagio. Lui iniziò subito a fare altro, come se ciò che volessi dirgli, non gli importava più.
- Mi dispiace Sehun, davvero! Io non sapevo i tuoi sentimenti e, ho parlato a sproposito. Avevo paura e ho detto cose cattive, ma io non sono così! Lo sai anche tu, no? Non volevo offenderti nè denigrare il tuo amore. Sono profondamente dispiaciuto, puoi perdonarmi? - Abbassarmi di fronte a lui, pensavo fosse più difficile invece, era qualcosa così normale per chi era in torto.
- Lo so! E' per questo che sono arrabbiato. - Rimasi di stucco alle sue parole e, con la testa china, arrossii di vergogna.
- Hyung, tu non sei quel tipo di persona, ma lo stesso hai dovuto dire qualcosa di così insensibile e crudele. Davvero non provi nulla per lui? Non ti manca terribilmente? So cosa si prova ad aver paura, anche io ho passato quei momenti, e ti capisco più di ogni altro. L'incertezza nel capire i propri sentimenti e la terribile verità che fa male, ma non si può ignorare. Io credo che tu abbia solo paura di amarlo davvero, ne sei terrorizzato! - Non sapevo cosa dire, ma forse non c'era bisogno d'altro in quel preciso istante. Mi sedetti stanco su quel letto comodo con le mani distese sulle gambe in fermento.
- Cos'è l'amore? Fino a pochi giorni fà, se solo me lo avessi chiesto, avrei sicuramente dato una risposta, ma adesso... non lo so più! Cos'è giusto e cos'è sbagliato, chi lo decide? In questi giorni ci ho pensato parecchio e non sono riuscito a trovare una risposta. Ciò che provo per Kai, non posso descriverlo, non ci riesco. - Sentii il suo peso sulle lenzuola e la sua mano, posarsi sulla mia testa sconsolata.
- Se non lo affronti, non lo saprai mai. Non commettere un errore che potresti rimpiangere e trova la risposta dentro di te. Posso solo darti questo consiglio, Hyung. - Uscendo dalla sua camera, con più dubbi di quando entrai, mi sentii stordito. Avevo bisogno di aria fresca, pulita. Uscii di fretta, con quel cappello scuro che mi copriva metà viso, cercando in quelle strade, qualcosa che parlasse di me. Non mi capitava spesso di poter passare delle ore così tranquille, semplicemente a vivere la mia normale esistenza.
Prima di quel debutto che mi aveva cambiato la vita, ricordo che guardavo quei palazzi sfavillanti pensando a quanto fosse bello quel sogno illusorio. Adesso invece, tutto mi sembra così diverso! Se solo non fossi stato un idol, forse sarei riuscito a trovare il mio cuore più facilmente? Camminai senza meta fino a quando non arrivai di fronte a quel negozio di musica, il primo che ci pubblicizzò. Ricordavo ancora gli eventi indistinti di poco meno di un anno prima, quando, eccitati, entrammo a passi malfermi notando le nostre faccie sui cartelloni.
Il cuore che ci scoppiava nel petto, era tutto così vivido che credetti di morire. Chiusi gli occhi, immaginandoci ancora lì. Le urla soffocate di gioia di Baekhyun, lo stupore di Chanyeol, il sorriso accennato di D.O. che si sforzava di non cedere all'emozione. In disparte, Suho, ancora incredulo di quella realtà che ci avrebbe portati in un'altra dimensione e fuori dal mondo, Kai, l'unico che era riuscito a mantenere il proprio fascino magnetico. I miei compagni, la mia forza, la mia famiglia, loro facevano parte di me come io di loro. Improvvisamente il mio cuore iniziò a far male, rivedendo nei miei ricordi quel suo profilo distinto e puro. Premendomi il petto, sentii le lacrime scendere in silenzio, irrequiete e inarrestabili.
- Hyung, che hai? Perchè stai piangendo? - Era un sogno? Come mai sentivo la voce di Kai premere nelle mie orecchie? Forse la mia mente stava giocando con i miei sentimenti? Era la mia punizione? Lo vidi, di fronte a me e ancora il mio cuore si confuse. La sua mano si fermò su di me, calda e carica di un dolce ed inaspettato tepore. Era reale!
- Ma quelli non sono Suho e Kai? - Una voce alle nostre spalle ci fece tremare, ci avevano riconosciuto! Senza dire altro, Kai prese la mia mano e, con il vento che sbatteva frenetico sul mio volto arrossato, corremmo liberi in quella strada cittadina. Sebbene nessuno ci stesse rincorrendo realmente, noi non riuscivamo a fermarci.
Svoltammo in un vicolo, in cui la luce del sole, ormai quasi al tramonto, non riusciva a raggiungerci ed aspettammo che quel gruppetto si allontanasse. Il suo corpo, premuto sul mio, era come lava ai miei sensi. Il battito del suo cuore, si ripercuoteva sul mio. Dimenticai me stesso, confondendomi con i suoi gesti, ancora indeciso e pieno di domande.
- Sembra siano andate via. - Stava per allontanarsi, ma io lo fermai con il solo tocco di un dito.
- Aspetta, potrebbero tornare. - Al buio, con solo un breve raggio ad illuminarci, i suoi occhi erano ancora più penetranti. Non disse nulla, come del resto, anche io. Quanto tempo era passato? Era impossibile contarlo eppure, non volevo che finisse. Solo quando lui si voltò e si scostò per la seconda volta da me, capii quella terribile verità.
- Kai, non andare! - Le parole di Sehun, tornarono alla mia mente, aveva completamente ragione.
- Lo sai anche tu, non possiamo più essere amici Suho! Io... non riesco a stare vicino a te, fa troppo male. - Sentii i suoi singhiozzi e un frammento del mio cuore, si staccò immediatamente. Era crudele non poterlo abbracciare, mi sentivo così inutile.
- Perchè? Per quale motivo io? - La confusione, mi impediva di ragionare. Il non poterlo vedere, mi uccideva.
- C'è un motivo per amare qualcuno? Il mio cuore urla che sei tu e nessun altro. Mi mancate, sai? Il gruppo, la nostra intimità e la nostra amicizia senza tempo eppure, adesso mi sento libero. In questi giorni, finalmente ho fatto pace con me stesso. Dichiararmi a te, sebbene sia stato egoistico, mi ha liberato da quel peso che mi uccideva. Ogni notte, mentre pensavo disperatamente a te, mi forzavo di dimenticare, era così opprimente. Volevo fuggire, ma credevo di non poter sopravvivere senza vederti. - Si fermò, quasi come se non riuscisse ad andare avanti, ma fu solo per un breve istante.
- Hyung, non è così. Io posso continuare la mia vita anche se non sono al tuo fianco, l'ho finalmente capito. Eppure, anche così, non sono felice. Dammi un pò di tempo, presto tutto andrà bene. Ho parlato con il Manager, mi ha dato un periodo di riposo, fino a quando il mio cuore non starà meglio. Quando sarò guarito, tornerò a cantare, sebbene non potrò mai più essere un Exo. Quando ci incontreremo ancora, potremo essere di nuovo amici, se tu lo vorrai. Quindi, ti prego aspettatemi. - Si stava allontanando, come anche il mio cuore che cercava di fuggire da me. Fu in quell'esatto secondo, pensando alla mia vita senza di lui che capii. Non ero così forte, non potevo essere! Sebbene lui ci riuscisse, io ero troppo debole per affrontarlo.
Quell'amore che credevo di poter controllare e spegnere, non si sarebbe mai esaurito. Lo presi per mano, e lo trascinai fuori da quel vicolo, con tutta la forza che possedevo. Sebbene cercasse di divincolarsi, ero risoluto e non avrei mai permesso di fargli avere la meglio.
- Lasciami andare. Dove mi stai portando? - Chiamai un taxi e, costringendolo a salire, ci immettemmo nel traffico. Capì solo allora che lo stavo riportando a quella vita, dai nostri compagni che ci attendevano con ansia.
- Perchè? Lo sai che non posso tornare. - Le sua parole, non erano delle suppliche ma rappresentavano la nostra triste realtà.
- Per una sola volta, fai come ti dico Kai! - Ritrovando il silenzio, cercai dentro di me il motivo di quelle azioni, non riuscendo a trovarlo. Neanche io sapevo cosa sarebbe successo, ma bisognava solo aspettare. Scendemmo di fretta, incamminandoci in quella casa che ci aveva visti più grandi. Una volta passata quella porta, vidi quei volti che conoscevo e, la mia mano si strinse più forte sul suo polso esile.
- Ragazzi, per favore ascoltatemi. - Riuniti in salotto, notai la loro esitazione nel vedere quel loro amico disperso e la loro immensa felicità.
- Io e Kai abbiamo fatto sesso. So bene che ognuno di voi lo sapeva, ma come Leader, devo dirvi la verità. Lo amo! So che probabilmente adesso mi odierete, ma non posso più nasconderlo. Il mio cuore batte solo per Kai. - Non riuscivo a voltarmi, ma sapevo bene che il suo sguardo sconvolto, era rivolto verso il mio profilo eretto.
- L'ho ferito ed allontanato, sperando di poter tornare ad essere amici, ma è impossibile. Questi sentimenti che ho appena scoperto, non potranno mai cambiare. Vi prego, accettateci! - Chinai il capo, accorgendomi che anche lui, accanto a me, si inchinò a quella supplica urlata in silenzio. Sentii una risata soffocata, e un breve applauso da quel piccolo ragazzino timido che mi aveva costretto ad ammettere la verità.
- Leader, credi davvero che vi allontaneremmo solo per questo? Sapevamo tutti cosa provava Kai per te, eri l'unico a non essertene accorto. In realtà abbiamo sempre sperato che aprissi gli occhi e ti accorgessi dei suoi sentimenti, ma eri così concentrato a proteggerci che non vedevi la realtà dei fatti. - La voce di D.O. era così alta che arrivò dritto al mio petto infuocato.
- Si è vero. Hai sempre pensato prima a noi che a te stesso, è giusto che tu riprenda in mano la tua vita. C'è una sola regola, però. Quando fate sesso chiudete la porta a chiave, non vogliamo esserne partecipi. - A quelle parole scoppiammo tutti a ridere, anche io che non riuscivo a credere a quel risvolto.
- Ragazzi, se non volete sentire uscite di casa, mi sa che ne avremo per molto. - Disse Kai, trascinandomi in quella stanza che avrebbe visto la nostra passione.
- Scappiamo! - Le loro urla divertite, il rumore della porta che si infrangeva sulla parete e la chiave che serrava quel nostro patto.
- E' un sogno? Ti prego, fa che non mi svegli mai più. - Appoggiato alla parete, con il suo profumo su di me, lo baciai con forza. Quel bisogno che mi corrodeva le labbra e tutto me stesso che bolliva di piacere.
- Ti amo Kai. L'ho capito perdendoti, non posso vivere lontano da te, divento inutile. - Lo abbracciai, sentendo il suo corpo perfetto impresso sul mio.
- Non andrò da nessuna parte. Resteremo per sempre insieme, è una promessa. - Mi guidò su quel letto, adagiandomi piano. La sua lingua, che sento ancora adesso muoversi su di me, mi dovava quel piacere che solo lui è riuscito a donarmi.
- Fai piano! - Gli dissi a mezza voce.
- Questa volta, voglio ricordare ogni istante. - Ci baciammo ancora, fino alla fine del nostro respiro smorzato dai gemiti.
Mentre il sole tramontava alle nostre spalle, il nostro amore, che sembrava volerci dividere, era appena sbocciato, come il fiore più bello dell'intero universo.
Fine
  
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