Non credo che dal principio Chuck sapesse che lo amavo. Credo che pensasse che tutto quello che avevo fatto con lui prima di rendermi conto che per me era il solo, fosse stato per colpa di Nate.
Pensava di essere il rimpiazzo ufficiale, colui su cui mi appoggiavo nei momenti in cui ormai credevo che niente avrebbe più avuto un senso senza Nate.
Ma Chuck si sbagliava. E si sbagliava di grosso, fra l'altro.

Perché ciò che Chuck non sapeva era che, sebbene anche io all'inizio credessi che fra me e lui non ci sarebbe mai potuto essere niente, niente più di una semplice attrazione fisica e comprensione nei momenti di difficoltà, ero in errore.
Sapete, io sono sempre stata una ragazza particolarmente testarda, per usare un eufemismo. La mia vita era programmata nei minimi particolari.
Avrei trovato un bellissimo principe, ci saremmo sposati, avremmo avuto due figli e la mia vita sarebbe stata perfetta.
Ma tutte queste scelte erano state fatte dalla mente romantica ed infantile di una ragazzina attaccata con tutte le sue forze alle storie che aveva letto, ma che mai aveva visto concretizzarsi nella realtà, nel mondo in cui viveva.
E forse il problema per cui le mie fantasticherie non si erano mai realizzate, era che queste erano state partorite dalla mia mente e non dal mio cuore.
Chuck, invece, proveniva dal mio cuore.
Sebbene la mia mente non abbia subito accettato ciò che provavo nei suoi confronti, il mio cuore sì. Mi sentivo un colibrì nelle vicinanze di Chuck.
Forse non lo sapete, ma il colibrì, quell'uccellino così piccolo da entrare nel palmo di una mano, possiede uno dei battiti cardiaci più potenti in natura.
Poteva raggiungere un numero altissimo di battiti al secondo, e per me era lo stesso con il giovane Bass.
Non avevo mai, mai, mai sentito il mio cuore battere così velocemente, nemmeno quando stavo con Nate.
Ero il colibrì di Chuck. Così piccola fra le sue braccia, che se solo avesse provato a stringermi un po' troppo forte probabilmente sarei soffocata. Ma Chuck mi lasciava libera di compiere le scelte che volevo. Mi lasciava libera di vivere.
E amando Chuck ho capito che stavo facendo la cosa più importante di tutta la mia vita, perché oltre a donare tutto l'amore di cui ero capace a qualcun altro, stavo anche, e soprattutto, per la prima volta nel corso della mia esistenza, facendo qualcosa per me.
Perché sebbene tutte le persone intorno a me non fossero d'accordo sulla relazione che io e Chuck avevamo, non mi importava. Non amavo Chuck per gli altri, non lo amavo per compiacere mia madre, o mio padre, o Serena.
Amavo Chuck solo per me.

Si potrebbe quasi dire che amando Chuck Bass, io abbia ritrovato me stessa.