La schiena appoggiata al muro, faceva quasi impressione sentire il mio calore diffondersi sempre più tra quei blocchi di cemento.

Un bacio, poi un altro ancora, ti perdevi tra le mie braccia, quasi a cercare rifugio. Ciò che stava accadendo era invece l'epilogo di un film che mai avremmo pensato - Ciao piacere di conoscerti - Ti presi la coscia e l'appoggiai a me - Hey ti va di vederci anche dopo scuola? - Attorno a noi scendeva sempre di più il freddo, scivolando tra le nostre labbra, una brezza leggera che rendeva l'atmosfera più irreale; un bacio, poi un altro ancora - Lei è la mia ragazza, perchè non fate amicizia? - Tutte quelle frasi rimbombavano, riempivano il silenzio. Tu eri sempre più decisa, se prima mi accarezzavi i capelli ora mi stringevi la mano attorno al collo. - Sì lo sa che siamo stati assieme, capirai.. - La mano che prima ciondolava tra i tuoi fianchi, palpava ora il tuo sedere, non con leggerezza ma quasi volendolo possedere.

Ti morsicchiavo il labbro, desiderando andare più a fondo ma sentendomi in colpa.

Questa volta a spostare la mano eri tu, sentivo i segni delle unghie ferirmi dentro, sapevo come sarebbe andata a finire - Sì, penso di tenerci a lei, è la mia prima storia seria - Sentire quella mano gelida toccare il mio corpo caldo fu la sensazione più bella - Non vedo come possa fare a meno di lei - Iniziasti a toccare, poi quasi a massaggiarlo, la cosa mi eccitava, non riuscivi a toglierti quel sorriso malizioso.

Eravamo lì più di venti minuti, dai semplici baci ora godevo al sentire le tue dita accarezzare il mio io più intimo, la testa però esplodeva, oltre a quelle frasi ora immaginavo scene sovrapporsi fra loro, io e lei, io e te, cosa stavamo facendo?

L'unica cosa che riuscii a fare fu imitare il tuo gesto, la mia mano al contrario era calda come la tua pelle; sbottonai i pantaloni, ogni "click" eccheggiava dentro me.

Un tuo fremito mi fece rabbrividire, ma la tua solita guardata m'incitò ad andare avanti; non una parola, ci capivamo con gli sguardi. Per la prima volta la tua intimità veniva infranta, e lo stavo facendo io. Un dito, poi due, poi ancora un'altro. Iniziavi ad ansimare, niente poteva più fermarci; a quel punto riflettevo su come andare avanti, come quando sei all'interrogazione e cerchi di legare bene tutti gli argomenti. All'improvviso la tua mano scivolò fuori, pensai d'aver sbagliato qualcosa e tirai subito via la mia allarmato; mi presi i pantaloni e, assieme ai boxer, li tirasti giù, quella tua sicurezza mi faceva sentire a disagio. Avvicinavi sempre più il tuo viso, fino a prenderlo in bocca. La cosa mi piaceva e allo stesso tempo imbarazzava... avanti e indietro, sempre più veloce, mi sentii tutto d'un tratto deciso, e ti tirai per i capelli, quasi come fanno i fantini tirando le briglie dei loro cavalli. 

Fu un attimo, tutta l'adrenalina schizzò fuori a mò di liberazione. E tu mi sorridevi, ma ora quel sorriso mi faceva paura.