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Autore: fraVIOLENCE    03/08/2013    1 recensioni
"Ti ho detto che non ho bisogno di te! Non ti amo Thomas, non ti amo più!" - bugia, lo amavo ancora. Ma amavo il vecchio Tom: quel ragazzo con il piercing al labbro. Quel ragazzo scombinato che non si sentiva al sicuro se non si nascondeva sotto quel cappellino arancione. Quel ragazzo che pianse di felicità quando gli confessai di aspettare un bamino. Quel ragazzo che mi accudiva, che mi amava, che prendeva in braccio nostra figlia e che la cullava per farla addormentare. Quel ragazzo che la notte si svegliava per darle da mangiare, quel ragazzo che ripeteva di amarmi. Quel ragazzo che mi sorrideva sempre, che mi faceva sentire al sicuro, che mi faceva sentire viva.
SEQUEL DI ' THERE'S SOMEONE OUT THERE WHO FEELS JUST LIKE ME? '
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

19 Settembre 2008.

"Dai amore, adesso vai. Vedrai che ti divertirai" - accarezzai la testa ad Ava e mi abbassai sulle ginocchia per darle un bacio sul nasino.
"E se poi voglio tornare a casa?" - piagnucolò lei, mentre Jack la prendeva per mano.
"Vieni a giocare, dai!" - esclamò il biondino, che riuscì a strappare un sorriso alla piccola.
"C'è Jack con te, siete in classe insieme! Dai, andate!" - sistemai il grembiulino rosa ad Ava e mi sollevai da terra, guardandoli allontanarsi.
"Sono proprio belli insieme" - sospirò felice Skye, stringendo maggiormente la mano di Mark.
"Secondo me tra un po' si fidanzano" - rise Mark, osservando i bambini entrare con delle maestre.
"Sì, anche secondo me" - risi anche io, per poi mordermi le labbra - "Oddio, mi manca già" - sbuffai.
"Anche a me!" - piagnucolò Skye, piegando appena la testa di lato per appoggiarsi alla spalla di Mark.
Iniziammo a fantasticare sul futuro dei nostri figli, finchè la suoneria del telefono di Mark non interruppe i nostri discorsi.
Afferrò il telefono e rispose alla chiamata.
"Sì, sono Mark." - disse, passandosi una mano tra i capelli.
"Shanna?" - chiese, sbalordito.
"Cosa?! Quando è successo?" - continuò, con un'espressione accigliata.
"In quale ospedale? Sì, arrivo subito!" - mise il telefono in tasca, mentre io e Skye lo guardavamo preoccupate.
"Che succede?" - Skye agrottò la fronte, scrutando Mark.
"Era Shanna. Travis è in ospedale perchè il suo aereo si è schiantato" - balbettò Mark, guardandoci.
"Schiantato?!" - chiedemmo in coro, spalancando gli occhi.
"E adesso dov'è?" - domandai, con la voce che mi tremava.
"E' ricoverato in un ospedale a Los Angeles" - rispose Mark, quasi spaesato - "Io.. Devo andare, devo andare da lui" - proseguì.
"Vengo anche io" - risposi subito - "Merda, non c'è nessuno che venga a prendere Ava" - sospirai, passandomi una mano sul viso.
"Stai tranquilla Jen, ci penso io ad Ava! La porto a casa con me.. Voi andate, Travis ha bisogno di voi" - annuì Skye.
La salutai con un abbraccio e Mark con un bacio, per poi entrare nella macchina di Mark.
Mi allacciai la cintura e Mark fece lo stesso e dopo aver messo in moto la macchina, si voltò verso di me.
"Jen.. Non è che dovremmo avvisare anche Tom?" - azzardò lui, mordendosi le labbra.
"No.. Cioè sì, non lo so" - risposi, portando lo sguardo dritto davanti a me.
"Fidati, Jen, dobbiamo chiamarlo. Ha fatto lo stronzo con noi, ma penso che anche lui abbia il diritto di sapere"
"Tu.. Tu parti, io lo chiamo" - presi la borsa e iniziai a cercare il telefono, mentre Mark ingranò la prima e partì.
"Tom ha cambiato numero" - mi ricordò Mark.
"Ho quello nuovo, me l'aveva dato l'avvocato tre anni fa" - spiegai.
Afferrai il cellulare e cercai il numero tra la rubrica, per poi selezionare il contatto. Avvicinai il telefono all'orecchio, sospirando.
"Pronto?! Jennifer?" - rispose lui, quasi incredulo.
"Tom, sono in macchina con Mark, andiamo all'ospedale di Los Angeles, hanno ricoverato Travis" - dissi, tutto d'un fiato.
"Travis? Ospedale? Che cazzo gli è successo?" - domandò Tom, preoccupato.
"Il suo aereo si è schiantato ed è ricoverato a Los Angeles.. Fai quello che vuoi, ma noi volevamo avvisarti" - appoggiai la testa al finestrino, tenendo il cellulare vicino all'orecchio.
"Certo che vengo, scherzi?! Voi siete già in macchina?"
"Sì.. Ci vorranno quasi due ore per arrivare" - risposi, giocando nervosamente con una ciocca di capelli.
"Digli che se vuole lo andiamo a prendere" - si intromise Mark, svoltando in una via principale.
"Mark dice che possiamo venirti a prendere se vuoi" - sospirai, senza farmene accorgere.
"Sono al Sombrero tra dieci minuti massimo!"
"Va bene, veniamo lì" - chiusi la chiamata e cacciai il telefono nella borsa, chiudendo forte gli occhi.
"Tutto bene?" - mi domandò Mark.
"Una meraviglia." - feci, sarcastica - "Tom ci aspetta al Sombrero e sono preoccupatissima per Travis, davvero. Shanna non ti ha detto nulla?"
"No, non hanno detto nulla neanche a lei. Mi ha detto solo che fortunatamente i bambini erano dai suoi genitori" - sospirò Mark.
"Già, per fortuna" - mormorai, abbassando lo sguardo.
In pochissimo tempo arrivammo al Sombrero e Mark accostò la macchina. Quando vidi Tom avvicinarsi al veicolo sbuffai rumorosamente.
"Stai tranquilla.. Travis è stato molto importante per Tom, dovevamo avvisarlo per forza" - Mark mi accarezzò una gamba.
"Preferisco andare a Los Angeles strisciando piuttosto che passare due ore in macchina con lui"
Non ebbi tempo di finire la frase che lo sportello del passeggero destro si aprì ed entro Tom, che salutò imbarazzato.
Mark si voltò e allungò la mano verso di lui, accennando un sorriso.
Tom gliela strinse e ricambiò quel lieve sorriso, per poi sospirare.
"Non ti hanno detto cosa gli è successo di preciso?" - chiese Tom, osservando Mark dallo specchietto.
"No, non ancora. C'è Shanna lì con lui" - rispose Mark, dando un'occhiata all'orologio posto sopra la radio.
"Con Shanna è rimasto in buoni rapporti? E' tanto che non sento Travis" - domandò timidamente Tom.
"Sì, abbastanza. Lo fanno per i bambini più che altro" - sospirò Mark.
Tom annuì debolmente, per poi voltare la testa verso il finestrino.
Sospirai, passandomi le mani sul viso e chiudendo forte gli occhi.
"Stai tranquilla" - mi sussurrò Mark, allungando la mano verso il mio viso per pizzicarmi la guancia.
Annuii appena, appoggiai la testa contro il finestrino, socchiusi gli occhi e cullata dal movimento della macchina, mi appisolai.

"Jennifer, siamo arrivati" - mormorò Mark, scuotendomi dolcemente.
Aprii lentamente gli occhi e sbadigliai, slacciandomi la cintura e aprendo lo sportello, uscendo dalla macchina.
Richiusi lo sportello e mi diressi subito all'entrata con Mark e Tom.
Ci recammo subito al centralino e Mark chiese di Travis ad un'infermiera, che ci disse di stare calmi e di accomodarci nella sala d'aspetto.
"Non ho con me la cartella clinica del paziente quindi non posso dirvi nulla, intanto accomodatevi pure nella sala d'aspetto, vi faremo sapere qualcosa appena possibile" - ci riferì l'infermiera.
Ringraziammo e lentamente ci andammo a sedere su delle scomodissime sedie di plastica.
Mi sedetti tra Tom e Mark, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Voglio sapere come sta" - mormorai con voce roca, mentre Mark mi avvolgeva le spalle con un braccio.
"Anche io Jennifer" - sospirò lui, prendendo il telefono dalla tasca dei jeans - "Vado a chiamare Skye, torno subito" - mi disse, per poi alzarsi e lasciarmi un bacio sulla fronte.
"Puoi chiederle se finita scuola può accompagnare Ava da mia madre per favore?" - gli chiesi, sollevando lo sguardo per guardarlo.
"Certo, glielo dico" - abbozzò un sorriso, mentre usciva dall'ospedale.
Mi guardai intorno, cercando di scorgere da qualche parte Travis, ma di lui nessuna traccia.
Sospirai e mi portai le mani sul viso, chiudendo gli occhi e iniziando a singhiozzare silenziosamente.
"Hei.. Jennifer" - Tom si voltò verso di me, appoggiando delicatamente una mano sulla mia spalla - "Non piangere" - mormorò.
Allontanai le mani dal viso e mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, tirando su con il naso.
"Voglio sapere come sta, perchè non ci dicono nulla?" - domandai con voce spezzata.
"Appena sanno qualcosa ci fanno sapere, non preoccuparti" - mi rispose Tom con fare convincente, avvicinandosi timidamente a me.
Mi voltai verso di lui, guardandolo con occhi lucidi e gonfi e mi avvicinai anche io, appoggiandomi delicatamente sul suo petto.
Lo sentì sospirare e mi strinse appena.
"Andrà tutto bene, te lo prometto" - mi sussurrò all'orecchio.
Annuii e socchiusi gli occhi, per poi sobbalzare quando sentii la voce di Mark chiamare i nostri nomi.
"Tom! Jennifer! Venite, ho visto Shanna!" - Mark ci fece cenno di raggiungerlo: era dall'altra parte della sala.
Ci alzammo e una volta raggiunto, percorremmo un lungo corridoio, finchè non riconoscemmo Shanna, la sua seconda ex moglie.
Il matrimonio con Melissa era durato circa un mese e mezzo, poi lui fece le valigie perchè non la sopportava più.
"Shanna!" - la chiamò Mark, avanzando rapidamente verso di lei.
"Ragazzi! Siete qui, finalmente!" - esclamò, abbracciandoci uno ad uno.
"Come sta? Ti hanno detto qualcosa?" - domandò Tom, preoccupato.
"Ha delle ustioni abbastanza gravi, però comunque è stabile e fuori pericolo" - Shanna abbozzò un sorriso.
Era distrutta: aveva i capelli sciolti e scompigliati, il trucco sciolto e due grandi occhiaie.
Tutti e tre tirammo un sospiro di sollievo.
"Ma com'è successo?" - chiesi.
"Era in un jet privato, stava tornando a Pittsburg. Il jet ha avuto delle complicazioni mentre era in pista e si è schiantato, rompendo un recinto" - spiegò lei con voce roca - "Nell'impatto sono morte quattro o cinque persone, tra cui Chris, non so se lo conoscevate" - continuò lei, sospirando.
"Ci dispiace tanto, Shanna" - disse Mark, appoggiando una mano sulla spalla della ragazza per consolarla - "Tu l'hai visto?" - le domandò.
"Sì, sì. Travis se la cava. Adesso sta riposando. E' abbastanza indolenzito però è cosciente" - annuii lei.
"Meno male" - mormorò Tom, tirando un altro sospiro di sollievo.
"Ma.. Voi? Avete fatto pace?" - domandò timidamente la bionda.
Entrambi abbassarono lo sguardo, cercando una risposta da dare alla ragazza, ma nessuno dei due osò parlare.
"Comunque appena si sveglia entrate tutti e tre insieme, lo renderete felice, fidatevi" - Shanna abbozzò un sorriso e si voltò, andando a chiamare un dottore per chiedere ulteriori spiegazioni.
"Aspettiamo qui?" - chiesi imbarazzata ai due, indicando delle poltroncine sul corridoio.
Entrambi annuirono e mi sedetti nuovamente tra di loro.
"Skye cos'ha detto? Porta Ava da mia madre?" - domandai a Mark, per spezzare quel fastidiosissimo silenzio.
"Sì, la porta da tua madre" - si limitò a rispondere.
"Va bene" - mormorai, osservando Tom di sottecchi che si portava le mani sul viso.
"Sei stanco?" - gli chiesi con un fil di voce, tenendo comunque lo sguardo basso.
"Sì, molto. Non ho dormito granchè stanotte" - sospirò.
"A chi lo dici" - mi portai una mano davanti alla bocca mentre sbadigliavo.
"Come mai?" - mi domandò lui, curioso.
"Oggi è stato il primo giorno di scuola di Ava" - abbozzai un sorriso, sollevando lo sguardo verso di lui - "Ed ero molto emozionata"
"Capisco" - si limitò ad annuire.
"Scusa, non dovevo dirtelo. Non so nemmeno perchè ti sto parlando" - mi grattai la nuca, imbarazzata.
"Jennifer, non stai uccidendo nessuno. Mi hai solo fatto una domanda per sdramatizzare la situazione, stai tranquilla. Non mi hai chiesto di sposarmi" - si voltò a guardarmi.
"Sì, giusto" - sospirai.
Entrambi tacemmo e iniziammo a pensare, ognuno ai propri affari, finchè la voce di un giovane infermiere non catturò la nostra attenzione.
"Siete qui per Barker, giusto?" - domandò il ragazzo.
"Sì, Travis Barker" - ci alzammo tutti e tre.
"Se volete salutarlo, la stanza è la numero 175, in fondo a sinistra" - abbozzò un sorriso.
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, ringraziai distrattamente l'infermiere e attraversai tutto il corridoio, per poi svoltare a sinistra ed entrare nella stanza, seguita da Mark e Tom.
  
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