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Autore: Winry Rockbell    11/02/2008    3 recensioni
Fragment Nine~ Sapevo che sarebbe andata così. Sembra una frase sciocca e banale da dire adesso, lo so, ma credo che nel mio cuore io lo abbia sempre saputo. "Edward e Winry sono fatti per stare insieme". Lo pensavo a cinque anni, quando vi vedevo rincorrervi sul prato, lo pensavo a quattordici quando tu tornavi a Resembool e Win ti metteva in sesto in un baleno. Lo penso a ventidue, quando, dopo otto anni di relazione con te, mi rendo conto che sei ancora disperatamente, inesorabilmente innamorato di lei. Non avrei mai dovuto mettermi in mezzo. Penso di essermelo meritato, in fondo. Quella sera non avrei mai dovuto mettermi a parlare a vanvera. Nè inseguirti. Nè baciarti. Chissà, forse mi sono innamorata di te proprio per via di Win. Sapessi che testa mi ha fatto, per anni, su di te. O forse perchè ti trovavo eroico ed infelice. Ed io non posso fare a meno di amare gli eroi infelici, è un mio stupido difetto. Perchè voglio dare loro il mio amore, e la felicità che meritano. Ma tu non sei affatto felice, no? E' lampante. Ho fallito.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, sono Winry-chan, l'autrice. L'ispirazione per questa ff mi è venuta una sera, così. A dire il vero, ho solo aperto wordpad e ho cominciato a scrivere di getto. Poi la storia ha preso forma da sè, senza il mio controllo. Infatti si sente che ha uno stile diverso dalle mie solite fic. Però questa è conclusa, almeno! XD
Bando alle ciance, spero davvero che riesca a trasmettervi qualcosa, e che vi caliate del tutto nei panni dell'innominata protagonista. ùwù (non l'ho fatta innominata mica per nulla! °w° XDD).
Ah, ogni capitolo è composto da due Frantumi. Capirete, non preoccupatevi. X°

Fragment One~
Entro nel soggiorno invaso dalla luce del mattino, accompagnata dal ciabattare delle mie pantofole. Il pavimento è gelido, lo avverto anche attraverso le suole, e le superfici dei mobili in legno riflettono il lieve bagliore che trapassa le lunghe tende bianche. Intravedo la tua testa bionda, una mano insediata fra i capelli, il viso basso, pensieroso, inaccessibile. Probabilmente non ti sei neppure accorto che sono entrata. Chino e attento come sei sul tuo ennesimo libro.
Lo sportello del frigo si apre con un cigolio. Ho preso il cartone del latte (come al solito, è pieno fino all'orlo), e ho già tra le mani la mia calda tazza di latte e biscotti quando tu, finalmente, dai qualche segno di vita.
<< Uhm... >>. Le dita si spostano impercettibilmente tra le ciocche, accompagnate dal corrugamento della fronte. << Dove ho già letto questa frase? >>.
Naturalmente, la domanda non è affatto rivolta a me. Nemmeno un briciolo della tua attenzione lo è, in effetti.
Sospiro, mettendo giù la tazza. Mi arrendo.
<< Buongiorno, Edward. >>. Tanto lo so che se non parlo io, tu neanche ti accorgi della mia esistenza.
<< Mhhh. >> borbotti. E nemmeno alzi il viso. Ma bravo il mio gentiluomo.
Mi schiarisco la gola. << Sì, anch'io sto bene, grazie. >> sorrido sarcastica, senza entusiasmo. Non ti muovi. Anzi, non ti sposti nemmeno di un millimetro. Dico io, ma sei sicuro di respirare?
Mi sporgo, in ginocchio sulla sedia (che scricchiola terribilmente, lamentevole). Adesso il mio naso è appena ad una decina di centimetri dal tuo libro, e... Oh! Toh guarda! Come ci sono arrivati i miei capelli a coprirti l'intera pagina che stavi leggendo?
<< Aaahhh! >> ti scansi, gettando gli occhi al cielo con aria scocciata. Ah, almeno finalmente li vedo. << Buongiorno, buongiorno! >> bofonchi, incrociando le braccia sul petto e le gambe sotto il tavolo. Hai delle leggere occhiaie, chissà se te ne sei accorto.
<< Sei sicuro di aver visto il letto, stanotte? >> chiedo, senza spostarmi dalla mia invadente postazione.
Hai la camicia leggermente sbottonata. E' quella bianca, naturalmente: in questa stagione usi solo quella. Un giorno ti ho detto che quella nera è più sexy, ma questa ti esalta il contorno levigato del mento ed il collo... Non posso fare a meno di pensarlo perfino adesso, che hai due bei occhi gonfi come palline da tennis e delle occhiaie da far invidia ad un tossico.
Il mio sguardo ritorna a focalizzarsi. Forse ti ho messo in imbarazzo, perché ti sei alzato e ti dirigi a passo svelto verso la veranda.
<< Sono in giardino >>. E' l'unica spiegazione che dai.
Mi rimetto seduta, prendendo a mescolare svogliatamente quella brodaglia che fino a qualche momento fa erano i miei biscotti preferiti.

*******

Fragment Two~
Mi chiedo se la tua partenza per il giardino non sia stata altro che una copertura per una fuga in grande stile. Perché non mi pare proprio di vederti, nè sul prato nè sotto il ciliegio.
Beh, spero per te che almeno mi porti un bel regalo, ovunque tu sia andato. Perché è da quasi due ore che sono ai fornelli per preparare da mangiare, vista tutta la gente che hai invitato per cena. Ma dovevi pure metterci in mezzo quel colosso di Armstrong e quel botolo di Breda?! Per sfamarli dovrò cucinare per un esercito intero.
Ah, suonano alla porta. Indosso il grembiule che mi ha regalato tuo fratello per Natale, ho i capelli raccolti da un fazzoletto e la mia mano sinistra è coperta da un guanto da forno. Spero che il nostro ospite mi perdonerà l'aria un po' casalinga (e se non lo fa giuro che lo costringo a prepararmi purè e involtini di carne per trenta persone).
Finalmente raggiungo la porta. Ahh, come fa freddo qui lontano dai fornelli. << Buongiorno! >> saluto automaticamente, mostrando il sorriso migliore che mi riesce. Che sparisce subito, in effetti, non appena i miei occhi si adattano alla nuova luce. E non appena mi rendo conto di CHI si è presentato alla porta di casa nostra.
<< W-Winry... >> balbetto, cercando di recuperare un po' di ospitalità. Peccato però che, per quanto mi sforzi, sono certa di stare facendo un sorriso degno della più grande ipocrita di Resembool. Eppure, qualcosa nel suo aspetto mi intima automaticamente di non andarci troppo pesante.
<< Prego, entra... >>.
Gli stivaletti della ragazza strisciano un po' sul tappetino, prima di varcare la soglia. Tiene lo sguardo basso, in un cipiglio ostinato che mi ricorda immediatamente quello di Edward. Ahia, fitta. Mi scosto per farla passare per lo stretto ingresso. Ancora una volta una strana sensazione spiacevole mi punzecchia lo stomaco.
<< Scusa se sono venuta senza invito. >>.
Sollevo il viso di scatto, senza sapere cosa dire. Lo sa, allora. In effetti, di tutti gli abitanti del paese, lei era l'ultima che avevo intenzione di vedere, oggi. E che mi aspettavo di vedere. Ma direi che qualunque escamotage sarebbe totalmente inutile, ormai.
Siamo già arrivate in salotto, e la sua voce è la prima a rompere il silenzio. Lei è seduta sul divano blu notte, i capelli raccolti nella sua solita coda di cavallo, le mani sulle ginocchia.
Non so proprio cosa dire. Vorrei dire qualcosa di rassicurante - in fondo lo so che quella di non invitarla affatto non era la scelta più corretta - ma ho paura di emettere soltanto suoni sconnessi. Tanto vale stare zitta e lasciarla continuare.
<< Ecco, io... >> inizia, lentamente. Il suo viso è piuttosto pallido, ma ha un'aria piuttosto ferma e decisa. Come sempre, in fondo. << Volevo solo aiutarti a preparare da mangiare. Ecco tutto. >>.
Ecco tutto?
<< ...Oh. >> mormoro, soltanto.
Chissà perché, ma è come se una parte di me ne fosse rimasta... delusa. Chissà cosa mi aspettavo che accadesse. Che estraesse un qualche misterioso attrezzo dalla sua tracolla e mi spaccasse tutti i denti, almeno.
Chissà, forse... se fossi in lei, sarebbe proprio quello che mi starei facendo, adesso.

Si alza, e senza aggiungere altro è già in cucina. Si guarda intorno, quindi fa per il frigorifero e la perdo di vista.
Io, invece, resto lì.
Il rumore di un rubinetto aperto. L'acqua che scorre nel lavello.
Il suo affaccendarsi tra pentole e stoviglie, che cozzano e tintinnano. Nel silenzio assordante della nostra casa.
Mi sento come se avessi ingoiato un macigno.
Il mio sguardo vola automaticamente alla finestra.
Dannazione, Edward.
  
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