Ferma Kim!!” Urlò una donna, alzai lo sguardo e vidi una dolce bambina con i capelli raccolti in due treccine fermate da elastici verdi, tutta avvolta in un’ impermeabile rosa chiaro che correva, saltava e si aiutava con le mani a salire le scale della cattedrale dove ero seduto io; le sorrisi un po’ amaramente e tornai a guardarmi i mocassini stringendomi di più nella coperta blu notte che avevo sopra le spalle sia per il freddo che per non far intravedere l’oro brillante del mio vestito… non mi accorsi che quella “piccola ‘puffetta’ rosa era arrivata davanti a me e mi fissava, “Perché piangi?” mi chiese innocente. Non le risposi. Come potevo riversare le mie sofferenze su di una piccola creaturina come lei?
Tirai su col naso e mi asciugai una lacrima, le sorrisi.
“You are not alone.”  Mi disse mettendomi una mano sulla guancia seria, poi corse dalla sua mamma che intanto la stava venendo a prendere corrucciata. “Mi scusi..spero non l’abbia disturbata…” urlò dal marciapiede sotto le scale “è un po’ curiosa e iperattiva!” esclamò strattonando la piccola. Io per tutta risposta sorrisi tra me e guardando la bambina  ripetei la stessa azione schiacciandole l’occhio, lei agitò la manina per salutarmi e andò via…
Era possibile che una bambina avesse capito chi ero? Dopo tutto i bambini vedono ciò che gli adulti non riescono a percepire…