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Autore: esse198    03/08/2013    2 recensioni
una nuova compagna per il Dottore, da un nome abbastanza evocativo per lui, Blue, e con una tristezza di fondo che la rende molto simile al Dottore...
spero vi piaccia! buona lettura!
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno in cui lo incontrò pioveva, pioveva molto, non faceva freddo e la città era nel caos.
Lui correva, correva veloce, come un forsennato e lei non si era accorta di lui, anche perché non era il solo a correre. Non erano in pochi quelli che erano stati presi alla sprovvista dall’acquazzone e correvano a ripararsi da qualche parte. Ma lui, lui non correva per ripararsi. Sembrava fuggire da qualcuno, da qualcosa. In mezzo alla gente, in mezzo alla pioggia, in mezzo alle macchine che si impantanavano nel traffico quel tizio si faceva largo, con una certa abilità, si creava un percorso abbastanza netto e ogni tanto si guardava indietro, probabilmente per controllare la distanza tra lui e chi lo inseguiva.
Blue usciva dal negozio quando quel tipo la urtò con un certo impeto. Allora non poté fare a meno di notarlo e non solo perché quel tipo non le aveva nemmeno chiesto scusa, neanche perché era vestito in modo davvero antico nonostante sembrasse un ragazzino da come correva e schivava gli ostacoli, ma perché notò soprattutto ciò che lo stava inseguendo. Un mostro, semplicemente un mostro, il classico mostro ruggente e sbraitante ricoperto di scaglie scure e lucenti, dal muso brutto e decisamente minaccioso, robusto e pieno di denti enormi e aguzzi. Quattro zampe su cui correre e artigli ben schierati. Orrido al punto giusto.
Non ci pensò due volte, forse perché andavano verso casa sua, così attirò la sua attenzione:
- Ehi! Da questa parte! – gli gridò.
Lui la affiancò:
- Lo vedi?
- Si, ti sta inseguendo.
- Ma non dovresti vederlo! – lei non rispose e lui continuò: - Dove stiamo andando?
- Nell’unico posto dove possiamo chiuderci dentro.
Frugava nella borsa e continuò a farlo anche quando si fermò davanti a un portone alto e largo.
Blue non riusciva a trovare le chiavi nella foga, ma il portone si aprì lo stesso quando lo sconosciuto puntò un aggeggio sulla serratura. Lei era rimasta un po’ sorpresa, ma non era un’esperta di roba tecnologica, pensò che quella lì se l’era persa.
Una volta dentro, i due si incollarono al portone e si fermarono ad ascoltare. Non dovettero aspettare a lungo perché dopo pochi secondi arrivarono i colpi forti e decisi contro il legno robusto e resistente.
- E adesso che facciamo?
- Non lo so. Ci sto ancora pensando!
Il ragazzo, perché tale sembrava anche se si poteva avvertire una certa maturità, iniziò a girare intorno nervosamente. Stava chiaramente pensando.
- Hai della zuppa di caramelle?
Lei lo guardò incredula, pensò di aver sentito male. Il tipo non aspettò la sua risposta, gli bastarono gli occhi sgranati della ragazza.
- Peccato! È molto buona sai! – tornò a rimuginare tra sé e sé e alla fine tornò a chiedere:
- Marmellata di fragole?
- Sì, quella c’è! – rispose Blue.
La ragazza si diresse verso il frigo, prese il barattolo e lo porse all’uomo. Lui prese la prima ciotola sottomano, la svuotò e la riempi di marmellata.
- Ne hai ancora? Anche di altri gusti.
Blue andò a recuperare tutti i barattoli di marmellata che aveva in casa. L’uomo li svuotava freneticamente nella ciotola:
- C’è un’uscita secondaria? – chiese ancora sentendo la furia dei colpi contro il portone.
Blue gli indicò una porta che lo avrebbe portato qualche metro più in là. L’uomo varcò la soglia, muovendosi lentamente poggiò la ciotola nei pressi del mostro e si allontanò di nuovo silenziosamente. Il mostro si accorse della marmellata subito dopo e andò a sbafarsela.
I due osservarono la scena dalla fessura della porta socchiusa.
- Era solo affamato. – concluse il tipo rivolgendole uno sguardo di chi in realtà lo aveva sempre saputo.
E per la prima volta si trovarono uno di fronte all’altra a vedersi. Si, proprio “vedersi”, perché in quel trambusto non si erano ancora visti bene in faccia.
- Come ti chiami? – le chiese lui.
- Blue. – rispose lei.
- Blue… - ripetè lui – che strano nome…
- E tu come ti chiami? – chiese a sua volta lei.
- Il Dottore.
- Dottore chi?
- Esattamente! – sfoderò un sorriso che chiudeva ogni discorso e aggiunse:
- Ok! Lo riporto a casa!
- Come a casa? Quale casa?
- La sua! – il Dottore era uscito ed era andato incontro al mostro, che non era più ostile, anzi. Notò poi lo sguardo interrogativo della ragazza che lo aveva seguito con gli occhi e si sentì in dovere di spiegarsi:
- È solo un cucciolo, era solo affamato e siccome io non aveva nulla da dargli ha iniziato a rincorrermi… solo che i Moffitti perdono un po’ la testa quando hanno fame e così ho dovuto fuggire… ed è anche strano che tu l’abbia visto, i Moffitti si fanno vedere solo da chi conoscono e si fidano…
Blaterava una serie di parole che Blue proprio non capiva e adesso lui si era avvicinato molto a lei con un’espressione indagatrice. Ma di nuovo fece uno dei suoi scatti e si allontanò:
- Beh! – disse – È stato un piacere conoscerti Blue! Ci si vede!
Tornò dal mostro, lo accarezzò sul muso e gli sussurrò qualcosa, forse per convincerlo ad andare.
Un altro cenno con la mano e sparì dietro l’angolo con il suo amico invisibile lasciando a Blue un carico di sensazioni indecifrabili.
  
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