Esautoro l'osmosi autostradale
ad alta tensione,
mendico tifoni sulle grondaie
delle lapidi autunnali,
un rapporto in sordina di labbra tese,
una mistificazione di orgogli infranti,
di genuflessioni in aborto
per un polpastrello sulle clavicole
agli incroci.
agli incroci.
E afferro gli arti, le ossa in declino
nelle sue circumnavigazioni erranti;
ingurgito le sue ceneri, le esecro,
le carezzo nei suoi gomitoli di polvere.
Riesumo le meteore di un albore
al crepuscolo,
un ingorgo di fulmini in bottiglia
che ghermisco e coltivo in oscillazione:
un abbraccio di tuoni
che ti espongo
sulla balaustra delle mie ginocchia
brancolanti.