Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Nyra    04/08/2013    2 recensioni
Non so bene che introduzione dare..
In effetti non so neanche cosa sia questa "cosa" in realtà. L'ho messa tra le nonsense perchè mi sembrava tale, essendo il racconto di un mio sogno molto strano avvenuto parecchi mesi fa. L'ho ritrovato da poco e mi è piaciuto molto. Ho pensato di lasciarlo così come l'ho ritrovato, quindi mi scuso se ci saranno degli errori ma credo fosse mattino presto quando l'ho scritto ^^''
Spero che piaccia anche a voi e che a qualche lettore silenzioso scivoli la mano sulla tastiera.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ho scritto questa cosa parecchi mesi fa, poco dopo essermi svegliata da un sogno.
Non ricordavo neanche di averla scritta.

Buona lettura, spero che a qualcuno piaccia e che a qualche lettore silenzioso scivoli la mano sulla tastiera..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caro diario,

 

mi sono ritrovata in un giardino, la scorsa notte.

Un giardino malato pieno di orride formiche che zampettavano l'una verso l'altra e si abbracciavano strette e poi la prima strappava la testa alla seconda.

Tutti i fiori violacei puzzavano e si prostravano davanti alle radici dei fiori rossi, che li guardavano con scherno, sputando sui loro petali una roba grigiastra e gelatinosa, che li faceva appassire all'istante.

C'era anche una fontana, di un bianco sporco e invecchiato, rattoppata in vari punti con fili argentati e circondata da giganteschi occhi di anfibi, tutti sparpagliati qua e là.

Gli alberi era come se non fossero veramente lì, eppure io li sentivo respirare.

Mi giravo ogni volta che un cervo sussurava il mio nome, anche se in quel luogo non ne ho visti, di cervi.

Forse si nascondevano, sotto le cortecce oppure dietro le foglie d'autunno.

D'un tratto ho avvertito il grido di un maiale. Un suono agonizzante, capace di strapparti un pezzo dell'anima e poi accartocciarla in qualche angoletto.

Mi sono voltata e una manciata di capelli mi è finita sugli occhi.

Si è incollata alla mia faccia, entrando sottopelle, sparpagliandosi sulle palpebre e sulle narici.

E quando li ho strappati via, ho notato una panchina malandata in fondo al giardino, forse figlia di un vecchio cedro, e mi sono avvicinata lasciando volare a terra i capelli.

Appolaiata su di essa, se ne stava una piccola civetta, dalle piume marroni e con due grandi occhi gialli.

Ho avvicinato la mano per accarezzarla, ma è sparita. Puf.

Non c'era più. Così ho allungato l'altra mano, ma l'ho abbassata quasi subito.

La civetta ha chinato la testa di tre quarti, guardandomi con curiosità.

E ho capito che voleva che la guardassi allo stesso modo.

Ho avvicinato il viso al suo e l'ho baciata, avvertendo il freddo del suo piccolo becco.

Poi lei ha sorriso, almeno credo, e mi ha strappato il labbro inferiore.

Una, due, tre, quattro, cinque, sei volte. Finchè non restava nient'altro da beccare.

Ho ricambiato il sorriso, asciugandomi il sangue dalla bocca.

 

Poco dopo lei era a terra. Un'ala staccata e le piume che volavano per aria come tanti coriandoli.

Il becco era scomparso, svanito. Puf.

Sono rimasta sorpresa, all'inizio.

Ma poi me ne sono andata, giocando con uno dei tanti occhi di anfibi per terra, per poi schiacciarlo sotto la scarpa una volta varcata la soglia del sogno.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Nyra