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Autore: InspiredByBieber    04/08/2013    7 recensioni
Non sapere in che cosa ti stai cacciando e sapere che hai sempre la tua migliore amica con te. Scappare da un passato burrascoso e pieno di litigi, scappare dalla persona che eri prima di tutto questo. 
E adesso, eccoci qua. Al college.
Benvenuti matricole, che la vostra Clique vi possa dare il benvenuto in Florida!
Genere: Commedia, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scrutai perplessa la mano di Acacia che stringeva la mia.
«Andrà tutto bene, Amie»
«Come fai ad esserne così certa? Possiamo incontrare chiunque in quella casa!»
«Che melodrammatica che sei!» 
 
Stralunai gli occhi.
 
Me l’ero già presa con lei per non avermelo detto prima, ma in quel momento non ero in vena di altre discussioni. Non mi aveva detto che saremmo venute qua con l’intento di condividere casa con altri ragazzi e di passare assieme a loro il tempo necessario fino a quando non avremmo finito le lezioni del college. Pensai da subito che fosse una decisione troppo da incoscienti. La casa poteva venire affittata da chiunque, anche da malati di mente e da pedofili. Non volevo pensare ad altre tipologie di persone, ma lei continuava a ripetermi che non c’erano malati che avrebbero speso soldi in quel modo, ma soprattutto che per una percentuale molto alta, i ragazzi che avrebbero diviso la casa assieme a noi sarebbero stati studenti.
 
Durante il tragitto continuavo a ripetermi queste parole nella mente, in modo da farmi rasserenare.
Sospirai e mi rivolsi verso il finestrino scrutando ciò che aveva da offrirmi la Florida: era bellissima come me l’aspettavo e soprattutto stupenda come la descrivevano negli opuscoli. A fermare la scia di pensieri che avevo in testa fu Acacia che vedeva l’espressione nel mio viso ancora un po’ agitata.
 
«Le tasse dei dormitori del college erano troppo care, scommetto che ci troveremo meglio qua. Avanti, Amie!»
«Se ci succede qualcosa mi avrai sulla coscienza, sappilo» le misi l’indice contro come per chiarire il concetto.
Acacia scoppiò a ridere e scosse la sua chioma di capelli biondi-castano chiaro «Non ti fidi ancora di me? Andiamo, lo ritengo molto offensivo da parte tua» 
 
Acacia era la mia migliore amica ormai da più di cinque anni. Avevamo due anni di differenza, ma ci trovavamo comunque bene insieme soprattutto per il fatto che io preferissi da sempre stare con le persone un pochettino più grandi di me e a lei non dispiaceva affatto. Forse ciò che ci distingueva più di tutto era il fatto che lei fosse più iperattiva ma anche molto più maliziosa. Non sapevo se fosse l’età, ma era la mia migliore amica perché era diversa e unica in tutto. Anche se in situazioni come quelle, l’avrei voluta uccidere.
 
Sbuffai e scrollai le spalle.
«Adesso capisci perché ho preferito dirtelo solo quando siamo arrivate qua, riguardo ai nostri coinquilini?» mi chiese divertita, posandosi gli occhiali da sole sulla punta del naso. 
«Non è necessario ricordarmelo» presi una bottiglietta di acqua e la svuotai in un sorso «non riesco ancora a capacitarmi che tu mi abbia fatto questo!» feci cadere le braccia sul sedile e lei ridacchiò.
«Bene» disse eccitata «siamo arrivate, mamacita!»
Mi sollevai dal sedile per intravedere la casa davanti alla quale Acacia si era accostata.
 
«Oddio, è meravigliosa» mi sgranai gli occhi «come sei riuscita a trovarne una ad un prezzo così basso?»
«Tesoro, te l’ho già detto. Siamo con altri ragazzi, precisamente altre sei persone. E poi è in affitto!» non la smetteva di sorridere e io annuii, scacciando via il pensiero che qualcuno dovesse condividere realmente quella casa con noi.
 
Entrammo dentro quella dimora con una parte delle nostre borse e rimasi stupita dalla bellezza con cui il salone era decorato e arredato.
 
«Buone notizie, siamo le prime! Possiamo sceglierci la stanza migliore» batté le mani facendo cadere le borse che aveva in mano e le riprese subito dopo per andare a controllare tutte le stanze. Io rimasi, invece, nel salotto ad osservare le pietre di tutti i generi attaccate alla parete. Era tutto veramente magnifico.
 
«L’ho trovata!» esultò Acacia dal secondo piano «Questa è perfetta!»
In quel preciso istante la porta si spalancò, facendomi fare un balzo all’indietro e facendomi quasi urlare. Non me lo aspettavo, ed era stupido da sentire dal momento che sapevo che qualcuno sarebbe arrivato prima o poi. Forse ero ancora sconvolta dal fatto che potesse entrare qualche bisbetico.
 
«Scusami, credo di averti spaventata a morte» un ragazzo di statura abbastanza alta, con occhi azzurri e capelli neri, stava sghignazzando. Entrò dentro casa con una valigia e un borsone che poggiò sul pavimento.
«Posso intuire che tu sia una delle mie coinquiline, o mi sbaglio?»
Scossi la testa «No, non ti sbagli»
«Allora piacere, io sono Jake Scarlett» mi porse dolcemente la mano.
«Piacere mio, Amie McKenzie. E…»
«E io sono la sua migliore amica, Acacia Patel» Acacia sbucò dal nulla porgendo medesimamente la mano a quel ragazzo, che se la mangiò con gli occhi.
 
Non c’era da stupirsi, Acacia era una ragazza bellissima. Aveva i capelli tra il castano chiaro e il biondo, gli occhi celesti chiari quasi grigi, ed era alta e magra il tanto giusto. Riusciva a conquistare qualsiasi tipo di persona. Era una ragazza particolare e non per questo eravamo diventate molto amiche. 
Mi sentivo molto spesso svalorizzata accanto a lei, anche se non eravamo tanto differenti a parte per gli occhi del mio color cangiante tra il marrone chiaro e verde smeraldo; ma non avevo niente in più che lei non avesse.
 
«Abbiamo già scelto la nostra camera, se non vi dispiace» cantilenò Acacia.
«Oh n-no, nessun problema» rispose Jake senza smettere di fissarla neanche per un secondo.
Lei sorrise in modo malizioso e mi acchiappò dal polso trascinandomi con lei fuori per prendere il resto delle valigie dalla macchina.
 
«Sei perfida!» esclamai quando fummo fuori di casa.
«Ci dovrò lavorare sopra. È sexy!» sospirai e mostrai un’espressione tra il disgusto e il divertimento, sapendo che cosa intendesse con ciò. 
 
Quando salimmo le scale con le valigie, incrociammo Jake che stava scendendo «Mi sono preso la briga di prendere una delle camere vicino alla vostra per impedire ai prossimi ammiratori di farlo al posto mio» ammiccò e Acacia ricambiò in qualche modo.
Io fissai prima uno e poi l’altra con faccia nauseata e poi superai entrambi, salendo con agitazione le scale. «Per me non sarà necessario» dissi, intuendo e cercando di evitare l’incrocio di qualche sguardo torvo – e quando intendo torvo, mi riferisco a quello di Acacia. La camera che aveva scelto Acacia era la più grande e spaziosa, ma soprattutto quella che si affacciava alla strada principale.
 
Continuai a trafficare la mia roba, mentre Acacia e Jake si erano seduti a bere qualcosa e chiacchieravano riguardo alla loro vita e le cose su cui solitamente si parla al primo appuntamento. Afferrai l’ultima valigia dalla macchina, sospirando sollevata. Però non cantai vittoria a lungo: quella valigia era in assoluto la più pesante e non avevo più forze. E prima che potessi pensare a qualche altra seccatura, si ruppe il manico, rimanendo incastrato tra le mie dita.
 
Imprecai così tanto che alcuni vicini si affacciarono.
«Hai bisogno d’aiuto?» un ragazzo con i capelli color cenere mi guardava di sottecchi tra una sghignazzata e l’altra.
«Penso di riuscire a cavarmela da sola» pronunciai le parole con irritazione. Mi stava per caso prendendo in giro? Pensai che la risposta fosse sì.
Incrociò le braccia, aspettando allora che riuscissi a fare tutto da sola.
Sbuffai quando anche il mio decimo tentativo fallì. Quel ragazzo continuava a ridere di me e dei miei inutili sforzi.
«Ti diverte così tanto?»
Lui scrollò le spalle con sorriso malizioso e afferrò la valigia tranquillamente, senza un minimo sforzo.
Mi sbigottii e lo seguii, indicandogli la porta «Da questa parte»
«Lo so» mi disse quando raggiunse la porta «presuppongo che tu sia una delle ragazze con cui dovrò condividere la casa» estrasse delle chiavi e le fece penzolare davanti a me.
«Sì, sei la seconda persona che me lo dice. Siete tutti così fastidiosi qua?»
Lui scoppiò in una risata fragorosa ed entrò dentro casa con ancora la mia valigia tra le mani.
 
«Amico, ce l’hai fatta finalmente!» Jake alzò il suo bicchiere di non-so-che-cosa e salutò il ragazzo che mi aveva aiutato pochi istanti prima. Acacia mi lanciò un’occhiata curiosa, come per chiedermi perché fossi con lui. Presi la valigia e la spinsi verso le scale.
«Faccio io» il ragazzo dai capelli color cenere afferrò nuovamente la valigia «dubito che tu riesca a portarla lassù» sorrise e io lanciai gli occhi al cielo.
 
«Comunque io sono Acacia» si mise in mezzo tra me e il biondino la mia migliore amica.
Lui ricambiò la stretta di mano «Justin» poi guardò me «tu non hai un nome?» aveva ancora quel sorrisetto in faccia che mi faceva innervosire.
«Amie» rispose al posto mio Acacia, notando che se avessi aperto bocca, avrei detto qualche cattiveria.
La porta si aprì di nuovo, facendo entrare un ragazzo e una ragazza: entrambi mori e ridevano e scherzavano senza tregua. Si presentarono e ci spiegarono che si erano conosciuti in aeroporto e che per loro coincidenza, entrambi dovevano venire proprio nella stessa casa. Il ragazzo si chiamava Cory Brown, mentre la ragazza Angie Clark. Erano molto simpatici e divertenti.
 
Justin mi accompagnò a portare la valigia in camera e decise di prendere la camera di fianco a quella di Jake: la parallela alla nostra.
Chiacchierammo tutta la sera, bevendo qualche drink e mangiando salatini a volontà. Due suoni di campanello ci distrassero e Cory andò ad aprire. Due gemelle con un ragazzo salutarono tutti. Le ragazze – che avevano dei capelli molto lunghi color ambra – avevano un accento britannico e si chiamavano Hilda ed Hebe White; era buffo perché il loro cognome rispecchiava la loro carnagione. Il ragazzo si chiamava Jamie e rispecchiava tutte le caratteristiche di un ragazzo per bene.
 
Le gemelle presero la camera al piano di sopra, mentre Jamie rimase giù affiancato da Angie e Cory.
 
«La nostra vacanza, allora, inizia!» esultò Cory e Jamie si corruciò.
«Pensavo fossimo qui per studiare» disse divertito e Jake gli lanciò contro dei salatini che però riuscì a schivare.
«Ai più fighi della Florida!» urlò Angie senza preoccuparsi di disturbare i vicini. Tutti brindammo e capii che quello era il posto perfetto che mi avrebbe accompagnata fino al termine dell’anno.

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LEGGETEMI!

Allllllora, che ne dite?
Questo capitolo è sopratutto una presentazione
dei personaggi, ma dal prossimo inizierà tutto.
Spero vi abbia fatto incuriosire.
Alle 5 recensioni pubblico subito. 

Un bacione!


 
Mi potete trovare
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