SULLA STRADA
PER GIARDIN FIORITO
Si fanno strani incontri
lungo la strada per Giardin Fiorito…come la sorella di un grande Campione del
passato…un allenatore introverso e solitario…uno strano mistero da risolvere.
Mescoliamo tutto e… scopriamo come va a finire!
Cap.
I°
Una
strana ragazza
Il bosco era animato
solo dai movimenti furtivi dei pokemon selvatici, che si spostavano da un
cespuglio all'altro o saltavano fra i rami degli alberi. Tutto, insomma, era
avvolto in un'aurea di magica serenità che il passaggio del ragazzo non
disturbava.
Aria
introversa e passo spedito, il giovane attraversava tranquillo la boscaglia,
diretto alla prossima città e alla sua prossima gara. Stava giusto pensando se
fosse il caso di cercare qualche nuovo elemento da aggiungere alla sua squadra,
quando sentì una voce.
-Oh,
non preoccuparti…vedrai che troveremo qualcuno che ci indichi la
strada…
Una
ragazza arrivava dalla direzione opposta: capelli color albicocca, raccolti in
una coda con un nastro bianco, viso allegro con alcune lentiggini sulle guance e
occhi cristallini. Indossava un paio di pantaloni bianchi, lunghi fino al
ginocchio, delle scarpe da ginnastica e una maglietta senza maniche nera con dei
disegni argento.
La
fissò un istante, giusto per capire con chi stesse parlando, visto che era sola.
Poi notò il Pachirisu sulla sua spalla e capì che era un'altra di quegli
allenatori convinti che i pokemon fossero amici e altre sdolcinerie simili.
Decisamente era gente con cui preferiva non avere a che
fare.
-Scusa…
Troppo
tardi, gli si stava già avvicinando.
-Per
caso vai a Giardin Fiorito?- chiese la giovane.
-Sì-
rispose atono.
-Che
fortuna! Ti dispiace se facciamo la strada insieme? Sai, io non ho un gran senso
dell'orient…
-Fai
come vuoi- la interruppe, superandola. Adesso gli toccava anche fare da balia a
una mocciosa.
-Grazie-
replicò lei con una sfumatura ironica. –Comunque, il mio nome è
Dyana.
-Io
sono Paul. (Noooo! O.O Non l'avevamo sospettato…chi altro poteva essere così
simpatico?! NdA e Tutti)
Il
Pachirisu di Dyana mandò scintille: quel tipo non gli piaceva per niente. La
fanciulla lo accarezzò dolcemente, scuotendo la testa: non era gentile fulminare
una persona appena conosciuta e che, per di più, li stava accompagnando fino
alla città. Certo, doveva ammettere che non era il massimo della simpatia, ma
era sempre meglio che passare la notte girando in tondo in mezzo alla
foresta.
Lo
scoiattolo bianco si rilassò, sfregando il muso contro la guancia della
sedicenne.
-Vai
a Giardin Fiorito per partecipare alla gara pokemon?- domandò, giusto per fare
un po' di conversazione.
-No.
Ci passo solo perché è la strada più breve per Acquanova (L'ho inventato! ^^
NdA)
-Allora
partecipi alla Lega di Sinnon. Bhe, nemmeno io sono coordinatrice e non viaggio
neanche per conquistare medaglie- raccontò la rossa. –Vado ad assistere alla
gara della mia amica e a portarle il suo pokemon…
Paul
era già stufo di quella bamboccia petulante: se non chiudeva subito il becco le
avrebbe rivolto contro il suo Cinchar. E poi, che razza di allenatrice era se
non prendeva parte alla Lega?!
Improvvisamente
però non udì più la sua voce. Si voltò sorpreso e la vide immobile, in mezzo al
sentiero, con lo sguardo rivolto al folto della boscaglia. C'era qualcosa di
strano nell'aria, un verso…
Dyana
iniziò a correre: un pokemon aveva bisogno di aiuto e lei glielo avrebbe dato.
Il suo compagno di viaggio esitò un attimo, poi la seguì: poteva essere
l'occasione per catturare un buon elemento.
Sbucarono
sulle rive di un piccolo laghetto: un Rapidash si agitava nervosamente, una
zampa bloccata in una trappola. Paul estrasse il pokedex e lo analizzò:
conosceva molti attacchi potenti. Era ciò che cercava e non avrebbe faticato
molto a prenderlo. Aveva già in mano la pokeball, ma Dyana gli si parò davanti
con aria combattiva.
-Fatti
da parta! Quel Rapidash è mio.
-Non
avrai intenzione di catturarlo? È ferito: non puoi
approfittarne!
-Ti
ho detto che è mio, quindi togliti di mezzo.
-Perfetto-
ribatté lei, lanciando una sfera. –Charmender, a te!
Il
draghetto apparve ai suoi piedi, accompagnato dal Pachirisu, entrambi pronti a
combattere.
-Veditela
con loro- continuò l'allenatrice, dirigendosi verso il destriero. Il pokemon era
spaventato e pericoloso: uno dei suoi zoccoli le poteva fare davvero del male.
Dyana avanzò a piccoli passi, le mani sollevate per mostrargli che non aveva
cattive intenzioni.
-Calmo…-
mormorò. –Non voglio farti niente di male…voglio solo
liberarti…
Ma
il cavallo di fuoco non sentiva ragioni, chiuso nella sua
paura.
Paul,
rinunciato al combattimento, osservò i suoi movimenti sicuro che, da un momento
all'altro, quel Rapidash le si sarebbe scatenato contro.
Dyana
decise di cambiare tattica e chiese aiuto al suo Swinub.
-Usa
polneve!- ordinò, gettando in aria un sasso che si trasformò in breve in un
cubetto di ghiaccio. –Grazie, piccolo. Ora stai buono,
Rapidash…
Sfregò
delicatamente la zampa con il ghiaccio, aprendo la trappola e liberandolo. Il
pokemon si era tranquillizzato, comprendendo che la ragazza lo stava aiutando.
La rossa gli sorrise, accarezzandolo: le sue fiamme non la scottavano, segno che
si fidava di lei.
-Non
è niente di grave- constatò, estraendo dallo zainetto la pozione. –Una spruzzata
di questo e sarai come nuovo…ecco fatto. Puoi andare.
Il
Rapidash provò a posare la zampa a terra: non gli faceva più male. nitrì felice,
concedendo alla sua salvatrice di accarezzarlo un'ultima volta, poi trottò
via.
-Charmender,
Swinub…ritornate. Pachirisu, vieni- richiamò Dyana. Lo scoiattolo mandò qualche
scintilla dalle guance, poi tornò ubbidiente sulla spalla dell'amica,
continuando comunque a guardare Paul con astio.
-Perché
non l'hai catturato? Hai perso un'occasione come una stupida- la aggredì il
ragazzo.
-Forse-
affermò calma. –Ma era giusto che restasse libero. Sarà per questo che non ho
mai catturato un pokemon…
-Mi
prendi in giro? E quelli che hai usato ora dove li hai
trovati?
-Loro?
Swinub, Piplup, Teddiursa, Flareon…venite fuori!- esclamò. Paul li studiò con il
suo pokedex: tre di loro non si vedevano spesso in quella regione…come faceva ad
averli con sé? E dov'era finito il Charmender?
Dyana
prese in braccio Swinub.
-Ognuno
di loro ha deciso volontariamente di seguirmi…lui l'ho trovato sulla Via Gelata,
a Johto…era crollata una parte della grotta ed era rimasto bloccato: io l'ho
liberato e da allora mi accompagna ovunque.
-Tutti
i principianti iniziano con un pokemon…tu avrai cominciato con quel
Piplup.
Il
piccolo pinguino, sentendosi tirare in ballo, lo fissò
sorpreso.
-Sì,
al laboratorio ho scelto lui, ma appena uscita l'ho liberato e gli ho chiesto se
voleva davvero venire con me…è stato il mio primo pokemon.
Il
giovane era allibito: un allenatore ordinava, non domandava per favore. Quella
Dyana era peggio di tutti quei pappamolle in cui si era imbattuto. Un pokemon
non era che uno strumento, altro che amico.
-Sono
sciocchezze.
-Cosa?
-Un
allenatore tiene con sé solo i pokemon più forti.
Il
viso di Dyana si oscurò: ne aveva visti tanti come lui, convinti che quelle
creature servissero soltanto per vincere e ottenere
riconoscimenti.
-Flareon
è stato abbandonato da una persona che aveva le tue stesse idee…si era
installato in una radura e attaccava ogni essere umano- raccontò, accarezzando
la testa dell'interessato. –Si sentiva tradito…è stato Piplup ad avvicinarlo, a
parlargli, a spiegargli che non tutti gli uomini erano così…- Puntò lo sguardo
in quello di Paul, seria. –Quando catturi un pokemon, gli infondi la speranza di
un legame, di un'amicizia… liberarlo, o peggio abbandonarlo, significa rompere
quel sogno. Hanno anche loro un cuore, sai?
-Continua
pure a tenerti le tue stupide convinzioni. Io vado a Giardin Fiorito, tu fai
come vuoi.
La
sedicenne scosse la testa e richiamò i suoi pokemon, seguendo poi il ragazzo e
cercando di calmare un Pachirisu che non vedeva l'ora di far provare a quel tipo
una scossa ad alto voltaggio: come gli era antipatico. Gli diede un paffin (O
era poffin?! O.o Insomma uno di quei dolcetti rosa… ^^ NdA), grattandolo dietro
le orecchie finché non tornò sorridente come sempre.
-Di
dove sei, Paul?
-Di
Cristalfoglia (Sempre inventato ^_- NdA)- replicò atono.
-È
una città stupenda- commentò la giovane. Ci era stata alcuni anni prima,
rimanendo conquistata dai suoi palazzi di vetro e dalle fontane di cristallo
multicolore: i giochi d'acqua che creavano erano uno spettacolo
magnifico.
Paul
non replicò, rabbuiandosi: lui non aveva aspettato altro che potersela lasciare
alle spalle. Quei sorrisi stucchevoli e ipocriti che gli abitanti rivolgevano a
tutti, gli davano il voltastomaco. Odiava tutto di quel paese e ringraziava non
vi fosse una palestra che lo costringesse a farvi ritorno.
Sarebbe
andato avanti senza mai tornare sui suoi passi.
La
sua espressione tempestosa indusse Dyana a non proseguire su quell'argomento:
per ragioni a lei sconosciute, il giovane non amava il suo
villaggio.
-Io
sono di Fiammardente (Ormai lo sapete che sono una mia creazione, no? ^^ NdA),
la valle dei vulcani. Sono cresciuta in mezzo ai pokemon di fuoco…- continuò.
–Mio padre è stato un grande allenatore: da giovane ha vinto la Lega di Kanto,
battendo i Super Quattro. Ora gestisce una pensione per pokemon rinomata in
tutta la regione di Sinnon.
Effettivamente
aveva sentito parlare di una pensione in quella città…era consigliata anche
nella guida alle palestre della regione. E conosceva anche allenatori che erano
rimasti molto soddisfatti dei trattamenti offerti ai
pokemon.
-Il
Charmender che ho con me era uno dei nostri ospiti: lo sto riportando alla sua
coordinatrice, la mia amica Meredith.
-Non
disponete del trasportatore?
-Certo,
ma lei mi ha chiesto di andare a sostenerla e io adoro viaggiare- rispose la
rossa. –Appena consegnato Charmender, però, correrò al centro pokemon a
riprendere il mio Bellossom: è rimasto a casa con Ledian ad aiutare mio padre,
ma sento molto la loro mancanza. Purtroppo non posso portare più di sei pokemon
con me. e tu? Hai dei pokemon in qualche centro?
-Io
ho solo Cinchar ed Elechid, gli unici a non avermi mai deluso.- Alzò gli occhi
al cielo, notando che il sole stava calando: a breve la sera avrebbe iniziato a
stendere il suo manto scuro. Stando alla cartina che aveva consultato prima di
entrare nel bosco, c'era un centro pokemon a metà strada: non doveva essere
lontano.
-Allunghiamo
il passo, o il buio ci sorprenderà prima di arrivare al centro- disse
freddamente.
Dyana
sospirò: fare conversazione con Paul era praticamente
impossibile.
Quando
apparvero le luci dell'edificio il cielo stava già rabbuiandosi, e non solo per
la notte: c'era aria di temporale, Pachirisu avvertiva correre
l'elettricità.
-Buonasera,
ragazzi- li salutò Joey, accogliendoli. –Siete arrivati appena in
tempo.
I
due si voltarono verso la finestra: la pioggia aveva cominciato a cadere
violentemente, accompagnata da tuoni e lampi. Lo scoiattolo scese dalla spalla
della padrona e corse al vetro per godersi quello
spettacolo.
-A
quanto pare gli piace questo tempaccio- commentò divertita
l'infermiera.
-Già,
ma solo quando ha un tetto sopra la testa.
-Immagino
gradirete qualcosa da mangiare e una stanza…ve li preparo
subito.
-Grazie,
infermiera Joey- replicarono insieme, sedendosi a un
tavolo.
-Se
continua così saremo costretti a fermarci qui. Il bosco non è sicuro in queste
condizioni.
-La
gara è fra una settimana…per allora saremo a Giardin Fiorito?- si informò la
sedicenne.
-Dipende
dalla tempesta.
Joey
e Chansey servirono loro un pasto caldo e del cibo per i loro pokemon, ben lieti
di uscire dalle sfere.
-Hai
un Cinchar splendido- affermò la giovane, avvicinandosi alla scimmietta. Questa
arretrò istintivamente da alcuni passi, accendendo la fiamma sulla coda nel
vedere la mano tendersi nella sua direzione.
Era
abituato a un trattamento brusco, inflessibile: non cattivo, ma certo c'era ben
poco affetto nei modi del suo allenatore. Per questo spalancò gli occhi quando
Dyana lo accarezzò con dolcezza. Un gesto che il pokemon di fuoco non aveva mai
provato. Si ritrovò a guardarla con espressione stupita: per la prima volta
aveva provato cosa fosse la gentilezza.
-Cichar…-
pronunciò sorpreso.
-E
anche questo Elechid…si vede che è potente- continuò, usando sul pokemon
elettrico la stessa tenerezza. E ottenendo la stessa reazione dalla
creatura.
Persino
Paul era rimasto senza parole: avevano sempre attaccato qualunque estraneo si
fosse avvicinato loro. Adesso invece se ne stavano lì imbambolati a ricevere
carezze e sdolcinerie: che coppia di rammolliti.
-Non
so tu, ma io sono stanca.- E accompagnò la frase con uno sbadiglio. –Vado a
letto. Ci vediamo domattina.
Il
ragazzo annuì soltanto, osservandola allontanarsi con il suo sestetto. Tutto in
lei era assurdo e in assoluto contrasto con le sue idee. Detestava quei mocciosi
con la testa imbottita di buone azioni e amore verso il prossimo, che si
aiutavano a vicenda e non facevano che parlare di gruppo e di
amicizia.
Insopportabili
per chi come lui contava solo su sé stesso.
Eppure,
quando entrò in camera per coricarsi, lo fece in punta di piedi, rispettando il
sonno di Dyana e dei suoi pokemon.